giovedì 24 settembre 2009

ROMA - Offendere qualcuno durante un reality? Non è reato. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, respingendo la domanda di risarcimento danni avanzata da Franco Mancini, concorrente di Survivor (reality andato in onda in Italia nel 2001 in una sola edizione). Un avversario lo aveva definito "pedofilo" per il corteggiamento a una concorrente molto più giovane. Ma l'epiteto non costituisce offesa nell'ambito di simili programmi che, secondo la sentenza della Cassazione, "hanno la caratteristica di sollecitare il contrasto verbale tra i partecipanti" e i concorrenti ne sono perfettamente consapevoli. Già la Corte d'appello di Roma, nel giugno 2008, aveva respinto un primo ricorso di Mancini, dopo il "no" al risarcimento pronunciato dal Tribunale di Rieti. Inutile quindi la richiesta dei danni al concorrente che lo aveva offeso, Samuele Saragoni, e a Stefano Maniaghi, responsabile del controllo su Survivor per conto di RTI spa. Mancini ha sostenuto davanti alla Suprema Corte che l'epiteto di pedofilo era offensivo anche se pronunciato scherzosamente, e si è lamentato del fatto che, dato che il programma era trasmesso in differita, si sarebbe potuta tagliare la sequenza incriminata. La sentenza. La Cassazione ha convalidato il respingimento del ricorso, spiegando che non è stata commessa alcuna diffamazione. Per la Suprema Corte, infatti, bisogna "avere riguardo del contesto in cui l'espressione è inserita". E quello dei reality show è un ambiente "la cui caratteristica era quella di sollecitare il contrasto verbale tra i partecipanti", e ai concorrenti questa caratteristica "non poteva sfuggire". Per questi motivi, dunque, è "irrilevante" la richiesta di tagliare la scena, visto che non c'è stata nessuna offesa. Quanto alle lamentele di Mancini di subire "pesanti sfottò" da parte di amici e conoscenti per via di quella parola, la Cassazione le mette a tacere così: "Si tratta di una conseguenza della notorietà volontariamente acquisita con la partecipazione a quella trasmissione, nonché della naturale tendenza del pubblico all'imitazione di quanto apparso in televisione". (REPUBBLICA)


Di conseguenza i reality diventeranno una zona franca. Ma non è opportuno eliminare dalla tv queste schifezze ?

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