giovedì 27 settembre 2012

Responsabilmente


Avendo sulle spalle non so quante dozzine di querele per diffamazione a mezzo stampa, sia come redattore che come direttore, so che cosa significhi finire nel registro degli indagati perché qualcuno ti ha dato un’informazione farlocca che non hai avuto la coscienza o il tempo per verificare o perché sul tuo “media” è stato pubblicata una breve in un’edizione lontana che ha offeso qualcuno, In un Paese come il nostro che soffre di “querelite” cronica e pure acuta, è storia di ogni giorno. Una sola osservazione, dunque, senza prediche né comizi né difese corporative né falsi eroismi da Silvio Pellico. La legge sul reato di opinione, come quella sull’omesso controllo, è abominevole e una testimonianza della nostra arretrezza culturale, come lo è la carcerazione preventiva usata come strumento di intimidazione. E detesto i fanatici che vorrebbero “sbattere tutti in galera” ignorando che quando si comincia a “sbattere tutti in galera” per fare grandi purghe, si sa come si comincia, ma non dove, e da chi,si finisce. Ma chi firma un contratto da direttore responsabile sa, appunto, quali responsabilità si assume. Nessuno ha mai obbligato nessuno a fare il giornalista né tanto meno il direttore responsabile. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

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