venerdì 22 giugno 2012
Nessuno osi tappare la bocca alla stampa
All’improvviso nei palazzi della casta si è ricominciato a parlare di intercettazioni e di bavagli. Sembrava che, una volta uscito da palazzo Chigi il cavalier Berlusconi, il sogno di tappare la bocca alla stampa e alla rete fosse passato in seconda linea.
Invece niente da fare.
Anche il governo Monti si è convinto che la pubblicazione delle intercettazioni è il vero problema che pesa sui cittadini italiani. Non la crisi, la disoccupazione, i privilegi della casta, la burocrazia che strozza l’economia, la corruzione che da sola frena tutto lo sviluppo. Secondo la casta e i suoi difensori più o meno tecnici il vero problema sarebbe la stampa che continua a pubblicare conversazioni che i potenti preferirebbero tenere ben nascoste. Il problema non è il marcio ma che qualcuno lo dica e che i cittadini lo sappiano.
L’ultima trovata del ministro Severino sarebbe una specie di regolamentazione a singhiozzo. Le intercettazioni potrebbero essere pubblicate, però non subito, solo alla fine dell’inchiesta. Magari quando il corrotto o il malfattore di turno è già riuscito a farsi eleggere in Parlamento da cittadini che di quelle intercettazioni non sapevano niente e così lo hanno votato in buona fede.
A quel punto le intercettazioni potranno essere pubblicate, ma solo se “penalmente rilevanti”. Così se una carogna di palazzinaro se la ride al telefono pensando a quanto guadagnerà sulla pelle dei terremotati dell’Aquila i cittadini dovranno saperlo solo se “penalmente rilevante”. Oppure nel caso che un testimone in un importante processo tema di essere smentito e telefoni alla più alta carica dello Stato chiedendo il suo intervento (e questo intervenga) nessuno lo saprà e nessun giornale potra pubblicare la notizia.
Io chiedo una cosa sola: possibile che mentre la corruzione dilaga e mette in ginocchio il Paese il governo pensa a eliminare quel poco di controllo sociale che i cittadini possono esercitare sulla casta grazie alla libera informazione? Noi dell’Italia dei Valori a questo ennesimo tentativo di bavaglio non ci stiamo e, insieme ai cittadini e i giornalisti con la schiena dritta, porteremo avanti la nostra battaglia per una Italia libera e plurale. (www.antoniodipietro.it)
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