martedì 3 agosto 2010

Il governo Berlusconi è legato al filo dei parlamentari finiani. Se quel filo dovesse rompersi, nei palazzi del potere si lavora a una soluzione che eviti le elezioni anticipate: il governo tecnico. I conti dello Stato dicono che non si può andare alle urne perché bisogna rimborsare subito 110 miliardi di debito e occorre un'altra manovra economica. Molti vogliono che a guidare l’esecutivo sia Mario Draghi, il governatore della Banca d’Italia. Nelle sue ultime dichiarazioni ufficiali è già contenuto un programma di governo: rigore sui conti pubblici, risanamento subito, lotta all’evasione fiscale. Pagare tutti per pagare meno: bisogna recuperare le tasse dagli evasori, per ridurre subito le aliquote a tutti. “E il nesso tra le due azioni va reso visibile ai contribuenti”. No ai condoni, no ai finanziamenti a fondo perduto per il Sud, sì al federalismo fiscale. Non si conosce invece l’opinione di Draghi su come cambiare la legge elettorale, altro compito di un possibile governo tecnico. (www.ilfattoquotidiano.it)
lunedì 2 agosto 2010
La telenovela estiva del governo e dell'opposizione occupa tutta l'informazione. Nomi su nomi, raggruppamenti nuovi e vecchi. Interviste a degli ectoplasmi e a cadaveri estratti dai sarcofaghi come Rutelli. La miccia dell'economia è accesa, ma nessuno se ne cura. Le aziende fuggono all'estero dopo i cervelli. La disoccupazione aspetta il botto della fine della cassa integrazione dei prossimi mesi. Le solite cose già dette... prima del salto nel buio. Già, ma quanto è profondo il salto? E' fuor di dubbio che si stia andando a rotta di collo verso il precipizio, ci rimane da sapere quante ossa ci spaccheremo quando arriveremo al suolo.
Andare ora alle elezioni è pura follia, chi le vuole non ha chiaro tre cose: la prima è che il Paese è in pre default e non può permettersi un periodo di stallo elettorale di sei mesi senza saltare per aria, la seconda è che l'attuale legge elettorale è una presa per il culo del cittadino (su cui tutti i partiti si guardano bene di intervenire): non consente il voto diretto al candidato e i parlamentari sarebbero eletti ancora una volta dai capi partito a loro totale discrezione, la terza è che Berlusconi vincerebbe di nuovo grazie al controllo totale delle televisioni e all'evanescenza dell'opposizione del Pdmenoelle.
Le elezioni anticipate sono un cupio dissolvi che porterebbe fieno a qualche partito minore e precipiterebbe l'Italia nel caos. Una soluzione per guadare la melma in cui siamo immersi è un governo tecnico di durata sufficiente per mettere (per quanto si può) sotto controllo il debito pubblico che sta esplodendo nel silenzio generale, per ridare la scelta del candidato agli elettori, per eliminare i rimborsi elettorali ai partiti (nel rispetto del referendum) e per fare una legge sul conflitto di interessi che elimini alla radice il problema Berlusconi. E' possibile? Sembra semplice a dirlo e lo sarebbe anche a farlo se non avessimo un Parlamento di irresponsabili, di leccapiedi e di arrivisti. L'economia in autunno darà la scossa al Sistema, non certo il sodale Fini che ha sostenuto per quindici anni lo psiconano e ora si atteggia a extravergine.
Comunque finisca, questi partiti, queste facce, appartengono all'album dei ricordi, gli unici a non saperlo sono loro e i giornalisti. Il MoVimento 5 Stelle non compare in quella che questi sorci dell'informazione chiamano "agenda politica". Vorrei ricordare che il MoVimento 5 Stelle esiste, ha raccolto mezzo milione di voti in 5 Regioni autofinanziandosi: 0,8 centesimi a voto il costo delle regionali. Il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato 1.700.000 euro di finanziamento ai partiti (gabellati per rimborsi elettorali) mentre i partiti incassano UN MILIARDO DI EURO. Il MoVimento 5 Stelle si presenterà alle elezioni politiche, che siano ora o nel 2013, e alle elezioni comunali del 2011 che riguardano molti capoluoghi di provincia come Milano, Torino, Bologna e Genova. La scelta dei candidati sarà fatta on line attraverso il portale (*) dagli iscritti.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. (www.beppegrillo.it)
(*) che sta arrivando... abbiate pazienza.
Andare ora alle elezioni è pura follia, chi le vuole non ha chiaro tre cose: la prima è che il Paese è in pre default e non può permettersi un periodo di stallo elettorale di sei mesi senza saltare per aria, la seconda è che l'attuale legge elettorale è una presa per il culo del cittadino (su cui tutti i partiti si guardano bene di intervenire): non consente il voto diretto al candidato e i parlamentari sarebbero eletti ancora una volta dai capi partito a loro totale discrezione, la terza è che Berlusconi vincerebbe di nuovo grazie al controllo totale delle televisioni e all'evanescenza dell'opposizione del Pdmenoelle.
Le elezioni anticipate sono un cupio dissolvi che porterebbe fieno a qualche partito minore e precipiterebbe l'Italia nel caos. Una soluzione per guadare la melma in cui siamo immersi è un governo tecnico di durata sufficiente per mettere (per quanto si può) sotto controllo il debito pubblico che sta esplodendo nel silenzio generale, per ridare la scelta del candidato agli elettori, per eliminare i rimborsi elettorali ai partiti (nel rispetto del referendum) e per fare una legge sul conflitto di interessi che elimini alla radice il problema Berlusconi. E' possibile? Sembra semplice a dirlo e lo sarebbe anche a farlo se non avessimo un Parlamento di irresponsabili, di leccapiedi e di arrivisti. L'economia in autunno darà la scossa al Sistema, non certo il sodale Fini che ha sostenuto per quindici anni lo psiconano e ora si atteggia a extravergine.
Comunque finisca, questi partiti, queste facce, appartengono all'album dei ricordi, gli unici a non saperlo sono loro e i giornalisti. Il MoVimento 5 Stelle non compare in quella che questi sorci dell'informazione chiamano "agenda politica". Vorrei ricordare che il MoVimento 5 Stelle esiste, ha raccolto mezzo milione di voti in 5 Regioni autofinanziandosi: 0,8 centesimi a voto il costo delle regionali. Il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato 1.700.000 euro di finanziamento ai partiti (gabellati per rimborsi elettorali) mentre i partiti incassano UN MILIARDO DI EURO. Il MoVimento 5 Stelle si presenterà alle elezioni politiche, che siano ora o nel 2013, e alle elezioni comunali del 2011 che riguardano molti capoluoghi di provincia come Milano, Torino, Bologna e Genova. La scelta dei candidati sarà fatta on line attraverso il portale (*) dagli iscritti.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. (www.beppegrillo.it)
(*) che sta arrivando... abbiate pazienza.
30° anniversario della strage di Bologna : Governo assente
«Ogni anno a Bologna si è riproposto il triste spettacolo di una piazza che invece di ricordo e dolore ha
espresso odio e livore per coloro che ritiene avversari politici». Lo dice Carlo Giovanardi, senatore del Pdl e sottosegretario alla
presidenza del Consiglio. «Bene ha fatto quest'anno il governo -conclude Giovanardi- a non
partecipare ad un rito che per troppi non è un momento di ricordo e commemorazione delle vittime di quella tragedia».
«L'assenza del governo alla commemorazione del trentennale della strage di Bologna è un oltraggio e le parole usate per giustificare questa scelta una vergogna. Le affermazioni del sottosegretario Giovanardi sono lo specchio della miseria morale di una maggioranza e di un governo che hanno rinunciato a rappresentare il paese nel giorno in cui si commemora uno degli episodi più drammatici della sua storia recente». Lo dice il responsabile sicurezza del pd Emanuele Fiano.
Sulla stessa linea Luigi De Magistris, eurodeputato IdV e responsabile Giustizia e Sicurezza del partito:
«Le parole pronunciate dal sottosegretario Giovanardi sono offensive e indegne, soprattutto perché provenienti da chi riveste un ruolo istituzionale e perché riferite ad una piaga democratica nazionale ancora non rimarginata. La piazza che ogni anno si dà
appuntamento a Bologna non esprime “odio e livore”, bensì testimonia il bisogno di verità e giustizia che tutto il Paese sente in merito ad una stagione infame e ancora oscura, durante la quale la deviazione istituzionale e il terrorismo, sotto la regia di una P2 pervasiva, hanno compromesso in modo definitivo la democrazia italiana». ( L' UNITA' )
espresso odio e livore per coloro che ritiene avversari politici». Lo dice Carlo Giovanardi, senatore del Pdl e sottosegretario alla
presidenza del Consiglio. «Bene ha fatto quest'anno il governo -conclude Giovanardi- a non
partecipare ad un rito che per troppi non è un momento di ricordo e commemorazione delle vittime di quella tragedia».
«L'assenza del governo alla commemorazione del trentennale della strage di Bologna è un oltraggio e le parole usate per giustificare questa scelta una vergogna. Le affermazioni del sottosegretario Giovanardi sono lo specchio della miseria morale di una maggioranza e di un governo che hanno rinunciato a rappresentare il paese nel giorno in cui si commemora uno degli episodi più drammatici della sua storia recente». Lo dice il responsabile sicurezza del pd Emanuele Fiano.
Sulla stessa linea Luigi De Magistris, eurodeputato IdV e responsabile Giustizia e Sicurezza del partito:
«Le parole pronunciate dal sottosegretario Giovanardi sono offensive e indegne, soprattutto perché provenienti da chi riveste un ruolo istituzionale e perché riferite ad una piaga democratica nazionale ancora non rimarginata. La piazza che ogni anno si dà
appuntamento a Bologna non esprime “odio e livore”, bensì testimonia il bisogno di verità e giustizia che tutto il Paese sente in merito ad una stagione infame e ancora oscura, durante la quale la deviazione istituzionale e il terrorismo, sotto la regia di una P2 pervasiva, hanno compromesso in modo definitivo la democrazia italiana». ( L' UNITA' )
domenica 1 agosto 2010
Il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio ha tuonato ieri dalle colonne de "Il Fatto" contro Gianfranco Fini. E la cosa non avrebbe probabilmente provocato una scia di reazioni ed emozioni: voci (e lame) ben più autorevoli si stanno incrociando in queste ore... Ma per dare forza alla sua intemerata, questo parlamentare berlusconiano di antiche e tenaci frequentazioni radical-pannelliane non ha trovato di meglio che invocare un trattamento mediatico dell’attuale presidente della Camera che ha definito «ipotesi Boffo».
Come i nostri lettori sanno da sempre, come i cittadini italiani hanno potuto scoprire mesi dopo, come l’Ordine lombardo dei giornalisti ha sentenziato e come gli studenti di giornalismo stanno ormai imparando nelle scuole di tutta Italia, «ipotesi Boffo» significa la negazione dell’idea stessa di un’informazione corretta ovvero una martellante campagna di menzogne gabellate per verità come quella che il 28 agosto 2009 "Il Giornale" appena tornato nelle mani di Vittorio Feltri scatenò contro Dino Boffo, il galatuomo che allora dirigeva Avvenire.
Delle due l’una: o Stracquadanio non sa quello che dice o la sa troppo bene. Nel primo caso, dovrebbe vergognarsi e fare ammenda. Ma se la conclusione giusta fosse la seconda, se davvero il deputato pdl crede e grida che si possono fare (e pubblicare) carte false per colpire il bersaglio di turno, gliene saranno grati i suoi nemici, non i suoi amici... E dovrebbe fare ammenda chi gli ha dato un ruolo pubblico. (MARCO TARQUINI - AVVENIRE -)
Come i nostri lettori sanno da sempre, come i cittadini italiani hanno potuto scoprire mesi dopo, come l’Ordine lombardo dei giornalisti ha sentenziato e come gli studenti di giornalismo stanno ormai imparando nelle scuole di tutta Italia, «ipotesi Boffo» significa la negazione dell’idea stessa di un’informazione corretta ovvero una martellante campagna di menzogne gabellate per verità come quella che il 28 agosto 2009 "Il Giornale" appena tornato nelle mani di Vittorio Feltri scatenò contro Dino Boffo, il galatuomo che allora dirigeva Avvenire.
Delle due l’una: o Stracquadanio non sa quello che dice o la sa troppo bene. Nel primo caso, dovrebbe vergognarsi e fare ammenda. Ma se la conclusione giusta fosse la seconda, se davvero il deputato pdl crede e grida che si possono fare (e pubblicare) carte false per colpire il bersaglio di turno, gliene saranno grati i suoi nemici, non i suoi amici... E dovrebbe fare ammenda chi gli ha dato un ruolo pubblico. (MARCO TARQUINI - AVVENIRE -)
Benigni show
Happening dell'attore toscano durante una serata benefica: "Bossi dice di essere il mediatore, pensate un po'". Battute sulla giustizia, sul processo Mills e sulle intercettazioni. E su Berlusconi..

In un paese democratico un politico ha il dovere di rispondere anche ai camerieri del sultano. Ma siamo in Italia. Fossimo in Inghiltera, Fini si sarebbe già dimesso e mica per la fronda interna al Pdl, ma per la scarsa trasparenza sull'affaire monegasco, riportato da Il Giornale, a cavallo tra partito e famiglia. Il suo resta un silenzio imbarazzante come quando non disse una parola sugli appalti televisivi finiti a società della famiglia della sua compagna. Certo il presidente della Camera paga la rottura dal Pdl. La piccola guerra civile cui stiamo assistendo non è un minuetto di Palazzo. Il crollo non è più un'ipotesi. Con i fedelissimi del Pdl e Umberto Bossi che chiedono a gran voce elezioni anticipate. Per questo la reazione dei lanzichenecchi azzurri, contro Fini, è spietata. Malgrado queste certezza, le notizie restano notizie. È una notizia (data da Il Giornale) che un appartamento di inestimabile valore, donato da una ricca nostalgica per passione ideale, finisca, attraverso strane triangolazioni off shore al signor Tulliani, cognato del presidente della Camera. Davanti a tutto questo, l'unica cosa che Fini non può fare è tacere. (www.ilfattoquotidiano.it)
Iscriviti a:
Post (Atom)