lunedì 31 ottobre 2011

Sallusti (dico Sallusti !!!) azzanna Ingroia

Ci sono voluti diciott'anni, ma alla fine lo hanno ammesso: nei confronti di Silvio Berlusconi e della politica non tutta la magistratura è imparziale. A dirlo è uno dei procuratori simbolo della sinistra, Antonio Ingroia, leader dell'antimafia siciliana, l'accusatore, tanto per intenderci, di Marcello Dell'Utri. Citiamo testualmente: «Un magistrato deve essere imparziale ma sa da che parte stare. Io confesso di non sentirmi del tutto imparziale, anzi, mi sento partigiano». Parole terribili, per di più pronunciate in una assise politica, il congresso del Partito comunista di Diliberto. L'outing di Ingroia permette finalmente di rileggere, e riscrivere, la recente storia dei rapporti tra politica e giustizia: pm di parte hanno tentato di abbattere Silvio Berlusconi e la sua maggioranza perché si sono auto investiti di una missione con radici divine che travalica i loro compiti, cioè decidere chi e come ci deve governare al di là delle leggi e del responso elettorale. Partigiani di sinistra che si sono scagliati contro il centrodestra per liberare il Paese da un nemico di classe.

Ingroia andrebbe allontanato dalla magistratura, da subito. L'ammissione rende incredibile ogni suo atto futuro, qualsiasi cittadino elettore del centrodestra che capitasse in una sua inchiesta potrebbe e dovrebbe ricusarlo per dichiarata imparzialità. Ma tutto il suo lavoro passato andrebbe rivisto alla luce di questa ammissione, a partire dall'accanimento che ha portato alla condanna a sette anni in secondo grado di Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Per non parlare dei pentiti da lui scagliati contro Berlusconi con effetti giudiziari nulli ma mediaticamente devastanti.

Ingroia è dunque stato un magistrato che si rifiuta di essere «esecutore materiale di leggi ingiuste», come ha detto ieri. Chi decide se una legge è giusta? Lui? E perché non io. Oggi è legittimo chiedersi quanti sono stati e sono i magistrati nelle condizioni di Ingroia. Quante sono state le inchieste politiche, quante le sentenze viziate da una visione privatistica della giustizia? E con che coperture nella filiera che detta la legge? Altre domande. Il Consiglio superiore della magistratura era al corrente dell'esistenza di una P2 al proprio interno? Qualcuno può escludere che anche la Corte Costituzionale sia affetta dallo stesso virus? Che cosa ne pensa e che cosa intende fare il Capo dello Stato di fronte a una simile ammissione? Per ora c'è soltanto una risposta certa: ci sono arbitri che fanno anche i giocatori. E Gianfranco Fini non è più l'unico. (Alessandro Sallusti - IL GIORNALE -)



Curioso, ma non tanto, che Sallusti concluda il suo articolo parlando di arbitri che fanno anche i giocatori ! Dimentica forse che l'arbitro, ma in pratica il giocatore più famoso siede sulla poltrona di Capo del Governo ? E poi chi si dichiara "partigiano della Costituzione" come affermato da Ingroia, ne siamo certi, avrà il sostegno della società civile...sempre.

La battuta del giorno

"Quello che è successo a Roma è sì sintomo di insofferenza giovanile, ma indica anche che sono al lavoro nuclei organizzati che operano clandestinamente per trasformare il disagio in rivolta" (Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro)

...Sacconi indossa i panni del black bloc infiltrato.

Passaparola - Perchè hanno ucciso Gheddafi - Massimo Fini (dal blog ww.beppegrillo.it)

domenica 30 ottobre 2011

Franco Frattini, una barzelletta europea






L’intervista di un ministro italiano normalmente viene poco osservata sui media del Paese dove questa è rilasciata. Franco Frattini però è riuscito nella notevole impresa di farsi riprendere da non poche giornali e televisioni tedesche, svizzere e austriache a seguito della sue affermazioni a Frankfurter Allgemeine Zeitung. La dichiarazione del nostro ministro degli Esteri, secondo il quale l’Italia “non fa parte del problema dell’euro” è diventata una barzelletta al di là delle Alpi.

FRATTINI SUPERSTAR - Franco Frattini è un ministro che si nota poco, anche per la sua passione per le vacanze che sempre per sfortunata coincidenze capitano quando ci sono le crisi internazionali. Poco male, visto che quello sarebbe il suo mestiere, ma si sa, il cuore di Frattini batte solo per le nevi imbiancate. Al quotidiano più autorevole della Germania, Frankfurter Allgemeine Zeitung, il ministro degli Esteri ha affermato con convinzione:

Nego che l’Italia si debba vedere come parte del problema(dell’euro), nel momento in cui proprio la Francia deve risolvere il problema delle obbligazioni elleniche che si trovano nella banche del suo Paese. L’Italia sarà l’unico Paese del G7 che nel 2011 avrà un avanzo di bilancio, al netto degli interessi da pagare. (L’avanzo primario, che Frattini mostra di conoscere ma di comprendere poco bene ndR). Neanche la Germania ci riesce!I nostri debiti sono alti, ma l’indebitamento privato è nettamente inferiore alla media europea, e la maggior parte del debito italiano è in mano ai nostri concittadini. Tanti sono ricchi, e non vogliono vedere fallire il loro Stato.

PUOI RIPETERE, PER FAVORE? – Il titolo migliore lo sceglie probabilmente Blick, il più diffuso quotidiano della Svizzera, che riprende le dichiarazioni di Frattini chiedendosi, “Come, per favore?”. Lo stupore è tanto, perchè mai e poi mai si potrebbe pensare che il ministro degli Esteri di un Paese responsabile della più grave crisi europea della storia recente possa fare simili affermazioni, eppure è così. Altri quotidiani austriaci e tedeschi riprendono con stupore e compassato rigore teutonico le dichiarazioni di Franco Frattini, che certo un segno lo lascerà senza dubbio. Raramente un ministro degli Esteri è stato così superfluo. (www.giornalettismo.com)

Oltre la collina

Sono pienamente d’accordo con Alessandro Baricco nel suo intervento all’incontro della Stazione Leopolda e la ormai discreta collezione di interventi qui a Tempo Reale me lo conferma. Ci sono persone che vivono aggrappate a frasi fatte, formule standard, paure, slogan, sbarramenti culturali che è perfettamente inutile tentare di far riflettere e di convincere, così come loro rinunciano a convincere, rifugiandosi nell’iterazione di banalità sussiegose da “Giornale” o da “Foglio”. Non cambieranno mai idea perché non hanno idee proprie, ma pseudo idee mandate a memoria, come le lezioncine che la scolaretta Gelmini Mariastella ripete con lo stile del juke box. Vanno superate, per cercare oltre la soluzione alla tragedia del berlusconismo fallito e della inettitudine dell’opposizione di sinistra. Basta invocare le dimissioni di Berlusconi, che non darà mai perché deve difendere i propri interessi privati e sa che lasciare Palazzo Chigi lo lascerebbe nudo e mucillaginoso come una lumaca senza guscio. Berlusconi è il passato, è la sconfitta dell’Italia, è la cena di ieri sera, è il relitto che ancora galleggia soltanto perché è pieno di aria ma non naviga più, è qualcosa che non vive, ma sopravvive. Se ne andrà quando se ne andrà, è soltanto questione di tempo. Si deve invece ricominciare a vivere, in Italia, lasciando che i morti di questi ultimi vent’anni seppelliscano i morti e cercando idee politiche, non chiacchiere o vaffanculismi da teatro, per ricostruire la nazione e la sua amministrazione. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

sabato 29 ottobre 2011

Razzi rappresenta (!!!) l'Italia all'estero


Chi rappresenta le istituzioni italiane all’estero? L’on. Antonio Razzi. Il deputato di Popolo e territorio infatti – diventato “celebre” per l’uscita dall’Idv insieme a Domenico Scilipoti per votare la fiducia al governo Berlusconi il 14 dicembre 2010 – è stato inserito nella delegazione di parlamentari che, con seguito di traduttrici e impiegati della Camera, trascorreranno alcuni giorni in Giappone incontrando autorità istituzionali. Quali siano gli obiettivi della delegazione dell’Unione interparlamentare, però non risulta dagli atti sul sito della prestigiosa istituzione.

Risulta invece una certa effervescenza diplomatica di Razzi che il 1 febbraio 2011 riceve a Montecitorio la delegazione del parlamento indiano, il 25 febbraio 2011 quella del Paraguay ed il 21 e 22 marzo 2011 quella della Corea oltre a essersi personalmente recato in missione a Panama dal 15 al 20 Aprile 2011. Razzi risulta essere “revisore dei conti” dell’ufficio di Presidenza dell’Unione interparlamentare nonostante sia stato inserito nel gruppo di Presidenza dall’Idv, e quindi teoricamente decaduto poiché uscito dal partito in appoggio a Berlusconi.

Fino ad oggi Razzi ha collezionato viaggi in tutto il mondo. Dal Qatar al Vietnam, dall’America Latina agli Stati Uniti. Utilizzando le visite dell’Unione Interparlamentare, il deputato seguace di Scilipoti a volte si è infilato in sostituzione di rinunciatari, apparendo in foto, servizi giornalistici e resoconti. Ma con quale ruolo e competenze effettive? Nessuno lo sa. Sarebbe curioso sapere quali risultati sono stati conseguiti dal deputato e quanto è costata questa attività allo Stato. C’è da notare che, in occasione di questi viaggi, oltre ai traduttori, vi prendono parte funzionari della Camera che, in veste di accompagnatori, hanno una disponibilità di denaro contante in loco per risolvere qualsiasi esigenza nasca all’onorevole in missione all’estero. Insomma, una bella spesa per le spremute tasche statali.

Cosa dirà in questi giorni Razzi ai suoi colleghi giapponesi: “Sayonara”? E pensare che due settimane fa il deputato di Popolo e territorio ha mostrato di non avere particolare familiarità con la lingua italiana (leggi). Ospite alla trasmissione radiofonica La Zanzara, Razzi, che nel curriculum vanata anche l’appartenenza alle commissioni “Cultura, scienze e istruzione” e “Politiche dell’Unione Europea”, è stato protagonista di una performance linguistica a dir poco audace. Quindici minuti tra nonsense, legami fantasiosi, nomi e coniugazioni sbagliate. Il suo maestro? “L’italiano me lo insegna Sgarbi”. (Massimo Pillera - IL FATTO QUOTIDIANO -)

Come è triste Vernazza

Sono stato a Vernazza nelle Cinque Terre. Le strade erano bloccate e sono arrivato in barca grazie al passaggio di un amico. Dal mare non l'ho riconosciuta. La spiaggia è scomparsa e una nuova, fatta di fango e detriti, è nata improvvisamente. Le macchine, risucchiate fuori dai parcheggi, hanno attraversato le strade della cittadina. Impazzite, senza conducenti, guidate da una forza folle. In molte case il fango ha superato il primo piano. La piazza principale non esiste più. E' un lago di fanghiglia melmosa. Il tunnel della stazione ferroviaria è riempito completamente dalla terra delle colline. La gente è tutta per strada, per i vicoli, con pale, secchi e picconi a svuotare case, vicoli e e cantine dalla valanga che le ha ricoperte. Tre persone sono morte. Potevano essere molte di più. Poco più in là, a Monterosso, mi dicono che la situazione è ancora peggiore.
I motivi di questi disastri sono sempre diversi. A Vernazza non c'è stata la cementificazione selvaggia, come in gran parte della Liguria, eppure le colline sono collassate come castelli di carte. La causa è stata la pioggia torrenziale, in poche ore è caduta la stessa quantità di un anno, scivolata come una lama nei terreni aridi per la siccità. L'abbandono del territorio ha fatto il resto. Può succedere ancora? Sicuramente. Il pianeta si sta surriscaldando grazie a un'economia fuori controllo. Allagamenti e frane in Italia sono diventati routine, ogni anno costano decine di vite umane e miliardi di euro. Vernazza risorgerà meglio di prima. Lo spirito che ho visto negli occhi della sua gente dovrebbe diventare quello della nuova Italia. (www.beppegrillo.it)

venerdì 28 ottobre 2011

La battuta del giorno

"Ho in mente che tutti i nostri sottosegretari vengano chiamati viceministri in modo che possano parlare alla pari con i colleghi stranieri". (Silvio Berlusconi)

...e dire loro "mi manda Berlusconi"...sai le risate...

Autorevolezza




Times, Uk, "Ciao Bella! Stiamo toccando il fondo".

(grazie a http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Travaglio e la satira

Le promesse pericolose (e irrealizzabili) di B.

Tutti stanno dicendo che la lettera di Berlusconi all’Europa è irrealizzabile. E io dico: meno male! Quello di cui ci lamentiamo noi dell’Italia dei Valori non è che la lettera non è realizzabile: è il suo contenuto, che è pericoloso per il Paese.
Bruxelles ha ragione quando ci dice di far quadrare i conti, ma quanto al dove prendere i soldi, in Italia ci sono mille rivoli e mille fonti dove andare a prenderli, basta pensare a tutti quelli che sono stati sprecati per andare a fare le guerre in giro per il mondo.
Stamattina, poi, Berlusconi ha dimostrato per l’ennesima volta di essere soltanto un giullare, quando ha detto che dopo il licenziamento ci sarà la cassa integrazione. O si è licenziati o si è cassintegrati, e il fatto che il presidente del Consiglio non lo sappia dice in che mani è il Paese.
A questo punto, per mettere il capo dello Stato in condizione di poter licenziare Berlusconi prima che sia troppo tardi, deve formarsi una maggioranza alternativa per dare fiducia a un governo incaricato di rifare la legge elettorale, perché andare a votare con questa sarebbe uno schiaffo in faccia ai cittadini, e di rispondere alle richieste europee con interventi che siano allo stesso tempo realizzabili ed equi, cioè che non incidano sulle solite fasce deboli del Paese. (www.antoniodipietro.it)


giovedì 27 ottobre 2011

La Chiesa cattolica fa soldi con il porno ?


Weltbild è un’importante catena di negozi dove vengono venduti libri, dischi, film, ed è posseduta completamente dalla Chiesa cattolica tedesca. Le quote della società sono suddivise tra numerose diocesi tedesche, che si dividono i discreti guadagni che Weltbild realizza. L’anno scorso l’azienda ha avuto un fatturato di un miliardo e seicento milioni di euro, una cifra importante che supporta i bisogni finanziari del cattolicesimo tedesco. Un investimento nell’editoria non è in sé strano per il clero, però ha creato scandalo la pubblicazione di quanti titoli a carattere erotico Weltbild avesse in catalogo. La notizia è stata fornita da una rivista cattolica, Pur, che ha evidenziato come più di 2500 titoli tra i libri venduti da Weltbild avessero contenuti erotici. Ma gli affari a luci rosse non finiscono qui: Weltbild controlla per un terzo un portale che vende materiale pornografico, e ha il 50% di una società che produce anche film per adulti. Un business del porno che rende più ricca la Chiesa cattolica, che già beneficia di un munifico finanziamento statale, ma che indigna i fedeli più conservatori.

REAZIONE IPOCRITA – L’inchiesta sugli affari a luci rosse del clero tedesco ha scosso molti cattolici, e ha provocato l’immediata risposta di alcuni vescovi. “Ci devono essere filtri, che impediscano la pubblicazione di materiali simili. La nostra casa editrice non può pubblicare contenuti pornografici o che incitino la violenza, e dobbiamo affrontare il caso perché non si ripeta più”, ha esclamato il cardinale di Monaco, Reinhard Marx. Anche il vicario generale della Arcidiocesi di Colonia ha rimarcato il desiderio delle sua diocesi di separarsi da Weltbild, o trasferire quantomeno le loro quote, vista la tipologia di contenuti promossi dalla casa editrice. La risposta del clero però appare molto ipocrita, visto che da tempo si sa cosa offra il catalogo di Weltbild, e quali siano le sue partecipazioni azionarie. La società è famosa, ma non appare per nulla collegata al clero, come invece subito si capisce quando si entra im un negozio delle Edizioni Paoline, per esempio. Il carattere religioso è praticamente assente, o molto emarginato, in Weltbild, e già da molti anni i circoli più conservatori del cattolicesimo tedesco tuonano contro la sua attività. Nel 2008 c’erano già stati simili polemiche, e nulla era cambiato, anzi il business a luci rosse è pure aumentato. Titoli come “Prendimi ora, prendimi qui”, “Chiamami zoccola” oppure “Il collegio delle sgualdrine” sono poco compatibili col messaggio del Vaticano sul sesso, ma fanno vendere, e pure parecchio. (www.giornalettismo.com)

...non commentiamo perchè sarebbe troppo facile...

E poi si lamenta se il mondo gli ride dietro

Silvio Berlusconi a Porta Porta, ieri sera, in merito alle risate di Merkel-Sarkozy:

La signora Merkel è venuta da me a scusarsi per la situazione che è stata provocata e mi ha detto in maniera esplicita che non aveva nessuna intenzione di denigrare il nostro paese.




Manco a dirlo, passano poche ore e da Berlino arriva l'immediata smentita, non c'è stato nessun "scusa" della Merkel al Premier italiano. E la notizia fa subito il giro del mondo, dalla Germania al Regno Unito all'Australia. Sempre per quella storia dell'autorevolezza. (http://nonleggerlo.blogspot.com/)


mercoledì 26 ottobre 2011

The best of Gelmini a Ballarò

Un sunto della performance del ministro Marystar Gelmini a Ballarò, con probabile suggeritore alle spalle e assistita dal ministro (!!!) Rotondi.

Il ring

La bagarre in Aula è esplosa dopo l’intervento di Marco Reguzzoni che ha attaccato duramente il presidente Gianfranco Fini, accompagnato da un coro di “dimissioni, dimissioni” rivolto al leader di Futuro e Libertà. Subito dopo il capogruppo della Lega ha preso la parola Italo Bocchino per difendere il leader di Fli, ma è stato più volte interrotto. La presidente di turno Rosy Bindi ha richiamato più volte i deputati all’ordine, in particolare Fabio Granata, e sono intervenuti i commessi. Bindi ha deciso di sospendere i lavori fino alle 12.30, poi la ripresa per un minuto per scusarsi con i ragazzi che assistevano alla seduta per “lo spettacolo non certo edificante che è stato offerto loro”. Ma nonostante l’interruzione dei lavori sono volati insulti e le tensioni mentre fuori il leader della Lega esprimeva il suo personale giudizio su Fini: “Vada a quel paese”. (IL FATO QUOTIDIANO)

La lettera (i fratelli Capone avrebbero fatto meglio)

martedì 25 ottobre 2011

Maurizio Crozza a Ballarò del 25/10/2011

La battuta del giorno

"Inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche di scarsa fiducia negli impegni assunti dall’Italia". (Giorgio Napolitano commenta le risatine tra Sarkozy e la Merkel)

...Presidente ma un esame di coscienza all'interno di casa nostra non le riesce ?

Caro amico ti scrivo

Ad agosto Gheddafi scrisse a Berlusconi, definendolo un "amico". Lanciandogli un appello per uno stop alla guerra. A sostenerlo è il settimanale francese Paris-Match che pubblica sul suo sito una lettera scritta dal raìs, lo scorso 5 agosto, al premier italiano per chiedere di "fermare i bombardamenti che uccidono i nostri fratelli libici e i nostri bambini".

Nella lettera si legge: "Caro Silvio, sono rimasto sorpreso per l'atteggiamento di un amico con cui ho concluso un trattato di amicizia favorevole ai nostri due popoli. Avrei sperato che da parte tua ti interessassi almeno ai fatti e che tentassi una mediazione prima di dare il tuo sostegno a questa guerra".

"Non ti biasimo per ciò di cui non sei responsabile - aggiungeva il rais - perché so bene che non eri favorevole a quest'azione nefasta, che non fa onore a te e al popolo italiano. Ma credo che tu abbia ancora la possibilità di fare marcia indietro e di far prevalere l'interesse dei nostri popoli", auspicava il colonnello, che invitava il Cavaliere a parlare con i suoi alleati occidentali per fermare i bombardamenti che "uccidono i nostri fratelli libici e i nostri bambini".

Insomma, prima di morire catturato e ucciso quattro giorni fa a Sirte 1 il raìs provò ancora la carta della diplomazia. (REPUBBLICA)

Troiate ad Alta Velocità

Spiace per i gufi e gli sciacalli dei partiti e dei giornali, ma alla manifestazione anti-Tav è filato tutto liscio: 10-15 mila persone a volto scoperto, armate soltanto delle proprie ragioni, come nella stragrande maggioranza dei cortei degli ultimi vent’anni in Val di Susa. Che non sono ideologici o emotivi: sono basati sui dati e non c’entrano nulla con la sindrome Nimby (non nel mio quartiere).

La gente della Valsusa, come ogni italiano sano di mente, non è contro le opere pubbliche. È contro quell’opera. Perché non serve a nulla, costa uno sproposito, devasta ambiente e paesaggio molto più dello smog causato dai tir. Chi avesse ancora dei dubbi si riveda su Internet la prima puntata di Report. Emanuele Bellano ha messo a confronto le ragioni dei Sì Tav e dei No Tav e, per i primi, è stato un bagno di sangue. Anzi di ridicolo. Il giornalista sbatteva i dati ufficiali in faccia allo sgovernatore del Piemonte, l’acuto Roberto Cota. Il quale, con lo sguardo penetrante tipico della triglia lessa, rispondeva con supercazzole del tipo: “La Tav (per lui, treno è famminile, ndr) apre il Piemonte e tutto il sistema-Paese all’Europa. Prima di tutto è un’apertura psicologica, di prospettiva”. Inutile far notare che la linea ferroviaria storica Torino-Modane è sottoutilizzata per un sesto della sua capacità: “Se vuole intervistarmi sulla Tav, prenda appuntamento”. Poi se la dava a gambe. Come tutti i politici di destra, di centro e del Pd quando s’imbattono nei fatti e nei dati.

Nel 1991 il primo studio di fattibilità commissionato dalla Regione al comitato Alta Velocità prevedeva che il traffico passeggeri fra Italia e Francia sarebbe passato da 1 milione e mezzo di persone a 7,7 milioni nel 2002. Invece, vent’anni dopo, è precipitato a 7-800 mila. Dunque il Tav non serve per il trasporto passeggeri. Infatti, per giustificarlo ex post, si prese a dire che era indispensabile per le merci e gli cambiarono nome: da Alta Velocità ad Alta Capacità. Purtroppo, secondo l’Ufficio Federale Trasporti della Svizzera, il traffico merci fra Italia e Francia sta colando a picco da 10 anni: dagli 8 milioni di tonnellate del 2000 ai 2,5 del 2009. Infatti gli interporti di Susa e Orbassano sono semideserti e i treni merci sulla linea storica Torino-Modane sono vuoti all’80%: potrebbero trasportare 20 milioni di tonnellate, invece ne scarrozzano meno di un sesto. Il grosso delle merci passa dal Gottardo e dal Brennero.

Ma ecco la trovata geniale del sottosegretario ai Trasporti, Mino Giachino: “Il progetto è stato riconvertito da passeggeri a merci perché è caduto il muro di Berlino (in verità era già caduto nel 1989, due anni prima che partisse il progetto, ndr). Ma la Tav (e dàgli, ndr) consentirà di collegare le merci da Lisbona a Torino fino a Kiev”. Resta da capire quali merci il Portogallo dovrebbe spedire in Ucraina alla velocità della luce, e viceversa. Ma ecco l’ultima scusa inventata da Cota: l’“apertura psicologica”. Un bel buco psicologico, anzi psichiatrico di 50 km che in 15 anni di lavori asporterà 1 milione di tonnellate di detriti da una montagna ricca di amianto e radioattività. Il tutto per la modica cifra di 22 miliardi, salvo rincari. “Li pagheranno – osserva Milena Gabanelli – i nostri figli disoccupati”.

Ma di queste cose è vietato parlare. Soprattutto per il Pd, passato da Falce&Martello a Calce&Trivello. Chiamparino, l’ex sindaco-banchiere, invita Bersani a farsi fotografare con Di Pietro e Vendola “solo se dicono pubblicamente che sono per la Tav (e ridàgli, ndr)”. Il sindaco-fossile Fassino definisce i No Tav “antistorici”. E il segretario regionale Morgando ha minacciato gli iscritti tentati dal manifestare contro il Dio Tav: “È dirimente per gli iscritti al Pd la non partecipazione. Non consideriamo legittimo che aderiscano alla manifestazione di domenica. Sarà messa in discussione la convivenza nel partito con queste persone”. Manco fossero dei pregiudicati. Anzi no, fossero pregiudicati verrebbero iscritti d’ufficio. (Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)

lunedì 24 ottobre 2011

Merkel e Sarkozy ridono di Berlusconi ? Il TG 1 tarocca la dinamica dei fatti

In tutto il mondo solo il Tg1 - principale telegiornale del servizio pubblico italiano - poteva "interpretare" quella scena in maniera diversa: ... la redazione guidata da Augusto Minzolini taglia, cuce, smorza, per camuffare l'infame verità ci vuole un lavoretto coi fiocchi. No, per censurare la notizia - come fanno al Tg4 - oramai è troppo tardi, il ridens diplomatico si è già sparso ovunque. E allora, ecco il servizio. Uno, nascondono la domanda della giornalista, essenziale per comprendere la dinamica dei fatti. Due, spazzano via i lunghi silenzi, l'occhiata di Sarkozy, la complicità tra i due leader. Tre, decidono di partire dalle risate, in modo da poterne alterare il senso. Massì - ci vuole far credere Minzolini - il clima era scherzoso, si sghignazza perché "ci aspettavamo questa domanda", furbetti che non siete altro. Obiettivo raggiunto: nessun telespettatore capisce che in quella sala, in quel preciso istante, tutti stavano ridendo di B. (grazie a http://nonleggerlo.blogspot.com/)



Il cu.. cu... di Angela

Angela Merkel sarà anche una “Cu…Inch….”, una signora dal sostanzioso deretano non degna di attenzioni erotiche come ha detto il sempre elegante Premier italiano, ma il culo a Berlusconi l’ha fatto lei, insieme con l’ex amico Sarkozy avvertendolo che questa volta non accetteranno più per buona l’aria fritta delle promesse da telegiornale, dei decreti sullo sviluppo o la storia che il cane si è mangiato i compiti. Gli hanno anche dato una scadenza precisa per misure serie, come le maestre coi somani: mercoledì prossimo. Germania e Francia hannp perso la pazienza. Lo riferiscono tutti i giornali europei, le agenzie e i Telegiornali. Tedeschi. Voi prestereste soldi a una nazione che dipende da “Scipioti” per avere una maggioranza? (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

Caduto nel ridicolo





Quel che è successo ieri a Bruxelles è la goccia che fa traboccare il vaso. O almeno lo sarebbe in qualsiasi Paese civile e con ancora un briciolo di dignità.

L’Europa ride di noi. Ci tratta, per la seconda volta in pochi mesi, come degli irresponsabili mentecatti a cui bisogna ordinare punto per punto cosa fare e quando farlo. La risata di Merkel e Sarkozy insulta 60 milioni di italiani onesti facendo di tutta l'erba un fascio, ci colpisce tutti, si dovrà pagare un prezzo molto più alto per colpa dei ritardi del governo. Il nostro è un Paese serio, onesto e laborioso ma è diventato la burletta del mondo e il fanalino di coda dell’Europa per colpa di un satrapo gaudente e irresponsabile che ha lasciato marcire la situazione economica preoccupandosi solo dei suoi processi e dei suoi piaceri.

Ma il peggio, si sa, non ha mai fine. Stasera, nel consiglio dei ministri che dovrebbe varare l’ennesima manovra, inizierà il solito sconcio balletto, i veti incrociati, gli annunci a cui non seguirà nessun fatto. Tutto quello che sta portando al punto di non ritorno la nostra economia e la nostra immagine nel mondo.
Cosa aspetta il presidente della Repubblica a fermare questa giostra? Fino a che punto deve precipitare la situazione prima che qualcuno si decida a intervenire? (www.antoniodipietro.it)

La battuta del giorno

"Sarkozy non ridicolizzi l'Italia" (Franco Frattini, l'inutile ministro degli esteri)

...Sarkozy ?!...io credevo fosse un altro a ridicolizzare l'Italia !

domenica 23 ottobre 2011

Berlusconi ? Si ride

"Il premier italiano vi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà il suo governo?". A questa domanda, la reazione ilare di Merkel, Sarkozy e di tutta la stampa presente. Poi la risposta del presidente francese: "Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell'insieme delle autorità italiane, politiche, finanziarie ed economiche" (REPUBBLICA)

Addio a Marco Simoncelli



Ammetto che mi stava sulle palle in compagnia di Valentino Rossi, ma non posso negare il brivido che provo quando "l'ingiustizia divina" si prende un ragazzo di ventiquattro anni !

sabato 22 ottobre 2011

Cave nanum

C’è un che di geniale nell’autodifesa di Er Pelliccia, arrestato per lancio di estintore alla manifestazione di sabato: “Volevo spegnere l’incendio di un cassonetto”. In effetti a che servono gli estintori? Il fatto che poi uno, anzichè azionarli per spruzzarne il liquido ignifugo, li lanci contro l’oggetto incendiato, è un dettaglio. Dietro la rocciosa linea difensiva di Er Pelliccia s’intravede lo zampino di uno degli avvocati del premier: un Ghedini, un Longo, un Paniz. Si deve infatti a questi principi del foro se B., sorpreso a finanziare una prostituta minorenne, s’è difeso dicendo: “La pagavo perchè non si prostituisse”. O se, beccato a telefonare in questura per farla rilasciare dopo un fermo per furto, ha dichiarato: “Per forza, è la nipote di Mubarak”. E se la sua maggioranza alla Camera e poi al Senato ha certificato unanime la sua credibilissima versione.

Ora, delle due l’una: o il premier, i suoi avvocati e parlamentari sono dei dementi assoluti, convinti di trovare un giudice disposto a credere alle baggianate che dicono, e allora nemmeno Er Pelliccia può sperare di esser assolto per aver cercato di domare l’incendio; oppure sono dei geni incompresi (almeno da noi), e allora i processi a B. per Ruby e al Pelliccia per l’estintore finiranno trionfalmente in assoluzione. Ci sarebbe pure una terza ipotesi: che certe boiate vengano credute solo se l’imputato è un politico. Ma non vogliamo nemmeno pensarci: significherebbe che l’art. 3 della Costituzione è stato abrogato a nostra insaputa. A questo proposito: Er Pelliccia che spegne incendi lanciando estintori è un filino più credibile di Scajola che compra casa ma gliela paga un altro senza dirgli niente; o di Minzolini che spende 65mila euro per fatti suoi con la carta di credito Rai e poi dice: “Sono innocente: ho restituito i soldi all’azienda” (come se un topo d’appartamenti potesse cavarsela restituendo la refurtiva e sostenendo che dunque non ha rubato). Si spera vivamente che i giudici di Roma, se condanneranno Er Pelliccia, facciano altrettanto con Scajola e Minzolingua. Altrimenti qualcuno potrebbe pensare che la legge è più uguale per qualcuno. Idem per D’Alema: viaggia sei volte gratis sul jet di un impreditore che finanzia la sua fondazione e paga tangenti al suo defelissimo Morichini. I pm lo indagano per illecito finanziamento (ogni volo a scrocco vale 6mila euro), ma lui fa il vago:“Pensavo pagasse Morichini”. E certo: uno s’imbarca su un aereo senza biglietto e non s’informa su chi paga.

Poi c’è Alemanno, che pare incredibile ma è il sindaco di Roma. Venerdì piove tre ore: càpita, specie in autunno. Ma lui non se l’aspetta, così non fa pulire i tombini, alcuni quartieri paiono Atlantide e ci scappa pure il morto. Lui, anzichè andarsi a nascondere, chiede lo stato di calamità e se la prende con la Protezione civile: “Non ha lanciato l’allarme meteo”. Da giorni le previsioni del tempo davano pioggia per venerdì. Ma a sua insaputa: lui, essendo solo il sindaco, scambia la Protezione civile per il servizio meteo. Poi c’è Bossi: a Bankitalia voleva Grilli. Ma non perchè è bravo: perchè “è nato a Milano”. Gli avessero proposto Vallanzasca, che è nato a Milano e con le banche se la cava benino, avrebbe accettato. Poi c’è ancora B.: ammazzano Gheddafi, che lui ha prima baciato e poi bombardato, e si rifugia nel latinorum per dire qualcosa senza dire niente: “Sic transit gloria mundi”. Come Totò e Macario ne “Il monaco di Monza”, che biascicano giaculatorie a base di “cave canem” e “linoleum”, poi partono con le orazioni: “Tony Curtis… ora pro nobis… Kurt Jurgens… ora pro nobis… Sophia Loren… ora pro nobis… Brigitte Bardot… Bardot…”. Aveva anche pensato di commentare: “Baciavo Gheddafi perchè non facesse il tiranno”, o “non ci ho messo la lingua”, o “l’ho scambiato per un’Olgettina”, o “non era un bacio,ma un morso”, o “il bacio è un apostrofo rosa tra le parole ‘ti’ e ‘sparo’”. Ma era troppo rischioso. Molto meglio linoleum. (Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)

La fine degli alleati dell'Occidente, da Bin Laden a Gheddafi


E' morto un altro alleato dell'Occidente. Si chiamava Gheddafi. Le sue forze armate furono addestrate dall'Italia. Ha aiutato i servizi americani nella caccia ai terroristi islamici . Era un dittatore amico. Napolitano gli strinse la mano alcuni mesi fa e Berlusconi addirittura gliela baciò e con l'Italia sottoscrisse un trattato di pace. Riforniva con il suo petrolio l'Europa e con il denaro libico le banche internazionali che lo adoravano. La Libia è stata attaccata dagli aerei francesi e dai tomahawk americani, bombardata per mesi. Senza l'intervento della Nato, che ha operato fuori dal mandato dell'ONU, i ribelli non avrebbero potuto nulla. Chi li ha armati? In un Paese sotto il controllo di una dittatura da 42 anni è plausibile che i fucili mitragliatori e i blindati siano nati sotto i cavoli?
Gheddafi è stato ammazzato come un maiale in uno scannatoio. Non ha avuto un processo nel quale avrebbe sputtanato le nazioni occidentali. Era in fuga da Sirte con un convoglio che è stato attaccato da aerei francesi, come ha dichiarato Gérard Loguet (*), il ministro della difesa della Francia. Gheddafi è stato lasciato (consegnato?) ai suoi carnefici, che lo hanno percosso, ferito con più proiettili alle gambe e ucciso con un colpo alla testa. Il suo corpo è stato trascinato per le strade ed esibito come un trofeo di caccia grossa. Mahmud Jibril, ex collaboratore di Gheddafi con la carica di Presidente dell’Ufficio per lo Sviluppo economico nazionale fino all'inizio del 2011 e diventato primo ministro del Governo Transitorio, ha dichiarato "Abbiamo atteso questo momento da lungo tempo. Muammar Gheddafi è stato ucciso". Il sipario è calato su questa farsa. Il petrolio libico è ora a disposizione dell'Occidente. I complici di Gheddafi lo hanno sostituito, gli ex sodali lo hanno sacrificato. Prima di lui altri alleati dell'Occidente hanno seguito la sua sorte. Bin Laden, in rapporti per anni con la Cia, che aiutò gli americani nella guerra afgana contro i sovietici. Mubarak, sostituito da un regime militare, che ha avuto forti legami per decenni con le potenze occidentali, ora più morto che vivo e trascinato su una barella in tribunale. Saddam Hussein, il laico, il baluardo contro il khomeinismo, armato per anni dall'Occidente nella sanguinosa guerra contro l'Iran e poi impiccato dopo l'occupazione dell'Iraq della Nato dovuta a inesistenti armi di distruzione di massa. Ora che gli amici sono finiti, chi sarà il prossimo a cadere? Mahmud Ahmadinejad, presidente dell'Iran? ʿAbd al-Qādir Bājamāl, primo ministro dello Yemen? Bashār al-Asad, capo di Stato della Siria? Il mullah Omar, ex presidente dell'Afghanistan?
Il Nord Africa è pacificato, il Golfo Persico non ancora. Dagli alleati ti guardi Iddio, che dalla NATO non ti guarda nessuno.

(*) fonte Financial Times
(www.beppegrillo.it)

venerdì 21 ottobre 2011

Siamo a Zelig ? Peggio !

Lo show ha avuto luogo al primo congresso nazionale dei Responsabili...

La fine del mondo



Secondo il profeta Harold Camping oggi è l'ultimo giorno per l'umanità, poi si scatenerà la fine del mondo.

Avendo poche ore disponibili, sono in strada a proporre alle donne più avvenenti sesso per festeggiare.

giovedì 20 ottobre 2011

Vittorio Zucconi : la tragica ambiguità con gli USA

Il rapporto tra gli Stati Uniti e il colonnello libico: dall'ascesa al potere a Lockerbie, dalla guerra in Iraq alla fine del rais. L'analisi di Vittorio Zucconi. (REPUBBLICA)

Sic Transit Gloria Mundi (Silvio Berlusconi)



Troppo facile liquidare, sfoggiando una nota citazione latina, il cruento congedo da questa terra del suo amico Gheddafi. Quando tutti i Paesi democratici prendevano le distanze dal dittatore libico, purtroppo per colpa di Silvio, il suolo della Repubblica Italiana veniva calpestato da beduini, cammelli, amazzoni, tende ecc..

Come dimenticare poi l'esibizione delle Frecce Tricolori nel cielo libico che segnarono una pagina vergognosa della nostra storia più recente, come pure lo squallido trattato italo-libico ?


Berlusconi desidera essere ricordato nei prossimi libri di storia ? Lo sarà certamente e questa immagine resterà in eterno a farci vergognare.

mercoledì 19 ottobre 2011

Le facce dei violenti, mandaci le tue foto (IL GIORNALE)


Ignazio La Russa, Pdl, nel 1973 è in prima linea. Giovedì nero. Manifestazione non autorizzata dell'Msi, tra molotov, pistole e mazze ferrate, ci lascia la pelle un poliziotto. Oggi La Russa è Ministro della Difesa, e picchia i giornalisti.

Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno occupano l'Università "La Sapienza", in Roma. Già Ministro delle Comunicazioni nel secondo Governo Berlusconi, oggi Gasparri è Senatore Pdl (capogruppo).

Giuliano Ferrara: negli anni '60 e '70, da comunista sfegatato, è uno specialista del piccone. Già Ministro ed Europarlamentare, oggi è il Direttore del Foglio, ha un programma su Rai 1 e scrive i discorsi del Presidente del Consiglio.


Silvio Berlusconi, anni '70, ai tempi del boss mafioso Vittorio Mangano, assunto come "stalliere". Oggi fa il Presidente del Consiglio.


Gianni Alemanno, Pdl, nel 1982 viene accusato di aver lanciato una bomba molotov di fronte all'ambasciata dell'Unione Sovietica. Negli anni '80 finisce in carcere un paio di volte. Partecipa a molte manifestazioni violente. Oggi è Sindaco di Roma.

...inviate...

(grazie a http://nonleggerlo.blogspot.com/)

BLACK BLOC 2



BERLUSK BLOC

martedì 18 ottobre 2011

Maurizio Crozza a Ballarò del 18/10/2011

Antonio Di Pietro : non vogliamo uno Stato di polizia

Nei prossimi giorni presenteremo alla Camera e al Senato due ddl di contenuto identico, non per vietare i impedire le manifestazioni ma, al contrario, per rendere davvero agibili a tutti, per consentire a chi vuole manifestare pacificamente di farlo liberamente e per impedire ai violenti di impadronirsi delle manifestazioni con la forza.
Ieri molti improvvisati commentatori hanno espresso giudizi sulle nostre proposte senza nemmeno aspettare che venissero presentate, dunque senza sapere di cosa stavano parlando. Per questo hanno parlato di una riproposizione della legge Reale, che noi invece non abbiamo alcuna intenzione di riesumare e che anzi per noi può essere buttata nel cesso, o meglio archiviata in un cassetto, dato che fa parte di un bagaglio storico che non ci appartiene.
Siamo favorevoli a un allargamento del fermo giudiziario, ma per quanto riguarda il fermo di polizia le norme esistenti sono sufficienti. Deve essere sempre e solo l’autorità giudiziaria a disporre ogni limitazione della libertà, in caso contrario il rischio di degenerare in uno Stato di polizia ci sarebbe tutto.
La nostra proposta di legge prevede invece un aggravio di pena per lesioni personali cagionate ad un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni pubbliche; il divieto delle attenuanti e dell'applicazione della sospensione condizionale per i casi di danneggiamento aggravato, resistenza aggravata e lesioni personali gravi o gravissime a pubblico ufficiale; adozione di un sistema tipo “Daspo” che impedisca a soggetti ritenuti pericolosi di poter accedere alle manifestazioni pubbliche autorizzate.
Nella nostra proposta, oltre a questa serie di aggravanti specifiche, prevediamo una dotazione organica di mezzi e strumenti per le forze dell'ordine e la magistratura, affinché violenti e provocatori siano allontanati dalle manifestazioni e puniti in modo esemplare.
Non abbiamo insomma alcuna intenzione di ledere i diritti costituzionali dei cittadini né di mettere anche minimamente in discussione il diritto a manifestare pubblicamente protesta e dissenso. Si intende colpire ragionevolmente, mutuando norme già applicate nei confronti del tifo violento, sacche di soggetti facinorosi che si annidano, compromettendole gravemente e irrimediabilmente, nelle manifestazioni pubbliche autorizzate, di carattere assolutamente pacifico. (www.antoniodipietro.it)


I black bloc salveranno la Seconda Repubblica ?





I black bloc salveranno la Seconda Repubblica? I media e i partiti ci provano. L'Italia sembra in preda a black bloc organizzati che scorrazzano nelle città, rompono vetrine e incendiano macchine. La gente ha paura, deve avere paura. Si preparano leggi speciali. Maroni le proporrà in Parlamento con il supporto, forse anche di una preziosa consulenza, dell'opposizione. I movimenti vanno messi fuori gioco con qualunque mezzo. Gli utili idioti per queste operazioni si trovano sempre. La crisi economica che sta travolgendo il Paese è improvvisamente scomparsa. I partiti, che ne sono responsabili, si sono riverginati grazie una manifestazione di 200.000 persone senza un servizio d'ordine degno di questo nome. Chi l'ha autorizzata? Un corteo appoggiato dal centro sinistra controllato a distanza dalle Forze dell'ordine di Zanna Bianca Maroni totalmente impreparate, lasciate a sé stesse. Un finale scontato e forse voluto.
Chi sono i black bloc? Il solo nome mette paura. Neri come la notte. Evocano nuovi fascismi. Perfetti per un'operazione di marketing e per spaventare le vecchiette. I violenti di Roma non sono un corpo alieno, sono persone, ragazzi esasperati che pagheranno per i loro gesti. Ma non vengono da Marte e senza una svolta radicale della politica il loro numero è destinato ad aumentare. Chi non ha più speranze, un posto di lavoro, una casa, è pericoloso per il Sistema. Divieti di manifestazione, arresti preventivi, irruzioni in centri sociali diventeranno routine.
La demonizzazione dei movimenti è in atto. La Repubblica titola un inquietante articolo di di Carlo Bonini e Giuliano Foschini "Il black bloc svela i piani di guerra. Ci siamo addestrati in Grecia". Un'intervista a un ragazzo, del quale è nota solo l'iniziale "F.", che svela l'esistenza di gruppi di black bloc istruiti militarmente in Grecia per seminare il panico in Italia. Il dialogo termina con queste battute:
Repubblica "Parli come un militare"
F. "Parlo come uno che è in guerra"
R. "Ma di quale guerra parli?"
F. "Non l'ho dichiarata io. L'hanno dichiarata loro"
R. "Loro chi?"
F. "Non discuto di politica con due giornalisti"
R. "E con chi ne discuti, ammesso che tu faccia politica?"
F. "Ne discuto volentieri con i compagni della Val di Susa"
R. "Sei stato in val di Susa?"
F. "Ero lì a luglio"
R. "A fare la guerra"
F. "Si. E vi do una notizia. Non è finita"
La Procura della Repubblica competente (credo che sia quella di Roma) deve accertare l'identità di questo fantomatico "F.". I giornalisti devono provare che le sue affermazioni hanno basi fondate. L'articolo collega gruppi terroristici con la protesta legittima dei valsusini contro un'opera devastante per il territorio, che costerà 22 miliardi di euro pagati dalle nostre tasse, che finirà tra vent'anni per trasportare merci in costante diminuzione. I treni attuali che transitano in Val di Susa sono pieni solo al 50/60%. Gli anarco insurrezionalisti in Val di Susa sono studenti, agricoltori, anziani, preti e sindaci. A quando la retata, caro Ingegnere? (www.beppegrillo.it)

lunedì 17 ottobre 2011

Berlusconi a Lavitola : rivoluzione


"Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c'è un'alternativa...". Parola di Silvio Berlusconi nell'ottobre 2009. Sì, proprio lui. Si sfoga al telefono con Valter Lavitola, il giornalista-faccendiere incredibilmente di casa a palazzo Grazioli. Questa è solo una delle migliaia di telefonate raccolte negli atti dell'inchiesta di Pescara sui fondi dell'Avanti. Sta in un cd depositato al processo. Intercettazioni ormai pubbliche quindi. Sorprendenti. Confermano il rapporto strettissimo tra il premier e Lavitola. Che, come dice lui stesso, lo accompagna abitualmente in aeroporto. In questa stretta relazione il Cavaliere rivela i suoi odi e le sue ossessioni: "La situazione oggi in Italia è la seguente: la gente non conta un cazzo... Il Parlamento non conta un cazzo... Siamo nelle mani dei giudici di sinistra, sia nel penale che nel civile, che si appoggiano a Repubblica e a tutti i giornali di sinistra, e alla stampa estera". Qual è, allora, la ricetta risolutiva del premier? "Facciamo la rivoluzione, ma la rivoluzione vera". Colloqui continui tra Lavitola e il premier, l'affannosa ricerca di non farsi intercettare, di beffare "il maresciallo" che ascolta.

La segretaria Marinella, pressata da Lavitola, gli dice "lasciami vivere" e "togli il fiato". Ma lui dà ordini su chi e come deve entrare dal Dottore. Parla con tutti i palazzi del potere, tutti gli rispondono, spesso con insofferenza e con fastidio, ma è evidente dai colloqui registrati che nessuno gli può dire di no. Sembra un plenipotenziario occulto, la cui frase preferita è: "Ne ho parlato con il capo". (REPUBBLICA)




...e pensare che c'è chi si è permesso di sentenziare che qualche mio commento sfocia nell'eversione ! Io mi ritengo un frate francescano a confronto del Presidente del Consiglio.

Asino chi rispetta la legge

Ma con quale faccia possono un presidente del Consiglio, un governo, una maggioranza e i loro sempre più disperati e quindi rabbiosi fan, che pretendono – e a volte ottengono – immunità e impunità, che intervengono per fare uscire una vagabonda dalla Questura dichiarandola nipote del presidente egiziano e la passano in custodia a una prostituta, che demoliscono i magistrati definendoli dementi, che tagliano i fondi alle Forze dell’Ordine, che nominano ministri come Brancher costretto a dimettersi prima ancora di essere entrato nel suo ufficio, lamentare che in Italia i criminali da strada siano severamente puniti ai sensi della legge? In una famiglia, sono le figure d’autorità coloro che devono dare l’esempio ai figli. La legge dovrebbe essere la legge, e dunque i reati reati, che si tratti di un ministro, di un finanziere o di un asino violento con la felpina nera. Ma questi sono discorsi di destra e in Italia, invece della destra, c’è quella grottesca parodia chiamata Pdl e puntellata dalla Lega. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

...e la Madonna !!!



domenica 16 ottobre 2011

Roma brucia : missione compiuta

Se fossi nei trombettieri del governo, andrei molto cauto nell’approfittare di questa catastrofe, come ha fatto puntualmente il solito TGUno, seguito poi dallo stesso Berlusconi con un comunicato ridicolo e offensivo, nel quale esalta proprio quelle forze dell’ordine alle quali il decreto stabilità appena varato dal Consiglio dei Ministri ha tagliato 60 milioni di Euro. Un governo che non sa garantire l’ordine e la sicurezza di una manifestazione autorizzata e pacifica nella propria capitale, che non sa prevedere e prevenire quello che tutti noi avevamo temuto, che permette a centinaia di professionisti dello sfascio di arrivare tranquillamente lungo il percorso annunciato della sfilata addirittura con “uniformi nere e maschere antigas” come dice una trafelata inviata del TGUno che si crede di essere a Kabul, dovrebbe dimettersi, invece di tentare di strumentalizzare le operazioni di questi spaccavetrine. Soprattutto se nello stesso giorno in nessun’altra capitale del mondo – nessuna – dove si sono svolte manifestazioni simili è accaduto nulla di lontanamente simile. Come ha detto il corrispondente da Londra dello stesso TGUno, Antonio Caprarica, correttamente informando e involontariamente mettendo in stato d’accusa la città e il governo italiani, “Londra non si è fatta trovare impreparata”. Roma invece sì. Completamente impreparata, nella più benevola delle ipotesi. E Roma chi è, se non chi amministra la città e governa la nazione? (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

sabato 15 ottobre 2011

Un ringraziamento ai "soliti" infiltrati

Purtroppo non è andata come sperato, la manifestazione degli Indignati Italiani a Roma si è trasformata in guerriglia prima e violenza dopo. Il ringraziamento va ai "soliti" infiltrati che in Italia sono gli stessi da almeno dieci a questa parte. Li chiamano Black Bloc perchè indossano caschi neri, e sorvoliamo se poi in questi anni, la rete e solo la rete, ha mostrato inquietanti foto o filmati di una certa somiglianza con agenti in borghese durante le manifestazioni.
In queste ore si sprecano i commenti dal mondo politico, come dai siti internet dei giornali, ma uno necessariamente bisogna riportarlo. E' il commento di Emilio Fede dal suo Tg 4 : "La manifestazione organizzata dalla sinistra contro il governo Berlusconi si è trasformata in violenza". Ha finto di dimenticare che l'evento era planetario ?

My name is Lavitola





Si è dovuto dimettere il ministro della Difesa britannico Liam Fox, che portava in giro per il mondo con sé un amico senza altra qualifica ufficiale che quella vaga di “advisor”, consigliere, e coabitava con lui. Il caso è scoppiato anche grazie alle immagini rilanciate da Filippo Sensi, blogger italiano di “Nomfup”. Aspetta un momento. Un magliaro che gira il mondo con delegazioni governative senza aver alcun ruolo ufficiale? Un ministro che coabita con un amico e gli permette di spendere influenza politica? Ma dove le ho già sentite queste cose? In quale nazione? Non riesco a ricordarmelo. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

venerdì 14 ottobre 2011

"Forza Gnocca" ottiene la fiducia









(foto Corriere della Sera)




...a fiducia ottenuta chi corre precipitosamente a congratularsi con il sultano ?

Antonio Di Pietro : più pericoloso che patetico

Ma quale maggioranza? Dire che il governo ha una maggioranza è una di quelle barzellette sceme che al presidente del consiglio piace tanto raccontare.
Hanno raggiunto il numero legale solo grazie al fatto che i radicali cercavano un po’ di visibilità, dimenticando che ci sono momenti topici in cui bisogna assumersi responsabilità serie. Ma senza un vero numero legale non funzionano nemmeno le assemblee di condominio, figurarsi il Parlamento della Repubblica.
In secondo luogo i 316 voti che hanno raggranellato sono in buona misura voti comprati un tanto al chilo e quanto valgano politicamente lo vediamo dal 14 dicembre dell’anno scorso: niente, niente, niente.
In terzo luogo anche questa fiducia comprata coi soldi, le cariche o i ricatti traballa a ogni voto di più. Anche i parlamentari comprati si sanno fare quattro conti e iniziano a sentire fortissima la puzza del pesce marcio.
Ancora per questa volta hanno ritenuto conveniente tenere in vita artificiale il cadavere, ma già si stanno dando molto da fare per trovare altre vie di sopravvivenza. Il presidente del consiglio può cantare vittoria quanto gli pare, ma la sua festa è finita e lui è l’unico in tutto il mondo a non averlo ancora capito.
Il problema è che questo Paese è pieno di persone, soprattutto giovani, disperati e comprensibilmente molto arrabbiati. Per questo il tirare avanti ancora per un po’ del governo da un lato è patetico ma dall’altro è molto pericoloso. Perché quella rabbia può esplodere da un momento all’altro. Dunque bisogna fare il possibile perché il governo prenda atto di essere finito e se ne vada prima che ciò accada. (www.antoniodipietro.it)


giovedì 13 ottobre 2011

Bossi, dodici sbadigli da record mondiale


Mentre Berlusconi parla in un aula semideserta, il suo fedele cagnolino, a sua insaputa, batteva un record mondiale. La foto di un Paese stanco, aggrappato alle poltrone e ostaggio di un individuo spernacchiato da tutto il mondo.

Antonio Di Pietro : Silvio ci hai rotto, vai a casa !

mercoledì 12 ottobre 2011

A scanso di equivoci

Rammento ancora una volta che questo blog applica l'art. 21 della Costituzione Italiana :
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Quanto sopra ad uso e consumo di chi, ultimamente, mi ha gentilmente invitato all'astensione dai commenti, pena un "tour" presso un tribunale della Repubblica Italiana.

La battuta del giorno

"Io portabandiera a Londra? Se me lo proponessero non lo farei, sono una persona molto patriottica ma il calendario olimpico è penalizzante: la sfilata dura mezza giornata e sette ore sulle gambe non si recuperano facilmente" (Federica Pellegrini ai microfoni di SKY SPORT)

Ripeto : sarà anche brava in piscina, ma tra pubblicità, gossip e cazzate sparse, ha frantumato i coglioni.

"F" come che cosa ?

Lo sappiamo, a colpi di impronunziabili imbrogli e mercatini dell’usato insicuro, anche questa volta Berlusconi, dopo un vuoto sproloquio alla Camera scritto da Ferrara contro magistrati, giornalisti cattivi, asteroidi, congiunzioni astrali, tsunami in Giappone, crisi delle api, maltempo, americani “cafoni” (Vespa), bolsheviki negatori, industriali ingrati, speculatori biechi, promesse d’amore da escori, progetti da costruire col Lego e tutti ce l’hanno con me perché sono piccolo e nero (pulcino Calimero) otterrà l’ennesima e inutile Fiducia venerdì. Ma un governo che deve continuamente chiedere la Fiducia e’ la prova più chiara di un governo che sa di non avere più la fiducia. Della nazione che governa. Un comandante che deve continuamente richiamarsi al proprio grado per farsi ubbidire dall’equipaggio o dalla truppa, e’ un comandante che ha perduto la propria autorità. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

Antonio Di Pietro : questa maggioranza raffazzonata non può governare

martedì 11 ottobre 2011

Maurizio Crozza a Ballarò 11/10/2011

Oggi è il 25 luglio di Berlusconi





Questo pomeriggio Berlusconi ha vissuto in diretta alla Camera la fine della sua maggioranza parlamentare, e dunque il prossimo capolinea del suo governo. La sconfitta inaspettata sul bilancio dello Stato, con il mancato voto decisivo di Giulio Tremonti che pure era lì presente, sovverte la convinzione del Cavaliere convinto di potersela cavare mettendo nel carrello qualche deputato transfuga in più. A nulla è valso il lungo incontro con Scajola (tre ore, poveretti): i traditori agiscono nell’ombra, e senza farsi notare. Così com’erano venuti da lui per convenienza, ora per convenienza se ne vanno. Hanno staccato la spina. Lo abbiamo visto tutti deformare il viso per lo stupore, essendo finalmente sopraggiunto il suo attesissimo 25 luglio. (www.gadlerner.it)

La battuta del giorno

"Umberto Bossi dice che ci sono milioni di persone con le armi pronte a lottare per la Padania? io sono uno di quelli. Per Bossi sono disposto a fare qualunque cosa. Sono un militante e tutti i militanti giurano quando sottoscrivono un documento, l'articolo 1 dello Statuto della lega. Ci mancherebbe altro non fosse così. L'articolo 1 è quello per l'indipendenza della Padania. Si ottiene anche combattendo? Siamo militanti, funziona così, io non mi tiro indietro. Ma precisiamo: non siamo un partito di terroristi e guerrafondai, ma di pacifici militanti che quando manifestano, anche a Roma, non hanno mai spaccato una vetrina o incendiato una macchina o fatto un incidente con la polizia. Altre manifestazioni fatte da famosi 'democratici' incidentalmente finiscono con scontri con le forze dell'ordine".
(Maurilio Canton, neosegretario provinciale della Lega Nord a Varese, ospite a 24 mattino su Radio 24.)


...in padania continua a circolare erba di scarsa qualità !

La rivolta leghista censurata da Bossi





“Non vogliamo tenere in piedi un’Italia cotta e decotta, corrotta e puttaniera che sfrutta il lavoro dei padani! Noi non abbiamo nulla da spartire con questa gente e con questa idea di politica”. Eccolo qui il discorso che i delegati del congresso leghista di domenica a Varese non hanno potuto ascoltare. Ed è un discorso pesante. Perché non avrebbe dovuto pronunciarlo un iscritto qualsiasi, ma il segretario provinciale uscente, Stefano Candiani. E invece niente. Quelle parole che ilfattoquotidiano.it ha potuto leggere, non le ha ascoltate nessuno. Perché, per ordine di Umberto Bossi, il presidente dell'assemblea Andrea Gibelli, ha chiuso la porta al dibattito. E al posto di Candiani (maroniano doc) è stato imposto – senza votare - il bossiano Maurilio Canton. Così le parole di Candani diventano il simbolo della spaccatura feroce che divide il Carroccio proprio nella terra che lo ha visto nascere. E in cui il leader storico è finito in minoranza. (www.ilfattoquotidiano.it)

lunedì 10 ottobre 2011

Emma, i sandali e Libero






C’è un condono edilizio di cui avrebbe assolutamente bisogno il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. E’ il condono dei trampoli- zeppa con cui la signora si è presentata in tv a Che Tempo che fa davanti a Fabio Fazio. L’elevazione innaturale che il sughero ha consentito alla Marcegaglia (fra 12 e 15 centimetri) riesce perfino a fare passare in secondo piano il disastro estetico del celebre tacco rialzato del cavaliere Silvio Berlusconi. Il piano rialzato pret-a- porter della signora Emma per altro si è rivelato inutile: le generose telecamere Rai hanno sapientemente evitato di inquadrare il presidente di Confindustria in piedi di fianco a Fazio, facendola trovare magicamente già seduta all’inizio dell’intervista. In vista di altre apparizioni, consiglieremmo alla Marcegaglia tre opzioni. La prima è quella più classica della politica economica di Giulio Tremonti: taglio lineare alla zeppa. La seconda è quella più brutale: abbattimento tipo eco-mostro di Punta Perotti. Se però alle sue scarpette è così profondamente affezionata, alla premier dame degli industriali italiani non resta che affidarsi alla terza opzione, quella di Fabrizio Cicchitto: un bel condono edilizio, e non se ne parli più… (Franco Bechis - LIBERO -)



Propongo questo articolo di Libero non perchè sia interessante o rivelatore di verità nascoste, ma per evidenziare ancora una volta la povertà culturale e non solo delle sue firme.

Se gli inglesi vedessero queste foto






Dunque. In Gran Bretagna stanno facendo un mazzo tanto al Ministro della Difesa, Liam Fox, colpevole di aver permesso all'ex coinquilino e testimone di nozze Adam Werritty "di entrare nel quartier generale della Difesa", partecipare "a incontri internazionali in cui si presentava come «consigliere» senza avere alcun incarico ufficiale" e volare su aerei di stato "a spese dei contribuenti". Fox si è già scusato, figuriamoci, ma lo scandalo appare comunque inarrestabile - anche grazie al lavoro dei nostri amici di Nomfup - e molto probabilmente sfocerà nelle dimissioni del Ministro.


In Italia il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha eliminato le restrizioni in materia di voli di Stato volute dal governo precedente, ha bruciato ogni record per quel che riguarda le ore passate in cielo, e sugli aerei gentilmente offerti dai cittadini italiani ci porta praticamente tutti, dagli amici ai personaggi dello spettacolo, dai menestrelli alle prostitute, dai pusher-pappa ad Emilio Fede, dalle stangone ai faccendieri alle ballerine di flamenco. All'aeroporto di Olbia si ricordano arrivi settimanali di container pieni di veline, aviotrasportate mediante i mezzi dell'aeronautica militare. E se al pluri-indagato Giampaolo Tarantini veniva fornito un visto diplomatico per poter viaggiare assieme al Premier, Valter Lavitola - oggi latitante - accompagnava all'estero Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri in vere e proprie missioni istituzionali, ad esempio con il governo Panamense.

Ah, se gli inglesi vedessero queste foto.





Passaparola - Presenti fino all'impossibile - Dario Fo - (www.beppegrillo.it)

domenica 9 ottobre 2011

Censimento, sito in tilt





Parte oggi la nuova "conta" degli italiani, che fotograferà come è cambiato il Paese: da oggi si può infatti compilare il questionario per il quindicesimo censimento italiano. E a marzo 2012, quando verranno diffusi i primi dati, sapremo quanto siamo cambiati, aggiornando così l'istantanea del Paese. Sono serviti in tutto quattro anni di lavoro per arrivare a questa fase finale e il costo complessivo sarà di 590 milioni di euro. Primi intoppi, e centinaia di segnalazioni per chi ha scelto di compilare il questionario online: la linea è sempre bloccata. Più semplice farlo a mano, incredibile. (REPUBBLICA)

...le solite cose all'italiana. Ad ogni buon conto il sottoscritto l'ha compilato manualmente ancor prima che si divulgasse la notizia, vincendo una scommessa con un amico.

sabato 8 ottobre 2011

Anche un presidente del consiglio può essere esonerato per inidoneità





Il voto di sfiducia del Parlamento non e' la sola possibilità di legittima deposizione di un Presidente del Consiglio. Egli infatti, come ogni altro cittadino, può essere esonerato dal suo incarico per inidoneità fisio-psichica. L'ipotesi non e' prevista dalla Costituzione perché e' consentita dalla legge ordinaria. Un Direttore Generale che, per i suoi comportamenti anomali, faccia dubitare della sua idoneità all'incarico, può essere sottoposto, presso un istituto pubblico, ad accertamenti sanitari che, ove si concludano con un giudizio di inidoneità alle funzioni, comporteranno la sua cessazione dall'incarico. Ciò potrebbe accadere anche per un Presidente del Consiglio. Nessuno può sostenere che, in caso di sua inidoneità per ragioni di salute, egli possa essere deposto solo dalle Camere con il voto di sfiducia. Si tratterebbe infatti di una valutazione medico-legale, non politica, da effettuare anche nel suo interesse.
L'accertamento dovrebbe essere disposto dal Presidente della Repubblica che, come nomina il Premier, così può revocarlo, ove ne sussistano le condizioni previste dalla legge.
Affermando questa possibilità, non intendiamo certamente esprimere un giudizio medico-legale, che non ci compete, nei confronti del Premier in carica. Ci sembra pero' necessario che il problema si ponga, sicché il Paese non sia eventualmente impreparato a risolverlo. (Domenico d'Amati - Articolo 21.info -)

Giuliano Estiquaatsi

Giuliano Ferrara, il più noto sfollagente della televisione italiana, sta per traslocare col suo samizdat Qui Radio Londra all’ora del dopopranzo, quando di solito, sopraffatto dai supplì, riposa. Nell’attesa, non contento di aver messo in fuga milioni di telespettatori di Rai1 e migliaia di lettori del Foglio (1800 copie vendute), tenta di decimare pure le vendite del Corriere, che s’era appena riavuto da una brutta crisi, con un’intervista di un’intera pagina.

Il titolo è in linea con l’ultima metamorfosi del nostro eroe, che parla come un caporale di giornata, una signorina Rottermaier, una signora-Luisa-che-comincia-presto-finisce-presto-e-non-pulisce-mai-il-water. Sempre coi verbi all’imperativo: “Tremonti si sottometta o se ne vada” (intanto sul Foglio intima: “Ai democristiani inquieti: scegliete da che parte stare, stateci e occupatevi di cose serie”). L’effetto degli ordini è ovviamente nullo, visto che non gli dà retta nessuno: un po’ come accade al Grande Capo Estiqaatsi. Però lui insiste. “Quel signore che si chiama Berlusconi sta peressere ghigliottinato sulla pubblica piazza”, rivela Giuliano l’Aprostata tutto sudato. E “se tagliano la testa al Cavaliere arriva la Repubblica dei mediocri”. C’è persino il rischio di perdere Gasparri, Gelmini, Frattini, Alfano e Giovanardi, per dire. Poi aggiunge che il governo stava facendo mirabilie quando, a tradimento, scattò il “circuito mediatico-giudiziario: si comincia da Casoria”. Peccato che la festa per i 18 anni di Noemi conla giustizia c’entri come i cavoli a merenda, visto che nessun pm se n’è mai occupato: è emersa perché B. ci andò, punto.

Seguono alcune spassose barzellette. Il latitante Lavitola è “un lobbista, migliore dei suoi inquisitori”. Uahahahahah. “Il vero B. è quello che vuole rompere i monopoli” (tipo Mediaset). Uahahahahah.“L’Italia è solida e può battersi per lo sviluppo. Altro che declino”. Uahahahahah (in tutte le lingue). Ultimo foglio d’ordini di Giuliano Estiqaatsi: “Bavaglio? Trent’anni di galera gli darei io a quelli che pubblicano intercettazioni illegali, altroché!”. È un vero peccato che nessuno gli dia retta. Perché i 30 anni di galera a chi pubblica intercettazioni illegali, cioè segrete, sono davvero interessanti. Chissà che ne pensa Belpietro, che nel 2006 pubblicò sul Giornale l’intercettazione segreta Fassino-Consorte (per non parlare dei fratelli B., che la ricevettero in omaggio da uno che l’aveva rubata).

Ferrara gli porterà le arance in cella. Anzi, lo raggiungerà nell’ora d’aria. Perché la legge Ferrara porterebbe in galera pure Ferrara. Il 20 settembre ‘97, dopo gli arrestidi Necci e Pacini Battaglia a La Spezia, il Foglio rivela che il vero obiettivo dell’indagine è Di Pietro che avrebbe salvato Pacini da Mani pulite. E riporta un’intercettazione segreta, dunque illegalmente pubblicata, del banchiere che dice: “Io sono uscito da Mani pulite solo perché ho pagato”. Segue lunga campagna su un’altra intercettazione segreta, dunque illegalmente pubblicata: quella in cui Pacini dice che Di Pietro e Lucibello “mi hanno sbancato”. Pacini dirà di aver detto “sbiancato”. Ma soprattutto si scoprirà che, subito dopo aveva aggiunto: “Io a Di Pietro i soldi non glieli ho dati”. Ma questo Ferrara non lo scrive (il Gico ha fatto il taglia e cuci). Anzi allega al Foglio un libretto illegale con le intercettazioni segrete: “Di Pietro e i suoi cari. Come Il Foglio ha sbiancato Tonino”. E definisce l’ex pm “scespiriana baldracca”, “troia dagli occhi ferrigni”, “protettore di biscazzieri”, “megalomane golpista”.

È un vero peccato che la legge Ferrara non fosse già in vigore all’epoca. Perché oggi Ferrara sarebbe in galera e terrebbe una fortunata rubrica sul circuito chiuso del penitenziario, dal titolo Qui Radio Rebibbia che, visto il sovraffollamento delle carceri, riscuoterebbe finalmente un po’ di share. Il programma, ben più afflittivo dell’isolamento, potrebbe essere adottato come pena accessoria per i delinquenti matricolati. (Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)

La forza delle idee



venerdì 7 ottobre 2011

Gli eunuchi e il sultano

Gli basta schioccare le dita e loro fanno retromarcia”, ha osservato l’avvocato Giulia Bongiorno a proposito del duo Alfano-Ghedini, lesti a rimangiarsi su ordine di chi ha fornito loro cospicui onorari e fulminanti carriere perfino quello straccio di accordo per rendere meno infame il bavaglio all’informazione. Un tentativo patetico finito nel nulla, come tutti i tentativi patetici che si susseguono per condizionare il sultano o addirittura sbalzarlo di sella.

Sì, il sultano, termine puramente descrittivo alla luce di quanto avveniva ieri mattina nell’aula di Montecitorio. Mentre la seduta è in corso, nell’emiciclo una folla festosa circonda devotamente l’ometto a cui tutto devono e tutto dovranno se decidesse di ricandidarli. Sgomitanti deputati della Repubblica (ma anche ministri e sottosegretari) decisi a non perdersi una sola stilla di una vecchia barzelletta. Alla fine, un boato non più a lungo trattenibile saluta qualcosa di straordinario. L’ometto annuncia che chiamerà il suo nuovo partito Forza Gnocca e loro si scompisciano riconoscenti.

E anche a noi viene da ridere davanti ai congiurati alle vongole del Pdl che, attovagliati nelle taverne capitoline, studiano improbabili governi tecnici. Se ne facciano una ragione gli imprenditori del “Basta!” e quanti nel-l’opposizione vagheggiano tregue e transizioni governative (anche perché, dopo i rimbrotti del cardinal Bagnasco al bunga bunga, Santa Madre Chiesa sembra sopportare molto cristianamente l’aria viziata). Non saranno eunuchi e odalische a far cadere il sultano a cui basta uno schiocco di dita. Ci vuol altro. (Antonio Padellaro - IL FATTO QUOTIDIANO -)

Benvenuti a "Palacio Berlusconi" bordello di Santa Fe





Il nostro Premier afferma di aver restituito all'Italia "prestigio ed autorevolezza in sede internazionale". Ecco, vi dico solo che in Argentina, a Rosario, regione di Santa Fe, c'è un bordello di lusso. Che sta avendo un gran successo. Questo bordello porta il nome del nostro Presidente del Consiglio. "Palacio Berlusconi". Davvero. Pieno centro città, via Sarmiento 1112. Juan Cabrera, titolare del locale e noto sfruttatore della prostituzione, ha un debole per il Cav., lo ammira a dismisura, e ha deciso di celebrarlo così.


E non è finita. La tragicommedia appare inarrestabile. Antonio Bruzzese, Presidente dell'Associazione "Insieme Argentina", sta facendo di tutto per far cambiare nome al Bordello. Ha persino inviato una lettera di protesta al sindaco di Rosario e al Console Generale d'Italia a Rosario (foto sopra):

"Egregio Sig. Sindaco, voglio esporre la mia profonda indignazione per l'esistenza nella città di Rosario di un luogo di dubbia moralità, che porta il nome del Primo Ministro del mio Paese, Silvio Berlusconi, "Palazzo Berlusconi", un bordello destinato a un pubblico di alto livello economico. É molto offensivo che si sia permesso in questo comune l'utilizzo del nome di una delle massime cariche dello Stato italiano (...)".

Sempre per quella storia dell'autorevolezza. (http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Innovazione...sempre



giovedì 6 ottobre 2011

Bavaglio ? Le intercettazioni le pubblichiamo noi


Se nessuno, con un soprassalto di dignità, fermerà questa legge ignobile che fa saltare per aria i pilastri della democrazia, la libertà di stampa e il diritto dei cittadini alla trasparenza, ci penseremo noi dell’Italia dei Valori.

I nostri parlamentari pubblicheranno e renderanno note tutte le intercettazioni regolarmente acquisite e depositate. Per una volta quell’immunità parlamentare contro la quale noi ci siamo sempre battuti, invece che a difendere gli interessi della casta, servirà a evitare che i misfatti del Palazzo siano coperti dal silenzio.

Intanto continueremo con ogni mezzo la battaglia contro questa legge fascista sia nelle aule del Parlamento che nelle piazze del Paese.

Quando arrivano alla fine della loro parabola dittatori e dittatorelli sono tutti uguali: perdono ogni contatto con la realtà e pensano di poter mantenere il potere con la repressione e con leggi speciali.

Ma Berlusconi farà bene a non illudersi. L’Italia dei Valori non permetterà che la Rete venga imbavagliata, i mezzi d’informazione ammutoliti e i cittadini lasciati in balia solo delle disinformazioni del Minzolini di turno.

Con tono sommesso e con il rispetto dovuto, mi appello al presidente della Repubblica, affinché invii un messaggio alle Camere. Se non ora, quando? (www.antoniodipietro.it)

Addio a Steve Jobs




"Apple ha perso un genio creativo e visionario e il mondo ha perso un formidabile essere umano". Così il sito di Apple annuncia la morte del suo fondatore Steve Jobs, insieme all’anno della nascita e quello della morte: 1955-2011. Jobs aveva annunciato, lo scorso 26 agosto, le sue dimissioni da amministratore delegato dell’azienda che ha fondato. La sua malattia era nota. Quarantuno giorni dopo è arrivata la tanto temuta quanto attesa notizia. Cordoglio in tutto il mondo, la Rete lo omaggia e lo celebra. Obama diffonde un messaggio dalla Casa Bianca: "Un grande innovatore visionario. E non ci può essere maggior tributo al successo di Steve che ricordare che la maggior parte del mondo ha saputo la notizia della sua scomparsa sui computer che lui stesso ha inventato". Nel 2005, parlando agli studenti dell’Università di Stanford (video integrale con sottotitoli), disse: "Siate affamati, siate folli" ("stay hungry, stay foolish") (IL FATTO QUOTIDIANO)




Le scemenze di Minzolini

...quando Berlusconi, in un modo o altro, finirà e avremo tante donne e uomini in fuga, sono curioso di vedere chi raccatterà questo individuo !

mercoledì 5 ottobre 2011

La battuta del giorno

"Silvio è un’ottima agenzia di collocamento, perché magari gli puoi chiedere sempre un favore”. (Terry De Nicolò, Un Giorno da Pecora Radio 2)

All'indomani della tragedia di Barletta dove hanno perso la vita una ragazzina di quattordici anni e quattro donne che lavoravano in nero per 3,95 euro all'ora, le parole di questa "troia" ormai famosa, suonano come una crudele presa in giro.

La volpe è tornata a casa



Il sipario strappato

Le agenzie di rating valutano l'affidabilità di un debitore. Formano un oligopolio a volte collusivo. E sono tra le maggiori responsabili della crisi finanziaria. Diedero, tanto per fare un esempio, la tripla A, il massimo dei voti, a Lehman Brothers poco prima del suo fallimento. Ma, piaccia o no, chi investe non può non tenere conto del loro giudizio. Specie se rischia i soldi di altri. Dunque, inutile polemizzare, inventarsi complotti, dare la colpa ai media, se anche Moody's, dopo Standard and Poor's, ha declassato il nostro debito. La bocciatura era prevista. Arriva solo con un mese di ritardo. Non era però immaginabile l'ampiezza della retrocessione. Tre gradini bruciano. Ci avvicinano pericolosamente alla Grecia.

Il Paese che lavora, risparmia, produce non merita questo trattamento. Gli hedge fund , i fondi speculativi, non hanno cuore. Sono spietati con chi si mostra debole. Ma noi non lo siamo, potremmo obiettare, abbiamo dopotutto la seconda industria manifatturiera d'Europa. Sì, il debito sfiora i 2.000 miliardi, più o meno il valore del patrimonio pubblico, ma la ricchezza netta privata è quattro volte tanto. Perché i mercati se la prendono con noi e non più, per esempio, con la Spagna, che ha uno spread - la differenza fra rendimenti dei propri titoli di Stato e quelli tedeschi - inferiore al nostro? Eppure la nostra ricchezza pro capite è quasi il triplo di quella iberica. Il debito è il doppio, ma il deficit circa la metà. Perché? La risposta è lapidaria. Non siamo né credibili, né seri. Nessuno più investe in Italia e chi ci presta soldi vuole tassi usurari. La nostra immagine è a pezzi. Chi lavora con l'estero prova una profonda umiliazione, cui si accompagna un sempre crescente moto d'ingiustizia, per come viene trattato il nostro Paese.

Noi ci sforziamo di pensare che un sussulto di dignità, uno scatto d'orgoglio siano ancora possibili. Anche dall'attuale maggioranza. La manovra annunciata e smentita più volte in agosto è stata varata, alla fine, e vale 58 miliardi. Ma è insufficiente. La lettera della Bce al governo italiano, pubblicata dal Corriere , è rimasta in gran parte inascoltata, al punto che nei giorni scorsi, a Francoforte, si è persino pensato di mandarne un'altra. Ha diviso in profondità anche l'opposizione. E i mercati guardano avanti, perplessi. Riforme vere, privatizzazioni e liberalizzazioni, rimangono sulla carta. Siamo stati capaci di aumentare le tasse, ma la spesa pubblica (800 miliardi) prosegue la sua corsa. Abbiamo annunciato che avremmo abolito le Province: non era vero. Tagliato i costi della politica: una presa in giro. La nomina più delicata, quella del governatore della Banca d'Italia, è finita mestamente nel tritacarne delle liti di maggioranza. Il premier mostra di occuparsi solo delle sue questioni personali. E, infatti, oggi di che cosa discute la Camera dopo aver votato in diretta televisiva (ci vedono anche all'estero) sulle inchieste Papa, Milanese e Romano? Delle questioni contenute nella lettera della Bce? No, delle intercettazioni. Bossi non appare, anche agli stranieri, nel pieno delle sue facoltà. Non c'è membro del governo o della maggioranza che non affermi in privato che Berlusconi debba lasciare. Su questo giornale abbiamo suggerito al premier di fare come è accaduto in Spagna: annunciare che non si ricandiderà, chiedere le elezioni e non trascinare con sé l'intero centrodestra. Nessuna risposta. (Ferruccio de Bortoli -CORRIERE DELLA SERA-)