domenica 20 maggio 2012
Mandanti e mandati
La mia seconda reazione automatica, dopo il raccapriccio per il “sacrilegio” di Brindisi (una definizione giusta pronunciata da Vendola) implicito in ogni attentato e il pensiero insopportabile, da padre e da nonno, per quei genitori che ricevono la notizia della propria figlia uccisa a scuola, è sempre di chiedermi quali sentimenti, quali pensieri, quali ragionamenti (anche gli idioti ragionano) possano avere attraversato il cervello di coloro che hanno predisposto e armato la bomba. So bene che la dinamiche psicologiche di un terrorista o di un esecutore mi resteranno sempre oscure, e neppure il comodo alibi della disperazione sociale spiega davvero nulla, perché se tutti i disperati esplodessero bombe o sparassero, il mondo sarebbe un cimitero, essendoci sempre e ovunque un disperato più disperato degli altri. Ma posso, con terribile fatica e mettendo il silenziatore alla ragione, spingermi a immaginare le motivazioni di coloro che massacrarono Falcone o Borsellino o Dalla Chiesa o Pio La Torre o Peppino Impastato o Aldo Moro. Erano i “nemici”, la minaccia mortale ai propri interessi, si credevano in guerra contro “gli sbirri”, i “giudici”, lo “Stato” o la oppressione imperialista multinazionale e in guerra tutto è lecito, l’orrore è la norma. Ascolto i testamenti videografati degli “shahid”, degli assassini suicidi che si fanno esplodere nei caffè o sugli aerei e ritrovo la dinamica del fanatismo demenziale, che sia mistico o ideologico fa poca differenza. Inorridisco, ma penso di poter leggere il percorso mentale del cecchino che spara su bambini e passanti a Sarajevo, convinto di uccidere per salvare il proprio popolo superiore da quegli insetti minacciosi da sterminare. Ma che cosa, quanti soldi, quale autorità, quale mandante possono convincere qualcuno a uccidere a distanza bambini a scuola, dunque senza neppure il sacrificio di se stesso, senza neppure assistere al risultato della propria azione, a dilaniare ragazzine che non ha mai visto né conosciuto, che non gli hanno fatto nulla, che non appartengono a “razze” aliene, che non parlano una lingua diversa, che nessuna perversione mistica o politica può immaginare come nemici o minacce? Ci preoccupiamo subito dei mandanti, ci rifugiamo nell’esorcismo in fondo rassicurante del “cui prodest”, che sembra spiegare sempre tutto e invece ci precipita in cortocircuiti paranoici senza uscita e comporta il sordido sospetto di voler strumentalizzare il “cui prodest” per i propri interessi politici. Ma nessun “mandante” oscuro riuscirebbe a mandare niente se non trovasse qualche morto vivente disposto a costruire una bomba e a sistemarla in una scuola. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)
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