venerdì 4 gennaio 2013

La battuta del giorno

"Beppe Grillo è come Gesù. Hai i suoi apostoli e il suo messaggio è come un virus" (Gianroberto Casaleggio al The Guardian. Gli alieni sono tra noi !)

giovedì 3 gennaio 2013

La battuta del giorno

"Sta portando, con l’autorevolezza di un professore di una certa statura accademica, il Pdl su posizioni piuttosto estreme e, se posso permettermi di dire, settarie". (Mario Monti VS Renato Brunetta. Allusione all'altezza ? )

L'Agenda Berlusconi


A pochi giorni dall'uscita della "Agenda Monti", siamo in grado di rivelarvi in esclusiva i contenuti della "Agenda Berlusconi", che in realtà già conoscevamo. Si trova nelle 400 pagine inviate dai Pm di Milano al Parlamento italiano, gennaio 2011, affaire Rubacuori, fonti di prova che dimostrerebbero la colpevolezza del Cavaliere, concussione e prostituzione minorile. E allora ecco a voi una parte dell'agendina telefonica di Michelle Conceicao, escort protagonista dello scandalo Ruby. Per capirci: sfogli la rubrica dell'iPhone di una prostituta brasiliana, e trovi questo, sempre per quella storia dell'autorevolezza. (http://nonleggerlo.blogspot.it/)

La solitudine del cretino

Interessante e malizioso quesito rilanciato dalla New York Review of Books nel suo ultimo numero: “Ci sono più idioti oggi nel mondo rispetto alla popolazione di quanti ci fossero in passato, o noi idioti sembriamo più numerosi perché attraverso la Rete abbiamo la possibilità di farci conoscere, di collegarci fra di noi e di uscire dalla nostra solitudine? Prima di Internet, due idioti potevano vivere a cento metri l’uno dall’altro ignorando le loro esistenze. Oggi, la rete consente un istantaneo contatto fra cretini in Tasmania e in Kazakhstan e la formazione di un’attiva comunità globale di idioti, che pertanto sembrano essere più numerosi di una volta”. Ma, aggiungo io, qui scatta inesorabilmente il paradosso del Cretese (non del cretino): se un idiota si riconosce come tale, è ancora un idiota? (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

mercoledì 2 gennaio 2013

L’Italia di Rita Levi Montalcini e quella di Nicole Minetti

Sarà perché, come ha detto il Papa, il male fa più notizia del bene, ma le solite carrellate televisive di fine anno ci hanno mostrato un 2012 proprio da dimenticare e nello stesso tempo tragicamente indimenticabile. Sciagure di tutti i tipi accumulate in 12 mesi, con l’unica consolazione di non vedere Berlusconi al governo e soprattutto in giro per il mondo a farci vergognare. Ma purtroppo Berlusconi c’è ancora e anche nelle ultime ore dell’anno non ha mancato di farsi sentire e vedere. Ora porta spesso il cappello alla Al Capone, per nascondere l’odiosa calvizie e gli incresciosi espedienti messi in atto per occultarla. Certo, sempre meglio della bandana, ma le dichiarazioni non si possono coprire tanto facilmente, nonostante l’abuso delle smentite. Così, da un lato il cavaliere annuncia una commissione parlamentare sul complotto ordito da Napolitano e Monti per farlo cadere e dall’altro elogia il discorso di fine anno del presidente della Repubblica, cioè di uno dei congiurati ai suoi danni. Discorso dal quale Di Pietro, invece, si è detto addirittura «offeso», senza spiegare perché. Ne sapremo di più leggendo i giornali di oggi, perché, negli scarni pastoni televisivi di una giornata senza carta stampata, la dichiarazione è rimasta criptica e non per le solite ragioni sintattiche, ma per ragioni interamente politiche. Sarà anche per questo che, ad ogni sondaggio, l’Idv si ridimensiona e i tentativi di riposizionarla appoggiandola a qualche alleato recalcitrante non sortiscono alcun risultato. In tanta confusione, il Paese ha perso il cervello e l’anima di Rita Levi Montalcini, una donna che nella sua vita ha tenuto testa a tutto, anche all’oltraggio parlamentare della destra e dei berlusconiani, che la accusavano di essere troppo vecchia. Infatti loro preferiscono il cervello e l’etica di una Minetti. (Maria Novella Oppo - L'UNITA'-)

Ingroia: “Caro Grillo, abbiamo il dovere del confronto”


Caro Beppe Grillo, ti scrivo questa lettera da qui, dal Guatemala, mentre mi preparo a rientrare definitivamente in Italia per partecipare anch’io come te alla campagna elettorale. Ci conosciamo da anni, da quando facevamo mestieri diversi, spesso sullo stesso fronte nella critica radicale di un certo ceto politico e classe dirigente. Venivo a tutti i tuoi spettacoli, e tu più di una volta mi hai citato a Palermo per manifestarmi il tuo sostegno nell’azione giudiziaria contro potentati criminali e politico-economici. Poi hai fatto una scelta di impegno politico che ho capito solo strada facendo, e che ha l’indubbio merito di avere sottratto all’astensionismo tanti italiani, delusi e arrabbiati, recuperandoli ad una politica di partecipazione dal basso, colpevolmente liquidata dall’establishment come ‘antipolitica’, una demonizzazione che ha finito per favorire l’espansione del tuo movimento. Cosa, peraltro, positiva, visto che certe battaglie politiche sarebbero altrimenti rimaste ‘orfane’, dalle battaglie per la moralizzazione della politica e la drastica riduzione dei suoi costi a quelle per uno sviluppo sostenibile, sostanziatosi nel sostenere il movimento NO TAV e tante altre iniziative. È una situazione di emergenza democratica quella che abbiamo davanti. Un’emergenza di fronte al rischio di tracollo. Ed è quindi arrivato il momento della responsabilità, in cui ciascuno deve impegnarsi anche rischiando in proprio. È con questo spirito che ho accettato di affrontare l’impresa della lista civica ‘Rivoluzione Civile’. Con tutti i rischi che ne conseguono. A me non interessano seggi parlamentari e neppure prebende politiche. Ne avrei potute avere quante ne volevo, ma ho rifiutato perché non mi interessano. La mia impresa ha delle similitudini con le tue originarie motivazioni. Mettersi in gioco per ideali in cui si crede nella convinzione che non si debba delegare e ci si debba impegnare in prima persona da “non professionisti della politica”. Ma i partiti, caro Beppe, servono, e soprattutto i partiti che hanno ancora radici nella società e che hanno combattuto battaglie dentro e fuori dal parlamento per contrastare berlusconismo e montismo pagando prezzi non indifferenti. Vanno valorizzati con la società civile e per la società civile. A questi partiti ho chiesto tangibili passi indietro e già ne sono stati fatti ed altri ne faranno perché credono nel nostro progetto. Quindi, nessuna foglia di fico per nessuno, figuriamoci! Questo Paese vogliamo cambiarlo in modo pacifico ma radicale? Vogliamo esprimere una politica di governo nuova e rivoluzionaria? Allora, bisogna confrontarsi. Senza diffidenze e pregiudizi. Per uscire dalla contestazione fine a se stessa. Ci sono cose che io non condivido in alcune tue posizioni e non ho condiviso alcune tue ‘esternazioni’. Nello stesso modo, potrai non condividere alcune mie scelte. Ma siamo due ‘non professionisti della politica’ che si sono messi a disposizione degli italiani, ed abbiamo quindi il dovere di praticare sempre il confronto e l’ascolto. Molte battaglie tue sono le nostre, molti punti programmatici nostri sono i tuoi. La gente capisce poco certe divisioni fra movimenti politici che perseguono obiettivi in parte comuni. La capacità di ascolto è dote rara in politica. Dimostriamo di voler cambiare il Paese anche in questo. (IL FATTO QUOTIDIANO)