lunedì 23 febbraio 2009

Il solito PD

ROMA - Il Partito democratico ha un nuovo segretario: Dario Franceschini. A cinque giorni dalle dimissioni di Walter Veltroni, il numero due del partito scala le posizioni e, con 1.047 voti su 1.258, incassa il via libera dell'assemblea nazionale dei Democratici. Sconfitto l'unico duellante, Arturo Parisi, che ottiene solo 92 voti. Ma soprattutto archiviata l'opzione primarie, richiesta da una parte della base ma non dal gruppo dirigente del partito che, compatto, si e' schierato in favore di una segretaria con pieni poteri per portare il partito alle elezioni a giugno e al congresso in autunno. ''Da oggi - assicura il neo leader dal palco subito dopo i risultati - inizia la stagione dell'unita'. E' tornata la fiducia e la voglia di combattere''. Il Pd volta pagina, quindi, e ''Dario - commenta (per primo), a distanza, Veltroni - e' la persona giusta per guidarlo''. (ANSA)


Alla faccia del cambiamento radicale che questi signori si erano imposti di attuare ! In tv ho ascoltato che la stragrande maggioranza dei delegati all’assemblea nazionale auspicavano un leader nuovo, una figura forse trasversale, un “duro”, un uomo che sappia dire di no, come sosteneva una celebre pubblicità. Spunta invece Franceschini, il secondo di Veltroni, con la benedizione dei soliti capi, vedi D’Alema, Rutelli, Bersani, Finocchiaro ecc.. Questi signori sono troppo furbi per mollare la loro leadership all’interno del partito, hanno capito che il rischio di dover cedere il passo ad una nuova generazione era enorme ed hanno fatto quadrato. Se la sono cantata tra di loro e hanno imposto probabilmente il meno peggio, sbarazzandosi dell’unica voce fuori del coro, quella di Arturo Parisi che si era auto candidato. Anche su quest’ultimo avevo le mie riserve, in quanto lo considero una figura debole e di poco spessore.
Dunque alla fine della fiera il cambiamento non c’è stato, ma si continuerà a veleggiare nella continuità di un programma e un atteggiamento identico a quello di Veltroni. Mi auguro di essere smentito ma i presupposti per ora non ci sono, e il rischio che Berlusconi mandi a casa l’ennesimo esponente dell’opposizione è altissimo.

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