sabato 7 novembre 2009

Il contratto capestro

Nella nostra Italia, rivoltata come un calzino da scandali, omicidi di stato, patti tra Stato e mafia, conflitti d’interesse, disoccupazione, cassa integrazione (pardon dicesi ammortizzatori sociali) e quant’altro, aggiungiamo anche l’influenza A (H1N1) conosciuta come febbre suina o del porco per i più giocherelloni. Fin qui nulla di anormale dato che noi italiani abbiamo fatto il callo a tutte queste storture italiote, ma purtroppo ciò che angoscia è che si è riusciti a rendere nebuloso l’impatto che ha procurato l’influenza A sul nostro territorio.
Ogni giorno il bollettino mediatico ci notifica i decessi per probabile contagio alla suddetta influenza, salvo poi scoprire che quei poveretti manifestavano patologie già conclamate e che in tempi normali la loro morte sarebbe stata circoscritta al pianto dei loro cari e non a quello nazionale.
Comunque adesso la parola d’ordine è “vaccinazione” .
Il Governo parla di 24 milioni di persone interessate e l’ invita a recarsi presso le strutture locali a sottoporsi al vaccino. Ma non dice altro.
Ad oggi la vaccinazione risulta essere un fallimento, solo 41.000 le persone trattate. Allora perché la stima del Governo è così elevata ? Cosa ci nascondono ? E’ davvero efficace questo vaccino ? Ci sono altri motivi ? Forse si e forse no e tutto purtroppo sembra riconducibile ad una spiegazione molto terra terra. I soldi.
Parliamo del contratto stipulato tra il Ministero del Welfare e la multinazionale farmaceutica Novartis, quella del vaccino per intenderci.
Il contratto è stato stipulato il 10 settembre 2009 e la Corte dei Conti ne ha rilevato delle stranezze inquietanti. Riportiamo :

1 – In caso di mancato rispetto delle date di consegna del prodotto, perché non è prevista l’applicazione di nessuna penalità (art. 3.1) ?

2 - Qualora si accertino eventuali difetti di fabbricazione o danni fisici del prodotto, perché occorre che la Novartis sia d’accordo (art. 4-4) ?

3 - Perché sarà il Ministero ad occuparsi del risarcimento in caso di danni procurati a terzi, salvo se trattasi di difetti di fabbricazione (art. 4-5) ? In parole povere, in caso di decesso per colpa del vaccino i familiari del defunto dovranno litigare con il Ministro e non tentare di mandare in galera eventualmente quelli della Novartis.

Perché non è il gruppo farmaceutico a rispondere di eventuali danni collaterali ?
All’articolo 9.5 addirittura è scritto che qualora il contratto venga risolto per violazione di disposizioni da parte della Novartis, il pagamento dovrà essere ugualmente effettuato per il prodotto fabbricato e consegnato.
Perché all’articolo 10.2 si definisce “informazioni riservate” l’esistenza del contratto e le sue disposizioni ?
Dulcis in fundo, si parla di una penale di 24 milioni di euro al netto dell’Iva se dovesse poi esserci l’eventualità della mancata autorizzazione del prodotto in Italia, ovviamente a carico delle casse tricolori.

Ora alla luce di queste anomalie sembra essere più chiaro l’invito alla vaccinazione : andate o abbiamo buttato una marea di soldi !
Il Ministro Sacconi si è smarcato adducendo alla “somma urgenza” le motivazioni che lo hanno obbligato a firmare un così frettoloso contratto.
Tutte queste stranezze le avete raccolte da qualche giornale o TG in questi mesi ?
Solo un paio di quotidiani le hanno sbandierate e qualche blog, tra cui questo in precedenti post.
Gli altri organi d’informazione si sono allineati al regime in quanto TG di Stato e la maggioranza dei giornali silenti perché spesso e volentieri dietro un editore si celano proprietari di cliniche e lobby farmaceutiche quotate in Borsa.
Poi sull’efficacia del vaccino stesso vi rimando al post del 2 novembre di questo blog, dove è affrontato il problema degli adiuvanti, sostanze senza le quali i vaccini non potrebbero essere conservati ne' mantenuti in forma stabile.

“ Certo, sapere che il direttore generale di Farmaindustria risponde al nome di Enrica Giorgetti, cioè la moglie del ministro competente Sacconi, non ci tranquillizza. Si spera che il governo dei conflitti di interessi inizi prima o poi a scioglierne qualcuno” così chiosa Giovanni Cocconi giornalista di Europa in un suo articolo del 6 novembre.

Allora dove eravamo rimasti ? In questa Italia rivoltata come un calzino da……………………………………………

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