martedì 20 dicembre 2011

Totem e tabù





Uno dei pochi vantaggi di appartenere a un governo non espresso dai partiti, e dunque non soggetto al ricatto quotidiano della popolarità e della campagna elettorale “non stop”, è quello di poter dire eresie che fulminerebbero qualsiasi leader politico, come scoprì anche il pimpante Berlusconi rompendosi due volte le corna sulle pensioni e poi sullo Statuto dei Lavoratori. Lo ha fatto il Ministro Fornero dicendo quello che tutti sanno e non osano dire, compresi quei tromboni dei sindacati bianchi e rosè che firmarono da brave pecorelle i “Patti Truffa” con Berlusconi e Sacconi e oggi ruggiscono come leoncini rinati: che ormai i “diritti”, le “tutele”, gli articoli 18 e lo Statuto dei Lavoratori sono pura fiction. Un tabù, appunto, attorno al quale danziamo disperatamente sperando che faccia il miracolo di salvarci il posto. E prima la sinistra, i sindacati, i sindacalisti migliori e più sinceri (non gli opportunisti che infestano i sindacati) quelli che sanno toccare il cuore delle persone come Landini se ne accorgeranno e s’inventeranno un nuovo quadro di riferimento per i rapporti fra dipendenti e aziende che non sia totemico, ma realistico, meglio sarà per tutti. La sinistra deve prendere l’iniziativa, invece di continuare a subire quella degli altri e giocare in difesa, incassando gol dopo gol e gridando al “gomblotto” e all’arbitro “connuto”. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

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