martedì 8 maggio 2012
Cartolina dall'Italia che non c'è più
Ecco un altro dato certissimo emerso da queste elezioni comunali, pur con tutte le cautele da usare sempre quando si tratta di consultazioni locali che esaltano situazioni particolari e permettono l’espressione di simpatie e antipatie anche personali e scatti di nervi senza grandi rischi nazionali né cambiamenti epocali. Il Parlamento non corrisponde neppure più lontanamente alla nazione che dovrebbe rappresentare, anche attraverso la lente rotta del “Porcellum”. E questo è il grande limite fondamentale del governo Monti, poggiato su un’Italia politica che non esiste più. Basti pensare al fatto che i due partiti che ancora oggi avrebbero insieme la maggioranza, secondo tutti gli sciagurati voti di fiducia espressi dopo il “giorno nero” della Repubblica, quel 14 dicembre 2010 che tenne in piedi lo zombie del governo Berlusconi e lasciò andare l’Italia in putrefazione per un anno intero, con l’aiuto dei rottami recuperati a “Noi dell’Italia dei Valori”, ai cani sciolti, al “PD” e al ripugnante fritto di paranza dei Responsabili, sono quelli che sono stati indiscutibilmente, chiaramente, solennemente bastonati dagli elettori con più universale e trasversale entusiasmo. E che Sel, il gruppo dell’ acrobatico trapezista della metafora, Vendola, decisivo nell’elezione di sindaci importanti da Genova a Milano, da Napoli a Cagliari, non è rappresentato. Il Parlamento somiglia a certe cartoline ingiallite in vendita nelle tabaccherie dei piccoli paesi, con la piazza deserta e al massimo una Topolino o un’Aprila nera parcheggiata sul sagrato, scattate 70 anni or sono. Tanti cari saluti da un’Italia politica che non c’è più. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)
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