domenica 1 agosto 2010



In un paese democratico un politico ha il dovere di rispondere anche ai camerieri del sultano. Ma siamo in Italia. Fossimo in Inghiltera, Fini si sarebbe già dimesso e mica per la fronda interna al Pdl, ma per la scarsa trasparenza sull'affaire monegasco, riportato da Il Giornale, a cavallo tra partito e famiglia. Il suo resta un silenzio imbarazzante come quando non disse una parola sugli appalti televisivi finiti a società della famiglia della sua compagna. Certo il presidente della Camera paga la rottura dal Pdl. La piccola guerra civile cui stiamo assistendo non è un minuetto di Palazzo. Il crollo non è più un'ipotesi. Con i fedelissimi del Pdl e Umberto Bossi che chiedono a gran voce elezioni anticipate. Per questo la reazione dei lanzichenecchi azzurri, contro Fini, è spietata. Malgrado queste certezza, le notizie restano notizie. È una notizia (data da Il Giornale) che un appartamento di inestimabile valore, donato da una ricca nostalgica per passione ideale, finisca, attraverso strane triangolazioni off shore al signor Tulliani, cognato del presidente della Camera. Davanti a tutto questo, l'unica cosa che Fini non può fare è tacere. (www.ilfattoquotidiano.it)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che la politica delle convenienze appartiene a tutti, e, anche Fini non esclude che in certi casi è meglio tacere. Ritengo che per quel che riguarda le sue eventuali colpe, sia giusto non dare soddisfazione ai giornali del governo, visto gli innumerevoli reati commessi da questo esecutivo e taciuti dai giornali di famiglia. E' giusto non dare importanza a questo tipo di verità, che vengono da testate che di solito scrivono delle verità che poi vengono regolarmente contestate e con ragione. Io più che chiamarli uno "Il Giornale" e l'altro "Libero" li chiamerei entrambi "Il Bugiardo 1" e "Il Bugiardo 2" visto gli innumerevoli articoli diffamatori che hanno e che continuano a scrivere ai danni dei rivali politici di Berlusconi, che poi continuamente vengono sbugiardati, ma loro si guardano bene da chiarire la loro menzogna facendo marcia indietro. Ci vogliono gli attributi per agire così, ma loro, si vede che "quelle caratteristiche" non le hanno, altrimenti non lavorerebbero per Berlusconi. Un esempio di quel che dico viene dal passato, Indro Montanelli era un "SIGNOR" giornalista, e, quando è durato alle sue dipendenze?

Sansone ha detto...

L'azienda funziona così che bisogna produrre qualcosa per il capo. Se questa qualcosa consiste nello smembrare un nemico, poco importa e feltri e belpietro, per non parlare di tutto il personale dell'entourage fino a capezzone, si comportano da fedeli segugi.
Dovrebbero bastonarsi i coglioni coloro che non hanno avuto NASO a percepire il disastro del berlusconismo, e che ora pagheremo tutti noi italiani, non certo chi ha sbagliato e non lo ha fermato.