mercoledì 29 febbraio 2012

Il bastone e la 600

Qualche anno fa, discutendo in privato con il professor Prodi quando era presidente del Consiglio e tentava di governare l’Italia alla guida di una maggioranza di mentecatti, masochisti, parolai, idioti che si credevano geniali e arruffoni vanesi assortiti, gli feci la “domanda della 600″. La generazione dei nostri genitori, uscita con le gambe spezzate dalla guerra voluta da Mussolini, si era raddrizzata lavorando e faticando e ricostruendo e sacrificandosi, nella convinzione che alla fine della propria fatica disumana (sentivo mio padre picchiettare sulla sua Lettera 22 e tenermi sveglio fino alle tre del mattino e doveva uscire di casa alle sei per prendere servizio al Corriere d’Informazione) ci fossero le piccole e grandi ricompense del lavoro. L’utilitaria, la “600″ (che perdeva olio come un frantoio), la settimana al mare per i bambini, la casa comperata con mutui trentennali, il “frigor”, come dicevano i buoni milanesi, le scuole. Ma quale fu, al momento del grande sacrificio collettivo per entrare nell’Euro, la “600″? Non mi diede una risposta. Qual è, oggi, la ricompensa terrena – al Paradiso ci pensa Celentano, io non sono abbastanza informato sull’argomento – per il calvario di manovre e strette? Evitare di cadere nel precipizio non può bastare come incentivo, anche perché fino a quando non ci si casca dentro non si capisce quanto faccia male, come non lo capiscono quelli che invocano addirittura il “default”, il fallimento nazionale, come soluzione. Quello che nessun leader politico serio, lasciamo perdere i clown, gli imbonitori, gli opportunisti e i rubagalline che si spacciano per uomini e donne politici, osa dire, è che oggi si è costretti a correre sempre più forte per restare fermi dove si è. Quando va bene, ma proprio bene. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

Basta favori alle banche

Stamattina la Bce ha concesso alle banche europee un prestito di circa 520 miliardi di euro a tasso agevolatissimo dell’1%. E’ il secondo prestito di questi tipo nel giro di due mesi. Quello precedente, del 21 dicembre 2011, era stato di 489 miliardi di euro. Di questo malloppo quasi un quarto era andato alle banche italiane: 116 miliardi in tre anni.Questi soldi sono stati prestati dalla Bce perché le banche italiane dovevano a loro volta prestarli alle aziende in difficoltà, ai giovani imprenditori che hanno una buona idea ma gli mancano i fondi per realizzarla, a chi vuole mettere su famiglia e ha bisogno di un mutuo. Dovevano servire al Paese e alla sua crescita, non ai finanzieri e alle loro speculazioni.Invece è andata al contrario. I banchieri hanno intascato il prestito multimiliardario e poi, invece di riaprirli, hanno chiuso ancora di più i cordoni della borsa. Con quei miliardi si sono comprati i buoni del tesoro con un tasso d’interesse molto più alto di quello che devono pagare loro alla Bce. Hanno speculato alla grande e si sono riempiti le tasche a spese dello Stato, lasciando nella disperazione tutte quelle imprese e quelle famiglie che avevano bisogno di un prestito anche piccolo.
Ci sono aziende che, mentre le banche contavano i miliardi guadagnati speculando sul prestito europeo, hanno dovuto chiudere perché non gli sono stati concessi prestiti di 5 o 6mila euro!Il governo Monti ha il preciso dovere di impedire che il giochino prosegua e anzi si ripeta con questo secondo prestito. Se le banche italiane vogliono accedere a quelle eccezionali agevolazioni devono assumere l’obbligo di usare i miliardi della Bce per far ripartire l’Italia e non per ricapitalizzarsi. Garantire che le banche che prendono i soldi per riaprire il credito poi lo riaprano davvero non è una vessazione. E’ il minimo che un governo serio possa e debba fare. (www.antoniodipietro.it)

La TAV è una montagna di merda

Perché si deve fare la TAV? Ci ho pensato a lungo in questi anni, sin dal primo post pubblicato sul blog nell'ormai lontano 2005 dopo l'attacco della Polizia contro i valligiani a Venaus.La Tav è un'opera inutile, anche un imbecille, se informato, lo capirebbe. Il costo spaventoso di 22 miliardi a carico quasi completo dei contribuenti (anche il parziale finanziamento della UE deriva dai contributi che versiamo all'Europa). Una linea merci in una valle dove esiste già una linea ferroviaria con un massimo del 50% trasportato rispetto alla capacità effettiva e in costante diminuzione da dieci anni. Un tunnel di 52 chilometri che finirà tra 12/15 anni progettato 25 anni fa dentro una montagna ricca di amianto. Questo in un Paese dove non ci sono i soldi per la sanità, i trasporti locali, la scuola. Un Paese con le pezze al culo che ci spreme come limoni butta nel cesso 22 miliardi per un buco inutile.Se la Tav è così inutile, vuol dire allora che è molto utile a qualcuno. Se non si può tornare indietro significa che il Sistema non è nelle condizioni politiche, economiche o di legami con la criminalità organizzata per farlo. Qualcuno forse ha già incassato delle tangenti e non è più in gradi di restituirle? Uno si può fare mille domande di fronte a uno scempio di soldi pubblici senza senso apparente. Perché Passera si schiera apertamente per la Tav? Forse IntesaSanpaolo ha degli interessi nell'opera? Che ruolo hanno le banche in questa predazione gigantesca? Passera non è stato eletto da NESSUNO e pretende di dare lezioni di democrazia ai valsusini mentre Rigor Montis fa il palo. Qual è il ruolo della criminalità organizzata in questa torta creata dal delirio della politica? Perché persone della 'ndrangheta intercettate a Torino hanno detto di votare Fassino sindaco?Contro i valsusini si è schierato il Potere, compatto, senza vergogna, senza porsi limiti di decenza. Da Libero a La Repubblica, da Belpietro a Scalfari, dalla Lega al Pdl al Pdmenoelle, dalle cooperative rosse di Bersani a quelle bianche di Lunardi. Se perdono vanno a casa, le opere pubbliche utili solo ai partiti alle lobby e al debito pubblico si fermeranno in tutta Italia, dalla Gronda all'Expo di Milano. I partiti crolleranno. Qualcuno forse finirà in galera. La Tav è una montagna di merda e chi la vuole è una guida alpina. Dopo vent'anni sento arrivare una nuova Tangentopoli. Fischia il vento, è il vento caldo della primavera. Loro non si arrenderanno mai. Noi neppure. (www.beppegrillo.it)

martedì 28 febbraio 2012

Maurizio Crozza a Ballarò 28/2/2012

Quelli del partito dell'amore







Sai distinguere il vero dal falso ?





"Più di un milione di tesserati", "Un successo incredibile", "La prova che non siamo un partito di plastica", "La gente è sempre più orgogliosa di militare nel nostro partito", "Un risultato straordinario", "risposta all'antipolitica", "grande successo dei congressi", "straordinariamente bello". I vertici Pdl continuano a celebrare con grande enfasi la "nuova fase" del partito fondato da Silvio Berlusconi. E tra congressi e tesseramenti, credo sia giunto il momento di fare un piccolo riepilogo degli ultimi "successi" targati Angelino Alfano e da tutto il "Partito degli Onesti" ...

1. Vicenza, indagano i carabinieri: copia-incolla dagli elenchi dei cacciatori, cittadini iscritti al Pdl a loro insaputa. Tra le 16 mila tessere racchiuse in due 24 ore spuntano fuori iscritti alla Lega, a Rifondazione Comunista e persino cittadini defunti.

2. Savona, iscritti al partito "nomi che non c'entrano nulla con il Pdl", tantissime "famiglie popolari di Albenga", e persino dei consiglieri comunali del Pd.

3. Bari, Digos nella sede del partito, scoperte 139 tessere intestate a ignari cittadini. C'è pure una militante del Partito Democratico.

4. Treviso, valanga di tessere fasulle, ancora copia-incolla da liste venatorie, vengono tesserati esponenti di Lega, Udc, Fli, persino un maresciallo dei carabinieri: che per legge non potrebbe iscriversi ad alcun partito.

5. Brescia, indaga una commissione. Tessera Pdl ad una iscritta al Partito Democratico.

6. Brianza, i carabinieri sentono la coordinatrice del Pdl locale, centinaia di iscritti senza averne fatto richiesta, tra cui minorenni, allettati, malati, dipendenti di politici tesserati in blocco.

7. Salerno, sequestrate 26 mila tessere, indagano i magistrati dell'antimafia. Iscritti persino i morti.

8. Milano, si mobilita il Cepu, che ordina ai propri dipendenti: "Iscrivetevi al Pdl".

9. Modena, l'ombra della Camorra dietro un boom di tessere definito "allarmante". Il Pdl manda immediatamente un commissario ad indagare: Denis Verdini.

E ultimissima:

10. L'Aquila, per il congresso il partito fa arrivare da Sulmona 3 pullman pieni di dipendenti di un call center riconducibile all'Onorevole Pdl Sabatino Aracu. "Persone portate sia per fare numero" - denuncia il segretario regionale Ugl Peretti - "sia per votare, visto che qualcuno ha pagato loro le tessere ... una cosa così squallida non l'ho mai vista". (http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Silvio l'impunito non ha futuro politico

Il sorriso di Ghedini al momento della lettura della sentenza Mills dice tutto sulla natura scandalosa di questo processo boicottato, manipolato, deformato con leggi ad personam, ricusato e infine aggirato. Ma l’Italia tutta lo sa benissimo che Berlusconi, benchè prescritto, ha un ruolo ineludibile nella comprovata corruzione dell’avvocato inglese. Con la forza del suo potere politico e del suo denaro evita ancora lo sfregio di una condanna; ma credo lui stesso abbia già preso atto di essere non più spendibile per incarichi pubblici nel nostro paese. Forse se la caverà sul piano personale, salverà almeno in parte il patrimonio, ma politicamente è un uomo finito. (www.gadlerner.it)


lunedì 27 febbraio 2012

I salari più miseri del continente

Ogni volta che il governo Monti deve dare una mazzata pesantissima ai lavoratori o ai pensionati si giustifica sempre con lo stesso argomento: l’Europa. Lo dobbiamo fare per metterci al livello dell’Europa, per salvare l’Europa, per restare in Europa, perché ce lo chiede l’Europa.Però l’Europa bisogna ricordarsela sempre, non solo quando fa comodo. Non è che si può strillare “Europa, Europa” quando si parla del debito pubblico e fare finta di niente quando viene fuori che i salari dei nostri lavoratori sono quasi i più miseri del continente. I tedeschi guadagnano quasi il doppio degli italiani ma anche nei Paesi che si trovano in difficoltà quanto e più di noi, come la Spagna e addirittura la Grecia, alla fine del mese i lavoratori incassano una busta paga migliore.Se l’Europa è il modello e l’esempio, deve esserlo anche quando di parla di occupazione femminile, che in Italia è fra le più basse, e giovanile, dove la situazione da noi è ormai da emergenza assoluta, con il 27,8% di disoccupazione giovanile contro il 21,1% della media europea.La situazione del lavoro non è meno grave di quella del debito pubblico. Basta uscire dalle proprie belle case o dalle aule universitarie per sentire a che punto è arrivata la disperazione. Solo in questo week end si sono uccisi un elettricista appena licenziato a Sanremo e un imprenditore rovinato a Firenze. Questa stessa mattina a Udine due operai senza stipendio da mesi si sono arrampicati su una gru e minacciano di buttarsi di sotto.E’ ora che il governo inizia a preoccuparsi di essere degno dell’Europa anche quando si tratta di stipendi, di occupazione e di aiuti alle imprese. Bisogna che intervenga perché le banche riaprano il credito alle piccole e medie imprese, riduca la tassazione per le imprese che investono in Italia e che danno lavoro a tempo indeterminato, che avvii una lotta radicale alla precarietà.L’Europa è questa, non solo quella del rigore, delle banche e degli interessi finanziari. (www.antoniodipietro.it)

Passaparola - Economia del sottosviluppo - Nino Galloni - (dal blog www.beppegrillo.it)

domenica 26 febbraio 2012

E' qui la festa ?

Solo un delinquente incallito, i suoi avvocati e i suoi complici potrebbero festeggiare una sentenza come quella emessa ieri dal Tribunale di Milano. Una sentenza che, tradotta in italiano, dice così: la prescrizione è scattata dieci giorni fa, grazie all’ultima disperata mossa perditempo degli on. avv. Ghedini e Longo (la ricusazione dei giudici), dunque non possiamo condannare B.; ma lo sappiamo tutti, visto che l’ha già stabilito la Cassazione, che nel 1999 l’avvocato Mills fu corrotto dalla Fininvest con 600 mila dollari nell’interesse di B., in cambio delle due false testimonianze con cui – come aveva lui stesso confidato al suo commercialista – l’aveva “salvato da un mare di guai”. Cioè gli aveva risparmiato la condanna per le tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza.Condanna che avrebbe fatto di B. un pregiudicato già nel 2001, con devastanti effetti a catena: niente più attenuanti generiche negli altri processi, dunque niente prescrizione dimezzata, ergo una raffica di condanne che oggi farebbero di lui non un candidato al Quirinale, ma un detenuto o un latitante. E se, al netto della falsa testimonianza prezzolata di Mills sulle tangenti alla Gdf, B. sarebbe stato condannato in quel processo, al netto della legge ex Cirielli sarebbe stato condannato anche ieri per avere corrotto Mills. Così come Mills sarebbe stato condannato due anni fa per essere stato corrotto da B. (invece si salvò anche lui grazie alla prescrizione, scattata due mesi prima). Quando infatti fu commesso il reato, nel 1999, la prescrizione per la corruzione giudiziaria scattava dopo 15 anni: dunque il reato si estingueva nel 2014. Ma nel 2005, appena scoprì che la Procura di Milano l’aveva beccato, B. impose la legge ex Cirielli, che tagliava la prescrizione da 15 a 10 anni.Così il reato si estingueva nel 2009. Per questo la Cassazione, nel febbraio 2010, ha dovuto dichiarare prescritto il reato a carico del corrotto Mills (pur condannandolo a risarcire lo Stato italiano). E per questo ieri il Tribunale ha dovuto fare altrettanto col corruttore B. Fra il calcolo della prescrizione proposto dal pm Fabio de Pasquale e quello suggerito da Ghedini e Longo, il Tribunale ha scelto quello degli avvocati: la miglior prova, l’ennesima, che il Tribunale di Milano non è infestato di assatanate toghe rosse. Anzi, visti i precedenti, se i giudici hanno un pregiudizio, è a favore di B. Il quale, per la sesta volta, incassa una prescrizione a Milano: le altre cinque accertarono che comprò Craxi con 23 miliardi di lire, comprò un giudice per fregarsi la Mondadori e taroccò tre volte i bilanci del gruppo per nascondere giganteschi fondi neri usati per comprare tutto e tutti.Ora càpita di ascoltare Angelino Jolie, avvocato ripetente, che delira di “folle corsa del pm” (dopo 8 anni di processo!); l’incappucciato Cicchitto che vaneggia di “assoluzione”; e l’imputato impunito che si rammarica (“preferivo l’assoluzione”), ma s’è ben guardato dal rinunciare alla prescrizione per farsi giudicare nel merito. Gasparri, poveretto, vorrebbe cacciare De Pasquale perché ha cercato di non far scattare la prescrizione. Ecco: per lui il compito dei magistrati è assicurare la prescrizione a tutti. Se l’ignoranza si vendesse a chili, sarebbe miliardario. (Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)

...pronto, Belpietro, sono Sallusti , che titolo facciamo ?







sabato 25 febbraio 2012

venerdì 24 febbraio 2012

Fabbricare auto in Italia per gli USA ? Ma va là

La lunga intervista di Massimo Mucchetti a Sergio Marchionne sul “Corriere della Sera”, alla fine conferma il destino riservato dalla Fiat ai suoi stabilimenti italiani: impianti di montaggio per automobili concepite a Detroit e destinate a essere vendute negli Stati Uniti. Per coprire il fabbisogno di un terzo del mercato Chrysler americano, gli stabilimenti italiani saranno in concorrenza con il Messico e il Canada. Fate un po’ voi il conto. Marchionne anticipa che in caso di scarsa concorrenzialità, bisognerà chiudere altri due impianti Fiat del nostro paese. Ma nel frattempo, tranquilli, lui potrebbe anche rientrare in Confindustria, sempre che quest’ultima nomini presidente l’uomo che gli piace, cioè Alberto Bombassei. Se questo è il tipo d’imprenditore che può indicare un futuro per l’economia italiana… (www.gadlerner.it)

Le vignette di Vauro a Servizio Pubblico 23/2/2012

Marco Travaglio a Servizio Pubblico 23/2/2012

giovedì 23 febbraio 2012

Un bullo chiamato Fiat

In un altro Paese, nel quale non vivranno mai gli italiani, se un giornalista fa un servizio che vuole mettere in cattiva luce un prodotto commerciale come un’automobile, il giornalista stesso avrebbe dovuto chiedere e ottenere una replica dell’azienda stessa a difesa del prodotto, nel programma stesso. Nel Paese nel quale viviamo, l’azienda offesa ricorre subito alla magistratura e ottiene un mostruoso risarcimento punitivo di 7 milioni di euro, qualcosa che stroncherebbe le gambe a qualsiasi programma o giornale che non fosse fortissimo e inevitabilmente passa non per giustizia, ma per vendetta prepotente. Corrado Formigli avrebbe dovuto essere meno frettoloso nello stroncare l”Alfa Romeo soltanto perché pare vada un poco più piano di Citroen e di Mini, perché la velocità e lo scatto non sono gli unici criteri assoluti di giudizio su un’auto. Ma La Fiat si è comportata da bullo nel cortile della scuola elementare e i bulli, quali che siano le loro ragioni, sono sempre odiosi, anche se fabbricassero le migliori auto del mondo. Per un’azienda che è ormai a corto di simpatia (eufemismo) presso l’opinione pubblica italiana, quello scatto di nervi è stato un orrendo spot pubblicitario, una cretinata anche peggiore dello spot fasullo sulla 500. Chi si occupa delle p.r. e della “immagine Fiat” o chi ha voluto quella ritorsione, dovrebbe essere licenziato. Non si pretende più stile, da chi produsse la Stilo, ma almeno intelligenza. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

Liberalizzazioni fantasma e mille proroghe

Ancora una volta la montagna sta per partorire il topolino. Tutte le chiacchiere sulle liberalizzazioni, sulla libera concorrenza e sull’esistenza di un governo finalmente capace di non inchinarsi di fronte alle lobby finiranno come al solito. Nel retrobottega del Parlamento le lobby ordineranno a Monti cosa fare e soprattutto cosa non fare e lui ci metterà sopra il voto di fiducia, come sta per fare oggi con il mille proroghe.
Ma se un governo con una maggioranza sterminata deve mettere la fiducia sempre e su tutto, vuol dire che quella maggioranza è falsa e posticcia. Fa solo finta di esistere per salvarsi il posto.
Noi la fiducia di oggi non la voteremo perché è ora di finirla con le istituzioni che non fanno le leggi quando dovrebbero e poi si attaccano alla scappatoia dei “mille proroghe” fatti passare di corsa. Ma non la voteremo anche per questioni di metodo, perché un governo che non può fidarsi della sua vastissima maggioranza non merita la fiducia delle persone e dei partiti seri.
Temo però che, dopo essersi messo in ginocchio di fronte alle lobby potenti sulle liberalizzazioni, il governo farà la faccia feroce con i lavoratori e sarà inflessibile sull’art. 18. Solo che mentre le liberalizzazioni servirebbero davvero al Paese, togliere l’art. 18 farà male a molti senza portare nessun vantaggio all’Italia. Se le aziende italiane chiudono e quelle straniere non investono da noi è colpa della corruzione e della burocrazia, non dell’art. 18.
Per questo noi dell’Italia dei Valori contrasteremo questa controriforma del mercato del lavoro ovunque. In Parlamento e nelle piazze. Col voto e in tutte le manifestazioni che i lavoratori organizzeranno per difendere i loro diritti. (www.antoniodipietro.it)

Il pozzo senza fondo dei giornali - Beppe Lopez - (dal blog www.beppegrillo.it)

mercoledì 22 febbraio 2012

Alla faccia nostra



Così pontifica il Ministro della Giustizia, l'avvocato Paola Severino dall'alto dei suoi sette milioni di reddito.

Dateci i soldi

La pubblicazione on line dei redditi dei ministri è cosa buona e giusta. Perché ogni mossa che aiuta la trasparenza, con l’aria di antipolitica che tira, è benvenuta e perfino necessaria.
Benvenuta e necessaria sarebbe anche una qualche moderazione della morbosità incontrollabile e generalizzata sulla roba, sui soldi, sulle case dei potenti.
C’è tanto di doveroso nel citizen che pretende di essere rappresentato da politici onesti e senza ombre. Ma c’è qualcosa di profondamente subalterno nella money addiction di chi si tormenta su quanto è gonfio il portafoglio altrui. Soprattutto quando questo altrui è uno che siede in Parlamento oppure occupa i banchi del governo.
La trasparenza è un metodo. Anzi, un buon metodo. Ma se nell’opinione pubblica diventa ideologia, allora quella trasparenza si fa improvvisamente opaca. L’amaro contrappasso, vittimista e piagnone, del populismo senza popolo. (Marco Bracconi http://bracconi.blogautore.repubblica.it/)

martedì 21 febbraio 2012

Maurizio Crozza a Ballarò 21/2/2012

Meno male che Candy c'è

Meno male che Candy c'è. Il nuovo inno del Pdl. Tutto finito.




(grazie a http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Chi grida "buffone" a Napolitano



Per il secondo giorno di fila in Sardegna gruppi di contestatori gridano “buffone” all’indirizzo del presidente Giorgio Napolitano. E’ evidente a tutti, credo, che l’epiteto stride con la personalità del nostro capo dello Stato. Criticabilissimo, ci mancherebbe, ma difficilmente liquidabile come macchietta o comunque espressione della politica deteriore. Lo avverto come un segnale di esasperazione davvero sopra il livello di guardia. La conferma che nessun piano di risanamento potrà andare avanti a lungo con metodo tecnocratico prescindendo dalla partecipazione e dalla verifica della volontà popolare. Leggo da più parti l’opinione che sia troppo breve per il governo Monti l’orizzonte temporale della primavera 2013, e cioè che bisognerebbe dare più tempo a lui e ai suoi tecnici. Ecco, trovo che sia molto pericoloso lasciar crescere ulteriormente questa divaricazione fra economia e democrazia. (www.gadlerner.it)

Uno sparo nel buio


Si dovrebbe andare molto cauti nel dare giudizi sulla vicenda dei fucilieri di Marina italiani (non amo la parola “marò” perché mi ricorda troppo la fascistissima XMas di Junio Valerio Borghese) nell’Oceano Indiano. Troppi dettagli fondamentali sono ancora confusi, troppe circostanze non coincidono, non è stata fatta un’autopsia sui cadaveri dei due morti per trovare eventuali pallottole e quelle finite in mare non si possono recuperare, contare o esaminare. In quello atato Indiano del Kerala è in corso una campagna elettorale feroce e sappiamo bene, anche noi in Italia, quanto sia facile utilizzare incidenti per attizzare e manipolare le folle emotivamente suggestionabili (ricordate i Rom stupratori e rapitori di bambini? I “clandestini”? Le moschee? La minaccia islamica? I ‘terroni”? Gli Albanesi? L’ Eurabia?). Ma a me pare molto strano che quei soldati si siano messi a sparare contro un peschereccio per uccidere deliberatamente, soprattutto con fucili automatici o mitragliette del tipo in dotazione al San Marco che hanno una portata e una precisione molto relativa e sono inadatti per mirare a bersagli distanti e ballonzolanti come una piccola imbarcazione, da una piattaforma di tiro già instabile come una nave in movimento. Certamente, può sempre valere il principio del “prima spara e poi chiedi chivalaà” ma la versione delle autorità indiane sull’innocente peschereccio che accosta una grossa petroliera in alto mare non mi convince per niente. Dubito anche seriamente che gli Indiani abbiano davvero intenzione di condannare all’ ergastolo o a morte quei soldati, quando si saranno calmati gli “indignados” del Kerala e lo sfruttamento elezioni sarà passato. Nel frattempo sono morti annegati altri soldati italiani in quel “buco nero” dell’Afghanistan dove nessuno capisce più che cavolo ci stiamo a fare se non a buttare vite e soldi e quelle morti, famiglie a parte, non fregano niente a nessuno. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

lunedì 20 febbraio 2012

Cancelliamo la corruzione, non l'articolo 18

La cancellazione o la modifica dell’art.18, che oggi chiede anche Walter Veltroni contraddicendo quanto appena detto da Bersani, non sarebbe solo una grande ingiustizia e la lesione di un diritto sacrosanto.Sarebbe anche un polverone alzato apposta per nascondere l’incapacità o la non volontà di fare sul serio qualcosa per rendere di nuovo competitivo il sistema Italia. Servirebbe a lasciare tutto com’è facendo finta di aver cambiato le cose.Noi dell’Italia dei Valori abbiamo presentato al Senato una mozione nella quale chiediamo al governo di togliere l’art.18 dal tavolo delle trattative con le parti sociali. Quella però è solo una riga della nostra mozione: tutto il resto lo abbiamo scritto per indicare cosa che andrebbe fatto per cambiare la sostanza e non la facciata del problema.Se le aziende straniere non investono in Italia non è perché c’è l’art. 18, ma perché la burocrazia fa sì che un’azienda investe oggi e non sa mai quanti mesi o anni ci vorranno per vedere qualche risultato. E soprattutto è perché se non sborsi tangenti e mazzette tutto rischia sempre di restare paralizzato. Cioè, detto in buon italiano, perché c’è in Italia una corruzione sfrenata che, come un cancro, divora il nostro sistema e gli impedisce di essere competitivo.E’ su questi fronti che le aziende più moderne e competitive, italiane ed estere, ci chiedono di intervenire, e in questa direzione vanno le misure che proponiamo nella nostra mozione, come una drastica riduzione della pressione fiscale per le aziende che investono in Italia e per quelle che assumono a tempo indeterminato.Oggi in Italia le vere posizioni conservatrici sono quelle di chi vuole nascondersi dietro la cancellazione dell’art.18 per non modificare niente. Per questo io torno a chiedere con forza a Bersani e alla leadership del Pd di impegnarsi perché la nostra mozione sia discussa e approvata al Senato.La strada per riportare il sistema Italia a un alto livello di competitività è quella, non la truffa propagandistica dell’art.18. (www.antoniodipietro.it)

Susanna Camusso a Che Tempo Che Fa 19/2/2012

Passaparola- Meno panem piu' circenses - Gianfrancesco Turano - (dal blog www.beppegrillo.it)

sabato 18 febbraio 2012

Applausi per Bondi


23 dicembre 2008, Montecitorio, il Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi inaugura in pompa magna la mostra per la presentazione di un crocifisso ligneo attribuito al grande Michelangelo ed appena acquistato dallo Stato. Prezzo: 3,2 milioni di euro. Una "patacca". Oggi il tarocco è confermato, ma quale Michelangelo. La Corte dei Conti sta indagando, e sembra i cittadini italiani, per quell'opera, abbia sborsato il quintuplo dell'effettivo valore. Oggi Sandro Bondi prova a difendersi, "fu una mia scelta, rivendico la bontà e la correttezza di quella decisione". E aspettando che gli inquirenti facciano luce sull'ennesimo episodio di malagestione - tanto abbiamo offerto noi - mi sono andato a rivedere le dichiarazioni di quel dicembre 2008. Che si diceva di questo Crocifisso?

Sandro Bondi, allora Ministro dei Beni Culturali:
E' motivo di grande soddisfazione presentare il Crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo Buonarroti ... Davvero perfetta l'armonia raggiunta dal sommo artista tra la nobiltà del corpo di Cristo e la sofferenza del Suo sacrificio per la redenzione dell'umanità .

Vittorio Sgarbi, chiamato come esperto:
Bisogna affidarsi agli occhi ... l'opera esprime la gentilezza di un momento aurorale della sua produzione, che si esprimerà poi con la forza e la potenza delle forme.

Antonio Paolucci, direttore Musei Vaticani:
Michelangelo aveva raggiunto una padronanza totale del corpo umano che in lui diventa modo espressivo, vero e proprio linguaggio artistico.

Gianfranco Fini, Presidente della Camera:
E' un pregevole capolavoro che meritoriamente il Governo ha acquisito al patrimonio nazionale, rendendo un servigio al grande patrimonio culturale e artistico del nostro Paese.

Roberto Cecchi, rinviato a giudizio per danno erariale, oggi Sottosegretario, allora Direttore Generale per i Beni Architettonici:
Non si è trattato di un acquisto d'impeto, ci sono voluti due anni di consultazioni per arrivare all'acquisto.

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica:
Notevole? Un termine un po' debole. E' un'opera di bellezza suprema.

L'Osservatore Romano:
Quelle linee ricordano la Pietà ...

Sandro Bondi, allora Ministro dei Beni Culturali:
E' fondamentale destinare le poche risorse disponibili a progetti e iniziative che abbiano un significato così alto che possiamo consegnare alle generazioni future.

L'Osservatore Romano:
L'autore? Se non è Michelangelo è Dio.

Vittorio Sgarbi, chiamato come esperto:
Un Michelangelo comprato al prezzo di un Sansovino.

Il Giornale:
Una straordinaria prova di lungimiranza del Ministero retto da Sandro Bondi.

Sandro Bondi, allora Ministro dei Beni Culturali:
Sono in corso contatti con Washington perché possa ospitare al più presto il crocifisso per omaggiare il nuovo presidente Barack Obama.
(http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Olimpiadi di Roma, la commissione c'è ancora





Il no del governo Monti ha imposto lo stop definitivo alla candidatura di Roma per le Olimpiadi di Roma del 2020. Un esborso di denaro pubblico troppo ingente, si è detto, in un momento di crisi profonda. Assai più difficile, almeno per ora, sembra sciogliere la Commissione Giochi Olimpici e grandi eventi, istituita dalla Regione Lazio all'inizio del 2011 proprio in vista dell'evento olimpico e riunitasi non più di tre volte in un anno. I partiti di opposizione in Consiglio Regionale sono corsi a presentare una proposta di legge per lo scioglimento dell' Ente, che in un anno, secondo le stime dei Verdi, è costato più di centomila euro e viaggia addirittura intorno ai 200mila euro, spesi prevalentemente per gli emolumenti al presidente Romolo Del Balzo. Il quale, peraltro, risulta indagato per una truffa legata allo smaltimento dei rifiuti ai danni del Comune di Minturno, suo paese natale nel Basso Lazio. Al momento, però, nessuna decisione formale in merito allo scioglimento della Commissione è stata assunta. (www.cadoinpiedi.it)

venerdì 17 febbraio 2012

Pubblicano a braccetto







L'inferno di Adriano

Ora si capisce bene perché Celentano voleva sul palco Beppe Grillo.

Adriano e Beppe hanno la stessa vocazione furbo-adolescenziale a non tener conto della complessità. La stessa eloquenza proto-Savonarola che in nome della verità (presunta) perde di vista la realtà (vera) delle cose. Lo stesso muoversi falso-umile sui principi popolari facendo finta di non sapere quanto quei principi siano in relazione con le asprezze del vivere umano in carne ed ossa.

Intendiamoci, il molleggiato ha ragione. E’ una gran brutta vita, la nostra, con tutto questo spread e tutte queste guerre.

Solo che il modo migliore per farla restare tale è la predicazione che invocando il paradiso si tiene questo inferno. Mentre sarebbe un po’ più utile cercare quello che in questo inferno non è inferno. E farlo durare. E dargli spazio. (Marco Bracconi http://bracconi.blogautore.repubblica.it/)

Uno su quattro non ce la fa





Uno su quattro non ce la fa. Il 24.5% delle famiglie italiane è a rischio povertà. Non riesce a pagare l'affitto, il mutuo, non usa il riscaldamento, non apre neppure le bollette del gas e della luce. Mangia ancora, ma sempre più spesso fa la fila alla Caritas. Qualcuno si azzarda a chiedere l'elemosina, ma lo fa quasi chiedendo scusa. Abbassa gli occhi come un cane bastonato. La disoccupazione colpisce soprattutto i ragazzi che lasciano il Paese appena possono. Nel Sud l'emigrazione è diventata l'unica possibilità, come nel dopoguerra.
Ci stiamo abituando a questa realtà come se non ci riguardasse. Una malattia che colpisce sempre gli altri, di cui parlare sottovoce con compatimento "E' fallito, eppure stava così bene", oppure con una punta di critica "Se volesse troverebbe un lavoro" o con sicumera "A noi non può succedere".
tiamo diventando una Nazione di pezzenti e, paradossalmente, la cosa non ci riguarda. Almeno fino a quando non tocca a noi. Un quarto degli italiani è un numero colossale, pari a quindici milioni di persone, ed è in aumento. A quanti potremo arrivare? Un tempo avevamo panem et circences, ora solo i circences con il calcio. Non possiamo trasformare l'Italia in una società a due livelli, chi mangia e chi no. Dovremmo mangiare tutti un po' meno e stringere la cinghia. L'unica misura mai nominata dal governo Monti è stata la patrimoniale, una bestemmia per un banchiere, colpisce i ricchi che "sono tristi se noi piangiam", come cantava Jannacci. Invece andrebbe proposta per la creazione di un fondo destinato al reddito di cittadinanza uguale per tutti i disoccupati per soddisfare i bisogni primari, dalla casa alla spesa. Insieme al reddito per cittadinanza andrebbero creati dei veri centri di collocamento che propongano attività che se rifiutate farebbero decadere l'erogazione del reddito. Nessuno può essere lasciato indietro. (www.beppegrillo.it)

giovedì 16 febbraio 2012

Sanremo, chi è peggio ?

I dirigenti della Rai sono dei bei tipi. Trattano per mesi il ritorno di Adriano Celentano. Gli concedono uno strapagato contratto-capestro (per loro) che consente all’ospite di fare e dire ciò che vuole quando vuole. Grazie alla presenza della imprevedibile star, incamerano sontuosi contratti pubblicitari, fanno piazza pulita della concorrenza e ottengono picchi di ascolto quasi senza precedenti. Poi, siccome Celentano fa Celentano e qualcuno in alto si arrabbia, eccoli (i cosiddetti dirigenti Rai) piombare nel panico, entrare in confusione mentre cercano di salvare capra e cavoli: l’audience, i ricchi contratti e le loro pregiate poltrone.

Li immaginiamo ai piani alti di viale Mazzini tempestati di telefonate: sono le eminenze e le eccellenze a cui tanto devono e che non si accontentano degli indignati comunicati di scuse dell’azienda (esemplare quello di Garimberti, presidente a sua insaputa). Ed ecco che nella pochade il ritmo si fa frenetico: il direttore generale Lei precetta il vicedirettore leghista Marano, paracadutato in tutta fretta (in auto) a Sanremo: a commissariare cosa e chi, non si è capisce bene. Celentano? Meglio di no visto il contratto-capestro, accettato e timbrato dalla Lei nel pieno possesso delle sue facoltà. Il direttore di Rai1 Mazza? Non è stato lui a dire che Celentano è un pacco che va preso tutto intero, compreso il fiocco? Morandi? E poi chi lo presenta il festival? Ecco, non vorremmo che alla fine a essere commissariato fosse il povero Rocco Papaleo, in quanto meridionale.

Scherzi a parte, piaccia o non piaccia con il suo rock maleducato (mai chiedere la chiusura di un giornale, Adriano, mai) e fuori dal coro, Celentano ha messo a nudo la fragilità comatosa di una Rai dove si sa chi comanda e dove tutti scappano davanti a una grana. Un velo pietoso infine sui sermoncini di guardie svizzere e cappellani militari ad honorem, sepolcri imbiancati che adesso si sono messi a vigilare anche sul vizio e la virtù di cantanti e canzonette. Parafrasando il titolo di un suo famoso film, Celentano potrebbe dire: loro sono peggio di me. (Antonio Padellaro - IL FATTO QUOTIDIANO -)

Come è bello il lavoro degli altri





In una nazione nella quale il Presidente del Consiglio faceva il comico, i comici fanno i leader politici, gli ex pubblici ministeri fanno gli economisti, i giornalisti fanno i pubblici ministeri, i professori universitari governano, i ministri falliti fanno i professori universitari, i calciatori fanno i ballerini, i bambini fanno i cantanti, i cantanti fanno i bambini, gli avvocati difensori privati fanno i parlamentari, i parlamentari fanno gli avvocati difensori privati, le igieniste dentali fanno le consigliere regionali, i mafiosi fanno gli stallieri, gli analfabeti scrivono libri, le mignotte fanno le nipoti di Mubarak, i direttori di telegiornali fanno le mignotte, ci si può scandalizzare se un bravo rockettaro invecchiato fa il teologo? Ma di quale “posto fisso” stiamo parlando, se nessuno sembra più voler fare il proprio mestiere? Forse si annoiavano tutti, come dice nonno Mario. In Italia sono rimasti soltanto i disoccupati a cercare di fare il loro lavoro e magari è per questo che non trovano un cazzo (da”Festival della Canzone Italiana”, ed. Rai, Sanremo 2012) di posto.
(Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

Celentano contro la Chiesa



Monti ostaggio di Berlusconi





Stamattina il presidente della X Commissione del Senato ha dichiarato inammissibile l’emendamento dell’Italia dei Valori con il quale chiedevamo di mettere in gara le frequenze televisive, invece di regalarle a Berlusconi e alla Rai con la buffonata del beauty contest.

Il governo e la stranissima maggioranza che lo sostiene se ne sono rimasti acquattati senza intervenire. Così abbiamo avuto la prova provata di quel che diciamo sin dall’inizio: il governo Monti è ostaggio di Berlusconi e dei suoi sodali. Può permettersi di essere prepotente con le fasce sociali più deboli ma, di fronte all’azionista di maggioranza che può farlo cadere quando vuole, deve restare in riga e obbedire.

Diciamo allora le cose come stanno, senza fare gli ipocriti come tutti gli altri:le frequenze regalate a Mediaset sono il prezzo pagato dal governo per ottenere e conservare il voto di fiducia di Berlusconi. Tutte le promesse del ministro Passera sulla cancellazione del beauty contest, tutte le belle parole sulle liberalizzazioni e sulla fine degli oligopoli sono solo chiacchiere. Fumo negli occhi dei cittadini che, a differenza di Berlusconi, il prezzo della crisi devono pagarlo davvero e non solo a parole.

Noi dell’Italia dei Valori però non ci siamo arresi e non ci arrenderemo. Continueremo anche da soli questa battaglia giusta e sacrosanta. Non siamo stati complici di Berlusconi ieri e non lo saremo nemmeno oggi, quando tante forze politiche fingono di non vedere lo schiaffo che è stato dato a tutti i cittadini onesti, pur di non disturbare il manovratore e il suo governo. (www.antoniodipietro.it)

martedì 14 febbraio 2012

La battuta del giorno

"Lei domani uscirà vincitore sui giornali, noi no". (Gianni Petrucci, Presidente del Coni, a Monti dopo il no del governo alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020)

Olimpiadi ? Ma per favore !





Il Premier Mario Monti incontrerà il sindaco di Roma Gianni Alemanno, i presidenti del comitato organizzatore Gianni Letta e Mario Pescante e quello del Coni, Gianni Petrucci, dopo il Consiglio dei Ministri in programma tra poco per annunciare la decisione del Governo sulla candidatura di Roma 2020. Stando alle indiscrezioni, il parere del premier dovrebbe essere negativo e il gelido comunicato con cui ieri palazzo Chigi aveva smentito la messa in agenda di un faccia a faccia tra Monti e Alemanno non sembra certo deporre a favore delle speranze del sindaco.

"Ora andremo da Monti... Ma tanto già lo sappiamo che non ha intenzione di firmare nulla. E' una battaglia già persa", ha detto Mario Pescante, presidente del comitato promotore per Roma 2020, poco prima di recarsi a Palazzo Chigi. Parole che non lasciano spazio a speranze. (REPUBBLICA)

Siamo sempre sull'orlo del baratro, disoccupazione, crollo delle imprese, percentuali in aumento sulla povertà in Italia e dovremmo stare ad ascoltare Alemanno per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 ? Se noi dobbiamo stringere la cinghia lo Stato deve fare la sua parte, le priorità sono altre, perchè poi finita la festa rimarranno tante cattedrali nel deserto che noi cittadini dovremmo mantenere con ulteriori sacrifici.

Naufragio





Come dar torto ai due quotidiani di centro-destra dopo il disastro del PD a Genova ?

lunedì 13 febbraio 2012

Giovanardi, sproloqui e flatulenze





“Vedere due donne che si baciano in strada? E’ come vedere un uomo che fa pipì. Ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere. Ci sono anche faccende delicate. Ci sono problemi di batteri, che richiedono una grande attenzione nel momento in cui si fanno certe pratiche. Onde evitare malattie, ecc. Quindi nel momento dell’educazione sessuale nelle scuole, è normale, corretto e fisiologico dare un modello: gli organi dell’uomo e della donna sono stati creati per certe determinate funzioni. E non è altrettanto naturale il rapporto tra due uomini o due donne”. (12 febbraio 2012)

“Non c’è dubbio che tecnicamente Eluana Englaro è stata uccisa. Ma è stata uccisa anche sulla base del protocollo, perché non è morta di morte naturale. Non è morta per mancanza di cure. E’ stata coscientemente uccisa. Le è stata coscientemente tolta la vita facendole mancare gli elementi fondamentali per sopravvivere, non dandole da mangiare e da bere” (10 febbraio 2009, sulla morte di Eluana Englaro)

“Stefano Cucchi è morto perché era anoressico, drogato e sieropositivo. Era in carcere perché era uno spacciatore abituale. La verità verrà fuori, e si capirà che è morto soprattutto perché era di 42 chili. La droga ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente, poi c’è il fatto che in cinque giorni sia peggiorato, certo bisogna vedere come i medici l’hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così”. (9 novembre 2009, sulla morte di Stefano Cucchi)

“Contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione, offensivo, di cattivo gusto. L’Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine “Famiglie” è in aperto contrasto con la nostra legge fondamentale che dice che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, in polemica contro la famiglia tradizionale, datata e retrograda”. (25 aprile 2011, sulla pubblicità Ikea “Siamo aperti a tutte le famiglie” in cui due omosessuali si tengono per mano)

“L’ipotesi di battaglia aerea è ascrivibile alla categoria della fantapolitica o del romanzo. Risulta con certezza che nessun aereo era in volo quella sera in vicinanza del DC 9 dell’Itavia”. (21 settembre 2011 sulla sentenza del tribunale civile di Palermo sulla strage di Ustica)

Questo è solo un primo elenco, sicuramente parziale e incompleto, delle ultime uscite dell’ex sottosegretario Carlo Giovanardi. Non credo valga la pena aggiungere altro, però mi piacerebbe raccogliere una prestigiosa antologia delle sue uscite “migliori”. Perle di questo genere non si possono mica lasciare all’oblio, vanno conservate e ripetute. Giusto per non dimenticarci mai di che gente ci ha governato per quindici anni.

Ve ne ricordate altre? (Massimo Solani - L'UNITA'-)

I voti di Bertolaso

Quando c’ero io le cose non andavano a catafascio come adesso e la Protezione civile poteva intervenire senza lacci e lacciuoli e l’emergenza scattava seduta stante mica in ritardo come adesso che mi hanno fatto fuori.

Con signorile aplomb, Bertolaso dà i voti alla gestione dell’emergenza maltempo. Dimentico delle pastette con imprenditori cinici e troppo sorridenti, e altrettanto dimentico del business ultramilionario che girava attorno ai disastri nazionali, il j’accuse dell’ex superGuido non stupisce più di tanto.

Uno che è andato fino ad Haiti per dire che gli americani erano degli incapaci, figuriamoci se si spaventa per qualche centimetro di neve a Roma. Troppa poca soddisfazione. Ci vorrebbe un disastro di quelli veri, una roba grossa, per rendergli veramente onore.

Perché vittimismo e cinismo non fanno solo rima. Vanno sempre a braccetto. (Marco Bracconi http://bracconi.blogautore.repubblica.it/)

Ci mancava solo questa


Ecco a voi la foto di una festa brasiliana pubblicata sul quotidiano "O Globo" di oggi: ci mancava solo che in giro per il mondo cominciassero a travestirsi da "Comandate Schettino", con tanto di cartello "Vada a bordo, cazzo!" ... (http://nonleggerlo.blogspot.com/)

Passaparola - Il signor Rossi e i rifiuti zero - Raphael Rossi - (dal blog www.beppegrillo.it)

domenica 12 febbraio 2012

Parlando di noi


Se le statistiche di Blogger sono realmente attendibili (lo spero) questo blog gode di un ottimo seguito. Benissimo in Italia, bene negli Stati Uniti (presumo seguito da connazionali), bene nel resto d'Europa e visualizzazioni sorprendenti nel resto del mondo. Alla luce di questi risultati vi chiedo "se tutto ciò è veritiero, datemi prova spostando il vostro gradimento anche sulla pagina facebook, solo così si capirà se queste statistiche sono reali o solo illusioni, grazie".



Whitney Houston

E’ morta a soli 48 anni. Vissuti sull’onda di un clamoroso successo e di un altrettanto clamoroso declino. Whitney Houston è stata una delle più grandi voci della musica pop contemporanea, una cantante che,per molti versi, ha cambiato i connotati del pop americano e, nel bene e nel male, ha influenzato con il suo stile quasi tutte le cantanti venute dopomdi lei. Può servire ricordare i milioni di dischi venduti, i record superati, le copertine dei giornali, i film, i Grammy, ma non basterebbero a spiegare il dramma personale, la terribile storia del suo matrimonio con Bobby Brown, la depressione, la droga, l’alcol, il percorso di autodistruzione che ha portato la cantante fino al tragico epilogo odierno.
Era brava Whitney Houston, bravissima, tecnicamente straordinaria, in grado di sorprendere,poi, per la simpatia e la comunicativa che, all’apice della sua carriera, metteva nei suoi spettacoli dal vivo. M non aveva, ed è questo il limite per il quale non è mai entrata nella leggenda, un repertorio all’altezza delle sue doti, confinata in un pop leggero ma inconsistente che non le ha mai consentito di fare un salto verso l’olimpo delle grandi. Certo, belle canzoni ne ha cantate, da “The greatest love of all” a “I will always love you”, ma troppo poche per passare alla storia.
Eppure le cantanti di oggi devono tutte qualcosa a lei, persino quelle italiane, prima fra tutte Giorgia, al suo stile, al suo approccio alla melodia, al suo modo, sorprendentemente tecnico, di cantare che, per un certo periodo di tempo, sembrava l’unico modo consentito.
La sua scomparsa non lascia un vuoto, perchè in realtà Whitney Houston era già andata via da tempo, pochi dischi, non interessanti, rari concerti, un sempre annunciato “grande ritorno” che non è mai avvenuto. Ma in molti la piangeranno, perchè è stata una delle grandi dive degli anni Ottanta e Novanta, una stella del pop che si è bruciata tropo in fretta. (Ernesto Assante http://assante.blogautore.repubblica.it/)



Condivido totalmente.

Ah ecco





Dal sito "cattolico" Pontifex, davvero
E soprattutto:

La morte della cantante potrebbe essere letta come un bene, affinché chi frettolosamente e con inutile trionfalismo, voglia convertirsi all'Islam ci pensi sopra. (http://nonleggerlo.blogspot.com/)

sabato 11 febbraio 2012

Papa, macchè attentato





Il dossier pubblicato da "Il fatto" allude a in realtà a un presunto tumore del Pontefice. In realtà nel documento c'è semplicemente scritto che il Papa avrebbe un anno di vita. Chi l'ha diffuso ha in mente una strategia: creare il caos. Lo "scoop" del giornale diretto da Padellaro arriva dopo l'appello del segretario di Stato Bertone che lo scorso 28 gennaio aveva chiesto più discrezione. Dopo pochi giorni ecco che è stata rivelata una missione diplomatica in Cina. (LIBERO)

Il joker e il professore





Non lo dirà mai nelle interviste di maniera che i Presidenti concedono in queste occasioni, ma Zio Barry (Barack Obama) deve chiedersi in queste ore di incontri con “Nonno Mario” chi siano questi benedetti italiani che adesso mandano come loro rappresentante in giro per il mondo un algido, austero, severo professore di sapore degasperiano, uno che non sorride quasi mai e non saprebbe raccontare una barzelletta neppure per salvarsi la vita, dopo un vecchio ragazzino logorroico tutto restaurato che sfoderava dentature, baciava, allumava Michelle, (notare l’espressione di zio Barry mentre B mima la forme della First Lady) gli saltellava attorno come un cucciolotto (”Mister Obama! Mister Obama!) e, pur essendo assai più anziano, voleva sembrare il figlio di quello che c’è adesso e non si vergogna della propria età. Di fronte al “tradizionale amico e alleato” (classica frase fatta di tutti gli incontri Usa-Italia) resta per gli americani il mistero di un’Italia capace di tutto e di niente, garrula e serissima, inaffidabile e fedelissima, ricca e povera, bella e orrenda, un’Italia che in pochi mesi, e senza neppure un’ elezione passa tra poli opposti (di personalità) come Silvio “the Joker” e Mario “the Professor”. Alla fine, si pone la stessa domanda che vige dal primo viaggio di DeGasperi nel 1947: il mondo, e l’America, prenderà sul serio una nazione che fatica a prendere sul serio sè stessa? Potremmo formulare la stessa domanda nei loro confronti (Clinton e Bush? Reagan e Obama?) ma la differenza è che noi la dobbiamo prendere sul serio per forza, questa America, che rimane il gorilla da 200 chili nella foresta delle scimmie. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

L'amico amerikano



venerdì 10 febbraio 2012

giovedì 9 febbraio 2012

Figlia di ministra

La vicenda della figlia della ministra Fornero è istruttiva. Lavora nell’Università della mamma e anche del papà mentre la mamma e i suoi colleghi si incaricano di riportare alla realtà tutti gli altri giovani ricordando loro che la devono smettere di sognare posti fissi e vicini a mammà. L’interessata, figlia, sostiene che il suo curriculum garantisce per lei. Così: 1) oggi, se non nasci in una buona famiglia sei quasi escluso dalla categoria del «merito» che ha un costo e che piace al potere. Per cui quel «merito» misurato sulle esigenze del sistema sta ben dentro una classe blindata dal reddito e dall’aplomb sociale. 2) Oggi, le buone famiglie si preoccupano di riportare i peones alla dura realtà mentre loro la possono sorvolare sulle ali del «merito», ma i peones sanno bene in che razza di pantano poggiano i piedi, è la loro vita e nessuno al mondo glielo può ricordare senza meritarsi un cameratesco calcio nel curriculum. (Toni Jop - L'UNITA' -)

Non mostrate a Silvio la nuova copertina di Time





Ho affiancato la copertina dell'11 novembre scorso a quella del nuovo numero, da domani nelle edicole di mezzo mondo. In 3 mesi esatti siamo passati da ...

L'uomo che sta dietro l'economia più pericolosa del mondo

... a ...

Può quest'uomo salvare l'Europa? (http://nonleggerlo.blogspot.com/)

mercoledì 8 febbraio 2012

Il terzo inciucio







Un testimone racconta che nel 1997, in piena Bicamerale, il presidente della medesima Massimo D’Alema incontrò a Venezia l’allora sindaco Massimo Cacciari. Al governo c’era Prodi e B. era reduce dalle rovinose elezioni del ‘ 96. Cacciari domandò: “Scusa, Max, ma sei sicuro di questo accordo con Berlusconi?". D'Alema rispose: "Tranquillo lo tengo per le palle”. Naturalmente finì che B., promosso al rango di padre ricostituente, fece saltare la Bicamerale e nel 2001 tornò a Palazzo Chigi. La scena si ripeté dieci anni dopo, nell’autunno 2007, con Veltroni. Ora, non c’è il due senza il tre, tocca a Bersani. (IL FATTO QUOTIDIANO)

Le segnorine sono in (bi)camerale

Pare che il Pdl e il Pd stiano trattando per produrre una nuova legge elettorale che faccia un po’ meno schifo di quella esistente, cosa che anche uno dei mie nipotini di sette anni riuscirebbe a fare, perché basterebbe stracciarla, Ma chi non è ancora completamente rimbambito, ricorda la colossale fregatura che Berlusconi ammollò all’intelligentissimo D’Alema negli anni ‘90 con la famigerata riforma “Bicamerale” che non portò a nulla, e servì soltanto a salvare l’impero tv (eccetera) del magliaro di Arcore e a garantire il suo “soffritto” (altro che conflitto) di interessi. Mi rendo conto che qualcosa, qualsiasi cosa, sia meglio di niente, ma l’idea che si possa migliorare la democrazia italiana con la collaborazione di Berlusconi è come illudersi di collaborare al progetto di un nuovo Museo della Shoa con Ahmadinejad. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

neve, neve, neve



Il Merdellum


Il Pdl e il Pdmenoelle si sono incontrati per evitare la "frantumazione elettorale" e per portare a compimento il "bipolarismo". In sostanza per avere solo due partiti in Parlamento. E' il superamento del "Porcellum", il "Merdellum". Berlusconi e Bersani vogliono alzare lo sbarramento, forse all'8%, tagliando fuori i partiiti minori e il MoVimento 5 Stelle. Si rischia che il 50/60% degli elettori, includendo coloro che non andranno a votare per la nausea, quindi la maggioranza del Paese, non abbia propri rappresentanti in Parlamento. La fine certificata della democrazia. Dal Partito Unico di Mussolini ai Due Partiti Gemelli della P2.
Questi individui che hanno distrutto la Nazione e straparlano di "frantumazione elettorale" mi hanno frantumato i coglioni. Di che "frantumazione" parlano? In Parlamento sono state elette due coalizioni, Pdl e Lega, e Pdmenoelle e Idv, e l'Udc di cuffariana memoria elettorale, Due più uno. Di che aritmetica stanno cianciando La Russa e Violante? L'appello per il tavolo di discussione è arrivato da Berlusconi, il più squalificato politico dell'intero globo. Il Pdmenoelle ha subito risposto come la più vogliosa delle escort. Quando deve darla non si tira mai indietro. Escludere il Paese dalla rappresentanza per riproporre le stesse facce in Parlamento che lo hanno affossato e impedire l'ingresso ai movimenti è un atto grave che può portare a conseguenze imprevedibili soprattutto con lo sviluppo della crisi.
Questi, lo abbiamo capito da tempo, non se ne vogliono andare. Per loro la democrazia è un optional. Non sono soggetti alla legge e neppure alle ordinanze delle Procure quando viene richiesto l'accesso al conto corrente del partito, come è avvenuto per la Matgherita e Lusi ieri al Senato. Io pretendo che i conti dei partiti siano disponibili on line con l'evidenza di ogni singolo movimento. Io pretendo che i soldi non spesi per i rimborsi elettorali siano restituiti allo Stato. Una parte di questi soldi sono dovuti anche alle mie tasse. La stampa titola di accordi elettorali in pompa magna, come se fosse una vittoria e non una sconfitta della democrazia. Ci sono giorni in cui mi chiedo chi me lo fa fare. Qualche volta non mi so rispondere. mi guardo, un po' più vecchio e stranito allo specchio. Oggi però non ho dubbi, la risposta è la rabbia. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure, Ci vediamo in Parlamento se non fanno una legge elettorale per impedirlo. (www.beppegrillo.it)

martedì 7 febbraio 2012

Maurizio Crozza a Ballarò 7/2/2012

Alemanno, un sindaco da dimenticare

Il sindaco Alemanno ha tentato di reagire alle immagini della splendida débacle della città eterna con una esposizione televisiva praticamente totale. Per l’intera giornata lo si è visto dappertutto, vestito di nero come un picchiatore fascista, intento ad attaccare la protezione civile col coltello tra i denti. Il Pdl gli è andato dietro, non si sa con quale strategia, visto che, così, quella che poteva essere considerata una personale inadeguatezza, si è estesa a tutta la parte politica. Comunque, la reazione degli spettatori alla rabbia incontrollata del sindaco non è stata quella di fare blocco con lui. Anzi, alla fine, era inevitabile chiedersi che cosa faceva il primo cittadino in tv, anziché spalare la città. E, se non fosse bastata la neve, di sera è arrivata l’inchiesta di Iacona, per dare dell’era Alemanno un quadro completo. Anzi no: mancava la cronaca di parentopoli. Ai lamenti del sindaco sui debiti «ereditati dalle amministrazioni precedenti» (secondo la formula berlusconiana), si poteva replicare con la domanda: se le casse di Roma sono vuote, come mai tante assunzioni senza merito? (Maria Novella Oppo - L'UNITA' -)

Bada a come parli

Non laureati e sfigati, monotoni col posto fisso, contrattisti vicino a mamma e papà. Da ieri è ufficiale. Alcuni ministri di questo governo hanno un problema di comunicazione. Perché uno scivolone è un indizio, tre di fila sono una prova.

Il linguaggio non è solo specchio del pensiero, ma anche della consapevolezza del proprio ruolo. Modulare e controllare le parole a seconda del contesto è il primo dovere di chi ha un ruolo pubblico. Ma certi tecnici di questa consapevolezza sembrano averne pochina.

In questo somigliano a Berlusconi. Come lui non distinguono – o scelgono di non distinguere – ciò che si dice dal proprio pulpito istituzionale e ciò di cui si parla a cena con gli amici.

Per non parlare del merito. Perché saranno anche ottimi economisti, ma come sociologi la buttano lì un po’ troppo alla grossa. E’ il virus del populismo, in cui tutto si mischia e si confonde. Il presidente con l’operaio, il tecnico con Alberoni.

Un virus molto resistente, a quanto pare. E assai più duraturo dell’era del Cavaliere. (Marco Bracconi http://bracconi.blogautore.repubblica.it/)

Cuore di mamma

Il ministro del Lavoro che ha un figlia con doppio lavoro e per giunta nella stessa università torinese di mamma e papà. Silvia Deaglio, 37 anni, risulta così ricercatrice in oncologia e professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica, genomica e proteomica umana.

La figlia del ministro ha preso a insegnare medicina, a soli 30 anni, proprio nella stessa università in cui insegnano economia il padre Mario e la madre neoministro.

Ma anche l’altro posto fisso che affligge Silvia è sotto tiro. Dietro l’incarico presso la “Human Genetics Foundation” ci sarebbe ancora lo zampino di mamma. Solo perché la fondazione è stata creata dalla Compagnia di San Paolo di cui la Fornero era vicepresidente, dall’università di Torino in cui insegnano i genitori e dal Politecnico di Torino il cui rettore era nel consiglio direttivo della Fondazione, fino a che non è diventato ministro dell’Istruzione con il nome di Francesco Profumo. Sarà che Torino è piccola. E che – come scrive Dagospia – la figlia del ministro è “l’incarnazione del ceto accademico-bancario della sinistra liberale sabauda” (e lei, per non smentire l’alto lignaggio, ha sposato un alto dirigente di banca, Giovanni Ronca, già responsabile dell’area Nord–ovest di Unicredit). Ma queste son chiacchiere da bar, gossip, tutto fumo.

Per diradare nebbie e dubbi bisogna scorrere tutto il curriculum senza fermarsi all’intestazione. Si scopre allora che Silvia il suo successo lo merita tutto quanto perché è una calamita di fondi pubblici e privati, un prodigio della natura nel finanziare la ricerca. Soprattutto la propria. In un Paese che investe in questo campo meno dell’1% del Pil Silvia Deaglio è riuscita a ottenere dai ministeri della Salute e della Ricerca quasi un milione di euro in due anni (500mila nel 2008, 373.400 e 69mila nel 2009). Le briciole arrivano dalla Regione Piemonte con finanziamenti a progetti per 12mila e 6mila euro. Altrettanto frenetica l’attività di ricerca fondi per il secondo posto fisso, dove l’intervento delle “alte sfere” è palese. La Compagnia di San Paolo, quella “vicepresieduta” dalla mamma, nello stesso biennio ha finanziato a Silvia un progetto di ricerca da 120mila euro divisi in due trance da 60mila. Nel 2010 la fondazione “Human Gentics Foundation”, creatura della Compagnia stessa, ha garantito il posto da responsabile di unità di ricerca affidandole un progetto da 190mila euro. Silvia, alla fine dei conti, è una donna da un milione e mezzo di euro. A fronte di tutto questo ha pubblicato su Blood, la bibbia mondiale della ricerca sulle malattie del sangue. (IL FATTO QUOTIDIANO)

lunedì 6 febbraio 2012

Un sindaco ragazzino

Gianni Alemanno forse nemmeno se n’è accorto, visto che nella sua vita politica si ricorda si’ qualche metodo piuttosto primitivo di fare lobbying, ma mai lo si era ammirato intento in complicate strategie di comunicazione politica.

Eppure la sua raffinatissima exit strategy dal guaio della neve a Roma – all’attacco su tutto e alle brutte buttarla in caciara - sembra poter funzionare, nel breve. I caciaroni fanno simpatia, e questo “Buster Keaton alla vaccinara ma più dolente e triste” (cit.) potrebbe riscuoterne assai, anche perché almeno è una ventata di novità in un’attualità politica ridotta al folklore. Se è una strategia politica – mah… – è ben pensata.

Che poi invece questo possa portare Alemanno a fare davanti al resto d’Italia la figura del ragazzino, è sicuro. Non è la prima figuraccia che il sindaco fa fare a Roma – il caso Atac e tanto altro – e probabilmente non sarà l’ultima. Ma la frase di Gabrielli – “Roma ha bisogno di un sindaco vero, non di uno che attacca gli altri e non fa niente” – rimarrà scolpita a definirlo per sempre. (www.giornalettismo.com)

E aggiungere un filo d'olio extravergine





Ma l’avete vista la foto del sindaco di Roma Alemanno che sparge sale fino da cucina – sta scritto sui sacchi – per sciogliere il ghiaccio, come se dovesse condire l’insalata? Ha ragione quando dice che “i Comuni non vanno lasciati soli”, perché poi finicono in mano di incompetenti o di idioti.
(Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

Contestazione

Passaparola - La ruota del criceto - Simone Perotti - (dal blog www.beppegrillo.it)

domenica 5 febbraio 2012

Ammutoliti





La sentenza già fa discutere, anche perché riguarda uno dei reati più odiosi. La Corte di Cassazione ha stabilito che nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell’indagato. (http://nicopillinini.blogspot.com/)

Pale, palle e spalatori

Ho quasi provato compassione. Venerdì pomeriggio la Rai mi ha invitato a collegarmi con Lineatre per commentare le notizie a tarda sera. Ho chiesto chi fossero gli ospiti in studio e mi hanno risposto che forse non ce ne sarebbero stati, perché la neve aveva bloccato Roma. Ho chiesto se non ci fossero degli spazzaneve al lavoro e mi hanno risposto che boh, Alemanno ne aveva parlicchiato, ma poi non si era capito bene. Allora, in serata, ho guardato su internet: come primo risultato mi è uscito «spazzaneve a Roma». C’erano delle foto recentissime sul sito fotografico Flikr. Ho guardato bene: risultavano postate - cioè messe - da Gianni Alemanno. E provenivano dal suo sito personale, che le riportava anche ieri. Stavano a dire: vedete? Gli spazzaneve ci sono. Il dettaglio è che non erano spazzaneve: si vedeva una camionetta con dei sacchi e delle pale, una spazzatrice per pulire le strade e poi una scavatrice. Che non sono spazzaneve: una spazzatrice non fa quasi nulla, mentre una scavatrice si limita a spingere la neve in avanti (senza soffiarla a lato) col rischio di rovinare il manto stradale. Non sono spazzaneve, e neanche spargisale: perché non ne hanno. E se mai ne avessero avuti, oltretutto, gli anticasta e gli antisprechi li avrebbero spolpati vivi. Ho quasi provato compassione. (Filippo Facci - LIBERO -)

Martin Schulz a Che Tempo Che Fa 4/2/2012

sabato 4 febbraio 2012

Siamo meridionali ! Perdonateci





Colti di sorpresa anche il secondo giorno, gli avellinesi e gli amministratori della città. La sorpresa è che la neve non si è sciolta, anzi si è moltiplicata, quanto l’inefficienza dei mezzi di emergenza. Alle 11 di questa mattina non c’è traccia di spalaneve o spargisale. Piazza Libertà, Corso Europa, Via Mancini, e più o meno tutte le principali arterie centrali sono ingombre di neve, i marciapiedi anche. Vero, avrebbero dovuto provvedere i negozianti, purtroppo però molti negozi sono chiusi. Poche le auto che circolano, alcuni rami hanno danneggiato quelle parcheggiate, il traffico è tutto pedonale, la gioia è dei bambini.

Gli adulti sono meno gioiosi, più sardonici “Chissà se il sindaco si è già svegliato” si chiede una signora mentre cerca di avanzare nella neve che ormai le arriva ai polpacci. La paralisi e praticamente totale. Qualcuno cerca di farsi strada con una pala, i più si sono arresi alla sospensione temporale e costruiscono pupazzi di neve con i bambini. Qualcun altro si è fatto prendere la mano dalla psicosi da blocco avviano un mini assalto al supermercato, il pane fresco è una chimera già a mezzogiorno. Di certo nel weekend i banchi dei negozi di alimentari si svuoteranno. Ma non chiamiamola emergenza, è più una sorpresa. (www.orticalab.it/)

Ma questo è un sindaco ?







Capitale totalmente paralizzata. E il primo cittadino scarica le responsabilità sulla protezione civile, colpevole, a suo dire, di aver fornito “dati sbagliati: aveva previsto 35 millimetri di neve, questa volta andiamo fino in fondo”. Immediata la reazione di Franco Gabrielli: “Sapeva tutto da giovedì". E rilancia: "Si registrano alcuni dubbi sulla adeguatezza del sistema anti-neve della città". (IL FATTO QUOTIDIANO)

La recente alluvione non gli ha insegnato niente ! Ricopre una carica a sua insaputa ?

venerdì 3 febbraio 2012

...e la festa continua !



...vi risparmio in questo caso l'editoriale di Maurizio Belpietro.

...fanno festa !





Scherzi della politica. Da diciotto anni si cerca di mettere argine all’abuso di potere della magistratura ma niente: nonostante lodi e progetti di legge, non si era mossa foglia. Ogni tentativo era andato a sbattere sulla casta delle toghe e sui loro alleati politici e mediatici, che avevano il comune obiettivo di abbattere Berlusconi. Ricordate? Toccare i giudici era considerato un attentato alla Costituzione. Poi all’improvviso, quando meno te lo aspetti, cioè ieri, ecco arrivare un voto segreto che introduce la responsabilità civile dei magistrati: chi sbaglia pagherà di persona, come avviene per qualsiasi cittadino lavoratore.

L’idea, cioè l’emendamento, è della Lega, ma coperti dal segreto l’hanno sostenuta in massa a destra come a sinistra. Quei furbetti del governo Monti, per bocca del Guardasigilli, hanno fatto la parte degli indignati perché anche a loro i pm fanno un po’ paura.Prima hanno chiesto al parlamento di votare contro. Poi, smentiti dalla loro maggioranza Pd-Pdl, si sono augurati, sempre per bocca della ministra della Giustizia Severino, che il Senato bocci la legge. I magistrati sono furenti, ovviamente. Traditi pilatescamente dal governo dei professori e da una parte della sinistra che dopo averli usati in chiave antiberlusconiana adesso li scarica. Ma hanno poco da urlare, le toghe.

Non si capisce perché possano essere toccati presunti privilegi di tassisti, benzinai, farmacisti, pensionandi e non i loro. Del resto la Camera non ha fatto altro che accogliere, con 25 anni di ritardo, la volontà degli italiani che in un referendum del 1987 avevano (invano) deciso che i magistrati dovevano pagare personalmente per i loro errori. Ma adesso bisogna andare avanti: intercettazioni e separazione delle carriere sono questioni non più rinviabili. I magistrati dovranno rimpiangere i governi Berlusconi. (Alessandro Sallusti - IL GIORNALE -)

Tutto il resto è noia !

Le vignette di Vauro a Servizio Pubblico 2/2/2012

giovedì 2 febbraio 2012

Marco Travaglio a Servizio Pubblico 2/2/2012

Emozioni Forti vs Monotonia



Un bel tacer monotono

Poiché appartengo al complotto trilatpoor’s demopluto draculmasson yanquigoldman di quelle belve che sperano nel successo della “operazione Monti” e nel salvataggio del paziente infartuato dal governo del fare disastri e nella restituzione di un paziente infermo, ma stabilizzato alle scelte elettorali del 2013, vorrei ricordare sobriamente al profesùr, dimenticando la mia cronica ostilità di ex-pariniano verso quei del Leone XIII come lui, un antico motto diffuso tra i Carabbeneri: “Potrai essere punito per quello che dici, mai per quello che NON dici”. Non vorrei che Nonno Mario si fosse illuso di essere un Grande Comunicatore. Ho notizie per lei, profesùr: si fidi, lei non lo è. Lei deve parlare attraverso quello che riesce a fare. La televisione è una sirena maiala che ti fa le moine, ma ti trascina sugli scogli. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)