In America gli ex manager della finanza stanno seguendo un corso per diventare prof. Meglio in cattedra che sdraiati in salotto a guardare la tv. In Italia invece agli impiegati di una fabbrica è stato chiesto di scendere in catena di montaggio: mancano operai, e piuttosto che assumere gente nuova, meglio ridistribuire il personale. Accade a Oderzo, nel Trevigiano, alla Plastal spa, azienda leader nella produzione di componenti per il settore automobilistico. Gli ordini stanno aumentando, ma gli operai sono calati perché a dicembre la situazione sembrava proprio brutta, e sono stati licenziati. I colletti bianchi invece stanno facendo a turno la cassa integrazione. L'azienda chiede, non obbliga: la nuova occupazione in catena di montaggio è su base volontaria. Ma già in tanti -dice il Gazzettino- hanno accettato: “Alcuni impiegati, anche di alto livello (ci risulta che fra loro vi sia anche un quadro) hanno risposto di sì”, dicono dalla rappresentanza sindacale dell’azienda. A fine mese chi ha accettato percepirà uno stipendio in base all' inquadramento da impiegato– non dunque da operaio – che anziché essere decurtato per via della cassa integrazione, potrebbe essere addirittura maggiorato se il turno di lavoro è notturno. (LIBERO)
D’istinto mi viene di invocare il reintegro degli operai licenziati, ma ad una analisi più obbiettiva ritengo che anche questo tipo di iniziativa sia valida.
D’istinto mi viene di invocare il reintegro degli operai licenziati, ma ad una analisi più obbiettiva ritengo che anche questo tipo di iniziativa sia valida.
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