giovedì 14 aprile 2011

Il giorno dell'infamia

Dopo le serate di Arcore, l'orgia del potere si trasferisce alla Camera dei deputati dove va in scena il lungo rush finale per salvare il presidente del Consiglio dai processi. Adesso il Cavaliere è ad un passo dalla prescrizione del processo Mills e, in successione, da quello Mediaset e Mediatrade, mentre per l’affaire Ruby forse dovrà attendere che la norma Mugnai presentata al Senato sul processo lunghissimo, vanifichi anche questo ennesimo sforzo della magistratura. Il processo breve, però, è anche altro, oltre a essere l’ennesima legge ad personam. E’, soprattutto, un colpo alla giustizia italiana e alle persone che da anni attendono di vedere pagare i colpevoli di alcuni dei più gravi delitti degli ultimi decenni della storia criminale del Paese, con 15mila provvedimenti che verranno chiusi, come Parmalat e Santa Rita. Il primo a passare all'incasso, per il momento, è il Guardasigilli, designato ufficialmente dal Capo, davanti ai giornalisti della stampa estera, come suo successore. Una scelta accolta con freddezza dai vertici del Pdl. Altero Matteoli è il primo a uscire allo scoperto: "Stimo Alfano, ma nemmeno un autorevole presidente del Consiglio può dare l'investitura. E a rovinare la festa al premier è arrivata anche la presa di posizione del Quirinale. Il Capo dello Stato ha annunciato: “Valuterò i termini" del processo breve "quando saremo vicini al momento dell’approvazione definitiva in Parlamento”. (www.ilfattoquotidiano.it)

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