ROMA - Il cardinale Camillo Ruini non si aspettava in Italia "un nuovo caso Terry Schiavo": la pronuncia della Cassazione che di fatto autorizza a staccare il sondino a Eluana Englaro, ha affermato, è "una decisione tragicamente sbagliata, alla base della quale c'é un grande equivoco: guardare all'Eluana di oggi come se fosse quella di ieri, invece alla luce di quel che è oggi, Eluana ha esigenze molto modeste, ha bisogno di un po' di cibo e di un po' di acqua". Camillo Ruini lo ha sostenuto intervenendo alla trasmissione "A Sua Immagine" in onda su Rai Uno. L'ex presidente della Cei e oggi presidente del Comitato per il progetto culturale della Chiesa Italiana, ha espresso preoccupazione "certamente per la sorte concreta di Eluana ma potenzialmente anche per chi è nelle stesse condizioni". "C'é il rischio - ha aggiunto - che decisioni come questa spingano verso una concezione dell'uomo considerato come un oggetto. Ruini ha anche confidato di aver appreso della decisione su Eluana, "con grande tristezza e un certo smarrimento. Non pensavo - ha spiegato - che si potesse ripetere in Italia un caso come quello di Terry Schiavo. I mie sentimenti - ha rivelato - ricalcano quelli delle suore che l'hanno accudita e che oggi chiedono: 'la lascino a noi che la sentiamo viva. Sentono e capiscono che lei e' viva". L'atteggiamento della Chiesa, ha concluso, "non poteva essere diverso. Da sempre esistono case della carità che accolgono persone che non hanno uso della ragione. Vengono assistite. A loro modo sono contente. La Chiesa non rinuncerà mai a fare questo, né a pregare per loro né, infine, al suo impegno culturale e pubblico, affinché l'uomo capisca di essere soggetto e non soltanto oggetto". (ANSA)
Non volevo affrontare il caso di Eluana perché penso che per dare una opinione bisognerebbe essere coinvolti direttamente e lasciare che siano i sentimenti dell’anima a parlare. Poi ci ho ripensato e scrivo quello che sento istintivamente, giusto o sbagliato che sia. Se avessi un mio caro che da dieci o quindici anni è nello stato in cui si trova Eluana, avrei chiesto di staccare la spina. Proverei troppo dolore nel continuare questa esperienza, dolore che credo inconsciamente provi anche Eluana.
Il lungo tempo trascorso contribuisce ad affievolire le speranze ed anche la forza della fede verrebbe meno. Proprio alla fede mi sarei aggrappato, pur essendo un cattolico non praticante e con molti dubbi. Mi sarei illuso che la preghiera mi avrebbe riportato indietro il mio caro, oppure, come scritto nella Bibbia, che dopo la morte avrei gioito della sua resurrezione.
E’ molto difficile per uno come me, abbastanza razionale, essere lucido e parlare di questo caso con il dovuto distacco e rispetto. E’ certo che la sentenza della Corte di Cassazione apre il dibattito sull’eutanasia per la quale mi sento di essere favorevole.
Lascio adesso lo spazio ad una amica da anni impegnata in un percorso spirituale, che ha una opinione differente alla mia e che osserva il dramma di Eluana con occhi e cuore pieni di fede.
Camillo
Io non condivido la sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione in riferimento al caso di Eluana Englaro, ritengo che si tratti di una vera e propria condanna a morte in età repubblicana.La decisione della Suprema Corte di fatto autorizza la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione che restano, secondo me e anche per una larghissima parte dell'opinione pubblica italiana, semplici sostegni vitali e non terapie.Dalla scelta operata dalla Corte di Cassazione ne consegue un'interpretazione riduttiva della vita, quale non degna di essere vissuta. Come cattolica mi appello ai responsabili politici, medici e a ogni uomo di buona volontà, affinché la vita venga rispettata e difesa dal suo concepimento fino al suo naturale spegnimento.Chiedo così a tutti di volersi opporre alla cultura di morte che nella nostra Italia si va affermando sempre di più.La vicenda di Eluana riguarda tutti noi. Sia perché sarebbe la prima volta in Italia che una persona viene fatta morire di fame e di sete, sia perché il suo caso viene usato per promuovere una legge sul testamento biologico che altrimenti, se affrontata razionalmente, non sarebbe nel sentire del popolo italiano.Dare cibo ad una persona, anche attraverso un sondino gastrico, non è accanimento terapeutico. Infatti, una volta tolto il sondino, per la morte Eluana saranno necessarie due settimane di agonia. E la morte sarà di fame e sete, non per altro. Ditemi non è questa una eutanasia mascherata, un passo fondamentale e necessario da fare verso il traguardo ideologico della legalizzazione della " DOLCE MORTE " il tutto sulla pelle di una donna che non può far sentire la propria voce? I mali del relativismo, del nichilismo e dell’insignificanza della vita sono ormai da tempo nella nostra società. Dobbiamo affrontarli.
Lucilla
Non volevo affrontare il caso di Eluana perché penso che per dare una opinione bisognerebbe essere coinvolti direttamente e lasciare che siano i sentimenti dell’anima a parlare. Poi ci ho ripensato e scrivo quello che sento istintivamente, giusto o sbagliato che sia. Se avessi un mio caro che da dieci o quindici anni è nello stato in cui si trova Eluana, avrei chiesto di staccare la spina. Proverei troppo dolore nel continuare questa esperienza, dolore che credo inconsciamente provi anche Eluana.
Il lungo tempo trascorso contribuisce ad affievolire le speranze ed anche la forza della fede verrebbe meno. Proprio alla fede mi sarei aggrappato, pur essendo un cattolico non praticante e con molti dubbi. Mi sarei illuso che la preghiera mi avrebbe riportato indietro il mio caro, oppure, come scritto nella Bibbia, che dopo la morte avrei gioito della sua resurrezione.
E’ molto difficile per uno come me, abbastanza razionale, essere lucido e parlare di questo caso con il dovuto distacco e rispetto. E’ certo che la sentenza della Corte di Cassazione apre il dibattito sull’eutanasia per la quale mi sento di essere favorevole.
Lascio adesso lo spazio ad una amica da anni impegnata in un percorso spirituale, che ha una opinione differente alla mia e che osserva il dramma di Eluana con occhi e cuore pieni di fede.
Camillo
Io non condivido la sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione in riferimento al caso di Eluana Englaro, ritengo che si tratti di una vera e propria condanna a morte in età repubblicana.La decisione della Suprema Corte di fatto autorizza la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione che restano, secondo me e anche per una larghissima parte dell'opinione pubblica italiana, semplici sostegni vitali e non terapie.Dalla scelta operata dalla Corte di Cassazione ne consegue un'interpretazione riduttiva della vita, quale non degna di essere vissuta. Come cattolica mi appello ai responsabili politici, medici e a ogni uomo di buona volontà, affinché la vita venga rispettata e difesa dal suo concepimento fino al suo naturale spegnimento.Chiedo così a tutti di volersi opporre alla cultura di morte che nella nostra Italia si va affermando sempre di più.La vicenda di Eluana riguarda tutti noi. Sia perché sarebbe la prima volta in Italia che una persona viene fatta morire di fame e di sete, sia perché il suo caso viene usato per promuovere una legge sul testamento biologico che altrimenti, se affrontata razionalmente, non sarebbe nel sentire del popolo italiano.Dare cibo ad una persona, anche attraverso un sondino gastrico, non è accanimento terapeutico. Infatti, una volta tolto il sondino, per la morte Eluana saranno necessarie due settimane di agonia. E la morte sarà di fame e sete, non per altro. Ditemi non è questa una eutanasia mascherata, un passo fondamentale e necessario da fare verso il traguardo ideologico della legalizzazione della " DOLCE MORTE " il tutto sulla pelle di una donna che non può far sentire la propria voce? I mali del relativismo, del nichilismo e dell’insignificanza della vita sono ormai da tempo nella nostra società. Dobbiamo affrontarli.
Lucilla
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