giovedì 7 marzo 2013

La scoperta dei grillini: uno vale uno anche per i parlamentari

Siccome non siamo nati a viver come bruti, stiamo andando a scuola di grillismo attraverso la tv, che finalmente ci mostra qualche faccia diversa da quella perennemente stravolta dall’urlo di Beppe Grillo. Non che siamo già in grado di conoscere nomi e cognomi, ma ci stiamo sforzando di imparare. Si tratta finalmente di persone normali, con facce normali, che potrebbero essere nostri vicini di casa o nostri cugini, come ha scoperto irresistibilmente Crozza, ricordandosi subito dopo di avere un cugino scemo. Stanati nella loro nuova pubblica responsabilità da qualche talk show, i pochi grillini apparsi finora in tv, come Grillo sospettava, non ci stanno facendo una gran figura. Un po’ per inesperienza del mezzo, ma soprattutto per inesperienza del dibattito con voci diverse dalla loro. Dal modo in cui ripetono parole e idee, anche se vengono dalla comunicazione planetaria del web, danno l’impressione di uscire da una cerchia ristretta e quasi catechistica, all’interno della quale hanno scoperto la politica come se prima non fosse mai esistita. Una scoperta, la loro, appassionata e comunque positiva, se solo reggerà al confronto con idee diverse e magari contraddittorie, alle quali, per ora, i fan di Grillo non sanno reagire se non con un sorrisetto imbarazzato e supponente. Ieri mattina ad Agorà, i grillini in collegamento non hanno saputo spiegare la loro contrarietà alla libertà del parlamentare, che deve rispondere alla sua coscienza (come qualsiasi essere umano); o magari ai suoi elettori e non al suo capo bastone. Eppure, avrebbero potuto citare il loro motto, peraltro lapalissiano, secondo il quale «uno vale uno». A meno che, per loro, quell’uno non sia il solo Beppe Grillo. (Maria Novella Oppo - L'UNITA' -)

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