sabato 30 marzo 2013

Io sono saggio

Quando il Presidente Napolitano ha parlato di saggi ho sperato che finalmente ci si era resi conto che occorrevano personalità al di sopra delle parti. Appena letto i nomi ho accusato un mancamento ! Non c'era il mio ! Tra Violante e Quagliariello, il presidente dell'Istat e un "saggio" della Lega, perchè non io ?

giovedì 28 marzo 2013

Senatori che non mollano l'osso


Senatore e consigliere regionale, Senatore e assessore, Senatore e sindaco. E le combinazioni possono essere anche più fantasiose ancora. Si può arrivare perfino a tre incarichi istituzionali svolti in contemporanea (da far invidia a Padre Pio, in quanto a dono dell'ubiquità). In un momento storico in cui il tema dei "tagli ai costi della politica" è una priorità (reale o solo di facciata), ci sono parlamentari che percepiscono stipendi, indennità, gettoni di presenza e vitalizi mentre siedono comodamente su due o più poltrone. Senza contare i rimborsi per le spese per alloggio, per il vitto, per lo staff. E se proprio dovesse capitare di dover pagare, non mancano diffuse scontistiche o, talvolta, conti gratis offerti dai ristoratori compiacenti. I parlamentari, senatori o deputati che siano, non possono presiedere più di un seggio istituzionale. Lo dice il 122mo articolo della Costituzione. lo ribadiscono gli articoli 1 e 2 della legge 60/1953 (almeno nel loro senso generale), l'articolo 62 del decreto legislativo 267/2000 e lo afferma a più riprese anche la Corte Costituzionale. Eppure, ci risulta che siano più di trenta (almeno! perché magari ce ne sono altri) i Senatori che non si accontentano di una sola "cadrega". Senatori "incostituzionali", per così dire:

COGNOMENOMEPARTITOINCARICHI
AielloPietroPDLSenatore; Assessore regionale (Calabria)
AlbertiniGabrieleCon Monti per l'ItaliaSenatore; Parlamentare europeo
ArrigoniPaoloLega NordSenatore; Sindaco Calolziocorte (LC); Consigliere della Provincia di Lecco
BellotRaffaelaLega NordSenatore; Consigliere comunale a Pedavena (BL)
BilardiGiovanniGrande SudSenatore; Consigliere regionale in Calabria
BisinelliPatriziaLega NordSenatore; Consigliere comunale a Castelfranco Veneto (TV)
BitonciMassimoLega NordSenatore; Consigliere comunale a Cittadella (PD)
BrigliaClaudioPDSenatore; Sindaco di Crevalcore (BO)
CandianiStefanoLega NordSenatore; Consigliere Comunale a Tradate (VA)
CardinaliValerdiaPDSenatore; Assessore comunale a Perugia
CardiniAntonioPDLSenatore; Assessore regionale in Calabria
CassanoMassimoPDLSenatore; Assessore regionale in Puglia
CentinaioGianmarcoPDLSenatore; Assessore comunale a Pavia
CirrinnàMonicaPDLSenatore; Consigliere comunale a Roma
CompagnoneGiuseppePDLSenatore; Sindaco di Grammichele (CT)
ConsiglioNunzianteLega NordSenatore; Assessore comunale di Cazzano Sant'Andrea (BG)
D'AddaEricaPDSenatore; Consigliere comunale di Busto Arsizio (VA)
D'AnnaVincencoPDLSenatore; Consigliere comunale di Santa Maria a Vico (CE)
De MonteIsabellaPDSenatore; Sindaco di Pontebba (UD)
GaravagliaMassimoLega NordSenatore; Consigliere comunale di Marcallo con Casone
MantovaniMarioPDLSenatore; Sindaco comunale di Arconate (MI)
BruniFrancescoPDLSenatore; Consigliere della Provincia di Lecce, Consigliere comunale a Otranto
ChiavaroliFedericaPDLSenatore; Consigliere comunale a Pescara
CuccaGiuseppe Luigi SalvatorePDSenatore; Consigliere regionale in Sardegna
Dalla TorMarioPDLSenatore; Vicepresidente della Provincia di Venezia
FavieroNicolettaPDSenatore; Consigliere comunale a Biella
FerraraElenaPDSenatore; Consigliere comunale a Oleggio
FornaroFedericoPDSenatore; Sindaco di Castelletto D'Orba; Consigliere della Provincia ad Alessandria
FravezziVittorioAut (SVP,UV,PATT,UPT) PSISenatore, Sindaco di Dro, Componente del Consiglio delle Autonomie della Provincia Autonoma di Trento
IurlaroPietroPDLSenatore; Consigliere comunale di Francavilla Fontana; Consigliere regionale in Puglia
LangellaPietroPDLSenatore, Assessore nella Provincia di Napoli
LanieceAlbertAut (SVP,UV,PATT,UPT) PSISenatore, Assessore regionale in Valle D'Aosta
ManasseroPatriziaPDSenatore, Consigliere comunale a Cuneo
MunearoEmanuelaLega NordSenato, Consigliere comunale Ledinara
ManarinMarcoPDLSenato; Consigliere comunale di Padova
PanizzaFrancoAut (SVP,UV,PATT,UPT) PSISenato; Assessore Provincia autonoma di Trento
PiccoliGiovanniPDLSenato; Sindaco di Sedico
SpilabotteMariaPDSenato; Consigliere comunale a Frosinone
StefànoDarioSinistra Ecologia e LibertàSenato; Assessore regionale in Puglia
SustaGianlucaScelta civica per l'ItaliaSenato; Deputato europeo
UrasLucianoSinistra Ecologia e LibertàSenato; Consigliere regionale in Sardegna
ZizzaVittorioPDLSenato; Sindaco di Carovigno

Che facciamo? Cambiamo la Costituzione o cambiamo i Senatori? (Andrea Montefiori www.byoblu.com ) 


Schizza lo spread e l’Imu va in soffitta, conta solo il Quirinale


Vi ricordate quando Berlusconi prometteva di restituire l’Imu agli italiani, perfino di tasca sua se fosse stato necessario? La tassa sulla casa non è rientrata neanche di striscio nella trattativa sotterranea fra Pdl e Pd per un eventuale via libera all’incarico di Bersani. Macchè Imu, l’unica cosa che conta per Berlusoni è la presa del Quirinale, ovvero un’assicurazione sulla vita per i prossimi sette annni. Nome da evitare assolutamente: Romano Prodi. Inventarsi Pera, Frattini o magari Pisanu e Schifani. La tassa sulla casa è servita a intortare gli allocchi. Oggi dunque Bersani rinuncia e lo spread schizza subito all’insù, segnalando la bufera finanziaria che si abbatterà sull’Italia. Ma al nostro eroe cosa volete che importi? Lui pensa al Quirinale. (www.gadlerner.it)

Not ready for Prime Time

Ho sperato e anche creduto possibile, ingenuamente, che potesse nascere una maggioranza formata dal PD e dai Grillini (con o senza Bersani, non importa nulla) per fare una mezza dozzina di cose urgenti e utili nei prossimi dodici mesi, fuori da demagogie, infantilismi, scie chimiche, trucchi, trabocchetti di vecchie volpi del Palazzo, antipatie personali e stucchevoli caricature da Photoshop. Ma dopo averli visti muoversi nel Parlamento della Repubblica, avere ascoltato quei desolanti “portavoce” senza voce, averli guardati nei loro video da filmino ricordo della gita al Santuario, mi sono convinto che abbia ragione Grillo e faccia bene a tenerli ancora sotto la turale delle sue cortine fumogene di insulti e di dialettica da muri di caserma. Come dicono dalla mia parte dell’Atlantico, “they’re just not ready for Prime Time yet”, non sono ancora pronti per la prima serata e occorrerà tempo perché emerga qualcuno in grado di assumersi responsabilità di governo nazionali e internazionali, oltre che affrancarsi dalla tutela opprimente dello stesso Grillo e del suo grigio alter ego. Fingere di chiederlo non vuol dire volerlo davvero, sapendo che non corri il rischio che ti sia dato. Un successo elettorale, come anche una Rivoluzione, non produce automaticamente una classe dirigente, come una squadra addetta alle demolizione non è quella a cui si affiderebbe la ricostruzione. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

mercoledì 27 marzo 2013

Chiamata alle armi da CasaPound


                                                        (clicca sulla foto per ingrandire)

Consultazioni, incontro PD e Movimento 5 Stelle

Il video dello storico incontro in diretta streaming tra la delegazione del PD e i capigruppo alla Camera e al Senato per il Movimento 5 Stelle Roberta Lombardi e Vito Crimi.
Un grande evento mediatico ma che partorisce un nulla di fatto.

martedì 26 marzo 2013

Maurizio Crozza a Ballarò 26/3/2013


Vi serve altro ?

Possiamo dire addio alla nostra privacy bancaria. In nome della lotta all'evasione, tutte le nostre spese (anche le più insignificanti) finiranno all'anagrafe tributaria.
 Sul tavolo dell'Agenzia delle Entrate finiranno, infatti, anche i conti correnti, i conti di deposito titoli e obbligazioni, i conti di deposito a risparmio libero o vincolati, la gestione patrimoniale, i buoni fruttiferi postali, le azioni, le cassette di sicurezza, i bancomat, i contratti derivati, le garanzie, i crediti, i finanziamenti, i fondi pensione, le partecipazioni, i prodotti assicurativi e, dulcis in fundo, l'acquisto di vendita di oro e metalli preziosi. Nulla più sfuggira all'occhio indiscreto del Grande Fratello tributario.

Quel Grasso fa un po’ Schifani



Verrebbe da dire una cosa un po’ populista, che fanno tutti un po’ Schifani. Perché la diversità di stile, di parte e di funzione non sembra sufficiente a contrastare l’identità profonda del potere. Così ho assistito un po’ schifan schifani all’esibizione in forma di monologo dell’homo novus, tirato fuori dal cilindro Pd per catturare le simpatie grilline e dimostrare la voglia di cambiamento. Ma Grasso si è subito dimostrato più che veterus, l’ennesimo gattopardo che nessun pensa di smacchiare.
Dopo aver sfidato Travaglio, ma aver fatto di tutto per evitare un vero confronto, ecco che risponde alle domande già scritte di un Formigli, finalmente normalizzato nella posizione che esprime la”o ” fonetica nei geroglifici egiziani, Non entro del merito delle vicende che sono tema dello scontro e su ciò che penso del personaggio rimando a un post di qualche tempo fa (qui), faccio solo notare che quando un illustre politico come dell’Utri, appena condannato per mafia, dice dell’ex procuratore capo antimafia: “È sempre stato un magistrato equilibrato. Se volesse sarebbe anche un ottimo politico. Invece Ingroia è un fanatico”, qualcosa non mi torna, forse perché temo di avere un diverso concetto di equilibrio rispetto allo spacciatore di falsi diari di Mussolini.
Ma la cosa che proprio non mi è andata giù è il fatto che con un’argomentazione sostanzialmente analoga a quella di Berlusconi -gli italiani mi hanno votato dunque sono al di sopra della legge – Grasso dice sono presidente del Senato e dunque gli attacchi alla mia persona sono attacchi alle istituzioni. E non si perita di costruire uno dei teoremi così cari a Ghedini: sono attaccato perché in realtà attraverso di me si vuole aggredire la mia carica. Questo tralasciando tutte le butirrose dichiarazioni sulla casa trasparente del Senato e le polemiche che ne sporcherebbero le vetrate, così chiaramente contro fattuali, ma anche così banalmente di casta da far seriamente venire la pelle d’oca.
Certo se la scelta vegetariana era quella della Finocchiaro… ma insomma forse era meglio mantenersi più leggeri. (http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/)

Dimissioni Ministro degli Esteri Terzi : Alessandro Di Battista (M5S) alla Camera

"Non ci bastano le sue dimissioni, ministro degli Esteri. Noi vogliamo capire e capire bene. Vogliamo sapere dettagliatamente le disposizioni d'ingaggio consegnate ai militari a bordo. Vogliamo sapere, signori ministri, quale sia stata l'autorità che, consultandosi con gli armatori dell'Alexia, ha consentito l'inversione di rotta della nave, come intimato dalle autorità indiane. Inversione effettuata dopo due ore dall'incidente! Vogliamo sapere il nome, il cognome e il grado dell'autorità militare che ha ordinato ai nostri due fucilieri di scendere a terra e consegnarsi di fatto alle autorità indiane dello stato del Kerala, violando le norme a tutela dei diritti umani secondo cui nessun individuo dev'essere consegnato a un Paese dove rischia di essere sottoposto a pena di morte. E ancora, signori ministri, vogliamo sapere se ci sono state dazioni di denaro a favore delle autorità indiane o dei loro singoli rappresentanti, l'esatto ammontare di tali eventuali dazioni, le precise motivazioni e se per puro caso ci sono stati riferimenti diretti o indiretti con l'operazione Finmeccanica. Il sospetto è condiviso: il fatto che il ministro della difesa di New Delhi abbia sbloccato l'accordo commerciale da 300 milioni di euro con la WASS di Livorno per la fornitura di siluri ad alta tecnologia c'entra qualcosa con la consegna dei nostri soldati? Gli affari sono più importanti delle vite umane signori ministri? Pretendiamo che il documento scritto dal Ministero degli Esteri indiano che attesta che non ci sarà la pena di morte per i nostri militari, visionato dal sottosegretario de Mistura, sia reso pubblico immediatamente chiarendo ogni dubbio sulla sua reale esistenza. Chi è responsabile deve andare a casa. Noi siamo nuovi signori ministri, siamo nuovi e siamo giovani. Ci siamo chiesti, in questi primi giorni di lavoro, se saremo all'altezza del compito che il popolo italiano ci ha affidato. Beh, se voi siete i tecnici, i cosiddetti esperti, non abbiamo dubbi che i cittadini nelle istituzioni sapranno fare molto meglio!" (Alessandro Di Battista, cittadino portavoce M5S alla Camera)

domenica 24 marzo 2013

Le comparse di Silvio

Come mostra il servizio esclusivo di Repubblica "Un'agenzia, la Aba.Video, ha reclutato persone, pagate dieci euro ciascuna, per la manifestazione pro Silvio Berlusconi in piazza del Popolo. Quasi nessuno lo ha votato, quasi nessuno è militante del partito. In molti hanno lavorato invece come figuranti, grazie all'agenzia, presso programmi Rai. Per l'occasione a Roma tre pullman con 50 persone ciascuno, mentre altri sono partiti all'alba da Milano"

Tre passi nel delirio







Manifestazione PDL di ieri. Orgogliosamente coglioni come quelli, che a detta di Silvio, votano a sinistra !

(grazie per le foto a http://nonleggerlo.blogspot.it/)

giovedì 21 marzo 2013

Addio ad un fuoriclasse


Inutile  descrivere tutte le imprese che Pietro Mennea ha lasciato alla leggenda e alla storia dell'atletica leggera italiana. Ci lascia un autentico fuoriclasse, un vero uomo di sport.
L’immagine che resta, e che resterà per sempre scolpita nella memoria, è quella del 28 luglio 1980: Stadio Lenin di Mosca, Giochi della XXII Olimpiade. Per il boicottaggio degli Stati Uniti ai blocchi di partenza della finale dei 200 metri piani i favoriti sono il giamaicano Quarrie, il britannico Welles e l’italiano Pietro Mennea, 28 anni dalla Puglia, detentore del record del mondo, stabilito l’anno precedente alle Universiadi di Città del Messico con 19’72”.



Il Movimento Cinque Stelle al Quirinale

Comunque la pensiate a mio parere questa è storia.


Quando ce vò ce vò

"La votazione per il Papa dura troppo, anche mezza giornata. Dentro ci sono anziani, gente di una certa età, prostatici, useranno il pappagallo per fare la pipì, si cagheranno addosso. E' un problema grave, una scena drammatica e superflua. Il Papa ormai è una figura inutile, è solo folklore come la Regina Elisabetta o Kate che aspetta un figlio, maschio o femmina. Non ha più nessun potere, è una figura da Novella 2000 perché quello occidentale ormai è un mondo quasi del tutto ateo. L'elezione? Una roba per turisti, andare in Vaticano è come andare a visitare la Torre di Pisa. E poi altro che povertà Ratzinger è a Castelgandolfo ben servito, non certo teme la fame e la recessione". (Paolo Villaggio intervistato a La Zanzara)

mercoledì 20 marzo 2013

Impresentabili del nuovo Parlamento


                                                      (clicca sulla foto per ingrandire)

La battuta del giorno

"La pedofilia nella Chiesa non esiste". (Giuliano Ferrara a Porta a Porta. Ulteriore conferma di un coglione)

martedì 19 marzo 2013

Maurizio Crozza a Ballarò 19/3/2013


Stop omaggi

Il Coni non rilascerà più tessere omaggio ad onorevoli e senatori per le manifestazioni sportive che si svolgeranno sul territorio nazionale.
Bene così, anche questo è un segnale in chiave austerity.
Mi preoccupa il momento quando il Presidente Malagò busserà alla porta dei politici per eventuali finanziamenti allo sport !

Omaggi


Meraviglioso, solo su Il Giornale potete trovare questo ! (grazie a http://nonleggerlo.blogspot.it/)

Dizionario dell'inciucio

"I 5 Stelle che han votato Grasso contro Schifani sapevano bene chi è Schifani e hanno scelto il meno peggio, cioè Grasso. Ma non avevano la più pallida idea di chi è Grasso, e questo è un bel problema. Specie per chi dice di informarsi sul web per sfuggire alla propaganda di regime. Se l’avessero fatto davvero, avrebbero scoperto che il dualismo Schifani-Grasso era finto. Schifani è sempre piaciuto al Pd, che infatti 5 anni fa non gli candidò nessuno contro, votò scheda bianca e mandò la Finocchiaro a baciarlo sulla guancia. Quando poi il sottoscritto raccontò in tv chi è Schifani, i primi ad attaccarmi furono Finocchiaro, Violante, Gentiloni, il direttore di Rai3 Ruffini e Repubblica. Schifani era il pontiere dell’inciucio Pdl-Pd. Così come Grasso che, per evitare attacchi politici, s’è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini più scomode su mafia e politica, mentre altri pm pagavano e pagano prezzi indicibili per le loro indagini. Nessuno l’ha scritto, nei soffietti al nuovo presidente del Senato: ma Grasso, quando arrivò alla Procura di Palermo nel 2000, si ritrovò Schifani indagato per mafia e lo fece subito archiviare (l’indagine fu riaperta dopo la sua dipartita). Così, un colpo al cerchio e uno alla botte, divenne il cocco del Pdl (che lo impose alla Pna, estromettendo per legge Caselli), del Centro (che voleva candidarlo) e del Pd (che l’ha candidato). Ma ciò che conta in politica non è la verità, bensì la sua percezione: perciò sabato era difficile per i grilli siculi non votare un personaggio da tutti dipinto come un cavaliere senza macchia e senza paura. Anche stavolta i media di regime ce la mettono tutta per fare il gioco dei partiti, con il sapiente dosaggio di mezze verità e mezze bugie e il dizionario doppiopesista delle grandi occasioni. Leninismo. La regola base della democrazia è che si decide a maggioranza e chi perde si adegua o esce (salvo poche questioni che interpellano la coscienza individuale). Così ha fatto M5S sui presidenti delle Camere, decidendo a maggioranza per la scheda bianca. Ma, siccome non piace al Pd, la minoranza diventa democratica e la maggioranza antidemocratica. “Leninista”, dice Bersani, senza spiegare con quale metodo democratico è passato in 48 ore dall’offerta delle due Camere a Monti e M5S, al duo Franceschini-Finocchiaro, al duo Boldrini - Grasso. Dissenso. Da che mondo è mondo il parlamentare che approfitta del segreto dell’urna per impallinare il suo partito è un “franco tiratore”. Ma, se è di M5S, la sua è una sana manifestazione di dissenso contro la pretesa di Grillo di telecomandarlo.Indipendenza. Per vent’anni, se uno passava da destra a sinistra era un “ribaltonista”, mentre se passava da sinistra a destra era un “responsabile”. Ora, se un grillino porta acqua al Pd è un bravo ragazzo fiero della sua indipendenza; se resta fedele al suo movimento e ai suoi elettori, è un servo del dittatore Grillo. Scouting. Quando B. avvicinava uno a uno gli oppositori per portarli con sé, era “mercato delle vacche”, “compravendita”, “voto di scambio”. Se Bersani sguinzaglia gli sherpa ad avvicinare i grillini uno a uno, è “scouting” e odora di lavanda. Epurazione. Se Pd, Pdl, Udc, Lega espellono un dirigente che ha violato le regole, è legalità. Se lo fa M5S, è “epurazione”. Rivolta. Ci avevano raccontato che Adolf Grillo e Hermann Casaleggio lavano il cervello al popolo del web e censurano sul blog i commenti critici (un po’ incompatibili col lavaggio del cervello). Ora scopriamo che c’è la “rivolta del web” pro-dissenzienti. Ma anche, dal sondaggio di Mannheimer sul Corriere, che il 70% degli elettori M5S è contro l’inciucio col Pd. Gentili tromboni, potreste gentilmente mettervi d’accordo con voi stessi e poi farci sapere come stanno le cose, possibilmente chiamandole col loro nome?" (Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)

domenica 17 marzo 2013

Un grazie (sincero) a Beppe Grillo, che non ha motivo di arrabbiarsi




Anche noi che abbiamo votato Pd per realizzare un’alternativa al berlusconismo imperante, oggi dobbiamo un grazie sincero a Beppe Grillo. Senza il successo del suo M5S dubito che avremmo Laura Boldrini e Piero Grasso presidenti dei due rami del Parlamento. Con tutto il rispetto, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro non sarebbero stati la stessa cosa. Se il bisogno di rinnovamento della politica è così avvertito, se anche per il governo apriamo gli occhi alla concreta possibilità di coinvolgere personalità “radicali” e esemplari fuori da una logica d’apparato, lo si deve al fiato sul collo esercitato dai 5 Stelle. La mia non è una captatio benevolentiae, le mie critiche a Grillo non le censuro di certo. Ma oggi gli suggerirei di non inquietarsi per il voto che ha diviso i suoi senatori nell’alternativa fra scheda bianca e Grasso: dovrà pur ammettere che una riconferma di Schifani alla seconda carica dello Stato era uno spauracchio da non sottovalutare per i suoi sostenitori… Anzichè minacciare richiami al regolamento sottoscritto, fossi Grillo mi compiacerei per i primi risultati concreti ottenuti: i due rami del Parlamento in mano a persone nuove, diverse, perbene. E il “mio” Pd costretto a un virtuoso inseguimento che spero dia altri frutti analoghi.
P.S. Questa fotografia di Berlusconi al Senato è semplicemente impagabile. Vogliamo ammettere che si è fatto un passo in avanti? (www.gadlerner.it)

Camera e Senato


Dall’autore della schifosa e xenofoba legge Bossi-Fini, all’ex portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati.
Avanti così.



Da un indagato per connessioni con una famiglia mafiosa al superprocuratore antimafia.
Ora manca Rodotà alla Presidenza della Repubblica e poi via di rasponi.
(www.donzauker.it)

venerdì 15 marzo 2013

Papa Francesco, l’accusa di Verbitsky: “Ho i documenti: collaborò con i dittatori”

 
 

“Una disgrazia, per l’Argentina e per il Sudamerica”. È feroce il giudizio di Horacio Verbitsky, intellettuale, scrittore e giornalista di Buenos Aires, su Jorge Mario Bergoglio eletto papa della Chiesa cattolica. Verbitsky – autore di venti libri tra cui Il Volo (che riporta la confessione del capitano Scilingo sui voli della morte) – è il principale accusatore di Bergoglio: il neo pontefice, per lo scrittore – come ricostruito e documentato nel capitolo “Le due guance del cardinale” del suo libro L’isola del silenzio – “è stato collaborazionista della dittatura argentina dei generali”.

Verbitsky, Bergoglio papa è “una disgrazia per l’Argentina e il Sudamerica”.
Perché? Perché il suo populismo di destra è l’unico che può competere con il populismo di sinistra. Immagino che il suo ruolo nei confronti del nostro continente sarà simile a quello di Wojtyla verso il blocco sovietico del suo tempo, sebbene ci siano differenze fra le due epoche e i due uomini. Bergoglio combina il tocco populista di Giovanni Paolo II con la sottigliezza intellettuale di Ratzinger. Ed è più politico di entrambi.

Che cosa facevano i due gesuiti Yorio e Jalics nella baraccopoli di Bajo Flores?
I gesuiti vivevano in comunità ed evangelizzavano gli abitanti dei quartieri marginali, come parte dell’impegno “terzomondista” della Compagnia di Gesù.

Per quale motivo Bergoglio avrebbe dovuto denunciarli?
Con l’avvicinarsi del golpe, Bergoglio chiese loro di andarsene, a quanto racconta lui allo scopo di proteggerli. Secondo loro, per smantellare quell’impegno sociale che disapprovava. Venne nominato superiore provinciale della Compagnia all’inusuale età di 36 anni e da quando arrivò, iniziò a svolgere un compito di sottomissione alla disciplina, a uno spiritualismo astratto. Un documento di un servizio di intelligence che ho trovato nell’archivio della Cancelleria si intitola “Nuovo esproprio dei gesuiti argentini” e afferma che, “nonostante la buona volontà di padre Bergoglio, la compagnia in Argentina non si è ripulita. I gesuiti di sinistra, dopo un breve periodo, con grande appoggio dell’estero e di certi vescovi terzomondisti, hanno intrapreso subito una nuova fase”. Si tratta della Nota-Culto, cassa 9, bibliorato b2b, Arcivescovado di Buenos Aires, documento 9.

I documenti che ha trovato, nella sua lunga indagine, negli archivi del ministero degli Esteri di Buenos Aires, per lei sono la prova definitiva del collaborazionismo di Bergoglio con il regime di Videla?
Sì. Ho trovato una serie di documenti che non lasciano dubbi . In uno, Bergoglio firma la richiesta di rinnovo del passaporto di Jalics senza necessità che venisse dalla Germania. In un altro, il funzionario che riceve la richiesta consiglia al ministro di rifiutarla. In un altro ancora, lo stesso funzionario spiega e firma che Jalics, sospettato di contatti con i guerriglieri, ebbe conflitti con la gerarchia, problemi con le congregazioni femminili (la qual cosa è molto suggestiva), che fu detenuto nella Esma, la Escuela de Mecánica de la Armada (non dice sequestrato ma detenuto) e che si rifiutò di obbedire agli ordini. Finisce dicendo che queste informazioni gli vennero fornite proprio da Bergoglio, oggi papa Francesco.

Da Bergoglio arrivarono le scuse per gli anni della dittatura, nel 2000, quando la chiesa argentina “indossò” le vesti della pubblica penitenza. Crede che non basti?
Non c’è mai stata una vera richiesta di perdono, sempre ambiguità. Non è la Chiesa, ma sono alcuni dei suoi figli ad aver peccato e per loro chiedono il perdono.

Personaggi molto popolari come Maradona o Messi hanno espresso felicità per l’elezione di Bergoglio al Pontificato. La cosa le ha dato fastidio?
No. Aspetto di vedere cosa diranno Pirlo e Balotelli. È ovvio che c’è un trionfalismo generalizzato: il papa è argentino, la regina d’Olanda è argentina, Maradona e Messi sono argentini. Ma questo non dice nulla su Bergoglio e sui suoi meriti. La Kirchner non lo ama, ha avuto degli scontri su temi come le nozze gay con Bergoglio.

Crede che ci sarà mai un incontro tra la presidenta e il papa argentino?
Suppongo di sì, lei è molto conciliante con la Chiesa. Non nasconde mai quello che pensa, ma cerca di mantenere buoni rapporti ed è contraria all’aborto. Il matrimonio omosessuale fu un’iniziativa di Néstor Kirchner, il marito, ex presidente.

Bergoglio ha scelto il nome di Francesco. Molti lo apprezzano per uno stile di vita umile.
Naturalmente, è uno tra mille simboli. Il papa austero, come il poverello di Assisi, che viaggia in bus e metropolitana, che usa scarpe consunte, che celebra messa nella stazione ferroviaria per i più poveri, dei quali ha pietà tra l’indifferenza dei soddisfatti e dei corrotti. Populismo conservatore, imprescindibile per sbiancare i sepolcri vaticani, aperti per il riciclaggio del denaro, la pedofilia e la lotta tra fazioni. Sarà semplice come Giovanni, severo come Paolo, sorridente come Giovanni Paolo I, iperattivo e populista come Giovanni Paolo II e sottile come Benedetto.

Bergoglio disse di aver molta stima di lei, ma che il suo libro è “un’infamia”. Non ha mai avuto modo di incontrarlo? Lo farebbe adesso che è papa?
Quando pubblicai L’isola del silenzio inviò un sacerdote a chiedermi perché lo avessi fatto, nonostante avessimo un bel rapporto e amici in comune che ci presentarono. Replicai con un’altra domanda: che avrei dovuto fare con i documenti che avevo trovato? Bruciarli? Fingere di non averli visti? Questa sì che sarebbe stata un’infamia.

(Giampiero Calapà - IL FATTO QUOTIDIANO -)

Le vignette di Vauro - Servizio Pubblico - 14/3/2013


giovedì 14 marzo 2013

Marco Travaglio - Servzio Pubblico - 14/3/2013


Solo fango ?

Appena eletto Papa Francesco I, sul web sono comparsi moltissimi link che trattano la presunta collusione di Bergoglio con la dittatura argentina che sterminò novemila persone. Le prove del ruolo avuto dal nuovo Pontefice sono racchiuse nel libro L'Isola del Silenzio del giornalista argentino Horacio Verbitsky.
 
(???)
 
 
 
http://www.linkiesta.it/papa-ombre

http://www.ilgiornale.it/news/interni/ombre-e-bufale-su-bergoglio-durante-dittatura-videla-895899.html

http://video.repubblica.it/dossier/il-nuovo-papa/teleconclave-ciai-dittatura-e-nozze-gay-le-accuse-a-bergoglio-in-patria/122299/120784

http://www.corriere.it/esteri/speciali/2013/conclave/notizie/14-mar-i-dubbi-sulle-foto-di-bergoglio-con-videla_3f166818-8cbe-11e2-ab2c-711cc67f5f67.shtml

Un nome bellissimo, Papa Francesco!


Ha una bella voce, una dolcezza e l’umiltà di chi si presenta innanzitutto come vescovo di Roma, e ha scelto un nome bellissimo che è un programma: Papa Francesco. L’elezione del cardinal Jorge Mario Bergoglio rappresenta anche una vittoria postuma di Carlo Maria Martini, il quale lo aveva non a caso appoggiato nel conclave del 2005. (www.gadlerner.it)

Habemus fangum

Meno di 24 ore dopo lo stupore e l’entusiasmo per il Papa dell’Altro Mondo la Rete già ribolle di rivelazioni su Jorge Bergoglio in arte Francesco variamente narrato in blog, twt e siti come aguzzino di oppositori, omofono, misogino, complice di macellai argentini e cileni e quant’altro, come diceva il desaparecido Tonino “Noidellitaliadeitrattori” Di Pietro. Nell’invitare tutti a diffidare sia delle beatificazioni preventive sia del materiale che rigurgita da Internet, fiume che trasporta acqua pulita come rifiuti tossici, mi colpisce come ormai immediatamente, quando si sospetta l’esistenza di una buona notizia, ci si debba mobilitare per demolirla e distruggerla. La sacrosantissima domanda di trasparenza (sugli altri, naturalmente, perché sui miei guai ad accendere i riflettori) rischia di trasformarsi in una cultura del sospetto permanente, alla “talebana” come diceva Falcone, secondo la famosa battuta di Mark Twain: un gatto che si è seduto su una stufa rovente non si siederà mai più su nessuna stufa, anche se spenta. E anche il rivelazionismo (aspettatevi slavine di libri scoop instant sulla vita di Papa Francesco per incassare) diventa un’industria del torbido fingendosi moralizzatore. Si direbbe che ormai, avendo avuto il sedere strinato troppe volte, abbiamo il terrore delle buone notizie, come quel gatto. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

mercoledì 13 marzo 2013

Emergenza sportiva


I parlamentari del PDl hanno occupato il Camp Nou per tutta la notte e parte della mattina per protestare contro la vittoria a orologeria del Barcellona nei confronti della squadra del loro amato padron presidente.
Si tratta, infatti, secondo Angelino Alfano (sì, quello che voleva fare le primarie, ricordate?) di una vera e propria persecuzione calcistica atta a rovesciare il risultato delle elezioni.
Tra i più duri c’è il presidente dei deputati PDL, Fabrizio Cicchitto: ”Calciatori nazisti su indicazione di un allenatore stalinista sono scesi in campo e hanno emesso un verdetto disgustoso, ma a questo punto siamo al di là di ogni dialettica normale e di fronte allo scatenamento di una persecuzione che essendo fatta da fanatici ha perso anche ogni senso del limite”.
Per il presidente dei senatori Maurizio Gasparri ”Nei confronti del Milan è in corso un autentico supplizio. Non è tollerabile una simile gestione della partita”.
Mentre altri sguatter parlamentari del PDL si sono limitati a grugnire in segno di dissenso.
Questo pomeriggio il segretario Angelino Alfano (sì, l’uomo tutto d’un pezzo delle primarie) sarà ricevuto dal presidente del Barcellona, Sandro Rosell, che ascolterà le sue ragioni e ammonirà la propria squadra ad avere un po più di riguardo quando gioca contro quella del padrone del PDL, arrivando persino – si auspicano molti osservatori – a rinunciare alla vittoria, considerando il palo di Niang come un legittimo impedimento al pareggio e successiva qualificazione del Milan. (www.donzauker.it)

Essere eletto non mette al riparo dalla giustizia



E’ inutile che i servizievoli sottoposti di Berlusconi continuino a tirare per la giacchetta il Presidente della Repubblica. Quel che deve essere chiaro è che la legge è uguale per tutti e che l’essere stato eletto non mette nessuno al riparo dalla giustizia. Nemmeno Silvio Berlusconi. Questo è l’importante.
Berlusconi ha continuato a fare il Presidente del Consiglio anche quando era sommerso da scandali e rinvii a giudizio che avrebbero spinto alle dimissioni qualunque altro leader politico in tutto il mondo.
Il suo governo è caduto perché non sapeva più che pesci prendere contro la crisi economica, non per i processi.
Anche dopo aver lasciato palazzo Chigi, Berlusconi ha potuto condizionare il governo Monti, in modo che non toccasse nessuna delle leggi che si era fatto a suo uso e consumo. Anzi, è riuscito persino a far peggiorare ulteriormente la situazione in materia di leggi sulla corruzione.
In campagna elettorale i processi e le inchieste non gli hanno impedito di stare ogni minuto in televisione e se non ha potuto occupare ancora di più quegli spazi non è stato per colpa dei magistrati, ma perché avrebbe dovuto avere il dono dell’ubiquità.
Anche adesso niente impedisce a Berlusconi di fare politica, e infatti la fa e briga più che mai per far sì che il disastro del Paese torni a suo vantaggio.
Insomma, Berlusconi fa precisamente quel che non si deve fare e cioè: usa il suo ruolo politico per cercare di evitare i processi, per inventarsi un legittimo impedimento al giorno e addirittura per sollecitare la rivolta contro la magistratura. Non si era mai vista nel mondo l’invasione di un Tribunale da parte di una banda di parlamentari travestiti da descamisados. Non si era mai sentita al mondo una dichiarazione di guerra contro i giudici, come quella che Berlusconi ha consegnato a Panorama in queste stesse ore.
Tra la magistratura e Berlusconi è molto chiaro chi è che fa il proprio dovere e chi fa il contrario e non c’è interpretazione da azzeccagarbugli che possa cambiare questo dato di fatto. In democrazia la legge è uguale per tutti: è ora che Berlusconi si rassegni e si decida a prenderne atto. (www.antoniodipietro.it)

Povero Paese


Povero Paese dove deputati e senatori della Repubblica si umiliano in gruppo per il loro padrone e occupano un tribunale della Repubblica senza che nessuno intervenga, senza il minimo pudore. Come faranno a guardarsi in faccia?
Povero Paese dove nel dopo elezioni si discute solo di alleanze, di poltrone, di cariche, di spartizioni e non di economia, di lavoro, di soluzioni ai problemi quotidiani.
Povero Paese con l'informazione peggiore (di gran lunga) dell'Occidente che usa il suo potere per infangare chiunque voglia il cambiamento, la trasparenza, la pulizia morale.
Povero Paese dove un presidente della Repubblica invece di andare in prima serata in televisione a condannare un atto eversivo di portata enorme come la triste sfilata di parlamentari negli uffici giudiziari, riceve Alfano (ex ministro della Giustizia...) al Quirinale il giorno dopo.
Povero Paese dove da vent'anni non esiste opposizione, ma un inciucio alla luce del sole, con un pdmenoelle incapace di pronunciarsi immediatamente sull'attacco alla magistratura di Milano, loro che volevano smacchiare i giaguari.
Povero Paese dove il Monte dei Paschi di Siena è scomparso dall'informazione, il più grande scandalo economico della Repubblica relegato in una nota a piè pagina.
Povero Paese dove nessuno si prende la responsabilità dello sfascio economico e morale, non il pdl, non il pdmenoelle, non le istituzioni, non le authority che dovevano vigilare, sembra che l'Italia sia stata governata da fantasmi. Un Paese senza colpevoli.
Povero Paese dove sui giornali e sulle televisioni dei partiti la verità è stravolta, il boffismo è consuetudine, e nessun organismo internazionale, a iniziare dalla UE si sente in obbligo di intervenire.
Povero Paese dove la legge elettorale è in mano ai partiti che la usano, la modificano, la stravolgono per la loro convenienza e non per dare una vera rappresentanza ai cittadini.
Povero Paese dove il governo si è sostituito per un decennio al Parlamento (formato da "nominati" dai segretari di partito dopo un osceno mercato delle vacche) e legifera a colpi di decreti legge.
Povero Paese che si dice democratico, dove le leggi popolari, come Parlamento Pulito, non sono neppure discusse e i risultati dei referendum ignorati.
Povero Paese in ostaggio degli interessi di tanti, di troppi, ma non del popolo italiano.
Ora siamo a una svolta. Gli italiani lo hanno capito. (www.beppegrillo.it)

martedì 12 marzo 2013

Maurizio Crozza a Ballarò 12/3/2013


Bulli e pupe


Altro che Paese delle meraviglie o altra faccia dello specchio di Alice o smacchiatori di leopardi a tempo determinato. Siamo semplicemente abominevoli. In meno di 24 ore abbiamo perso la faccia in tutto il mondo tendendoci i due bulli killer di pescatori indiani e contravvenendo non solo alla parola data, ma anche alla legislazione internazionale. Per fortuna che i due marò finalmente sottratti agli alberghi indiani hanno dichiarato che adesso possono “tornare a lavorare”: il che in un momento di drammatica disoccupazione suona macabro e insolente visto che nemmeno sanno distinguere tra pescatori e pirati. Quanto alle pupe abbiamo sentito Micaela Biancofiore sostenere che non si può sapere se Ruby fosse o meno la nipote di Mubarak. Questo ci da alcune certezze sulle ascendenze dirette della medesima onorevole, ma getta un’ombra sul tutto il Paese. sulla sua dignità. Siamo evidentemente circondati di gente che senza un minimo di spirito critico prende per buona la lettera di restituzione dell’Imu e manda in parlamento personaggi che probabilmente sarebbero respinti perfino da un club privè che si rispetti, mentre la demenziale operazione marò, è stata sorretta da un nazionalismo straccione e ottuso che fa vergogna per la sua natura arrogante e servile insieme. A qualcuno di questi imbecilli andrà prima o poi di traverso un nasello dell’indopacifico e sarà tanto di guadagnato. Purtroppo ho troppi anni per dimettermi da italiano, mi limiterò ad assistere come se fosse un film, talmente brutto e assurdo che si riscatta dal kitch per diventare dramma senza speranza. (http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/)

La battuta del giorno

"Mi dichiaro sin d'ora disponibile a un confronto con Beppe Grillo sulle proposte che servirebbero al nostro Paese per uscire dalla crisi, e su quello che realmente significa avere senso dello Stato". (Domenico Scilipoti...è la fine !)

L'uveite di Berlusconi e l'orchite degli italiani


L'uveite, una malattia che ha molto a che fare con la vendemmiata di processi dello psiconano, è un'infiammazione di parte o di tutta la tunica media (vascolare) dell'occhio o che interessa le altre tuniche (sclera, cornea e retina). Rinchiuso in una suite di 200 metri quadri del San Raffaele, Berlusconi è curato giorno e notte amorevolmente, alla porta di uscita c'è un appuntato dei Carabinieri per evitarne forse la fuga. Silvio ammira dalla finestra la cupola enorme con l'angelone voluta da Don Verzè, più grande di quella di San Pietro. Forse riflette sulla caducità degli esseri umani, sulla sorte effimera che aspetta ognuno di noi, come è successo a Don Verzè e a Mario Cal, sul destino cinico e baro che attende Mediaset, la sua creatura prediletta. Chissà a cosa pensa, novello Argante di Molière. Fuori, i parlamentari del Pdl si sono recati al Tribunale di Milano in segno di protesta, a tenere una conferenza stampa contro le "visite fiscali", i "processi ad orologeria" e le "toghe rosse". Una lunga fila di deputati e senatori è entrata nell'edificio e si è fermata davanti all'aula dove si tiene il processo Ruby come gesto di sfida. Non vi è stata purtroppo alcuna retata favorita dall'evento. I parlamentari del pdl sono ancora convinti che Ruby sia la nipote di Mubarak, come hanno dimostrato a suo tempo con il voto in Parlamento, per questo assediano la magistratura, sono in buona fede. Si aggrappano a un vecchio signore che perde i pezzi come a un salvagente di marmo. Non hanno del resto alternative. Sparirebbero. Lo terranno insieme fino all'ultimo come la mummia di Lenin per esibirlo nei talk show con un altoparlante nascosto "No IMU, no IMU, no IMU". Berlusconi ha paura di fare la fine di Bottino Craxi, ma sarebbe invece la sua fortuna. In fuga sulle spiagge tunisine piene di Ruby senza la rottura di coglioni quotidiana dei suoi questuanti. Senza Ghedini, Alfano, Gelmini, senza Biondi, Gasparri, Cicchitto, Brunetta e soprattutto D'Alema Un paradiso terrestre. Si faccia condannare al più presto senza attenuanti e, prima dell'arresto, si dia alla latitanza. Ci guadagnerà in salute. Guarirà dall'uveite e gli italiani guariranno finalmente dall'orchite con cui li affligge da vent'anni. Ps: tutta la mia solidarietà ai magistrati di Milano. (www.beppegrillo.it)

lunedì 11 marzo 2013

Sanità a cinque stelle

L'indagato Silvio Berlusconi sta curando la sua uveite bilaterale in un appartamento di 200 metri quadri al settimo piano dell'Ospedale San Raffaele, settore Diamante. A sua disposizione una sala riunioni con tavolo, sedie e telefono, cucina, stanza per una infermiera privata, cabina armadio e bagno dotato di doccia idromassaggio e vasca ovale, in una stanza sagomata intorno alla vasca. Quando è capitato a me soffrire di uveite, il mio medico personale mi ha prescritto una pomata dichiarandomi idoneo al lavoro !

Corruzione ad altà velocita - Ferdinando Imposimato - (dal blog www.beppegrillo.it)


Onorevoli PDL davanti il tribunale



domenica 10 marzo 2013

Un monito, uno solo


Il Presidente Napolitano, famoso per i suoi moniti, non ha niente da dire ai continui attacchi alla magistratura dai soliti noti ?
O il Popolo Italiano si merita davvero personaggi squallidi come il malato immaginario e i suoi mercenari ?

Tristi gare di burlesque: la politica che si diverte a perdere tempo mentre tutto crolla

Mentre le agenzie di rating declassano l’Italia pronosticando scenari di “profonda” recessione, conseguenza del risultato “inconcludente” delle elezioni, la politica dà come sempre il suo fattivo contributo al bene del Paese e si porta avanti con il lavoro. Bersani, l’unico leader politico al mondo che è arrivato primo alle elezioni riuscendo a perderle (dopo un altro voto sfortunato parlò, con ardita litote, di non vittoria) vuole a tutti i costi farsi un giro da premier, ambizione legittima se non fosse che non ha la maggioranza al Senato e neppure, così si dice, il convinto sostegno di Napolitano. Egli avrebbe perciò escogitato un astuto stratagemma per aggirare il Colle e con ingegnosi artifici insediarsi a Palazzo Chigi alla guida di un governo a prevalenza Pd, ma zoppo e sfiduciato. Per farne cosa, mistero. Intanto, plotoni di esimi giuristi, supportati nei grandi giornali dalle truppe speciali del dialogo, architettano un governo del Presidente in versione automatica poiché il Presidente a capo del governo del Presidente dovrebbe essere il Presidente medesimo. Semplice e geniale. Ma l’arma segreta per dare finalmente un governo all’Italia sta per essere perfezionata in una sorta di gabinetto del dottor Caligaris dove un’équipe di scienziati cerca di mettere a punto il premier Grillesco. Progettato per ottenere il prezioso gradimento di Beppe Grillo, questo portento riunisce il meglio della società civile e del primato professorale da Rodotà a Settis, a Zagrebelsky. Una soluzione di eccellenza che unisce competenza e onestà. Purtroppo il caro leader a 5Stelle persiste in un atteggiamento sarcastico (coerente, del resto, con la sua conclamata vena comica), cosicché circondato da alcuni simpatici picchiatelli si diverte un mondo a respingere al mittente i prototipi con pretestuose motivazioni. A questo punto uno potrebbe chiedersi che fine abbia fatto Berlusconi, che resta pur sempre il potente capo della destra italiana. Ebbene, inseguito dalla implacabile pm Boccassini, egli ha trovato rifugio in un ospedale amico dove, tuttavia, il suo tentativo di darsi malato è stato smascherato da una impietosa visita fiscale. Una scena spassosa quella del miliardario simulatore che bene s’inserisce in un contesto burlesque, con la politica che si diverte a perdere tempo mentre tutto crolla. Certo, c’è sempre l’esempio del Belgio che senza governo è sopravvissuto benone per 500 giorni e più. In attesa delle prossime elezioni e del prossimo avanspettacolo. (Antonio Padellaro - IL FATTO QUOTIDIANO -)

sabato 9 marzo 2013

Il malato immaginario



La visita fiscale disposta dalla Corte di Appello sentenzia che l'indagato può presentarsi in aula.

venerdì 8 marzo 2013

Impedimento : uveite bilaterale




Le vignette di Vauro - Servizio Pubblico - 7/3/2013


The monster


Ogni giorno sui giornali, in tv, in rete, notizie su Grillo : familiari sistemati in Senato, interessi in Costarica, falsi attivisti del Movimento intervistati da una falsa giornalista, frasi ad effetto estrapolate da un discorso più complesso, ecc.
E' avvilente come frettolosamente stiamo dimenticando Berlusconi !

giovedì 7 marzo 2013

La scoperta dei grillini: uno vale uno anche per i parlamentari

Siccome non siamo nati a viver come bruti, stiamo andando a scuola di grillismo attraverso la tv, che finalmente ci mostra qualche faccia diversa da quella perennemente stravolta dall’urlo di Beppe Grillo. Non che siamo già in grado di conoscere nomi e cognomi, ma ci stiamo sforzando di imparare. Si tratta finalmente di persone normali, con facce normali, che potrebbero essere nostri vicini di casa o nostri cugini, come ha scoperto irresistibilmente Crozza, ricordandosi subito dopo di avere un cugino scemo. Stanati nella loro nuova pubblica responsabilità da qualche talk show, i pochi grillini apparsi finora in tv, come Grillo sospettava, non ci stanno facendo una gran figura. Un po’ per inesperienza del mezzo, ma soprattutto per inesperienza del dibattito con voci diverse dalla loro. Dal modo in cui ripetono parole e idee, anche se vengono dalla comunicazione planetaria del web, danno l’impressione di uscire da una cerchia ristretta e quasi catechistica, all’interno della quale hanno scoperto la politica come se prima non fosse mai esistita. Una scoperta, la loro, appassionata e comunque positiva, se solo reggerà al confronto con idee diverse e magari contraddittorie, alle quali, per ora, i fan di Grillo non sanno reagire se non con un sorrisetto imbarazzato e supponente. Ieri mattina ad Agorà, i grillini in collegamento non hanno saputo spiegare la loro contrarietà alla libertà del parlamentare, che deve rispondere alla sua coscienza (come qualsiasi essere umano); o magari ai suoi elettori e non al suo capo bastone. Eppure, avrebbero potuto citare il loro motto, peraltro lapalissiano, secondo il quale «uno vale uno». A meno che, per loro, quell’uno non sia il solo Beppe Grillo. (Maria Novella Oppo - L'UNITA' -)

La battuta del giorno

"112! Le pagine della nuova edizione di Playboy che esce in Israele, in ebraico. Ci mancavano solo le bombe sexy." (Cinzia Poli, Caterpillar AM, Radio 2)

mercoledì 6 marzo 2013

Berlusca e Berluschino non cacano senno

Renzi incontrò Berlusconi ad Arcore nel pieno della crisi che costrinse Silvio all’acquisto in serie di parlamentari. Il sindaco di Firenze, le cui aziende hanno sempre lavorato per Mediaset, disse che si parlò della sua città, ma alcuni commentatori meno disposti a farsi prendere per il naso dal calandrino di Rignano, supposero che un Cavaliere che già aveva fiutato il suo declino avesse offerto a Renzi, di cui conosceva la vigoria aziendalista e destreggiante, una sostanziale successione morbida da portare avanti nel tempo. Il sindaco avrebbe portato il suo esprit e la sua anagrafe, mentre il Cavaliere avrebbe pensato a spruzzarlo di aura politica intrecciandogli rapporti con Blair e gli ambienti bancari che contano, insomma conferendogli padri nobili più consistenti di Winnie The Pooh e Capitan Uncino.
Lo stesso Berlusconi recentemente sembra voler confermare la sostanza di quell’incontro sostenendo che Renzi ” accese in me la speranza di vedere nascere una sinistra socialdemocratica”. Certo in questo si annida il ridicolo del’uomo con la sua voragine di incultura politica e il suo organetto che suona sempre la stessa canzone in qualsiasi contesto. La verità è che il tentativo era solo quello di far nascere un leader di destra, un Berluschino che tuttavia potesse fregiarsi di un’etichetta diversa e lontana dai veleni seminati dal cavaliere. Cosa che puntualmente è avvenuta prima con la saga della rottamazione e poi alle primarie con una candidatura nata e vissuta all’ombra del sistema finanziario (qui) , ma con la presa in giro del camper, idea del resto frutto degli spin doctor berlusconiani al seguito del sindaco.
E oggi finalmente abbiamo l’ultimo atto di quel piano messo a punto il 6 dicembre del 2010 e fruttificato nel tempo proprio grazie a un ambiente di centrosinistra talmente ossessionato da Berlusconi e dal suo stesso immobilismo, da non sembrare più in grado di discernere le linee politiche. Oggi Renzi scende in campo, per liberarsi di Bersani e proporre il grande inciucio con Berlusconi, terrorizzato che un alleanza Pd e Grillo possa produrre davvero una seria legge contro il conflitto di interessi. E a questo scopo il sindaco di Firenze è andato a rendere omaggio a Monti, facendo così ben capire quale potrebbe essere la politica di un simile governo a tre. Con la benedizione di Scalfari, che ormai come un nerone dei media si gode l’incendio del Paese e si compiace del nuovo purché abbia la sua stessa età. (http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/)

Poco prima della rivoluzione - Dario Fo - (dal blog www.beppegrillo.it)


martedì 5 marzo 2013

Maurizio Crozza a Ballarò 5/3/2013


Non sono abituati

Tutti condanniamo la politica degli inciuci, quella che si compie in stanze chiuse e oscure. Quella lontano dai nostri occhi e che capovolge il senso palesato davanti le telecamere.
E cosa succede ?
Arriva un partito o un movimento di ragazzi e ragazze, di cittadini normali che compie i suoi atti alla luce del sole in diretta video, che qualche giornale ha immediatamente etichettato come una presentazione alla "X Factor", scatenando la facile ironia del web. 
L'attacco più sottile è giunto dai soliti quotidiani filo arcoriani.
Capisco il loro shock, non sono avvezzi a chi fa politica con trasparenza, per ovvi motivi di appartenenza (e fa pure rima).

La battuta del giorno

"Guarda, ti faccio vedere un filmato bellissimo" (Gianni Morandi ad Andrea Bocelli al concerto dedicato a Lucio Dalla in Piazza Grande a Bologna)

Il Giornalista Ruzzle

E' dura la vita del Giornalista Ruzzle. Bisogna sforzarsi costantemente di ignorare il significato evidente di quello che viene detto. Bisogna avere fantasia e reinterpretare più e più volte le stesse parole, disponendole in ordine diverso, magari anche casuale, finché non assumono possibili significati originali. L'importante è segnare punti, tirare fuori le dichiarazioni più improbabili tra tutte quelle possibili, quelle più adatte a farci titoli o didascalie. Funziona così. Entra il conferenziere e mostra il nuovo tabellone delle parole. Fa cioè il suo discorso di base, dove in gran parte è già tutto chiaro e, all'apparenza, non ci sono significati diversi da quelli lapalissiani. Il conferenziere cerca di essere il più chiaro possibile: il suo scopo è quello di non farsi fraintendere. Se ci riesce, vince il banco e si ha un Paese migliore. Quando il conferenziere termina di esporre i concetti chiave, è il turno del Giornalista Ruzzle, che deve scomporre e ricomporre all'infinito le stesse frasi. Può cambiarle a piacimento quante volte vuole, facendo e rifacendo domande simili, cui viene alternativamente invertita la punteggiatura, l'ordine degli avverbi, la sequenza delle intonazioni e così via. Se il Giornalista Ruzzle riesce a confondere il conferenziere e a fargli dire qualcosa che abbia anche solo una possibilità di essere interpretato in un senso millimetricamente diverso da quello iniziale, segna punti. Ci sono concetti che raddoppiano i punti guadagnati. Per esempio, se il Giornalista Ruzzle riesce a rendere malinterpretabile una dichiarazione del conferenziere riguardo ai temi della democrazia, del fascismo (un evergreen), della fiducia e altre questioni sensibili, quando chiama in redazione per andare in stampa può anche triplicare il suo score. I Giornalisti Ruzzle sono in competizione tra loro. Chi fa lo score più alto vende più giornali e non perde il suo lavoro precario. Il cittadino perde sempre. (www.byoblu.com)

lunedì 4 marzo 2013

I pagliacci chiedono di non essere paragonati a Silvio Berlusconi


"Silvio Berlusconi è un pagliaccio": la polemica dichiarazione del leader dell'opposizione tedesca Peer Steinbrück ha offeso anche i pagliacci, che  hanno preso le distanze dall'ex primo ministro italiano. "Un pagliaccio del circo non è uno stupido che si può mettere allo stesso livello di Berlusconi" ha detto oggi all'agenzia DPA Bernhard Paul, direttore del circo Roncalli di Colonia e famoso pagliaccio per 36 anni. "È una professione onorevole, difficile, che richiede sensibilità e talento artistico". Paul ha inviato una lettera a Steinbrück esprimendo il suo fastidio per il fatto che il candidato socialdemocratico alla cancelleria utilizzi la professione del pagliaccio per "insultare i politici di dubbia credibilità". Anche l'ottantenne Oleg Popov, star russa del mondo dei clown, si è offesa per il paragone. "Un pagliaccio può essere chiamato tale soltanto quando può recitare in un teatro o in un circo e riesce a dare allegria alla gente. Se non lo fa, io piuttosto lo chiamerei cialtrone", ha riferito al quotidiano Tz di Monaco. (www.tzetze.it)


E mi sembra giusto.

Massimo D'Alema ambasciatore del tartufo in Italia e nel mondo


All'inizio pensavo alla battuta di qualche buontempone. E invece. Mentre il Paese scivola nel caos, Massimo D'Alema accetta l'incarico. Di ambasciatore del tartufo di Norcia. In Italia. E nel mondo. “Se quello che mi si chiede è di adoperarmi perché l’obiettivo di riconoscimento del tartufo come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco possa essere raggiunto sono onorato e lo farò senza dubbio”, ha appena dichiarato il noto esponente del Partito Democratico. (http://nonleggerlo.blogspot.it/)

domenica 3 marzo 2013

Bersani e il fatale compiacimento per l’imitazione di Crozza


Nella primavera del 2011 Pierluigi Bersani era un leader in difficoltà. La sconfitta dei suoi candidati alle primarie per i sindaci di molte città, dopo lo scandalo di Sesto San Giovanni che aveva coinvolto il suo braccio destro Filippo Penati, evidenziavano un suo deficit di credibilità. Fu con stupore e gioia, allora, che egli accolse la formidabile imitazione-deformazione delle sue metafore operata da un grande personaggio come Maurizio Crozza. Lo prese come segno di popolarità, si presentò in prima fila allo spettacolo in teatro per ridere di se stesso e far vedere che era pure spiritoso, si convinse che Crozza lavorasse per lui. Anche nelle conversazioni private Bersani attribuiva molta importanza a quello che interpretò come un segnale di incoraggiamento a ignorare i nodi politici imbarazzanti, tanto li avrebbe “coperti” con la sua personalità gioviale. Basti pensare a come sdegnò quel prezioso grillo parlante che aveva in casa, Arturo Parisi, non muovendo un passo per impedire che se ne andasse. Con il senno di poi constatiamo che l’imitazione si è mangiata l’originale: non riusciamo più ad ascoltare Bersani e a prendere sul serio il suo gergo, senza pensare a Crozza. Il Bersani senza Crozza dei manifesti con cui hanno tappezzato l’Italia risultava difatti triste, perfino un po’ lugubre. Temo che quel pizzico di vanità -intendiamoci, sarebbe capitato a chiunque- instillatogli per la via traversa di una satira bonaria, abbia distorto la percezione delle realtà al segretario del Pd, gli abbia gonfiato l’ego oltremisura. (www.gadlerner.it)

L'opinione di quello che pensa "ai cazzi suoi"



Ognuno ha espresso la sua opinione sull'ingovernabilità emersa dal post elezioni, c'è anche chi invoca quella di Scilipoti, ma ecco l'autorevole statista Antonio Razzi a sgombrare il campo.

venerdì 1 marzo 2013

Grillo e il papello

Nessuno riesce a entrare nella testa di Grillo. Forse nemmeno Grillo. Difficile capire se prevalga la soddisfazione o la preoccupazione. Soddisfazione nel vedere i politici che l’hanno sempre schifato strisciare ai suoi piedi e implorarlo di salvarli con la fiducia. Preoccupazione per una politica allo sbando che rischia di far pagare ai cittadini l’ennesimo scotto della propria incapacità. Eppure, dai messaggi che l’ex comico invia tramite il blog e le interviste alla stampa estera, una cosa si può dire: l’Antipolitico fa politica più o meglio dei professionisti della politica. Il gioco di questi ultimi è chiarissimo: non avendo capito nulla di quanto sta accadendo, s’illudono di padroneggiare ancora la situazione ingabbiando gl’ingenui “grillini” in un governo minoritario che prometta di fare tutto ciò che chiedono, ottenendone la fiducia e poi torni alle pratiche consociative di sempre, ricattandoli con la minaccia del voto anticipato che ricadrebbe sulle loro spalle, con annesse accuse di sfascismo e irresponsabilità lanciate da stampa e tv di regime. Una trappola che somiglia al vecchio trucco del cerino: l’ultimo si brucia le dita. Solo un campione di ingenuità suicida può pensare che un movimento rivoluzionario possa votare la fiducia a un governo altrui. E, con buona pace della stampa di regime, non esiste alcuna “rivolta del web” contro i No di Grillo. Il web è una zona franca dove scrivono tutti, anche i troll dei partiti camuffati da “base di 5 Stelle”. I partiti dell’ammucchiata Monti non vedono l’ora di rimettersi insieme per evitare le urne, cioè un altro balzo di Grillo. Ma hanno un problema: i loro elettori. Il Pd finge di dialogare con M5S, per poi allargare le braccia: “Purtroppo Grillo non vuole e ci costringe alla grande coalizione per eleggere il Presidente, tranquillizzare i mercati, lo spread e l’Europa”. D’Alema ha già avviato contatti con Letta, prigioniero di quella Bicamerale mentale che lo porta a una continua coazione a ripetere. Grillo sa che lì si andrà a parare e deve evitare di restare col cerino in mano: cioè di essere additato domani come il colpevole dell’inciucione o di nuove elezioni. Perciò ricorda ossessivamente il programma di M5S e sfida i partiti a farlo proprio. Ora, per smascherare il bluff, deve fare un passo in più: presentare un papello semplice, fattibile e al contempo rivoluzionario, in cambio dell’uscita dall’aula dei senatori “grillini” che consentirebbe la nascita “condizionata” del governo. Abolire i rimborsi elettorali. Dimezzare i parlamentari e i loro compensi. Legge elettorale maggioritaria con doppio turno francese. Anti-corruzione e anti-evasione con pene doppie e prescrizione bloccata al rinvio a giudizio, nuovi reati come autoriciclaggio, falso in bilancio, collusione mafiosa. Ineleggibilità per condannati, portatori di conflitti d’interessi e concessionari pubblici. Antitrust su tv e pubblicità. Cancellazione di Tav Torino-Lione, Terzo Valico, Ponte sullo Stretto e altre opere inutili, nonché dell’acquisto degli F-35. Ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Divieto per ex eletti o iscritti a partiti di entrare nei Cda di banche e fondazioni. Via gli aiuti di Stato a banche, imprese e scuole private. Via le esenzioni fiscali a edifici ecclesiastici e bancari. Ilva e Mps nazionalizzati. Patrimoniale. Reddito di cittadinanza o sussidio di disoccupazione. Tetto alle pensioni d’oro. Abolizione immediata delle province e potatura di consulenze e poltrone delle società miste. Sgravi fiscali alle imprese che assumono giovani. Detraibilità delle spese di sussistenza. Wi-fi libero e gratis. Più fondi a scuola pubblica, università e ricerca. A questo punto possiamo anche svegliarci dal sogno, perché un programma del genere i partiti non se lo possono permettere: si condannerebbero al suicidio. Ma almeno sarebbero costretti ad ammetterlo e tutto sarebbe finalmente chiaro. (Marco Travaglio - IL FATTO QUOTIDIANO -)

Non ci credo !

                   
                                                       (clicca sulla foto per ingrandire)

Le vignette di Vauro - Servizio Pubblico - 28/2/2013