Una cosa abbiamo imparato dalla crisi: a guardare oltre i nostri confini. Perfino la tv, che ha potenza teoricamente planetaria, prima dello spread era talmente provinciale che bastava andare a Chiasso e lì, per dire, perfino Paolo Bonolis non era più nessuno. Ora invece, Bonolis non è ancora nessuno, ma le telecamere sono sempre puntate su Chiasso e le sue banche, dove batte il cuore di un’Europa senza cuore. Per non parlare della Germania della signora Merkel, che, per l’occasione in giacchetta viola, ha spiegato davanti alle telecamere del pianeta che la sconfitta elettorale, sì, è stata dolorosa, ma locale.
Una bugia di stampo berlusconiano, per giustificare il fatto che la politica tedesca non cambia e il rigore non si attenuerà. Soprattutto nei confronti della Grecia, contro la quale si dice e si fa tutto il peggio, nonostante che, senza la Grecia (e Roma) l’Europa non esisterebbe neanche. Ma Angela Merkel va avanti come un panzer perché, probabilmente, ha dovuto usare tutta la sua potenza di tiro per emergere in un mondo di uomini.
Lei che, come ora anche Hillary Clinton, non perde tempo a truccarsi e si è trovata una divisa che le lascia solo la scelta del colore. Una donna simpatica, per quanto è diversa da Daniela Santanchè e soprattutto da Nicole Minetti. Una donna che, in tv, vediamo sempre schizzare da una parte all’altra, stringere mani e scappare via. Non senza aver lasciato sul terreno morti e feriti, come per esempio l’amico Sarkozy, di cui ha segnato la fine politica marchiandolo con baci e abbracci dal tipico calore germanico. E ora che anche Angela Merkel, come dicono i sondaggi, è in dirittura d’arrivo per prendere una batosta definitiva, tutta l’Europa, destra e sinistra, uomini e donne, tira un sospiro di sollievo. Senza che nessuna tv, almeno da noi, l’abbia intervistata, per farle spiegare quanta fatica costa essere la più cattiva in un continente perfido. (Maria Novella Oppo - L'UNITA' -)
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