venerdì 11 dicembre 2009

Il velino Daniele

Se fosse una donna, Daniele Capezzone, sarebbe una «fighetta». Una di quelle tipine narcise e nervose, scosse da un tumulto di spasmi somatici. Una bellina e dimenticabile, costretta a stropicciare le palpebre, inarcare le sopracciglia, chiudere gli occhi e subito dopo spalancarli per mimare una qualche attività cerebrale. Nessuno se la filerebbe poiché la donna, se è un po’ mignotta e parecchio petulante, pur se carina, viene emarginata (semmai stuprata ed emarginata). Essendo uomo, al contrario, ricopre posizioni di prestigio, in qualsiasi campo (anche avverso). Al momento le sue doti più spiccate, agilità e coerenza, gli consentono di portare, non senza una certa atletica libidine, la Voce dell’ultimo partito prescelto, quello delle libertà. Per età, statura (non morale, materiale) e attitudine all’affettività mercenaria (meretricio) potrebbe aspirare ad un posto da “velino”. (LIDIA RAVERA - L' UNITA' -)

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