sabato 31 ottobre 2009
Alcuni dati: Libero (diventato una Onlus per i contributi) 7.794.367 euro, Il Riformista 2.530.638, Il Foglio 3.745.345, La Padania (serva di Roma Iddio la creò) 4.028.363, L'Unità 6.377.209, Europa (organo del rutellone) 3.599.203, Il Secolo d'Italia 2.959.948, Il Campanile (organo del mastellone) 1.150.919, Avvenire 6.174.758 (ma non gli basta l'otto per mille?), Il Denaro (il nostro?) 2.459.799. L'Avanti (i socialisti sono sempre presenti) 2.530.638. Non mancano neppure le elemosine folcloristiche elargite con le nostre tasse come: Il Granchio 88.444 euro, Motocross 506.660, Chitarre 273.126, Car Audio e FM 290.400, Italia Ornitologica 40.000 e il misterioso Adista 117.000 (*).
Mancano i soldi per la Scuola, per la Polizia, per le case antisismiche, per il sussidio di disoccupazione ai padri di famiglia disoccupati. Non mancano mai per i giornalisti di regime. Il Dipartimento per l'informazione e per l'editoria è presieduto da Paolo Bonaiuti del PDL. Senza la cortina fumogena dell'informazione a tassametro il regime Pdl-pdmenoelle non durerebbe un giorno, Senza lo Stato la maggior parte dei giornali fallirebbe. Lo stipendio a Belpietro, Ferrara, Polito, Boriani lo decide lo psiconano e lo paghiamo noi. Gli editori sono i camerieri dei politici, i giornalisti scrivono il menu su ordinazione. I contributi pubblici all'editoria e gli sgravi fiscali di cui godono i grandi gruppi editoriali vanno aboliti. Se lettore compra, giornalista vive. Altrimenti faccia un altro mestiere.
(*) Il Fatto Quotidiano che ha dichiarato di non voler fruire di contributi pubblici rappresenta una controprova. Travaglio, Lillo, Gomez non avrebbero mai potuto diventare editorialisti o direttori del Corriere della Sera o della Repubblica. Hanno dovuto farsi un loro giornale per scrivere. (www.beppegrillo.it)
Io non so se Cucchi fosse o no uno spacciatore, non e’ questo il punto. So che un cittadino della Repubblica e’ stato prelevato in casa dai carabinieri, tradotto pesto davanti al giudice, ricoverato per motivi misteriosi in ospedale dove i genitori non hanno avuto il permesso di visitarlo e che poi e’ morto pieno di contusioni e fratture.
La famiglia non e’ stata neppure avvertita della morte, ma soltanto della avvenuta autopsia. Non ci sono parole. La giustizia italiana e i metodi dei suoi addetti sono sul banco degli imputati.
Nessuna persona libera e liberale, nessun cittadino che ami la legge e la democrazia puo’ restare indifferente di fronte a quel che e’ capitato al cittadino Stefano Cucchi, ma anzi deve sentirsi indignato e chiedere che si faccia luce fino all’ultimo raccapricciante particolare.
Non esiste un atteggiamento di sinistra e uno di destra di fronte a un caso come questo, ma soltanto un atteggiamento civile dei cittadini degni di questo nome.
Vogliamo sapere esattamente che cosa e’ successo, minuto per minuto, agente per agente, funzionario per funzionario, senza sconti e senza isteria.
Io sono un sostenitore assoluto delle forze dell’ordine, ma penso che proprio per il rispetto che esse meritano, coloro che indossano indegnamente uniformi onorate debbano essere allontanati e puniti se hanno commesso abusi e reati.
(www.paologuzzanti.it)
(mi sono chiesta a lungo come cominciare una lettera come questa, non ho mai scritto ad un parlamentare prima d’ora, mi sembra che questo possa andare bene: diretto e conciso).
Non le nascondo, per onestà, che non mi sono mai trovata d’accordo con lei, anzi spesso le sue opinioni mi irritavano, le nostre posizioni, evidentemente e naturalmente distanti, mi impedivano di trovare qualche argomento condivisibile.
Ma da un po’ di tempo a questa parte alcune sue dichiarazioni mi sorprendono, mi pare di trovare in lei quel buon senso di cui abbiamo così tanto bisogno, i suoi interventi spesso lasciano trasparire una volontà di dialogo, un’apertura su temi che ci hanno visti contrapposti per così tanto tempo.
Mi chiedo: che cosa sta succedendo??? Ed ecco che la diffidenza riprende il sopravvento: è una strategia? Lei è un uomo intelligente, uno dei pochi politici puri di quel panorama, me lo lasci dire, desolante che è la sua coalizione di governo.
Sicuramente ha capito (e ahinoi non ci vuole molto) che a sinistra c’è un vuoto, e che gli elettori sono giustamente disorientati, arrabbiati, disillusi e allora forse cerca di blandirli con dichiarazioni più vicine al pensiero di sinistra per indurli a dirottare i voti degli indecisi su di lei.
Ecco mi dico: sarà così, sta preparando il terreno per una nuova coalizione! E rimango, sempre per onestà, più propensa per questa teoria, non per diffidenza ideologica, ma perché ho sempre pensato che le persone cambiano raramente.
Tuttavia voglio lasciare uno spiraglio all’ottimismo e voglio pensare che anche per lei la misura è colma e che anche lei comincia, come noi, a vergognarsi di essere rappresentato così male agli occhi del mondo intero e che, come noi, è stanco di questo populismo da quattro soldi, di questa retorica da bar, di questo senso dell’umorismo da caserma, di questo clima di intolleranza e di violenza che si respira, di questa decadenza culturale, etica, storica.
Onorevole Fini, io non lo so, ma la prego, se lei è davvero in buona fede, ci aiuti a venirne fuori. Si liberi della sua attuale coalizione, vada avanti, formi un partito conservatore di gente onesta, e ce n’è tanta che non si riconosce in questa destra, con la quale si possa dialogare in maniera democratica e civile, come in tutti i paesi europei.
Magari ci scontreremo ancora sui temi che ci vedranno in contrapposizione, come in tutte le democrazie, in un clima appassionato sì, (la politica è passione), ma civile.
Dia il suo contributo a restituire dignità a questo paese che non si merita di essere rappresentato in questo modo, e da sinistra, (facendo anche noi il nostro dovere di pulizia laddove ce ne sarà bisogno), le daremo il benvenuto.
Distinti saluti,
Fiorella Mannoia
(da MICROMEGA)
venerdì 30 ottobre 2009
C’è voluto uno scandalo targato centrosinistra, il caso Marrazzo, perché Pigi Battista e Piero Ostellino scoprissero sul Corriere della sera una parola finora inedita nel loro vocabolario: “dimissioni”. Per una volta, non essendoci di mezzo Berlusconi, sono riusciti a guardare la luna invece del dito. Anzichè prendersela con l’”invadenza della magistratura”, strillare alla privacy violata e alla “guerra fra giustizia e politica”, si sono concentrati sul fatto.
Battista: “Un governatore sotto ricatto è politicamente dimezzato e azzoppato, impossibilitato a svolgere con serenità e responsabilità istituzionale le sue funzioni” e “deve valutare se fare un passo indietro”.
Ostellino: “In discussione non dovrebbero essere mai gli stili di vita, ma gli eventuali comportamenti pubblici ‘accertabili e difformi’ che ne conseguissero, per qualsiasi carica, premier compreso. Marrazzo ha ceduto al ricatto e pagato i ricattatori. Il ricatto è un reato, al quale mai si deve sottostare, tanto meno un uomo pubblico”. Ben detto. “Premier compreso”.
Poi però Ostellino liquida come “dichiarazioni moralistiche” le critiche a Berlusconi per i sexy-scandali: come se la difesa della Sacra Famiglia cattolica, le leggi antidroga e antiprostituzione non fossero “comportamenti pubblici accertabili e difformi” da quelli di un premier che è pappa e ciccia con un prosseneta-spacciatore, riceve a domicilio prostitute e - come dice la sua signora - frequenta minorenni e mette in lista le girls del suo harem.
Ma sorvoliamo sul sesso e restiamo sul ricatto: “un reato al quale mai si deve sottostare, tanto meno un uomo pubblico”. Nel 1975 Berlusconi subisce un attentato mafioso in una delle sue ville e non lo denuncia. Nel 1986, replay: stessa villa, stessa bomba; stavolta se ne accorgono i carabinieri; il Cavaliere, al telefono con Dell’Utri, parla di “segnale estorsivo” del suo ex-“stalliere” Mangano e rivela di aver detto ai militari: “Se mi avesse telefonato, 30 milioni glieli davo!”. Nel 1988 confida all’amico immobiliarista Renato Della Valle: “Mi han fatto estorsioni in maniera brutta. Mi è capitato altre volte, dieci anni fa, e son tornati fuori. Mi han detto che, se entro una certa data non faccio una roba, mi consegnano la testa di mio figlio ed espongono il corpo in piazza Duomo. Se fossi sicuro di togliermi questa roba dalle palle, pagherei tranquillo, così non rompono più i coglioni”. Nel 1990 la Standa di Catania è bersagliata da attentati mafiosi, finchè i dirigenti berlusconiani pagano il pizzo (180 milioni di lire); ma la Fininvest nega tutto e non denuncia gli estorsori, nemmeno quando vengono arrestati e processati. Due anni fa una gang di paparazzi minaccia di diffondere foto compromettenti di Barbara Berlusconi: Papi cede al ricatto e paga 20 mila euro. Da allora Battista e Ostellino tentano invano di pubblicare sul Corriere due vibranti editoriali in cui chiedono le dimissioni del premier con le stesse parole usate per Marrazzo. Aiutiamoli: con il nostro sostegno, ce la possono fare. (www.voglioscendere.ilcannocchiale.it)
giovedì 29 ottobre 2009
Attenzione ! Immagini violente.
mercoledì 28 ottobre 2009
Cari amici,questa mattina, nel corso della trasmissione “Omnibus” de La7, ho sostenuto e pubblicizzato con convinzione la manifestazione prevista il 5 dicembre a Roma, promossa dalla rete per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio. L’ho fatto oggi e continuerò a farlo tutte le volte che potrò.Credo, infatti, sia necessario fare in modo che questo importante evento, questo incontro spontaneo di cittadini che credono ancora nella democrazia ed hanno deciso di esprimere apertamente il loro dissenso a questo Governo, sia pubblicizzato con ogni mezzo.E’ fondamentale che se ne parli, (e questo sta finalmente accadendo), è essenziale che si attivi un tam-tam volto a promuovere la stessa manifestazione e a divulgarla il più possibile.Per questo, da parte mia, ribadisco che avrete tutto il supporto necessario e il necessario sostegno. (www.antoniodipietro.it)
martedì 27 ottobre 2009
Ancora cinque anni in una terra che non vede l’ora di togliersi dalle scatole tutti i contingenti stranieri e per questo credo che purtroppo continueremo a contare i morti.
lunedì 26 ottobre 2009
domenica 25 ottobre 2009
sabato 24 ottobre 2009
Chi ha pagato? Al 60 per cento imprenditori privati vicino alla Lega, al 40 per cento la Rai: 12 milioni di euro di soldi dei contribuenti, quindi, a pesare sul bilancio già drammaticamente in rosso della tivù pubblica.
Soldi che, ormai è certo, non torneranno mai indietro: nei cinema "Barbarossa" è un flop e l'incasso dei botteghini - secondo le previsioni - non coprirà nemmeno un terzo delle spese sostenute.
L'ultimo spreco di denaro pubblico ha un nome e cognome preciso: Umberto Bossi, capo della Lega e grande sponsor politico del progetto, nonchè amico personale del regista e pure presente in un cameo nella pellicola di Renzo Martinelli.
Berlusconi insomma ha usato la Rai (che imporrà il film in due puntate anche sul piccolo schermo) per tenersi buono l'alleato di governo, a spese nostre.
Dev'essere questo il famoso "Roma ladrona", lo slogan con cui la Lega ha mosso i suoi primi passi fino ad arrivare direttamente a usufruire del bottino. (L'ESPRESSO)
Un pò come si è comportato Minzolini con le puttane di Berlusconi vero ?
venerdì 23 ottobre 2009
La battuta (più geniale) del giorno
La battuta del giorno
E già, perchè se così fosse la classe politica italiana sarebbe drammaticamente decimata.
“Libero”, controllato dall’omonima fondazione onlus, rientra nella categoria delle cooperative o enti morali ed è in testa alla classifica con 7.794.000 euro ricevuti. Della stessa classe fa parte anche “Avvenire”: il quotidiano della Cei ha riscosso 6.174.000 euro. “Italia Oggi” raggiunge quota 5.263.000 euro.
Tanti soldi anche per i giornali di partito: per “L’Unità”, ex organo del Pci, lo Stato ha sborsato 6.377.000 euro, mentre “La Padania” della Lega Nord è arrivato a 4.028.000. “Europa” del Pd ha ricevuto 3.599.000 euro, mentre in area An il “Secolo d’Italia” ha raggiunto i 2.959.000 euro.
I Verdi non siedono più in Parlamento ma “Notizie verdi” ha preso comunque 2.510.000 euro. “Liberal” dell’Udc si attesta a 1.200.000 euro, e anche “Il Nuovo Campanile” dell’Udeur va oltre il milione, per l’esattezza 1.150.000. Sotto il milione “Rinascita della Sinistra” (934.000), “Il Socialista Lab” (472.000) e “Democrazia Cristiana” (298.000).
Tra gli organi dei movimenti politici, poi trasformati in cooperative, spiccano i 3.745.000 euro presi dal “Foglio”, nel cui azionariato figurano tra gli altri l’ex first lady Veronica Lario e Giuliano Ferrara. 2.530.000 euro per il napoletano “Roma”, mentre “Il Denaro” ha raggiunto nel 2007 2.459.000 euro. Bene anche “Il Nuovo Riformista” con un finanziamento di 2.530.000, mentre la “Voce Repubblicana” ha avuto dallo Stato solo 624.000 euro.
Tra i quotidiani gestiti da cooperative, ma con una chiara impronta politica, troviamo in cima una testata tradizionalmente “rossa” come “Il Manifesto” con 4.352.000 euro, seguito a ruota da “Conquiste del Lavoro” (area Cisl) con 3.346.000 euro. Anche “L’Avanti”, ex organo dei socialisti si è beccato 2.530.000 euro, mentre l’agenzia Dire si è “fermata” a 1.012.000 e la “Nuova Gazzetta di Caserta” è arrivata a 710.000.
Il “Corriere Canadese” guida la graduatoria dei quotidiani editi e diffusi all’estero con 2.834.000 euro, seguito da “America Oggi” (2.530.000), “Il Globo” (2.530.00) e “Primorski Dvevnik” (1.897.000).
Tra le emittenti televisive è in testa “Nessuno Tv” (di area dalemiana) con 3.594.000 euro. Alle sue spalle “Informazione Libera” con 2.133.000 euro e la pugliese Telenorba con 234.000.
Ci sono poi i periodici specializzati: i contributi più alti sono stati ricevuti da “Motocross” (506.000 euro); stessi finanziamenti anche per “Left-Avvenimenti”, mentre la rivista musicale “Mucchio Selvaggio” si attesta sui 451.000 euro. Seguono “Chitarre” (273.000), “Mare e monti” (103.000) e “Il Granchio” con 88.000 euro.
Infine ci sono i più “poveri”, ossia i giornali senza fini di lucro: Azione Bnevento è arrivato a 235.000 euro, “Aeronautica” a 66.000 e “Buddismo e società” a 26.000. (BLITZ QUOTIDIANO)
giovedì 22 ottobre 2009
Un merito è da attribuire a Silvio Berlusconi, quello di aver sdoganato il verbo "sputtanare" che è diventato di moda tra i suoi peones.
Non c’erano dubbi che lady Mastella non si sarebbe mai dimessa.
mercoledì 21 ottobre 2009
Ancora questi giocherelloni di comunisti !!!
Carabinieri e Guardia di Finanza hanno accertato l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di truffe, falsi, abusi di ufficio, turbative d'asta e concussioni commessi nell'ambito della gestione di appalti pubblici, concorsi finalizzati all'assunzione di personale ed affidamento di incarichi professionali nella Pubblica Amministrazione.
Nei confronti di Sandra Lonardo, moglie di Mastella e presidente del consiglio regionale campano, è stato disposto il divieto di dimora non solo in Campania ma anche nelle province limitrofe di Latina, Frosinone, Isernia, Campobasso, Foggia e Potenza. Analogo provvedimento riguarda altri otto indagati.
L'inchiesta condotta dalla Dda di Napoli scaturisce dall'unificazione di due indagini riguardanti presunti episodi di corruzione e concussione di esponenti 'Udeur della Campania, tra i quali lo stesso leader Clemente Mastella, all'epoca ministro della Giustizia. Sono coinvolti anche il consuocero di Mastella, Carlo Camilleri, segretario generale dell'Autorità di Bacino sinistra Sele, l'ex direttore dell'Arpac Luciano Capobianco e il consigliere regionale dell'Udeur Campania, Nicola Ferraro.
"Sono quasi svenuta. Mi è crollato il mondo addosso. Con mio marito sarei a capo di una cupola affaristica. Senza spiegarci cosa avremmo fatto", scrive, come prima reazione, Sandra Lonardo, in una lettera aperta ai cittadini della regione. E su facebook fa sapere che "lotterà come un leone". Intanto il marito Clemente Mastella, nei cui confronti la magistratura ha emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari, è rientrato a Roma da Strasburgo. (ANSA)
A seguire la lettera “commovente” che lady Mastella ha indirizzato ai cittadini campani.
«Carissimi abitanti di Benevento e provincia e della Campania tutta, questa mattina alle ore 7, mentre pensavo a che cosa potevo fare per contribuire a far approvare, nella concordia, la legge regionale sul ”Piano casa”, un provvedimento atteso da tantissimi cittadini campani, è arrivata una citofonata…”siamo i carabinieri, aprite!”…Sono tornata con la mente a quel 16 gennaio. Cosa vorranno ancora da me? Mi sono fatta forza, ma non ce l’ho fatta. Sono quasi svenuta.. Mi è crollato il mondo addosso . .. Mi chiedono di dimorare fuori dalla Campania. Ancora non riesco a crederci. Non sono nemmeno riuscita a capire di cosa mi accusano. Mi hanno consegnato pagine e pagine… Stavolta con mio marito sarei a capo di una cupola affaristica… Senza spiegarci quali affari avremmo fatto.. Carissimi e carissime, cosa dirvi? …Non trovo neanche più le parole. Il mio cuore si è frantumato; nella mia mente solo frammenti di ricordi….tra questi il grande affetto che ricevo giornalmente da tantissimi di voi. Prima di lasciare la mia cara Benevento e Ceppaloni e la Campania, sento il bisogno di dirvi che sono una persona perbene, vi ho sempre onorato, mai in nessun momento ho fatto un atto che possa aver offeso un solo cittadino della mia adorata Campania. Ho cercato sempre e con tutte le mie forze di difendere la mia piccola città, la provincia e l’ultimo abitante dell’ultimo paesino delle nostre aree interne.Non posso che affidarmi a chi mi conosce, a chi sa davvero chi sono. So che si sta abbattendo su di me, sulla mia famiglia, un altro ciclone mediatico. So che sarà difficile difendersi e far prevalere la verità. Ai Consiglieri Regionali tutti un saluto affettuoso. Chiedo scusa se oggi non mi viene permesso di fare il mio lavoro. Loro sanno che ho fatto sempre il mio dovere con abnegazione, rispetto e senso forte delle istituzioni, senza risparmiarmi mai.Credetemi! Io sono una persona perbene. Combatterò come una leonessa ancora una volta, sicura di avere ancora il vostro affetto, ma soprattutto la vostra stima. Questo e solo questo mi darà la forza di non soccombere a tanta ingiustizia, a tanta ingiustificata cattiveria.In coscienza, davanti a Dio e a voi tutti ho speso la mia vita per la mia comunità.Amo tutti voi, e sono certa che anche voi ricambiate questi profondi sentimenti».
Fermo restando che il nostro è ancora uno stato di diritto e che aspettiamo gli sviluppi della vicenda, sorprende che nell’accorata lettera non vi è nessun accenno a probabili dimissioni dalla carica ricoperta come probabilmente etica richiederebbe.
martedì 20 ottobre 2009
1- Se la sua promozione degli ultimi giorni sia da mettere o meno con la sentenza sul caso Cir ?
2- Se le legittime idee politiche di un magistrato non siano comunque in grado di influirne gli orientamenti ?
3- Se non sia «stravagante» che abbia deciso sul caso Cir senza nemmeno affidarsi ad una perizia tecnica ?.
Le supposte
Suppongo che durante la visione, speranzoso di trovarvi immagini scandalose o compromettenti, mentre questo stravagante giudice si recava dal barbiere o fumava qualche sigaretta e stranamente indossava calzini color turchese, sia sobbalzato dal trono e abbia immediatamente telefonato a Brachino.
Suppongo che abbia chiesto conto al giornalista dove fosse lo scoop !
Suppongo anche che sia andato in bestia non avendo trovato nel filmato che questo giudice nel tempo libero non adeschi minori nei parchi, non spacci droga davanti le scuole, non si lanci a folle velocità contro pedoni ai semafori, non commetta furti nei discount, che …..diamine nemmeno che pisci dietro un albero !
Suppongo tutto questo. Chissà se de le “supposte” appena elencate Brachino non abbia subito le controindicazioni.
lunedì 19 ottobre 2009
Vogliamo tutti i nomi, l'intera lista, per poterli allontanare dalle istituzioni e processare, oltre che per i reati più ovvi, anche per alto tradimento della Patria. Si, di questo stiamo parlando e nessuno in uno Stato ha l’autorità per poter 'vendere' i suoi cittadini alla criminalità.
I politici coinvolti nella trattativa con la mafia vadano a dare le loro indecenti spiegazioni ai familiari di Giovanni Falcone, della moglie, Francesca Morvillo, dei tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montanaro, a quelli di Borsellino, di Agostino Catalano, di Emanuela Loi, di Vincenzo Li Muli, di Walter Eddie Cosina, di Claudio Traina. (www.antoniodipietro.it)
domenica 18 ottobre 2009
sabato 17 ottobre 2009
Ahh questi giocherelloni di comunisti !!!
Nuovo avvistamento del giudice Mesiano
venerdì 16 ottobre 2009
Canale 5 files
Attenzione Brachino e Sallusti, il giudice in questione è stato avvistato oggi ad Avellino che si aggirava nervosamente lungo il corso principale della città. Indossava una normale tenuta prestatagli da Zorro e dopo ha percorso le strade cittadine cavalcando un cavallo nero di nome Tornado. Nel pomeriggio invece è stato localizzato presso lo stadio Partenio dove ha svolto una seduta di allenamento con la locale squadra di calcio, segnando anche due reti. Un giudice così stravagante non può permettersi poi di emettere sentenze contro il leader.
giovedì 15 ottobre 2009
La battuta del giorno
Mah ! Sarà !
mercoledì 14 ottobre 2009
Ai tempi di Giovanni Leone l’Espresso dipinse il capo dello Stato come un clown, raffigurandolo in copertina vestito da pagliaccio, eppure nessuno aprì fascicoli per vilipendio. Ma forse è proprio qui il punto: probabilmente ci sono due pesi e due misure. Se le critiche al presidente le fa, rasentando l’ingiuria, un settimanale di sinistra, merita una medaglia. Se le fa, senza offendere nessuno, un giornale di centrodestra, al direttore tocca la galera. E qui veniamo alla seconda considerazione. Da settimane assistiamo a una campagna giornalistica contro il presidente del consiglio, accusato di minacciare la libertà di stampa con citazioni in giudizio. Repubblica e l’Unità, insieme con la Federazione della stampa, hanno portato in piazza decine di migliaia di persone per protestare contro il bavaglio ai giornali. Bene: ora li voglio vedere. Faranno qualcosa secondo voi? Grideranno alla censura, all’intimidazione, al regime? Chiederanno che sia abolito il reato di vilipendio del presidente? Il sindacato dei giornalisti (unico, come nei regimi) non ha espresso alcuna solidarietà a Libero, ha addirittura definito «sgradevole» quanto scritto dal nostro giornale e solo per salvare la faccia di bronzo ha detto che questa non è materia da tribunali. Bella forza, non lo è perché l’offesa non c’è. I nostri Don Abbondio continuano a perseverare nell’errore, come hanno sempre fatto in questi anni, tacendo di fronte alle decine di querele che premier, ministri, sindaci e perfino sindacati hanno presentato contro di me e i giornali che ho diretto. Ebbene sì, confesso. Questa volta mi sacrifico volentieri all’ennesima denuncia, voglio essere processato. Così sarà possibile dimostrare quanta ipocrisia regna nelle redazioni e quanto l’ideologia di certi giornali abbia mascherato la realtà. Finalmente vedremo il colore di tanti colleghi e paladini della libertà che mi giudicano: il rosso. E mi auguro sia di vergogna, perchè non siamo al vilipendio ma al reato di lesa maestà e, per una volta, sono io che non ci sto. (MAURIZIO BELPIETRO - LIBERO - )
«Sull’assegnazione della scorta a Saviano, il nostro parere fu negativo», ha rivelato Pisani al “Corriere della Sera Magazine”. Il capo della Mobile prende se stesso ad esempio: «Ho arrestato centinaia di delinquenti. Ho scritto, testimoniato e giro per la città con mia moglie e con i miei figli senza scorta. Non sono mai stato minacciato».
A proposito della scorta assegnata tre anni fa all’autore di “Gomorra”, Pisani racconta: «A noi della Mobile fu data la delega per riscontrare quel che Saviano aveva raccontato a proposito delle minacce ricevute. Dopo gli accertamenti demmo parere negativo sull’assegnazione della scorta».
«Resto perplesso – aggiunge – quando vedo scortate persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni».
Anche “Gomorra”, secondo Pisani «ha avuto un peso mediatico eccessivo rispetto al valore che ha per noi addetti ai lavori». Secondo il capo della squadra mobile per rapportarsi alla criminalità organizzata bisogna rispettare «delle regole deontologiche» e soprattutto cercare di non dare «un’immagine eroica della lotta alla criminalità» perché «la lotta alla criminalità è una cosa normale. A cui tutti possono partecipare». (BLITZ QUOTIDIANO)
martedì 13 ottobre 2009
lunedì 12 ottobre 2009
ROMA - La corsa è cominciata. Bersani, Franceschini e Marino, archiviata la convenzione di ieri con contorno di polemiche, si lanciano verso le primarie del 25 ottobre. In lizza c'è la poltrona di segretario del Pd. A giocarsela, in realtà, sono Bersani e Franceschini. Il primo forte della consacrazione degli iscritti, il secondo galvanizzato dagli applausi ricevuti alla convention. Mentre le voci di accordi sotterranei si rincorrono. Così come gli attacchi. Oggi è la volta di Massimo D'Alema che si scaglia contro Franceschini. "E' curioso che il segretario del mio partito, per andare sui giornali, debba attaccare me. Forse è una delle regioni per cui bisogna cambiare il segretario" dice l'ex ministro. Che torna alla convenzione di ieri: definendo "un comizio" il discorso del segretario. "Ha detto che ci vuole più opposizione. Chi gliel'ha impedito? Con chi ce l'ha? Non si fa così". Insiste D'Alema: "Non abbiamo fatto abbastanza opposizione? ci spieghi perché, non è che viene lì a protestare. Bersani ha attaccato Berlusconi e ha parlato di cosa vogliamo fare per l'italia. Abbiamo bisogno di un leader così, di uno che anziché seminare zizzania si occupa dei problemi degli italiani". Chiusura sugli attacchi di cui D'Alema si dice vittima: "La destra mi attacca perché sa contro chi deve tirare, contro gli avversari più pericolosi. Invece, a sinistra lo fanno per stupidità". Affidata a twitter la replica di Franceschini: "D'Alema? E' fantastico: dice che se verrò eletto io gli iscritti se ne andranno dal Pd, io rispondo che non è vero e lui dice che l'attacco". Poi arriva la bordata più secca. Stavolta affidata alle telecamere delle Iene. Quando viene chiesto quanto c'entri D'Alema con le dimissioni di Walter Veltroni, il segretario del Pd risponde: "C'entra, c'entra". (REPUBBLICA)
Signori proseguite così che Berlusconi se la continua a ridere.
Aiutatemi a capire……in qualità di cittadino italiano, negli ultimi anni ricordo di aver solo votato per l’elezione del sindaco della mia città, mai, mai, direttamente il Presidente del Consiglio. Allora c’è qualcosa che non va : o non mi sono accorto che l’Italia non è più una Repubblica Parlamentare e che il premier è nominato dal Capo dello Stato, o Berlusconi e i suoi sodali fingono di non conoscere la Costituzione ! Fingono ? Qualcuno forse no !
domenica 11 ottobre 2009
sabato 10 ottobre 2009
venerdì 9 ottobre 2009
che gli ammiratori e sostenitori del nostro Pres del Cons
avevano creato con tanto amore.
Sono sicuro che, col tempo, si scoprirà che l'Accademia
svedese per il Nobel altro non era che un pericolosissimo
covo di comunisti!
Poi non ditemi che non l'avevo detto!!! (http://vukicblog.blogspot.com/)
giovedì 8 ottobre 2009
Giorgio, fammi un monito !
La commedia all’italiana del diversamente uguale è finita con la sentenza della Consulta. I due attori protagonisti, lo psiconano e Morfeo devono dimettersi. Il primo per i suoi processi. Il secondo per non aver difeso la Costituzione. (www.beppegrillo.it)
mercoledì 7 ottobre 2009
In Italia nonostante vi siano norme chiare nella loro descrizione ci si impone comunque di interpretarle !!!!
Art. 3 della Costituzione Italiana :
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’ eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’ effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’ organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Lodo Alfano illegittimo !!!!!!!!!!!
Quanto a Berlusconi, ha atteso la pronuncia dei giudici costituzionali nella sua residenza di Palazzo Grazioli con un pugno di fedelissimi, del Pdl e della Lega. Presenti, tra gli altri, Gianni Letta, Alfano e Bossi col figlio Renzo. Subito dopo l'ufficializzazione della sentenza, la riunione si è sciolta. (REPUBBLICA)
Hai paura?
“In tutta la mia vita non ho mai accettato scorte. A Sandro dico come mi sono regolato io”.
Come?
“Ho sempre finto di essere in un mondo migliore di quello in cui mi trovavo, non ho mai cambiato una mia abitudine”.
Cosa rispondi a Feltri che chiede la tua chiusura?
“E’ singolare che sia stato definito un gran giornalista in piazza del Popolo. Per fortuna non credo all'ordine dei giornalisti, altrimenti, direi: su un direttore che chiede la chiusura di un programma si deve intervenire”.
Anche Libero spara su voi, però poi invitate Belpietro.
“La critica è legittima. Ma Belpietro ha un altro profilo rispetto a Feltri, e non vorrei parlarne troppo bene, per non metterlo nei guai. In ogni caso abbiamo intervistato anche Feltri”.
Non sei stato contento della manifestazione di sabato?
“Al contrario. Una piazza meravigliosa denunciava un pericolo per la democrazia. Mentre sul palco, a parte Saviano, si invocava solo un po' di tolleranza”.
Ti sei arrabbiato per l'editoriale del direttore del Tg1?
“Il problema non è la scelta dell'editoriale, che Minzolini ha tutto il diritto di fare, al pari di Barbato, Moretti , Curzi... ”.
E quale, allora?
“Che quell'editoriale era contro una parte del paese. Mi chiedo: è la missione del Tg1? Può essere il Tg1 smaccatamente di parte? Come minimo è un cambio di linea editoriale”.
La Rai, per giustificare il modo in cui vi tratta, ricorda sempre l'Agcom....
“Ho il massimo rispetto per le sentenze della magistratura, ma non posso accettare che l'Authority diventi strumento di veto contro Annozero”.
Perchè?
“In primo luogo, secondo me e i miei avvocati, molti provvedimenti dell'Agcom sono adottati al di fuori della legge”.
E poi?
“Quell'organismo ha una chiara composizione lottizzatoria. E io non ne riconosco l'imparzialità, se è vero che due commissari sono ex sottosegretari di Berlusconi e altri sei dirigenti sono ex parlamentari (cinque) e assessori (uno) del centrodestra”.
L'Agcom è considerata l'arbitro delle partite televisive.
“Già. Ma sarebbe come se l'Inter accettasse di far dirigere le sue partite da un arbitro nominato da Galliani. E' possibile?”.
Dicono: Santoro fa la vittima per alzare gli ascolti. (Sorride)
“E allora perché non ce lo tolgono questo alibi? Io non vedrei l'ora”.
Sul tuo tavolo c'è la bozza del contratto più discusso della storia della Rai, non posso non chiedere com'è...
“E’ arrivato. Sostanzialmente è un non-contratto”.
In che senso?
“La Rai si pone in una posizione dominante, impone a Marco di farsi carico di ogni onere legale per le sue partecipazioni”.
Si parla sempre della famosa diffida dell'Agcom.
“Ma nessuno ricorda che risale a due anni fa! E che la stessa Rai ha impugnato questo provvedimento, di dubbia legalità, al Tar. Peccato che negli ultimi due anni nessuno si sia fatto problemi. Cosa è cambiato oggi?”.
E’ ostruzionismo?
“L'azienda deve decidere cosa vuole da noi. Non ci vogliono? Bene. Ma si assumano la responsabilità e la finiscano con i giochini da azzeccagarbugli!”.
Dopo anni ti sei abituato?
“In nessun momento, nemmeno dei periodi di maggiore tensione, mi è successo di essere trattato dalla mia azienda, come oggi, al pari di un nemico”.
Pasquarelli vi sospese....
“Ma non pretese mai di censurare il programma. Mi chiese di sospendere i collegamenti dalle piazze in campagna elettorale. Fui io a rifiutare”.
Voi mandaste in onda il telefono che squillava a vuoto...
“E ci fu permesso di protestare, persino in modo clamoroso”.
Anche con Manca, Agnes furono duelli epici.
“Parliamo di giganti. Agnes ti trattava da collega, se c'era un problema ti chiamava la sera. Manca era un aziendalista...”.
E la Moratti?
“C’era lei quando ci fu il tragico suicidio del maresciallo Lombardo. Si strinse al nostro fianco in un momento di oggettiva difficoltà. Che accadrebbe oggi?”.
C'è un giro di vite, e perché?
“Il pentapartito non era l'età dell'oro. Ma con l'avvento del maggioritario c'è stata una spinta forte all'omologazione. Anziché dare più autonomia ai giornalisti si prova a metterli in riga”.
Accade con Berlusconi?
“Sì. Ma purtroppo, gli oppositori di Berlusconi sono stati di fatto concordi: si vuole informazione più obbediente al potere”.
Meglio la prima repubblica?
“Quei partiti erano più radicati, espressione di culture vere. Oggi purtroppo sono comitati elettorali stretti intorno ai loro leader”.
Era una Rai più pluralista?
“Il Tg3 fu ribattezzato Telekabul perché esprimeva un punto di vista radicalmente diverso sulla guerra. Oggi il potere vuole i tre Tg come articolazioni di un unico punto di vista”.
Scajola vi ha contestato.
“Altro intervento fuori legge. Il contratto di servizio non consente a un ministro di intervenire a gamba tesa contro un programma come ha fatto lui”.
Pure Romani vi attacca
“Anche in questo caso un intervento fuori luogo. Non sta scritto da nessuna parte che i politici debbano decidere cosa deve fare l'informazione”.
E l'opposizione?
“Purtroppo non sembra cogliere la gravità di quel che è accaduto. E’ un caso che tutti i programmi attaccati da Berlusconi fanno grandi ascolti?”.
Contro di voi invocano il precedente di Gavyn Davies, direttore Bbc silurato da Blair.
“A sproposito: lui non riuscì a provare la notizia, che aveva dato, che Blair aveva usato i servizi per orientare l'opinione pubblica sulle armi di distruzione”.
Dopo tanti anni di attacchi ci hai fatto il callo o no?
“No. I politici possono attaccarci impunemente, senza contraddittorio e protetti dall’immunità. Mentre i giornalisti sono sempre più vincolati da controlli e limitazioni. E' un problema grave”.
Ad esempio?
“Gasparri ha insultato Travaglio con violenza inaudita. E’ una sorta di pitbull scatenato che abbaia, morde e azzanna i nemici di Berlusconi senza pezze d’appoggio”.
Vespa ha fatto una trasmissione su Annozero ti ha preoccupato o tranquillizzato?
“Non voglio parlar male di Vespa, uno imparziale solo per i frequentatori dei suoi teatrini...”.
Non ne vuoi parlar male?
“... quando un giornalista fa l'agenda e l'altro rincorre, il primo non può che essere contento”.
Cioè Santoro.
“Lo capisco Vespa, poverino: noi abbiamo fatto il festival, lui il dopofestival. Se era corretto poteva ricordare che i provvedimenti contro di noi sono stati impugnati dall'azienda per cui entrambi lavoriamo. Ma non mi aspettavo correttezza anglosassone”.
Ti aspettavi il record?
“In tutta la carriera ho fatto 3 volte il 30%. A Samarcanda dopo l'assassinio di Falcone al 32% . A Il rosso e il nero, coi duelli Bassolino-Mussolini e Fini-Rutelli al 29.9%”.
Gli attacchi ad Annozero sono dovuti al suo successo?
“Tocchiamo un pubblico sempre più largo. Siamo visti anche dai giovani, da moltissimi ascoltatori di centrodestra”.
Berlusconi ti considera un nemico giurato...
“Credo che il premier sembri più forte per via della debolezza dei suoi avversari. Il suo attacco alle trasmissioni sgradite configura un salto di qualità”.
Quale?
“Intanto è strano che si continui a definirlo liberale. A parte Ostellino pochi lo ritengono tale”.
Paradossalmente eri più libero a Mediaset che alla Rai.
“Quella Mediaset era più libera di oggi. C'era un management – penso a Brugola o Gori – che aveva una forte autonomia”.
Sei andato alla Rai quando ha vinto l'Ulivo.
“Ero il primo obiettivo. Siciliano si prese la responsabilità di mandarmi via, anche se in una bella e lunga telefonata si pentì. A Mediaset avevo un contratto a tempo indeterminato, ero direttore di testata, guadagnavo il doppio di oggi, e non si poteva toccare una virgola del mio lavoro”.
Fu Saccà a riportarti a casa.
“Già. Oggi mi chiedo se non sia stato più utile per Berlusconi togliermi da lì. Visto che quella Mediaset e quel management dopo sono stati fatti secchi”.
Ti faccio la domanda a cui i politici di sinistra non rispondono. Perchè quella di Berlusconi non è questione di gossip?
“Primo: può essere gossip il fatto che un premier che fa leggi contro la prostituzione ospiti – magari inconsapevolmente - un giro di prostitute a casa sua?”.
Secondo?
“Come garantisce la sua sicurezza uno che viene registrato in casa e consente a estranei di farlo? La ricattabilità di Berlusconi non è una aspetto secondario”.
Lui dice che non sapeva.
“Ma cosa c'entra? Feltri attacca Boffo per una omosessualità che non ha riscontri giudiziari. Però al premier non dice che predica bene e razzola male... ”.
Cos’è il feltrismo?
“Fra lui e il potere politico non c'è nessuna distanza. Quando attacca Boffo, o altri, mi chiedo per conto di chi lo faccia”.
Domani parlate di Ciancimino: stragi, trattative fra mafia e Stato. Avete avvisaglie?
“Nessuna. Ma di solito non mancano mai, alla vigilia”.
Adesso sei ironico
“Per nulla. Questa è davvero l'ultima battaglia. O riusciamo a prevalere, liberandoci dal tentativo di controllo del potere politico.... Oppure gli spazi di democrazia che in questi anni abbiamo difeso a ogni costo saranno cancellati”. (LUCA TELESE –IL FATTO QUOTIDIANO -)