mercoledì 17 ottobre 2012

Il buon governo di Formigoni e della ’ndrangheta

Francamente, facciamo fatica a non pensare alla crisi della Regione Lombardia, che sta diventando veramente una sorta di Dallas nostrana, o, forse meglio, un «romanzo impopolare» in salsa padana. Formigoni dice che non si può consegnare la Lombardia a sei mesi di campagna elettorale. Ma come, la campagna elettorale non è la più democratica delle evenienze? E soprattutto: perché non lo spiega alla sua collega Polverini, presidente della Regione Lazio, secondo la quale invece non si può votare prima di aprile? Questi del Pdl e dintorni hanno una verità per ogni convenienza e tante convenienze a non dire mai la verità. Ma in una cosa il Celeste ha ragione: quando sottolinea la contraddizione della Lega, che da un lato sostiene quello di Formigoni essere stato un buon governo e dall’altro ne chiede la testa. Perché pure qui c’è una convenienza: ora si scopre che anche Maroni sarebbe «onorato» di fare il governatore. E, secondo la interpretazione del Tg3, la cosa farebbe piacere a Berlusconi, perché potrebbe fornire il mezzo (il famoso conquibus) per ricucire l’alleanza tra la Lega e il partito che dovrebbe nascere dalle ceneri e dalle vergogne del Pdl. Cosicché Maroni e Berlusconi a breve tornerebbero ciccia e pappa, nonostante le prove provate di infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia tramite un uomo del Pdl. Uno scandalo che ora la Lega (vedi l’ultima puntata dell’Infedele) finge di aver scoperto solo a causa dell’assessore Zambetti, mentre lo sapevano tutti e lo aveva denunciato con forza anche Saviano da Fazio, quando Maroni era ministro degli Interni. Erano già stati scritti dei libri e intentati processi, ma la cosa è arrivata alle orecchie della Lega solo quando scandalizzarsi è sembrato utile per far dimenticare gli scandali propri e provare a occupare una poltrona in più. (Maria Novella Oppo - L'UNITA' -)

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