mercoledì 30 novembre 2011

Beppe Grillo a SKY TG 24

Battaglie da portare al Parlamento Europeo

Agorà, Rai 3, due deputati del Parlamento Europeo si scontrano s'una battaglia di civiltà fondamentale:



Europarlamentare dei Democratici Europei Clemente Mastella:

Avete visto, quando parte il Meteo, le previsioni cominciano sempre dal Nord ... 'na volta partissero dal Sud e andassero al Nord! Sempre dal Nord al Sud ... che tempo fa al Nord, basta!, porca miseria, ci sta pure il Sud, dite prima il Sud!

Europarlamentare della Lega Nord Francesco Speroni:

Voglio intervenire, sono un pilota d'aereo e forse conosco la meteorologia meglio di Mastella ... le perturbazioni normalmente partono da Nordovest e vanno verso Sudest e anche per questo si parte dal Nord, piaccia o non piaccia a Mastella.
(http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Pelle e ossa

martedì 29 novembre 2011

Maurizio Crozza a Ballarò del 29/11/2011

Viva il signor maestro


E’ questo, presieduto da Mario Monti e sorretto da una improbabile ammucchiata di partiti e di furbacchioni in Parlamento un governo ideale? No. E’ quello che avrei voluto veder affiorare finalmente da una definitiva sconfitta democratica e popolare dell’asse, chiamata anche tavoletta nei negozi di sanitari, fra Berlusconi e Bossi tirando finalmente lo sciacquone su 17 anni di fetenzie? No. E’ un governo di vergini vestali e di fanciulli in fiore mondo di ogni possibile intreccio di interessi? No. Ma quando vedo che quest’uomo è stato scelto come Sottosegretario per il fondamentale ministero che era stato affidato a una petulante e ignorantissima avvocatina di provincia senza alcuna esperienza di vita reale, pescata soltanto per la sua capacità di ripetere a memoria il Bignamino ciclostilato ad Arcore, un po’ mi sento meglio. Non è vero che tutto può sempre e soltanto peggiorare e che al governo o in politica vanno soltanto ladri, cialtroni e ciambellani. Provate a leggere che cosa scrive Marco Rossi Doria, questo maestro napoletano “di strada”, di quelli che la Lega Nord voleva cacciare dalle scuole come la “Bosina” della moglie di Humbert Humbert dove si produce il Grana Padano e si insegnano i dialetti privatamente con i soldi anche dei napoletani, Forse c’è speranza. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

lunedì 28 novembre 2011

La crisi della Rai, addio a "Novantesimo"

La Rai rinuncia al calcio. Il rischio c'è: deciderà fra domani e dopodomani il cda di viale Mazzini. In tempi di crisi, si vuole risparmiare. Come noto, la Rai ha fatto un'offerta al ribasso per i diritti in chiaro dal 2012 al 2015 e adesso con la Lega di serie A sono aperte le trattative private: ma alcuni consiglieri Rai vorrebbero spacchettare il prodotto, facendo un'offerta, al ribasso ovviamente, solo per la Domenica Sportiva e per la Giostra del gol (che va su rai International ed è seguita da milioni di italiani all'estero, dagli Usa all'Australia). Niente, insomma, Stadio Sprint. Niente Novantesimo Minuto, una delle trasmissioni-cult della Rai, in onda dal 27 settembre 1970 e che ha avuto tantitissimi volti noti (Valenti, Barendson, Maffei, Galeazzi, Tosatti, eccetera). Niente da fare: sarà una battaglia cercare di convincere i membri, almeno alcuni, del cda a fare un'offerta per tutto il pacchetto del calcio in chiaro. Tra l'altro, la Rai il prossimo anno avrà solo i secondi diritti dell'Olimpiade di Londra (massimo 200 ore), non avrà più i diritti della Champions (solo Sky, a pagamento, e Mediaset, in chiaro) e in futuro addio alle Olimpiadi di Sochi e quelle estive di Rio. Non si sa nemmeno se la Rai riuscirà a salvare i diritti della Coppa Italia dal 2012: in corsa dovrebbero esserci anche Sky e Mediaset. Addio Rai: una volta lo chiamavano servizio pubblico... (Fulvio Bianchi - REPUBBLICA -)

Tracollo TG 1, ma il "minzo" resta nel suo bunker


Stracciato dal Tg5 e superato anche nel confronto di share dal Tg3 delle 19, che diventa per un giorno il primo telegiornale delle reti Rai. Non si arresta la discesa del Tg1 di Augusto Minzolini che in un solo giorno ha incassato due brutti colpi e ora viene investito anche dalle polemiche. Il Tg dell’ammiraglia Rai si è fermato al 16,08% con 4.178.000 spettatori, mentre il telegiornale di Mediaset ha fatto registrare il 20.41% di share con 5.295.000 spettatori. Ancora più bruciante la sconfitta interna in casa Rai. L’edizione delle 19 del telegiornale diretto da Bianca Berlinguer, con il 17,69% di share, ha fatto registrare il miglior risultato tra le reti del servizio pubblico. Ottimo il risultato anche in termini di telespettatori, che sono stati quasi 3,7 milioni.

Immediato il coro di critiche al direttore del Tg1, Augusto Minzolini. “Poiché è notizia l’uomo che morde il cane e non viceversa, non riesco a capire perché faccia notizia la frana degli ascolti del Tg1 di ieri sera. Da tempo immemorabile denuncio la situazione disastrosa in cui versa quella che una volta era la testata ‘ammiraglia’ della televisione italiana, pubblica e privata, ormai sull’orlo di una crisi senza ritorno”. Così il consigliere d’amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo. “Sinora -aggiunge Rizzo Nervo - il vertice della Rai si è cucito gli occhi, tuttavia spero ancora in un sussulto di dignità e orgoglio aziendali. E’ sempre meglio tardi che mai”. Parla invece di catastrofe il componente della commissione di vigilanza Riccardo Milana dell’Api: “Di fronte ai dati catastrofici del Tg1, che anche ieri sera è stato sonoramente battuto in ascolti dal Tg5, ogni commento appare superfluo: bisogna agire prima che il danno diventi irreparabile. Ieri sera – prosegue Milana – per l’ennesima volta quello che fu il primo telegiornale d’Italia è stato battuto dal Tg5, in questo caso in modo clamoroso e senza precedenti. Sono dati che, se aggiunti a quelli delle ultime settimane, raccontano un trend rovinoso per il Tg1 e danno la misura esatta della enorme disaffezione del pubblico”. “Davanti all’ormai acclarato fallimento della gestione Minzolini – conclude Milana – è necessario e urgente l’intervento dei vertici Rai: in caso contrario, le responsabilità non saranno soltanto del Direttore”.

Ma le parole più dure arrivano dal Tg1, in un duro comunicato del Cdr della testata: “E’ il punto più basso nella storia del tg1. Ed è un delitto annunciato. Nell’edizione delle 20 di ieri il tg1 ha segnato il nuovo record negativo. Nessuno si nasconde il problema del traino, la rete ci ha lasciato al 9%, ma il problema che il cdr denuncia da sempre, inascoltato, è che ormai la principale edizione del principale tg pubblico si è attestata appena sopra il 20%”. “Da tempo il cdr ha detto basta, è ora che l’azienda ci ascolti e non nasconda più la testa sotto la sabbia. Quella del tg1 – spiega l’organismo sindacale – è una emergenza dovuta certo a una linea politica, più che editoriale, faziosa e schierata, impressa dal direttore Minzolini che ha fatto perdere al nostro tg1 una credibilità che deve essere assolutamente recuperata”.

Dal comunicato del Cdr – emesso a maggioranza – si è invece dissociato il conduttore Attilio Romita: “Mi dissocio dal comunicato diffuso oggi a maggioranza dal cdr del tg1 sugli ascolti dell’edizione delle 20 di ieri perché contraddittorio e strumentale”. Romita, uno dei tre membri dell’organismo sindacale, aggiunge: “Contraddittorio perché prima fa riferimento al crollo degli ascolti della rete e poi alla linea politica del giornale. Strumentale perché intende chiaramente usare l’argomento degli ascolti per colpire la direzione del tg1. Credo – conclude – che siamo al punto più basso della storia sindacale del tg1”.

Spetta proprio al direttore del telegiornale della prima rete, Augusto Minzolini, la chiusura di una giornata – l’ennesima – di polemiche: “Mai vista una fiera dell’ipocrisia, della faziosità e tante strumentalizzazioni come in questa occasione. Sono anni che il giorno in cui Rai uno trasmette il gran premio del Brasile, con annesso l’inutile programma di commenti fine gara, il Tg1 perde la gara di ascolti con il Tg5 perché al posto del traino pre-serale L’Eredità, ha un handicap pre-serale. C’e’ un grado di strumentalita’ elevato nei commenti negativi di oggi – aggiunge – che puntano a creare le condizioni per rimuovere il sottoscritto per ragioni squisitamente politiche. Se vogliono, e pensano di riuscirci, lo facciano pure, io non me ne vado. Ma non accampino alibi che sono un’offesa al buon senso". (IL FATTO QUOTIDIANO)

Passaparola - L'alba dei movimenti - don Andrea Gallo (dal blog ww.beppegrillo.it)

domenica 27 novembre 2011

Tempi moderni



Scimmia vede, scimmia fa





Che goduria leggere e ascoltare le scimmiette e i gorilla orfani di Silvio che tromboneggiano sui loro (nel senso dei suoi) media tutti sdegnati per nefandezze come il conflitto di interessi, le accuse di Massoneria, l’ inazione del governo dopo ben sette giorni, la poca democrazia, l’ossequiosità verso i capi di stato stranieri (”Mister Obama! Mister Obama!” Remember?) la crisi economica e finanziaria (quella che non era mai colpa del Caro Innocente). Mancano soltanto dieci domande a Monti su quando andava al compleanno della Merkel diciottenne, le regalava i ciondolini coi diamanti e lei lo chiamava “Vati” (Papino auf Deutsch) poi la scimmiottatura della odiata stampa di sinistra sarà completa. Ma già, chi si nutre di banana non può che scimmiottare. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

sabato 26 novembre 2011

Sottosegretari cari a Berlusconi

Giustizia e Telecomunicazioni: i ministeri chiave per Silvio Berlusconi, le forche caudine per il governo Monti, le scelte più significative per dimostrare la discontinuità con il passato. E il toto-nomine dei sottosegretari dimostra che tutto procede senza grandi mutamenti di direzione. Il principale candidato, come sottosegretario al ministero di Giustizia, è Giovanni Ferrara (Unicost): il capo della Procura di Roma – battezzata da tempo immemorabile il “porto delle nebbie” – non pare un uomo di vera rottura con il passato. Di vera e propria continuità, invece, si può parlare per il ministero delle Telecomunicazioni dove, tra i principali candidati, troviamo il direttore generale dell’Agcom, Roberto Viola, e l’estensore della legge Gasparri, Vincenzo Zeno Zancovich.

Viola – senza sapere di essere intercettato – parlava amabilmente con Giancarlo Innocenzi, all’epoca commissario dell’Agcom, delle strategie per zittire Santoro. Nessuna reazione alle invettive che Innocenzi, imbeccato da Berlusconi, portava contro Annozero: eppure, l’autorità garante per telecomunicazioni, ha il compito di proteggere il pluralismo dell’informazione. A giudicare dalle telefonate, Viola preferiva schierarsi con Innocenzi, quindi con Berlusconi. Il 29 novembre 2009 – quindi appena due anni fa – Innocenzi lo chiama per lamentarsi che “il presidente è inferocito, ovviamente perché gli hanno comunicato che Santoro fa il processo Mills… e allora a questo punto lui mi ha detto ‘spiegami che cazzo ci state a fare lì’….”.

Sul “che cazzo ci state a fare lì”, cioè nell’Agcom, Viola non batte ciglio. Il vero problema è che Annozero sta preparando una puntata sul caso Mills, quindi su un’inchiesta che riguarda Berlusconi, e questo non va bene. Infatti, pochi giorni dopo, valuterà con Innocenzi una ‘strategia’. Viola commenta – sempre parlando con Innocenzi – che con il “codice dei processi, Santoro ci si è pulito una cosa che manco te posso dire per rispetto”. E aggiunge: “Avremmo messo a punto una strategia, adesso la cosa più urgente e importante è che si faccia il comitato di vigilanza, perché poi è quello che andrà, diciamo, il dossier che prepariamo…”. Viola non è stato neanche indagato, nell’inchiesta della Procura di Trani, ma queste conversazioni non hanno soltanto un valore penale: il loro tenore è politico.

Con Viola sottosegretario alle Telecomunicazioni, Silvio Berlusconi non trova un uomo ostile ma, al contrario, un funzionario che s’è già dimostrato collaborativo e sensibile ai suoi problemi. Se la scelta dovesse cadere su Vincenzo Zeno Zancovich, poi, il ministero più caro a Berlusconi parrebbe davvero blindato nella direzione che più gradisce: in perfetta sintonia con i suoi affari. Sintonia legislativa, visto che il professor Zancovich, docente universitario di Diritto comparato alla Roma Tre, è lo stesso Zancovich estensore della legge Gasparri. La legge del 2003 che salvò Rete 4 dal satellite, nonostante una sentenza della Consulta, e incentivò la pubblicità televisiva – tanto preziosa per l’ex premier – a discapito della pubblicità destinata alla carta stampata. Il pluralismo televisivo congegnato da Zancovich, infine, non pare abbia portato rivali in casa Mediaset che, ora come allora, è rimasta a godere della sua posizione dominante.

Per quanto riguarda Giovanni Ferrara, invece, bisogna ricordare che la sua procura non s’è distinta per grandi indagini sui politici romani. In tanti lo descrivono come un gentiluomo, un capo mai arrogante, ma sempre attento agli equilibri. A volte fin troppo: non prese una posizione dura nei riguardi del suo “braccio destro”, il procuratore aggiunto Achille Toro, poi condannato dalla procura di Perugia per rivelazione del segreto d’ufficio. Eppure Toro spifferava segreti alla “cricca” legata a Diego Anemone, Guido Bertolaso e altri compagnucci d’appalti. E proprio su quest’inchiesta, che nacque a Firenze, nel febbraio 2010 Ferrara attaccò la procura toscana perché, a suo dire, non aveva rispettato le regole sulla competenza. Poi ingranò la retromarcia, dichiarò che non v’era alcuno “scontro” tra le due procure, ma da Toro non prese le distanze, continuando a usare una grande cautela nei toni, persino di fronte alla scoperta d’aver avuto al suo fianco una “talpa”. (Antonio Massari - IL FATTO QUOTIDIANO - )



Se così confermato, le dimissioni di Berlusconi, che non avrebbe rassegnato nemmeno con le cannonate, sembrerebbero un copione scritto nelle stanze del Quirinale. Di contro il professor Monti frantumerebbe la fiducia, che a scatola chiusa, la stragrande maggioranza degli italiani gli ha accordato.
Occhi aperti, quindi ! Non sia mai che lo specchietto per le allodole siano i ministri tecnici, ma a fare il lavoro sporco continua la politica del malaffare tramite i sottosegretari.

venerdì 25 novembre 2011

Le vignette di Vauro a Servizio Pubblico del 24/11/2011

Marco Travaglio a Servizio Pubblico del 24/11/2011


La battuta del giorno

"L'ho sposato perchè somigliava ad Al Pacino" (Amina Fiorillo, moglie del capogruppo PDL al Senato, Maurizio Gasparri. "Un giorno da Pecora" Radio 2)


Non commentiamo ironicamente la battuta perchè, per onestà, bisogna ammettere che la signora si è prestata simpaticamente al gioco dei conduttori.

giovedì 24 novembre 2011

Fine di un amore






Letizia Moratti lascia il Pdl. Dopo mesi di voci, accuse, segnali di fumo e prese di distanze è arrivato il punto di non ritorno. L’ex sindaco non ha rinnovato la tessera del Popolo della Libertà. I termini sono scaduti lo scorso 31 ottobre e i risultati ufficiali non ci sono ancora, ma il coordinatore regionale del Pdl, Mario Mantovani, conferma: «Il nostro movimento è un’associazione e come tutti i partiti ha delle regole. Chi aderisce è tenuto a rispettarle. Chi non lo fa credo che dovrebbe almeno dimostrare un debito di riconoscenza. Mi dispiace, ma se Letizia Moratti ha deciso di non rinnovare la tessera forse l’aveva anche preannunciato costituendo un gruppo per conto suo a Palazzo Marino. L’adesione al Pdl come non è stata una precondizione per ottenere una candidatura non può esserlo nemmeno dopo. È solo una libera scelta». (REPUBBLICA)


Dopo anni di baldoria insieme si separano due perdenti.

Italiansky

Oggi è un giorno di lutto per l'imprenditoria italiana

Oggi è un giorno di lutto per la storia della Fiat che, con l'avventura di Marchionne in Chrysler, negli Stati uniti, ha trasformato una grande realtà imprenditoriale italiana che dava lavoro, occupazione e lustro al nostro Paese, in una macchina mangiasoldi a scopo prettamente finanziario che chiude gli stabilimenti in Italia per riaprirli in un altro posto.
La questione di Termini Imerese è ancora più vergognosa perché solo tre anni fa Marchionne aveva promesso cento milioni di euro di investimenti per lanciare la nuova Ypsilon in Termini Imerese. Con questa promessa ha ottenuto anche finanziamenti e contributi dallo Stato e adesso ha chiuso e si sta portando la fabbrica altrove rovinando posti di lavoro.
L'Italia dei valori contrasta totalmente questa assenza della politica governativa che negli ultimi anni ha lasciato fare alla Fiat ciò che Sarkozy non ha lasciato fare alla Renault e la Merkel non ha lasciato fare alle fabbriche di automobili tedesche. (www.antoniodipietro.it)

mercoledì 23 novembre 2011

Se c'è la "grana" esiste la Padania

"Perché il Grana Padano si chiama così e perché esiste il Gazzettino Padano? Se c'è questa terminologia significa che la Padania esiste". E' la posizione del deputato della Lega Nord e sindaco di Varallo, Gianluca Buonanno, intervistato nel corso della trasmissione La Zanzara su Radio 24. (REPUBBLICA)


Panic ! Ecco il disco


Ne stanno parlando tutti, dal Guardian a El Mundo, dalla Cnn al Wall Street Journal, dalla tv tedesca ai blogger statunitensi. E' finalmente disponibile nei migliori (...) negozi di dischi l'ultimo album di Mariano Apicella feat. Silvio Berlusconi, "Il vero amore". E sapeste come vende ...
(http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Maurizio Crozza a Ballarò del 22/11/2011

martedì 22 novembre 2011

Chi nasce in Italia deve essere italiano

Il cambio di governo ripulisce l’aria e l’Italia può tornare a occuparsi senza tabù e veti retrivi dei suoi ritardi in materia di diritti di cittadinanza. E’ il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a qualificare per quel che è -un’assurdità- la mancata concessione automatica della cittadinanza italiana ai figli di stranieri residenti nati sul nostro territorio. Un diritto già da tempo riconosciuto negli altri paesi fondatori dell’Unione Europea. La presa di posizione di Napolitano giunge in sintonia con la raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare promossa dall’Associazione “Il razzismo è una brutta storia” e dall’Arci. Speriamo che il governo Monti e la sua nuova maggioranza parlamentare proceda rapidamente a sanare questo imbarazzante ritardo. (www.gadlerner.it)

Lega già di traverso con minacce di barricate...sai la paura !

Nessun trombato e nessun corrotto


L'assenza di esponenti politici nel governo Monti, secondo noi dell'Italia dei Valori, non è una faccenda trascurabile. E' il cuore stesso della sua identità. Solo perché non ci stanno i politici dentro si può credere che questo non sia un governo dell'inciucio e delle alleanze contronatura.
Io penso che sia per questa ragione che è stato accolto favorevolmente dai cittadini, che altrimenti avrebbero subito pensato alla manovra dei soliti politici per evitare le elezioni, salvarsi il posto e mantenere le cose esattamente come stavano prima, facendo finta di cambiare tutto.

Per questo, nel dibattito sulla fiducia, mi sono apertamente complimentato con il nuovo presidente del Consiglio per aver evitato di cadere in quella trappola. Ma girano adesso voci allarmanti. Sembra che quel che è stato messo fuori dalla porta voglia rientrare dalla finestra, e che i politici trombati, come conigli dal cappello del prestigiatore, salterebbero di nuovo fuori in veste di sottosegretari.
Voglio dire apertamente e onestamente a Mario Monti che sarebbe un passo falso. Vorrebbe dire partire col piede sbagliato, deludere subito buona parte delle aspettative che il popolo italiano ha riposto in lui. E io temo anche che, con i politici dentro, gli impegni di questo governo contro la casta diventerebbero subito molto meno credibili.
Invece quell'impegno deve essere messo al primo posto. Non c'è un solo partito, tranne il nostro, che non abbia guai con la giustizia, che non conti qualche suo importante esponente sotto inchiesta per reati gravissimi. Questo è il cuore del degrado non solo etico, morale e politico delle nostre istituzioni, ma anche di quello economico di tutto il Paese. Perché la corruzione è un cancro che blocca e impedisce lo sviluppo.

Noi dell'Italia dei Valori, che da questi scandali non siamo stati né toccati né sfiorati, abbiamo da molto tempo avanzato tre proposte precise che sarebbero la base per un vero tentativo di fare piazza pulita dei corrotti e anche dei corruttori.

Uno: rendere ineleggibili i condannnati.
Due: i rinviati a giudizio per gravi reati non possono assumere incarichi di governo, né a livello centrale, né a livello locale.
Tre: vietare la partecipazione alle gare d'appalto per le aziende condannate.

Finché c'era Berlusconi di queste proposte è chiaro che non se ne poteva nemmeno parlare. Mica poteva darsi la zappa sui piedi! Ma adesso Berlusconi non c'è più. Adesso c'è un governo che ha promesso di cambiare strada e che, soprattutto se non imbarcherà i politici trombati all'ultimo minuto, ha anche la forza di farlo.
E allora, senza perdere tempo col manuale Cencelli applicato ai sottosegretari, prenda subito il toro per le corna e parta da questa nostra proposta di legge. (www.antoniodipietro.it)

Ve lo avevamo detto

(www.beppegrillo.it)

lunedì 21 novembre 2011

La Lega non vuole le merendine a scuola





Bandire merendine e bibite dalle scuole. E’ la nuova crociata in cui si e’ imbarcato Roberto Corradi, consigliere regionale della Lega nord, che ha presentato in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna una risoluzione che invita la Giunta Errani ad “assumere le opportune iniziative per vietare la presenza di distributori automatici di bevande gassate e merendine nelle scuole”.

L’iniziativa di Corradi prende spunto dai dati diffusi dalla Societa’ italiana obesita’ (Sio), secondo la quale un bambino su tre in eta’ fra sei e nove anni risulta in sovrappeso, uno su quattro tra i ragazzi fra 10 e 13 anni. “I problemi di sovrappeso e l’obesita’ sono in gran parte conseguenti a stili di vita caratterizzati da un’alimentazione non corretta e da carenza di attivita’ motoria- sottolinea il leghista- in questo contesto, il consumo di bevande gassate e di merendine e’ considerato fra i fattori che concorrono piu’ negativamente e rendono esponenziale la crescita dei casi di obesita’ tra giovani e giovanissimi”. Per questo la richiesta di bandire questi prodotti dalle ‘macchinette’ presenti nelle scuole. “In Inghilterra la presenza di distributori automatici che vendono questi prodotti e’ vietata dal 2007- ricorda Corradi- il che avviene anche in 14 Stati degli Usa. Un provvedimento analogo a quello proposto e’ stato recentemente assunto dalla Regione Sicilia”, conclude l’esponente del Carroccio. (www.giornalettismo.com)

Personalmente mi sembra una cazzata ! Possono essere i genitori a decidere quale somma elargire quotidianamente ai propri figli per i languorini di stomaco ?

Poveraccio



Un anno e mezzo di "stipendio rubato". Usa l'arma della provocazione, l'ex ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi per criticare il governo tecnico di Mario Monti. Intervenuto a 24 Mattino su Radio24, Rotondi ha commentato sarcastico: "Il governo lo facciamo fare ai professori, gli battiamo le mani, insomma lo confesso: per la prima volta in vita mia lo ritengo proprio uno stipendio rubato". Poi però allontana l'ipotesi di dimissioni: "Tanto ci sarà un altro che prende lo stipendio. Nella mia vita ho fatto l'impiegato di università, il giornalista, perfino il pony express. In tutti i lavori mi si diceva sempre ‘ricorda che l'importante è portare a casa lo stipendio'". (LIBERO)


Caro Rotondi, stipendio rubato anche quando sedevi sull'inutile poltrona di Ministro per l'Attuazione del programma di Governo !

Ignoriamoli

Ospite del programma “In Onda” su la7, l’ex ministro della Difesa La Russa, dopo una serie di smorfie e di sbadigli durante il monologo di Ascanio Celestini, esprime il suo disappunto contro l’attore, dandogli del ‘coglione’. “Si può dire che Berlusconi è un mafioso e non si può dire che lui è un coglione? Si può dire, si può dire”. (IL FATTO QUOTIDIANO)

Se cominciassimo ad ignorare totalmente questa gentaglia che ha affossato l'Italia, probabilmente avremmo dei contraddittori normali.

domenica 20 novembre 2011

Pier Silvio detta le condizioni al governo : salvare Mediaset





Nessun pasto è gratis, dicono gli economisti. E la massima funziona anche in politica. Chi pensava che dietro il fair play istituzionale di Silvio Berlusconi nei giorni della transizione dal suo governo a quello di Mario Monti ci fosse soltanto senso dello Stato e percezione della crisi, deve ricredersi. Sul Corriere della Sera di ieri, in un’intervista al vicedirettore Daniele Manca (interlocutore di fiducia per Marina Berlusconi, di solito), manda messaggi chiari al nuovo premier. In sintesi: lasciate stare Mediaset e tutto andrà bene. Sottinteso: toccate Mediaset e all’improvviso la base parlamentare del governo potrebbe dimostrarsi parecchio fragile. Visto che Monti è ancora poco abituato al linguaggio della politica attiva, almeno in Italia, gli può essere utile una traduzione.

SOLLIEVO. “Se devo essere sincero questo governo Monti per noi di Mediaset potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno”. Traduzione: Mediaset conta che il governo non approfitti della debolezza di Berlusconi per fare una legge sul conflitto di interessi. E spera che l’andamento in Borsa del titolo non sia più condizionato dalle performance politiche del Cavaliere.

TIMORI. “Quello che temo è che in una situazione di mercato così delicata, una classe politica ideologica possa utilizzare trovate regolamentari per danneggiare un’industria italiana che si fa onore anche all’estero”. Traduzione: Caro Monti, non lasciare che quella piccola parte del Pd (con l’appoggio dell’Idv) che ancora si pone il problema del conflitto di interessi tenti qualche blitz in Parlamento.

SPOT.”Ho letto dichiarazioni riferite a Mediaset in cui si sosteneva che non è normale avere il 30 per cento di ascolti e una quota più alta dei ricavi pubblicitari tv. A parte che i nostri ascolti sono intorno al 40 per cento nonostante tutta la nuova concorrenza, ma che ragionamento è?”. Traduzione: cari investitori pubblicitari, continuate a mantenere i vostri budget. Il fatto che Berlusconi non sia più a Palazzo Chigi non è una ragione sufficiente per tagliare le inserzioni.

BEAUTY CONTEST. A proposito delle frequenze digitali regalate dallo Stato, con la procedura del beauty contest ancora in corso, Pier Silvio dice: “Se ottenessimo quelle frequenze dovremmo cominciare a spendere mettendoci contenuti altrimenti sarebbe come non averle. E visto che siamo in giornata di paradossi ne segnalo un altro: se l’assegnazione delle frequenze dovesse avvenire con un’asta a rilanci, vorrei vedere quale operatore tv sarebbe disposto a partecipare davvero”. Traduzione: meglio, caro Monti, che non Le salti in mente di rimettere in discussione il gran regalo del beauty contest. Se dovesse decidere di fare un’asta, per fare cassa, sappia che Mediaset ha più soldi degli altri. E quindi il risultato finale potrebbe essere che il Biscione si pappa tutta la torta. Vale la pena rafforzare così tanto la posizione delle tv berlusconiane per i prossimi decenni in cambio di qualche miliardo?

PREZZO. “Spero solo che da ora Mediaset sia valutata realmente per i suoi meriti e i suoi errori, e non con il pregiudizio che tutto sia merito o colpa non di chi ci lavora, ma di qualcun altro”. Messaggio ai mercati. Sappiate, dice Pier Silvio, che oggi il titolo Mediaset è sottostimato perché sconta la fine del governo. Quindi correte a comprarlo finché è un buon affare. (Stefano Feltri - IL FATTO QUOTIDIANO -)

Alla minzo di cane





Povero Minzoletto, proprio nun ce vo’ sta’. Il suo ormai patetico TGUno delle 20 annuncia con un bel cartello che questo fottutissimo “spread”, il differenziale punitivo che l’Italia deve pagare rispetto ai panzer tedeschi per vendere i propri Buoni del Tesoro Pluriennali dopo il naufragio del berlusconismo, è sceso dopo la fiducia a Monti, ma di pochino pochino, chiudendo a 501 punti (5,01%). Magari salirà o scenderà ancora perché nessuno, contrariamente alle balle che vi raccontano i “boia chi molla” del foglismo-sallustismo, ripeto, nessuno controlla i mercati finanziari, ma questa è proprio grossa. Dovevano avere li gombuter incriccati nella redazione del Minzculpop in agonia, perché il dato è assai diverso. Urge che al più presto il povero direttorissimo rimasto orfano della voce del padrone, le sue farfalline, i suoi farfallini e le sue carte di credito allegre vengano assorbiti in qualche azienda della loro casa madre, a Mediaset o Finivest. Rigurgitare opinioni alla minzo di cane è un conto, Ma dare cifre false, verificabili con un clicchetto, no. A proposito del “noi non c’entriamo con lo spread”. Dai 575 punti del picco il 9 novembre, nel momento del massimo caos creato dalle dimissioni con l’elastico di Silvio alla fiducia per il nuovo governo, ai 467 di ieri (non 501, a’ Minzo, svejate che a’ guera è finita) il fottutissimo spread è sceso di 108 punti. Esattamente come era stato previsto. (PS: Anch’io non avevo capito bene da dove fosse venuta quella cifra sballata data dall’orrido TG. Era il valore di apertura del mercato, alla mattina. Peccato che lo stesso TG vada in onda, in diretta alle 20, quando i mercati europei hanno già chiuso da ore e lo spread era sceso. Piccoli, ridicoli magliari che sferruzzano le loro palle per imbrogliare le anime semplici che li guardano credendo a quello che dicono. Notizie false. Mascalzoni autentici). (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

Passera



sabato 19 novembre 2011

Pedalano per il padrone

I servi ovviamente pedalano per "lui", Alfano dichiara che in caso di forzature o deviazioni, il PDL toglierà il sostegno a Monti. Bene, così gli italiani sapranno chi puntare con il proprio mirino.


Tecniche di colpo di Stato


In Italia il colpo di Stato è una costante. Può sembrare strano in un Paese che non ha mai avuto una Rivoluzione. Lo stesso fascismo fu solo una marcia da operetta su Roma, di rivoluzionario non ha avuto nulla. Nel dopoguerra si sono alternati colpi di Stato, colpetti di Stato, controcolpi di Stato nell'ignoranza degli italiani. In un libro pubblicato nel 1931, "Tecnica del colpo di Stato", il giornalista e scrittore Curzio Malaparte, allora direttore de La Stampa, spiegò le diverse modalità dei golpe, da Lenin a Mussolini e anticipò quello di Hitler. Il libro fu proibito in molte nazioni, tra cui Italia e Germania. Malaparte illustrò le tecniche golpiste con lo scopo di mettere in grado i governi e i cittadini di potersi difendere, di prendere misure appropriate. Per Malaparte "l'arte di difendere uno Stato è governata dagli stessi principii che regolano l'arte di conquistarlo". Il golpe Borghese del 1970, l'isolamento improvviso delle comunicazioni di Palazzo Chigi nel 1993, presidente appena insediato Carlo Azeglio Ciampi, il sequestro e la morte di Aldo Moro, che in precedenza era sfuggito a due probabili attentati, il primo dopo piazza Fontana e il secondo sul treno Italicus, nel quale non salì all'ultimo momento per delle carte da firmare portate da un funzionario, sono solo alcuni esempi della situazione di colpo di Stato permanente in cui vive l'Italia. Scrisse Malaparte "L'opinione pubblica di quei paesi, nei quali è liberale e democratica, ha torto di non preoccuparsi dell'eventualità di un colpo di Stato". I colpi di Stato ci scivolano addosso, neppure ce ne accorgiamo. Gelli, la P2 e i poteri che l'hanno sostenuta, italiani e stranieri, hanno applicato alla lettera il loro programma, il Piano di Rinascita Democratica per un ventennio. Berlusconi ne è stato l'ultimo terminale. Gelli disse "Con la P2 avevamo l'Italia in mano. Con noi c'era l'Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate da appartenenti alla Loggia". Diversi poteri possono concorrere a un colpo di Stato, come le mafie. Per il giudice Antonio Ingroia, la Seconda Repubblica: "affonda i suoi pilastri nel sangue". Il colpo di Stato è la negazione della democrazia. Il colpo di Stato che non si conosce, quello in cui il cittadino esulta per un cambiamento che lo spossessa di ogni partecipazione pubblica, è il colpo di Stato perfetto. Sempre Malaparte "Il problema della conquista e della difesa dello Stato moderno, non è un problema politico, ma tecnico". Siamo andati oltre, ora i tecnici sono al potere. Monti potrà essere un onest'uomo, ma il suo governo è un colpo di Stato, l'ultimo dei tanti in questo Paese narcotizzato. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. (www.beppegrillo.it)

venerdì 18 novembre 2011

Scilipoti a lutto per la democrazia

Domenico Scillipoti, leader di Mrn, si presenta alla Camera dei deputati con tanto di fascia nera sul braccio e dichiara: “Sono a lutto, col governo Monti è’ morta la Democrazia in Italia”. Poi distribuisce volantini funebri ai passanti e ai colleghi parlamentari.

La strada è lunga da percorrere per dimenticare squallidi personaggi come questo ! In un Paese normale il Parlamento l'avrebbe visto solo in tv !

La battuta del giorno

"Rimettono la tassa sulla prima casa ! Sulla prima Chiesa la rimettono ? (Vauro, Servizio Pubblico del 17/11/2011)

Le vignette di Vauro a Servizio Pubblico del 17/11/2011

Marco Travaglio a Servizio Pubblico del 17/11/2011

giovedì 17 novembre 2011

Ci piace e non ci piace

La prima sensazione è di sollievo. Sfilano davanti al presidente Napolitano i nuovi ministri del nuovo governo Monti con le loro facce nuove. La grande, inestimabile novità è che hanno preso il posto di quelli di prima. Che quelli di prima non ci sono più. Che non vedremo più le loro vecchie facce e i loro ghigni. Che non sentiremo più certi insulti. E neppure l’arroganza del potente e la prepotenza dell’impunito: io sono io e voi non siete nulla.

Significa che davanti ai problemi giganteschi del Paese i nuovi potranno fare bene o fare male, deludere o farsi apprezzare. Mai però farci vergognare di loro. Come dovrebbe capitare al governo normale di un Paese normale.

È vero, questo non è un governo normale e l’Italia non vive un momento normale. È il momento dei sacrifici, lo abbiamo capito. Ma tutti abbiamo bisogno di pensare che ci sarà chiesto il giusto e non l’ingiusto. Che la parola equità pronunciata dal nuovo premier vuol dire che tutti pagano secondo ciò che hanno. Vuol dire basta difendere caste fameliche e indegni privilegi. Vuol dire premiare l’onestà e punire l’imbroglio e l’evasione fiscale. Vuol dire aiutare i magistrati che si battono contro le mafie e non invece delegittimarli. Vuol dire ricominciamo da capo, rimettiamo le cose al loro posto.

Se questo oggi è il nostro spirito guida, non smetteremo certo di fare i giornalisti, di esercitare il diritto-dovere di critica, di mantenere il patto stretto il primo giorno con i lettori del Fatto: non fare sconti a nessuno. Del governo Monti ci piace Monti, la sua storia personale, il suo stile, il suo impegno. Meno ci piacciono il palese conflitto d’interessi di ministri strategici (Passera, ma non solo) o la scelta di un’autorevole avvocato dei poteri forti (la Severino) alla Giustizia.

Non ci scandalizza che sia il governo delle élite, visto il fallimento dei partiti votati dal popolo. Ma non ci piace la sospensione della democrazia rappresentativa. Avremmo preferito andare subito ad elezioni. Poi, dalla riserva della Repubblica, è arrivato Monti. Un’occasione di riscatto che non si può assolutamente perdere. E che perciò ha bisogno di un’informazione non prona, ma critica e leale. (Antonio Padellaro - IL FATTO QUOTIDIANO -)

Così parlò Berlusconi, oggi



"Il governo di Mario Monti rappresenta una "sospensione certamente negativa della democrazia".

"Accettiamo una sospensione della democrazia. Subiamo il terrorismo dell'opposizione, della stampa, della stampa straniera. Per questo motivo mi sono dimesso".

"Daremo la fiducia, ma non sarà a scatola chiusa".

"Non possiamo lasciare il paese alla sinistra. E poi a chi? A Di Pietro, Vendola e Bersani. Gli italiani non sono così cretini da dare il voto a questi qua".

"So che volevate che mi ritirassi a scrivere le mie memorie. Ma non lo farò".

"La decisione finale ci è stata praticamente imposta, con i tempi voluti dal presidente della Repubblica".

"Come presidente del Consiglio mi sentivo impotente, potevo solo suggerire disegni di legge. Anche i decreti, quando arrivavano al Quirinale, il presidente della Repubblica diceva no a 2 su 3. Ci correggeva con la matita rossa, come una maestra con i bambini delle elementari".

"Monti ha parlato di sviluppo e crescita, ma non ci ha detto nulla di preciso sul suo progamma. Abbiamo parlato a grandi linee degli impegni presi con l'Europa".

"Se si andasse al voto oggi, ci sarebbe "l'incognita del Terzo Polo, l'incognita di Casini. Ma non vi preoccupate: faremo ragionare il ragazzo al momento giusto, con le buone o le cattive...".

"Quella delle intercettazioni è una vergogna. Io ho deciso che di non avere più il cellulare".

L'imputato si comporta come se "il sultanato Italia" esistesse ancora.

La battuta del giorno

"Due Ministeri a Passera ! Prima era un Ministero a passera !" (il Ruggito del Coniglio, Radio 2)

mercoledì 16 novembre 2011

Il nuovo Ministro della Giustizia : Paola Severino





Avvocato penalista e vicedirettore dell’Università Luiss “Guido Carli” di proprietà di Confindustria. Dal 1997 al 2001 è stata vicepresidente del Consiglio della magistratura militare. Nel 2002, invece, è stata per quasi un mese in pole position per diventare presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. La sua candidatura era la sintesi di un accordo tra maggioranza e opposizione, ma alla fine l’intesa saltò e lei, che era un nome in quota Udc, rinunciò all’incarico con un fax inviato direttamente a Pierferdinando Casini. Il suo nome era recentemente circolato come sostituta di Angelino Alfano a via Arenula. Principe del foro, ha assisitito molti dei colletti bianchi protagonisti delle cronache giudiziarie di questi anni: ha difeso Cesare Geronzi, i fratelli Caltagirone, Roberto Formigoni, Romano Prodi nell’inchiesta Cirio, Gaetano Gifuni (ex segretario della presidenza della Repubblica) e, nel processo per la strage di Capaci, Salvatore Buscemi, il capomandamento della famiglia mafiosa di Passo di Rigano; inoltre ha assistito l’Eni e uno dei dirigenti di polizia imputati per l’irruzione nella scuola Diaz al G8 di Genova. E’ considerata, in particolare, vicina a Romano Prodi. (da IL FATTO QUOTIDIANO)

Qualcuno lo saluta così (again)


Ultimo numero del settimanale austriaco Falter, sempre per quella storia dell'autorevolezza.
(grazie a http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Governo Monti : Si, ma non entriamo in maggioranza

Il governo Monti, che si è formato oggi, ha le professionalità per lavorare meglio facendo di più. Ma vorremmo capire al più presto cosa intende fare, e se intende agire con più giustizia sociale ed equità rispetto alle poltiche del passato. E' per questa ragione che noi daremo sì la fiducia affinchè si formi un governo, fondamentale in questa fase, ma non entreremo nella maggioranza: non esiste una maggioranza parlamentare, e tra le figure di sottosegretari e quant'altro non troverete personaggi chiesti, imposti o richiesti da IdV. Esiste un governo del Presidente, fortemente voluto da Giorgio Napolitano, composto da persone competenti. Mi dispiace non vedere rappresentate le fasce sociali più deboli: le forti personalità che compongono questo governo hanno tutte dei curricula importanti. Tra quei cv, ci sono storie di persone legate ai poteri forti, ma anche molto qualificate. Da una parte quindi sappiamo che possono svolgere bene il loro lavoro, ma quegli stessi curricula possono metterli in conflitto di interessi con l'attività di governo. Voglio confidare che la loro serietà li metta in condizione di lavorare per tutte le fasce sociali.

In questo governo Monti, proprio l'alta competenza dei ministri sarà garanzia che le cose veranno fatte, perchè non ci sarà più la scusa dell'incompetenza e dell'incapacità. Ma noi vigileremo che le riforme vengano realizzate nell'interesse di tutti: sapendo che hanno le capacità e le qualità necessarie, vogliamo adesso vederli all'opera questi ministri. Resteremo in attesa che questo governo mostri quello che ha promesso, nell'interesse di tutti.

E' con questo spirito che noi rappresenteremo in Parlamento quella parte del popolo italiano che non intende innamorarsi solo dei curriculum vitae: saranno anzi, semmai, i neo-ministri a dover dimostrare che non sono causa di un conflitto di interessi delicato e pervasivo. E rappresemteremo anche quei cittadini che hanno chiesto di cambiare la legge elettorale e che ci sia un Parlamento eletto dal popolo. Superata questa emergenza (e le emergenze sono tali se sono a tempo limitato), bisogna munirsi di una nuova legge elettorale e tornare al voto. Noi saremo sentinelle nel Parlamento degli atti che si faranno, e dei diritti dei cittadini che chiedono a gran voce un nuovo sistema elettorale. (www.antoniodipietro.it)

Maurizio Crozza a Ballarò del 15/11/2011

martedì 15 novembre 2011

Fiorello lo saluta così

Niente festa, siam cazzulli

Confessate, perdio, dite la verità: sabato sera avete goduto come ricci? Avete stappato uno spumantino? Siete scesi in strada a fischiare, esultare, cantare l ’Alleluja di Händel? Avete suonato il clacson in segno di giubilo? Avete postato sui social network qualche battutaccia liberatoria, tipo “il nano è tratto”, “sic escort gloria bunga”, “Che fai, Ruby o party?”? Avete, Dio non voglia, gridato “ladro in galera” o, peggio ancora, lanciato una monetina verso la Berlusmobile funebre che trasportava la nota salma al Quirinale? Vergognatevi e arrossite. Dovevate chiedere l’autorizzazione preventiva a Ferruccio de Bortoli, che ve l’avrebbe senz’altro rifiutata visto che, in un videoeditoriale sul pompiere.it, avverte: “Non c’è nulla da festeggiare nella caduta di Berlusconi. Si chiude un periodo, fine”.

Invece mi sa che non vi è venuto in mente, e ora peggio per voi. Beccatevi le rampogne del vicepompiere Aldo Cazzullo contro la vostra “gazzarra senza coraggio”, il vostro “spettacolo preoccupante”. Cazzullo vi voleva composti, disciplinati, pettinati. British. Perché “nell’ora delicatissima in cui potrebbe nascere un governo di solidarietà nazionale, in un momento in cui il Paese è chiamato al massimo sforzo di unità, nessuno può chiamarsi fuori”. Ecco: dovevate rintanarvi in casa, meglio se nel freezer, a sorseggiare l’ultima lectio magistralis del prof. Mario Monti alla Bocconi, a recitare a memoria il board di Goldman Sachs, a delibare l’ultimo best-seller cazzulliano Viva l’Italia! con l’inno di Mameli a palla. Possibile che, mentre il regime tira le cuoia, non abbiate pensato di “rinunciare alle asprezze polemiche e cercare un minimo comune denominatore con l’avversario per percorrere insieme un tratto di strada”? Invece niente: anziché cercare un denominatore comune e percorrere un tratto di strada con chi ha strangolato Costituzione, giustizia, informazione, scuola pubblica, università, ricerca, cultura e lavoro per farsi i cazzi suoi mentre il Corriere lo esortava alla “rivoluzione liberale” con P 2, P 3, P 4, Ciarrapico, Dell’Utri, Verdini, Gasparri, Gelmini, Carfagna, Bondi, Cicchitto, Brunetta, Calderoli, Stracquadanio e Scilipoti, avete “inscenato una gazzarra” che è “il contrario di ciò che il mondo si aspetta dall’Italia”.

Per la verità, a giudicare dal giubilo con cui tutti i governi (tranne Putin e Lukashenko) e i giornali del mondo han salutato la dipartita del Cainano, ma anche dalle contestazioni subìte da Blair appena rimise il naso fuori di casa, si direbbe che il mondo si aspettasse esattamente quel che è accaduto sabato sera. Senza violenze o incidenti. L’ha riconosciuto anche il ministro uscente Giorgia Meloni: “Anche questa è democrazia”. Ma il pompierino no. Distratto sulla vera violenza dei Ferrara che gridano al “golpe” e delle Santanchè che minacciano “una brutta fine per i traditori”, Cazzullo vorrebbe che i cittadini comuni umiliati da 17 anni di regime si imbalsamassero nel mutismo e nella rassegnazione, come se non fosse accaduto niente: B. “non è stato battuto da un voto elettorale” (prendete nota: voto elettorale, acqua bagnata, ghiaccio freddo), ma solo dalla “crisi internazionale e dalla propria inadeguatezza a farvi fronte”, ergo non sta bene festeggiare. Pare brutto.

E siccome B. “in 17 anni ha sempre avuto un vasto consenso nel Paese”, chi non l’ha mai votato e l’ha sempre subìto deve starsene zitto per “rispetto dei sentimenti e delle opinioni di chi in Berlusconi ha creduto”. Cioè di chi per 17 anni ci ha dato dei comunisti, coglioni, terroristi, mandanti morali. Il noto cuor di leone, autore di memorabili interviste-scendiletto ai gerarchi del regime, chiude il sermone con una lezione di temerarietà: “Non occorre grande coraggio per andare a urlare sotto casa di B.”. In effetti occorre molto più coraggio per scrivere certe scempiaggini. Ps. In serata anche Minzolingua e Polito el Drito tuonano contro la festa in piazza. Appunto. (Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)

Alla ricerca del tempo perduto

Stiamo facendo adesso, in ritardo, quanto avremmo dovuto fare un anno fa. Tutto quello che sta accadendo in questi giorni, che si finisca con un governo o con il salto nel vuoto di elezioni antidemocratiche, perché fondate su una legge elettorale scellerata e intrinsecamente non democratica che nessuna nazione seria accetterebbe, sarebbe dovuto avvenire 11 mesi or sono, quando apparve evidente a chi non aveva le fette di bresaola sugli occhi che dopo il 14 dicembre una vera maggioranza non esisteva più e il governo si reggeva su un manipolo di macchiette, di saltimbanchi e di guitti. Abbiamo buttato via quasi un anno e un male che era ancora contenuto a inizio 2011 oggi si è diffuso e ingigantito. Spero che al momento di votare qualcuno se ne ricordi.
(Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

La bendana



lunedì 14 novembre 2011

I servi all'unisono



Videomessaggi dai bunker

Non lamentarti dell'accoglienza ricevuta quando sei giunto al Quirinale ! Io non dimentico quando mi hai dato del coglione perchè votavo a sinistra.

E' stato bello

Non entrerò mai in politica. Scendo in campo. Il Paese che amo. Per un nuovo miracolo italiano. L’Italia come il Milan. Basta ladri di Stato. La rivoluzione liberale.

Il Polo delle Libertà. Il decreto Biondi. Vendo le mie tv. Golpe giudiziario. Giuro sulla testa dei miei figli. Lasciatemi lavorare. Sono l’unto del Signore. Ribaltone. Scalfaro è comunista. Con Bossi mai più nemmeno un caffè. Mai detto che sono l’Unto del Signore. Dini è comunista. Il popolo è con me. Prodi utile idiota dei comunisti. Visco Dracula. Toghe rosse. D’Alema è comunista. L’amico Massimo. La Costituzione è comunista. La grande riforma della Costituzione.

La Casa delle Libertà. Il premier non ha poteri. La grande riforma della giustizia. L’amico Vladimir. L’amico George. L’amico Muammar. Gheddafi leader di libertà. Nessun condono. Concordato fiscale. Scudo fiscale. Condono fiscale ed edilizio. Letta è una benedizione di Dio. Romolo e Remolo.

All Iberian mai sentita. Mills mai conosciuto. La proporrò per il ruolo di kapò. Turisti della democrazia. L’Islam civiltà inferiore. Meno tasse per tutti. Tutta colpa dell’euro. La mafia, poche centinaia di persone. Grandi opere. Sono stato frainteso. Tutta colpa delle torri gemelle. Lei è meglio di Cacciari, le presenterò mia moglie.

Il circuito mediatico-giudiziario. Fede è un quasi eroe. L’amico Bossi. Uso criminoso della televisione pagata con i soldi di tutti. L’amico Pollari. Le rogatorie. La Piovra rovina l’Italia all’estero. L’amico Pompa. Il falso in bilancio. Mangano si comportava bene, prendeva la comunione nella cappella di Arcore. La legge Cirami. Dell’Utri è perseguitato. Legittimo sospetto. Previti è perseguitato. Il lodo Maccanico. Il Ponte sullo Stretto. Il lodo Schifani. Tutti sono uguali di fronte alla legge, ma io sono un po’ più uguale degli altri.

Ciampi è comunista. Il decreto salva-Rete 4. I poteri forti. La legge Gasparri. L’Economist è comunista. Che ne direbbe di una ciulatina? I direttori dei giornali devono cambiare mestiere. Bertolaso uomo della Provvidenza. La legge Cirielli. Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, anzi mandava la gente in vacanza al confino. Sempre stato assolto. La stampa estera copia da Unità e Repubblica. Napolitano è comunista.

Giustizia a orologeria. L’amico Minzo. I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana. Telekom Serbia è tutta una tangente. I brogli di Prodi. La commissione Mitrokhin. La giusta amnistia. I comunisti cinesi bollivano i bambini per farne concime. Farò sparire la spazzatura da Napoli in tre giorni. Ho 109 processi. Sarkozy ha imparato da me. Chi scrive di mafia lo strangolerei con le mie mani.

Il Popolo delle Libertà. Obama abbronzato. Il miracolo della ricostruzione dell’Aquila. Evadere è un diritto naturale che è nel cuore degli uomini. Ai giudici noi insidiamo le mogli, siamo dei tombeur de femmes. Il Family Day. Che fate, ragazze, mi toccate il culo? Mille giudici si occupano di me. Agostino, trova una parte ad Antonella: è impazzita, racconta cose in giro. Lodo Alfano. La Consulta è comunista. Legittimo impedimento. Partito dell’Amore e sinistra dell’odio. Il padre di Noemi autista di Craxi. Prescrizione breve.

Mai frequentato minorenni. Le mani nelle tasche degli italiani. La signora Lario mente. Processo breve. Vedi, Patrizia, tu devi toccarti. La privacy. Processo lungo. Candido Lampedusa al Nobel per la Pace. Caro dottor Fede, cioè volevo dire Vespa. Ruby nipote di Mubarak. Non chiamo Gheddafi per non disturbarlo. La legge anticorruzione. La mia fidanzatina. Siamo tutti intercettati. Solo cene eleganti. Riformare le intercettazioni. Pagavo Ruby perchè non si prostituisse.

La rapina Mondadori. L’amico Lavitola. Me ne vado da questo Paese di merda. Il miglior premier degli ultimi 150 anni. Culona inchiavabile. L’amico Gianpi. Faccio il premier a tempo perso. La maggioranza è coesa. Ho i numeri alla Camera. Traditori. Mi dimetto. Sic transit gloria immundi.
(Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)

sabato 12 novembre 2011

Vaffanculo



Le ultime parole famose

"Stacchiamo la spina a Monti quando vogliamo"

Per quanto ce lo siamo tolti dalle palle come premier, l'imputato Berlusconi continuerà a condizionare la scena politica italiana con i metodi purtroppo a noi noti !

E fu così che finì il ventennio berlusconiano

Dovevano essere gli anni del nuovo miracolo italiano, e della rivoluzione liberale. Sono stati gli anni della rovina politica, culturale ed economica, della devastazione di un intero, magnifico Paese. Tutto cominciò con il glorioso discorso della discesa in campo, 1994. Tutto termina con l'intervento parlamantare di Domenico Scilipoti, a sostegno del Premier. (http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Monti

giovedì 10 novembre 2011

Com’era basso il nostro spread: cinque anni fa a soli 24 punti, poi arrivò Berlusconi

Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi a 24 punti. Sembra un’altra era, ma erano giusto cinque anni fa, il 13 novembre 2006, quando a Palazzo Chigi sedeva Romano Prodi. Oggi l’indicatore che illustra il rischio-paese nel mercato dei titoli di Stato è arrivato a quota 574, quasi venti volte tanto, ed è giudicato “drammatico” dai vertici europei. Che cosa è successo da allora a oggi lo sintetizza il sito del Financial Times. Il quotidiano britannico ricorda che cinque anni fa la differenza di rendimento tra i titoli a lungo termine italiani (Btp), tedeschi (Bund) e spagnoli (Bonos) era praticamente nulla, e i loro rendimenti allineati intorno al 4 per cento. Meno affidabili dei nostri risultavano i titoli britannici (spread a 82) e statunitensi (87).

Alla fine del 2007, lo spred italiano è cresciuto, ma di poco: 28 punti. Poi arrivano i venti di crisi e le cose cominciano a cambiare. Il governo guidato da Silvio Berlusconi subentra a quello di Prodi, dopo la sconfitta elettorale rimediata dal leader del Pd Walter Veltroni. La crisi monta e alla fine del 2008 l’indicatore è più che triplicato: 92 punti, con un rendimento dei titoli pari al 4,59 per cento. Gli interventi della Bce e i tagli dei tassi contengono la situazione, ma per poco.

La bomba del debito scoppia nel 2010. La crisi conclamata e globale, ma in Germania i rendimenti dei Bund scendono, con grande beneficio delle casse pubblico. In Italia, dove il governo Berlusconi è ormai nel pieno della sua attività, lo spread si aggira intorno a quota 160. Certo meglio della Grecia, che con un record di 908 punti si colloca in zona default, così come l’Irlanda, che sull’orlo del fallimento tocca quota 560, proprio come il nostro paese in questi giorni.


Il resto è storia recente, con lo spread italiano che abbatte via via quota 300, 400, 500. I titoli tedeschi hanno dimezzato il loro rendimento (siamo all’1,81%) e questo ha amplificato lo spread di tutti i paesi colpiti dalla crisi del debito sovrano. La Grecia vende i suoi titoli a 10 anni a un tasso del 32,81% (con uno spread di 3100 punti), il Portogallo viaggia all’11,83%, l’Irlanda all’8,33% e la Spagna viaggia al 5,70% di rendimento. Quanto all’Italia, superata quota 7% è molto più avanti di quanto fossero un anno fa Irlanda e Portogallo, che nel frattempo hanno dovuto chiedere l’aiuto della comunità internazionale. (IL FATTO QUOTIDIANO)

Qualcuno lo saluta così (2)





Liberation, Francia. (grazie a http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Lasciatelo dormire


Preparate pure le bottiglie di prosecchino (eviterei di buttare soldi in champagne degli antipaticissimi franzosi) o i lacrimatoi (sui blog berluschini c’è chi piange e già rimpiange) per questo fine settimana, quando SB sarà finalmente costretto ad alzarsi dal vasino, sul quale – mi butto – non tornerà mai più a sedersi. Ma prepariamoci anche a una lunga, lunghissima e dolorosa convalescenza. Il male è stato profondo, ben oltre i dati finanziari e il danno non sarà riparato in un giorno, né dovrà esserlo, perché è stata una lesione etica profonda e una formidabile era di diseducazione politica. Per essere usciti con troppa fretta, e con troppo poca riflessione soprattutto da parte della Sinistra, dal fenomeno Fascismo e dalle ragioni del suo consenso popolare, continuiamo, anche 66 anni dopo, a rischiare ricadute. Ci siamo andati più vicini di quando forse ci fossimo resi conto, in questi anni. Il Berlusconismo non è stato un raffreddore preso in autobus da uno che ci ha sternutito in faccia. E’ stata la nuova manifestazione di una malattia autoimmunitaria, generata dal nostro stesso organismo culturalmente pigro, che sempre preferisce affidarsi al “salvatore” e all’ “imbonitore” anziché cercare di salvarsi da solo, uno per uno, e poi insieme, nella faticosa e spesso ingrata diligenza del quotidiano. L’opposto della pseudo filosofia della “gratificazione istantanea” promessa dagli spacciatori di barzellette e di spot. (PS: quando ho visto questa foto agghiacciante da cripta, per un attimo mi sono chiesto se fosse m…. no, per fortuna no). (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

Antonio Di Pietro : Governo tecnico ? Io penso che...

mercoledì 9 novembre 2011

Qualcuno lo saluta così


Heute, Austria, "Ciao Silvio, presto avrai molto più tempo per il Bunga-Bunga!" (grazie a http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Ma noi non ci fidiamo

Ma voi vi fidate di Berlusconi quando dice che finalmente se ne va? Magari! Però, se la storia ci insegna qualcosa, dobbiamo ricordarci che il 14 dicembre scorso con il voto di fiducia il governo Berlusconi doveva cadere. Poi, all’ultimo minuto, qualche personaggio in cerca d’autore si è lasciato comprare e ha venduto il suo voto.
Ieri Berlusconi, nonostante abbia constatato che manco la matematica lo accompagna più, non si è dimesso ma ha annunciato che si dimetterà. Ha detto che nel frattempo vuole fare quella legge di stabilità che l’Unione europea ci chiede.
Già qui c’è la prima fregatura. La Ue in realtà ci chiede di far quadrare i conti, ma dove intervenire, su quali capitoli di spesa e di entrata, non lo deve decidere la Banca centrale europea, non lo devono decidere quelli che stanno fuori dall’Italia. Lo dobbiamo decidere noi.
Questa idea che visto che Berlusconi va via, o meglio visto che ha detto che va via, dovremmo far passare quella porcata che finora abbiamo impedito che si realizzasse, è un’idea che non ha né capo né coda. Una coltellata da Berlusconi al governo o da Berlusconi dimissionario sempre coltellata è.
Dobbiamo andare a guardare il merito del provvedimento. Questa legge di stabilità è una macelleria sociale, perché chiede semplicemente di intervenire sulle pensioni, sugli stipendi delle fasce più deboli, sui precari, sulla flessibilità. Intervenire, cioè, su tutta quella fascia che non ne può più e che ha sempre pagato, lasciando da parte tutta l’area dell’evasione, degli scudati fiscali, dei costi della politica, dei maneggi della politica.
Non c’è possibilità di chiedere nulla ai cittadini se prima la classe politica e quella finanziaria non lo chiedono a se stesse. Il nostro scopo non è salvare le banche: è salvare i cittadini dalla fame. Per questo già l’idea di “dover” approvare la legge di stabilità la vediamo come un trabocchetto: perché rischia di far passare una legge che sul piano sociale è omicida.
Però Berlusconi, con questa scusa, è riuscito a prendersi altre tre o quattro settimane. Fece così anche l’anno scorso, quando a novembre Fini annunciò che si staccava una parte del Pdl e Berlusconi, dovendo fare la legge finanziaria, si prese un mese di tempo e si andò a comprare lo Scilipoti piuttosto che il Calearo o il Cesareo di turno.
Quindi noi dobbiamo vigilare perché di qui alle dimissioni non ci sia un altro mercato delle vacche: quel mestiere più vecchio del mondo che in Parlamento va tanto di moda in questo periodo.Allora il mio appello è questo: da una parte segnalateci tutte le anomalie che riscontrate, dall’altra insistete con noi e diteci se facciamo bene a insistere per andare alle elezioni anticipate al più presto, con un programma ben chiaro che ci permette di far quadrare i conti ma facendoli pagare a chi non ha mai pagato, e offrendo un’alternativa di governo voluta dai cittadini e non dagli inciuci trasversali delle grandi coalizioni che vorrebbero fare mettendo dentro cani e gatti solo per restare attaccati alla poltrona.
Come fare per aiutarci? Abbiamo attivato sul nostro sito www.italiadeivalori.it “Ma noi non ci fidiamo” un “Osservatorio dimissioni e contro le porcate”. Contattateci, interloquite con noi, aiutateci a lavorare meglio nel vostro interesse. (www.antoniodipietro.it)




La fine della Seconda Repubblica





Il Cavalier Silvio Berlusconi è stato ricevuto al Quirinale dalla controfigura di Umberto II, l'ultimo re d'Italia. La scena nei modi e nella sua rappresentazione è la medesima del 1943, quando a Villa Savoia Vittorio Emanuele III comunicò al Cavalier Benito Mussolini il suo licenziamento. In entrambi i casi il successore venne scelto dal regnante. Ieri fu Badoglio, adesso è Monti. La caduta del fascismo avvenne per una guerra mondiale persa. Quella del berlusconismo per un disastro economico di livello europeo. I liquidatori furono allora gli angloamericani, oggi i tedeschi e i francesi. Lo spread sopra i 500 punti ha cacciato queste caricature di governanti, di ministri e ministresse, non l'opposizione. Se fosse stato per il Pdmenoelle, questo governo sarebbe durato per sempre.
Un fantasma si aggira per l'Europa, quello del fallimento dell'euro. Il detonatore è l'Italia e il suo debito pubblico che vanno messi sotto tutela prima che sia troppo tardi. Ma è già troppo tardi... Nel frattempo però, come quando un'azienda fallisce, i creditori vogliono recuperare il massimo possibile prima del default italiano. Il Governo Monti ridurrà l'esposizione internazionale del nostro debito. La patrimoniale è cosa già fatta, insieme all'introduzione dell'Ici sulla prima casa e al taglio dei dipendenti pubblici.
Berlusconi è un vecchio zombie, era già morto politicamente nel 2008. Lo resuscitò Waterloo Veltroni, e le opposizioni, per tre anni che sono sembrati lunghissimi, lo hanno protetto in innumerevoli voti di fiducia e regalandogli deputati a piene mani, da Calearo a Razzi, per tacer di Scilipoti. La Seconda Repubblica volge al termine. Ci ha fatto largamente rimpiangere la Prima. I partiti si sono impadroniti dello Stato e se ne sono nutriti. Chi grida "Elezioni, elezioni!", non sa di cosa parla, o forse pensa solo alle poltrone. La data delle elezioni è già stata decisa a Washington, Parigi e Londra, con tutta probabilità sarà il 2013. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale siamo un Paese a libertà limitata con basi americane che presidiano tutta la penisola. Ora siamo stati messi anche ai domiciliari. La politica economica non è più di nostra competenza, ma del FMI e della BCE. Riceviamo lettere dalla UE che sono l'equivalente di ordini, ultimatum. Mussolini, all'uscita del colloquio con il re, fu caricato su un'ambulanza. Gli venne detto che era per proteggerlo. In realtà, il mezzo era pieno di Carabinieri che lo arrestarono. Ieri sera l'ambulanza non c'era davanti al Palazzo del Quirinale e neppure i Carabinieri. Peccato. Sarebbe stata una degna e appropriata uscita di scena. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. (www.beppegrillo.it)

La battuta del giorno

"Ho anteposto gli interessi del Paese ai miei interessi." (Silvio Berlusconi al GR 1 Rai)

In una ammissione di colpa, quella di aver pensato esclusivamente sempre ai cazzi suoi, dovremmo essergli anche grati ?!

martedì 8 novembre 2011

Maurizio Crozza a Ballarò 08/11/2011

La battuta del giorno

"Spazio ad Alfano" (Umberto Bossi dopo il tracollo di Berlusconi)


Lo zombie padano dimentica, ma è facile che non lo sappia, che dovrà essere il Presidente della Repubblica a nominare il nuovo premier.)

...e intanto ieri "il direttorissimo" pontificava e minacciava

Mummificati



Dimissioni subito, Berlusconi licenziato


Gli è rimasta solo una minoranza di 308 deputati, dell’armata di nominati con cui aveva vinto le elezioni e ottenuto il premio di maggioranza nel 2008. In 321 parlamentari gli hanno detto che se ne deve andare a casa subito, per il bene dell’Italia. Una sconfitta cocente, condita di tradimenti dell’ultim’ora e resa ancora più amara dalla mitomania che obnubila l’autunno di quest’uomo abarbicato al potere. Adesso se ne deve andare a casa. Subito. Tenterà di rimanere a capo dell’opposizione per farne una trincea a tutela delle sue proprietà. Ma scoprirà l’ingratitudine degli uomini che non hanno più interesse a proteggerlo. Il Pdl è destinato alla frantumazione. Speriamo che Berlusconi non tenti una resistenza oltranzista ai limiti dell’eversione. A vigilare, per fortuna, c’è il presidente della Repubblica. (www.gadlerner.it)

Gli uomini vuoti

La maggioranza, o quella caricatura che agonizzava dal 14 dicembre 2010, non c’è più e neppure i suoi gonfi e tronfi “boia chi molla” si agitano più di tanto, semmai già tutti pronti, come Ferrara che ha individuato in Renzi il suo nuovo “maître a manger”, a cercare nuovi alloggi. Aveva avuto dunque torto Nanni Moretti nel “Caimano” e aveva avuto ragione T.S.Eliot, nella sua “Gli Uomini Vuoti”, che sembra l’elegia di questa fine squallida di un regime di cialtroni che si decompone un pezzo alla volta. “Siamo gli uomini vuoti/Siamo gli uomini impagliati/Che appoggiano l’un l’altro/La testa piena di paglia/…../E’ questo il modo in cui finisce il mondo/Non con uno schianto, ma con un gemito”. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

Berluskaz



lunedì 7 novembre 2011

La battuta del giorno

"Voglio guardare in faccia i traditori" (Silvio Berlusconi non si dimette)

Bye bye baby





Quella che è stata una storica showgirl dei canali Mediaset. Quella che ha camminato sui carboni ardenti, cavalcato tori imbizzarriti e speronato autobus romani con la sua Porsche. Quella che si è lanciata con il paracadute e fatta ipnotizzare da Giucas Casella. Quella che poi è entrata in Forza Italia, e voleva spazzare via i libri di storia che gettavano fango sul Premier. Quella che Internet andava imbavagliata e che Madonna aveva un ufficio stampa comunista. Quella che "per i miei figli adolescenti il Cavaliere è un mito perché parla una lingua che loro conoscono, racconta le barzellette ed è anche super potente da un punto di vista sessuale". Ecco. Nel momento più difficile, è passata all'Udc.


L'Onorevole Gabriella Carlucci ha abbandonato Silvio Berlusconi. Ripeto. Gabriella Carlucci. (http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Berlusconi ha i numeri

Antonio Di Pietro : non faremo il lavoro sporco

Con questo parlamento, con questi peones pronti a vendersi da una parte e dall'altra, una eventuale mozione di sfiducia non si saprebbe dove va a parare.
Comunque vada la sua solita campagna acquisti, il governo Berlusconi è finito. Che un governo possa reggersi su 4 transfughi è impensabile. Modificando l'ordine degli Scilipoti, il risultato non cambia. Sempre di quattro voti in vendita al miglior offerente si tratta.
Spero e credo quindi che presto il governo Berlusconi se ne vada a casa. Ma a quel punto tutta l'opposizione, Udc compresa, potrà arrivare al massimo a 320-321 deputati. Come non riescono adesso a governare con una maggioranza tanto risicata, così non ci riuscirebbe un governo tecnico, o dell'emergenza o come diavolo lo si vuole chiamare.

L'idea di usare facce pulite per un lavoro sporco, cioè di far fare a un Mario Monti gli stessi provvedimenti di macelleria sociale che vorrebbe fare Berlusconi e che noi contrastiamo, a noi non va bene.
Delegittimato non è solo questo governo ma anche questo Parlamento. La cosa migliore da fare una volta caduto Berlusconi è andare alle elezioni il prima possibile permettendo al popolo di fare le sue scelte. (www.antoniodipietro.it)

domenica 6 novembre 2011

Cosa non si fa per campare

Secondo un sondaggio di Libero il 92% degli italiani chiede a Berlusconi di non mollare !
Altro che servi a libro paga ! Zerbini e pure gratis !

La battuta del giorno

«Ma certo, subito. Finalmente uno a cui piacciono le donne. Anche troppo. In questo mondo di gay, lui almeno è una certezza»
(Sandra Milo (è ancora viva ?!!) in un'intervista rilasciata a Vanity Fair, la giornalista le chiede «E con B, si fidanzerebbe?»)

sabato 5 novembre 2011

Miserere per un miserabile





Un vecchio vizio del mio carattere minaccia di riaffiorare in queste ore di agonia civile per il logoro pubblicitario di Arcore. Provo un’ irresistibile senso di pietà anche per i peggiori cialtroni quando arriva per loro il momento del “redde rationem”, che viene per tutti. Penso al giorno in cui Berlusconi, con tutti i suoi soldi e i suoi capelli pitturati sul cranio e gli spettri delle zoccole e dei lenoni che gli danzano intorno, scoprirà di essere un ometto solo, un vecchietto impotente e, parola per lui orrenda, un “loser”, un perdente che ha sperperato il più gigantesco capitale di popolarità che la disgraziata Italia avesse concesso a un uomo di governo dopo Mussolini. Non ci siamo ancora, e l’agonia potrebbe essere lunga, ma quasi. Devo cominciare a temere di provare pietà anche per questo vecchio falsario ormai palesemente fuori di testa, che farnetica di ristoranti traboccanti, di magnifiche vacanze, di aerei straprenotati – proprio lui che non deve comperare un biglietto d’aereo da decenni – e attribuisce i nostri guai al cambio lira-euro? Spero che sia lui, con il suo comportamento nelle ore del tramonto (ho scritto tramonto, non tremonti) a risparmiarmi il riflesso della pietà. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

L'ospite cafone

Ospite della prima puntata di "Servizio Pubblico", Franco Bechis, giornalista di Libero, fa la sua personale diretta con sms inviati dal suo computerino alla redazione del giornale. Niente di diverso dal comportamento del classico ospite cafone con incollato al volto un sorriso sbilenco.




00.20 - Va beh... Questa rivoluzione di Santoro è proprio un bluff... Unica fortuna non mi ha fatto fare domande a Della Valle. Ogni volta che scrivo di lui mi fa un causa da 30 milioni... Meglio così. Avevo domanda cattiva, ma tengo famiglia ... Buona notte a tutti

00.05 - Beh... Se questa ragazza dice la verità io sono Marlilyn Monroe..

00.01 - Ah ecco! Ha la ragazza acqua e sapone che racconta tutto quel che abbiamo già letto sui giornali... Na truffa!!!

23.53 - Della valle messo ko dalla precaria valeva il prezzo del biglietto. Ora ci tocca la pena del contrappasso. L'ennesima escort che svela (ormai poco ) su Silvio...

23.41 - La precaria sta dando lezioni a Della Valle

23.29 - Lavitola è un gag irresistibile... E si vede che piace. Santoro...

23.19 - Beh...Lavitola-Santoro è grande gag... Due artisti fra commedia e melodramma... Sembrano fatti per lavorare inseme...

23.09 - Arriva pure Lavitola in diretta. Quindi delle due l 'una: o Santoro è ricco e ha i soldi per pagarsi il satellite. O Lavitola è latitante a Peretola e non in Sudamerica...

23.07 - Ma come, Rizzo e Stella si inchinano timidi a Travaglio. Hanno scritto loro la Casta!!!

22.46 - Ahi... Mi stanno sabotando. Dieci minuti di blackout

22.35 - Toccava a me, quindi scusate, pausa. Della Valle ha una missione: occuparsi di 50 milioni di italiani meno uno: Berlusconi. Ripetuto 3 volte. Ma gli italiani sono 60 milioni

22.18 - Pausa tecnica. Nota della redazione: il nostro Franco Bechis interviene in diretta.

22.04 - Doppia dose di Travaglio, in fondo ci mette i soldi e paga un po' Santoro anche lui ...

21.55 - Ah, ecco...mancava la precaria alla rivoluzione... E' arrivata. Evviva

21.52 - Dai che ora tocca al rivoluzionario vero. De Magistris. Fa il napoletano contro la Lega. Mamma mia che fantasia

21.50 - Della Valle racconta le sue fatiche all'estero. Ogni problema che risolve deve comprarsi un braccialetto. Ne ha una decina al polso

21.46 - Qui in mezzo alla rivoluzione ecco sermone di Papa Mieli ...

21.37 - Della Valle continua a sistemarsi la sciarpa... Non si sente abbastanza bello... Sistema di continuo la mise...

21.33 - Ride di fianco a me Luisella Costamagna. Sembra nervosa. In fondo anche per lei è un ritorno in tv. Nervosa ma in forma strepitosa...

21.31 - Si vede che per non stare con le mani in mano ha girato servizi in questi mesi. E li riciccia..

21.29 - Gioca facile Santoro. Se la prende con Scilipoti... Da un rivoluzionario mi aspettavo di piu'..

21.25 - Della Valle a momenti si strozza con sciarpa e microfono...

21.23 - C'e già pubblicità. Entrano in studio Della Valle e De Magistris. Una signora dietro me nota dello scassato re di Napoli: "Ma come si e' ingrossato..."

21.21 - Ecco Vauro. Spiritoso e un pizzico blasfemo

21.17 - Fra il pubblico giornalisti e perfino amministratori de 'Il Fatto'... In fondo hanno messo i loro soldi
21.15 - Ed ecco la docufiction che piace tanto a Santoro... Ma con Lavitola la realtà è meglio della fiction...
21.14 - Ecco Valter Lavitola. Ma è registrato, non in diretta. Qui non si hanno i mezzi di Enrico Mentana
21.13 - E naturalmente Travaglio fa di Ingroia un santo...
21.12 - Anche Travaglio fa la rivoluzione: attacca chi ha criticato il pm Antonio Ingroia. Che fa le vacanze con lui... Rivoluzionario difendere un amico...

21.09 - Santoro dice di non essere un martire. Ma un rivoluzionario. Pero continua a fare la stessa trasmissione da piu di 20 anni...

21.05 - Qui siamo a casa dell'anti Silvio. Ma non mancano le gnocche. Pure le cameramen...

21.03 - Lo studio e'il doppio piu grande di quello Rai per Annozero. Il pubblico molto di piu'. E rumoreggia già . Uno dietro me dice : la saboterò ...

21.00 - Ci siamo sta per iniziare. E' venuta Bianca Berlinguer per gli auguri. Diego Della Valle si è fatto accompagnare dal giornalista Rai Pascal Vicedomini. Paolo Mieli è convinto che un addetto alla sicurezza sia Marco Milanese. Gli dico di no, ma lui è sicuro

20.36 - In viaggio verso Santoro. Roma è paralizzata e io sono quasi in ritardo. La cronaca iniziera' in extremis...

venerdì 4 novembre 2011

Quando la domanda è scomoda

Marco Travaglio a Servizio Pubblico del 3/11/2011

L'Italia commissariata e quei due che si odiano


Nella demenziale conferenza stampa in cui Berlusconi ha negato l’esistenza di una crisi economica in Italia, perchè lui trova sempre i ristoranti pieni, i non detti pesano più delle parole dette a vanvera. Più volte i giornalisti hanno domandato a Tremonti se smentisse la sua richiesta a Berlusconi di fare un passo indietro. Il sepolcro imbiancato di via XX settembre ci ha girato intorno, ha finto ironia, ha insolentito come al solito un collega, ma si è ben guardato dal rettificare. Neanche una parola ha speso in favore della sopravvivenza del governo di cui fa parte. Un governo che a Cannes ha dovuto cedere un’altra quota di sovranità nazionale pur di contare sul sostegno del Fondo Monetario Internazionale. L’imbarazzo con cui s’è adoperato l’eufemismo “certificazione” in luogo del termine “monitoraggio” testimonia il fatto che entrambi i nostri governanti sono adusi alla menzogna. Come precisato ben più autorevolmente da Barroso e dagli altri partecipanti al G20, l’Italia è sotto commissariamento internazionale. (www.gadlerner.it)