lunedì 26 gennaio 2009

Mussolini (Alessandra) VS Paoli

Si può cantare di pedofilia? Come la vedete? Questione delicatissima. La solleva ora un brano di Gino Paoli: nel nuovo cd «Storie», nel brano «Il pettirosso» canta di una bambina di 11 anni stuprata da un 70enne che poi muore e la piccola prova pietà. Segue un diluvio di polemiche. La Commissione parlamentare sull'infanzia presieduta da Alessandra Mussolini con voto unanime ha convocato il cantante. Che non intende rispondere all'invito.Alessandra Mussolini ha detto: il testo invia “messaggi” che possono «essere molto devastanti. Per il pedofilo non c'è perdono. La nostra non è censura ma le istituzioni devono ascoltare». Di “perdono”, però, la canzone non parla. Ad Avvenire il cantante ha spiegato: la bambina «davanti al vecchio pazzo che dopo la violenza le muore sotto gli occhi, esercita quella pietas cristiana di cui invece la società nella sua spasmodica ricerca del mostro ha perso traccia». A questo punto entra in gioco la libertà di espressione: è legittimo che un cantante debba rispondere a una commissione parlamentare? Cioè che debba rispondere al potere politico? Secondo questo criterio, Nabokov avrebbe potuto pubblicare il romanzo Lolita? E Kubrick avrebbe potuto girarci su un film? Il tema è delicato. (L’UNITA’.it)

Personalmente ritengo che Paoli faccia bene a non dar conto ai politici. Un artista deve essere libero di esprimersi come gli è congeniale e per quello che sente, la classe politica italiana dovrebbe preoccuparsi di ben altri problemi. L’onorevole Mussolini come al solito ha perso un’altra occasione per stare zitta. Quindi Gino Paoli è libero di cantare quello che vuole, beneficiando anche di un ritorno pubblicitario come lo stesso Povia. Rammentiamoci che trattasi solo di canzonette. Mi sorprende, di contro, questo polverone alzato per uno che sono secoli che non azzecca più una canzone.

1 commento:

Corriere di Como ha detto...

BLOCCATE LA PEDOFILIA E; ACST OVUNUE, ALTRO CHE NELLe CANZONI!

FONTE http://como.blogolandia.it/2009/02/02/pedofilia-bambini-ripresi-sotto-le-docce/
PEDOFILIA ALLA PISCINA DI MOZZATE, COMO.

Hanno affossato e nascosto la notizia per evitare che la struttura comunale perdesse la numerosa utenza, ma
e' necessario che qualcuno la ritiri fuori.


Filmano bambini nudi nella piscina in manette organizzazione pedofili recidivi

Loro facevano la doccia dopo la lezione di nuoto nella Piscina comunale di Mozzate, in provincia di Como, e quell’uomo era sempre li a guardarli, con uno strano oggetto in mano. finché uno di quei bambini, molto sveglio per l’età, ha pensato che quell’oggetto fosse una telecamera e che stesse riprendendo proprio lui e i suoi amichetti e ha segnalato la cosa al maestro di nuoto con cui aveva appena fatto la lezione.

Da quel momento è scattato l’allarme che ha portato i carabinieri nello spogliatoio, scoprendo quello che speravano fosse solo un sospetto: un uomo di circa trent’anni, MASSONE Marco milanese, con precedenti per pedofilia e per violenza sessuale per i quali era già stato condannato e si era fatto qualche anno di carcere e di arresti domiciliari, stava riprendendo i bambini nudi sotto la doccia con una telecamera che al momento dell’arresto ha tentato di nascondere in un armadietto dello spogliatoio della piscina. Immediatamente sono scattate le manette e la successiva perquisizione a casa dell’uomo, a Mozzate, in provincia di Como.

Nel suo appartamento i carabinieri hanno trovato tre mila file sospetti contenuti in un primo computer e altri mille su un secondo PC, oltre a 120 gigabyte di memoria relativa a un hard disk criptato e 46 cd-rom più 48 foto già stampate. Una vera e proprio biblioteca digitale con materiale pedopornografico. Scene innocenti di bambini nudi ma anche raccapriccianti di atti sessuali tra adulti e minorenni. Il sospetto, che dovrà essere verificato dagli accertamenti tecnici disposti dal PM di turno , è che l’uomo scambiasse in rete questo materiale, alimentando il mercato della pedopornografia internazionale.

Il materiale sequestrato in casa infatti rappresenta anche situazioni estranee al contesto dell’uomo e i carabinieri ritengono possibile che sia stato acquistato o scambiato in rete attraverso le bacheche virtuali criptate a cui soltanto i membri di una ristretta comunità riescono ad accedere grazie a password segrete. Accedendo così a vetrine virtuali in cui è possibile scegliere la merce proibita, venduta o messa in comune da altri pedofili da qualsiasi paese del globo.

L’altro fatto agghiacciante è che l’uomo era uno dei responsabili della Piscina, insieme ad Alessandra De Pedrini, sua complice. Massone era solito trovar lavoro, grazie all’intervento della donna con li inquisita presso le piscine comunali proprio per arricchire il proprio archivio pornografico. Il pedofilo, ai carabinieri che lo hanno arrestato, ha semplicemente detto di essere malato e di esserci ricascato. In attesa degli ulteriori sviluppi dell’indagine è stato condotto a San Vittore, ma paradossalmente scarcerato mentre al momento non è stato preso alcun provvedimento nei confronti della De Pedrini, con cui divideva gli introiti dell’abominevole commercio, che si è dichiarata all’oscuro delle attività illecite dell’amico. Il sequestro eseguito dai carabinieri è uno dei più cospicui effettuati dalle forze dell’ordine a Como e provincia.



Attenzione!