Che Tonino sogni una liason con Grillo non è una sorpresa. I due si somigliano come due gocce d’acqua. E da tempo giocano allo stesso gioco. Trasformare, in nome del popolo o della gente, l’opposizione in un gioco al massacro. E non è antipolitica. Piuttosto, una strategia politica che usa l’antipolitica ai suoi fini.
Poco entrambi hanno a che fare con la sinistra. E se qualcuno li scambia o li ha scambiati per la sinistra è perché la sinistra che dovrebbe esserci non è un bel vedere.
Ma Nichi Vendola no. Nel suo fare c’è un tocco di poetico populismo, un certo retrogusto per la vertigine verbale e un non-so-che di minoritario che si compiace di essere tale.
Ma il leader di Sel è uno che ha il senso dello Stato e delle istituzioni. E una storia non solo personale, ma anche politica, da difendere.
Per questo non si consegnerà ai furbetti del vaffanculo. A meno che non lo si lasci solo. Lui e la sua gente. E non farlo sentire solo, piaccia o no, è anche compito del Pd. (Marco Bracconi http://bracconi.blogautore.repubblica.it/)
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