«Sveglia!..tutti in piedi!..nessuno si muova!» E' l'alba del 10 novembre e per i lavoratori che occupano gli uffici di Agile/Eutelia (ex Olivetti) di via Bona a Roma è un brusco e brutto risveglio. «Siamo della polizia..forniteci i documenti». Una quindicina di energumeni in tenuta antisommossa, muniti di spranghe di ferro che venivano brandite con un violento intento intimidatorio, e con torce elettriche puntate sul viso di lavoratori insonnoliti quanto spaventati, hanno fatto irruzione, sfondando la porta d'ingresso, nei locali presidiati da diversi giorni da chi difende un incerto posto di lavoro. Ostentavano arroganza mentre perquisivano i locali, distruggevano porte e infissi, spintonavano chiunque provasse ad intralciarli, impedivano persino l'utilizzo del bagno ad un dipendente. «Ma voi non siete poliziotti...»
Senza perdersi d'animo, Federico Ruffo, giornalista Rai, rimasto quella notte con gli occupanti per documentare la loro lotta, prende gli attrezzi del mestiere e comincia a filmare. Nel contempo, vedendo che la situazione precipita, chiama la polizia.
Quella vera. E così dopo un po' la situazione inizia a delinearsi. I quindici erano mazzieri al soldo, incredibile a dirsi, di Samuele Landi della proprietà Eutelia.
Il padrone che si “fa giustizia da sé”. Non tollera che i suoi dipendenti, non pagati da parecchi mesi, possano alzare la testa. E allora decide di “punirli” per vie di fatto e, forse, decide anche, in quel contesto di agitazione e confusione, di riprendersi qualche documento compromettente per la vertenza giuridica in corso. Infatti una parte dei “bravi” prende l'iniziativa di rovistare ai piani superiori di via Bona.
Scene così sembrano uscite da qualche fotogramma ingiallito di vecchi regimi autoritari. Ora forse appare più chiaro a tutti da chi è diretta questa azienda, gli interessi che sono sottesi, le speculazioni finanziarie che sono state prodotte a danno della economia reale. Una grande azienda ad altissimo livello di innovazione tecnologica, di antiche tradizioni, un tempo fiore all'occhiello dell'impresa italiana, viene gestita da una famiglia, i Landi, il cui rampollo, novello Rambo, capeggia dei gorilla per intimorire i suoi dipendenti.
Spetterà alla polizia e alla magistratura il compito di sanzionare questi ignobili comportamenti. Spetterà al sindacato, come ha già fatto con prese di posizione molto nette, difendere e tutelare questi lavoratori. Spetterà alla politica offrire soluzioni e prospettive per il rilancio produttivo di questa impresa. Ma ora il governo sa che questa vertenza non può essere risolta da questa direzione aziendale.
Si può affidare la sorte di duemila e cento lavoratori e lavoratrici ad un improbabile e pericoloso personaggio che si spaccia per poliziotto, si comporta in maniera violenta e minaccia la vita di persone indifese, peraltro già pesantemente danneggiate dalle sue “capacità” economiche? Non deve essere finalmente il governo a prendersi una qualche responsabilità riconvocando le parti e risolvendo definitivamente questa grave situazione?
In questi giorni si è parlato con tanto clamore di una ripresa della nostra economia. Ma può esserci una ripresa reale se non si risolve uno dei grandi temi come quello dell'informatica italiana?
Non avremmo mai pensato di scrivere di un episodio così grave e così legato ad anni bui della vita di questo paese.
Questa volta a documentare il tutto c'era, per fortuna, un giornalista. Le ragioni dei lavoratori saranno rese evidenti da quelle immagini e da quelle testimonianze.
La politica è in difficoltà, il sindacato fa fatica a rompere l'isolamento del lavoro. Noi che seguiamo da tanto tempo le sofferenze e le speranze di queste lavoratrici e di questi lavoratori, siamo felici che l'altra sera nei locali Eutelia ci fosse Federico e la sua telecamera.
Piena solidarietà agli operai aggrediti ha espresso Nichi Vendola, secondo cui un simile episodio ricora da vicino le violenze che accompagnarono la nascita del fascismo. (GRISELDA CLERICI - GLI ALTRI -)
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