martedì 2 ottobre 2012

Il Calderoli bis

Magari sarà la legge elettorale migliore di sempre, la campionessa olimpica delle leggi elettorali, quella che ogni democrazia ci invidierà nei secoli nei secoli e che nei secoli finalmente ci darà rappresentanza e governabilità. Per ora l’effetto comico è irresistibile. Questa incapacità di saltare un giro, esercitando un minimo di pudore istituzionale, è il segno grottesco di una incapacità più grave e profonda. Quella di comprendere il Paese dove si vive e si vuole (pretende) di fare politica. Perché oggi l’Italia, anche quella non necessariamente anti-sistema, è insofferente e disillusa. E per non cedere alle sirene ha bisogno di segnali di discontinuità inequivocabili, i soli capaci di arginare la melassa demagogica dei rottamatori di professione e dei guru 2.0. E invece no. All’opinione pubblica si continuano a dare in pasto gli stessi nomi e le stesse liturgie. Fino al paradosso. Quello di trovare una alternativa alla unanimemente schifata legge Calderoli affidando la mediazione appunto a Calderoli. Un po’ come portare in aula il ddl corruzione, tra enfatiche promesse e corsie preferenziali. E nominare relatore Franco Fiorito. (Marco Bracconi http://bracconi.blogautore.repubblica.it/)

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