mercoledì 9 dicembre 2009

Un'altra baruffa tra giudici e politici. Stavolta la miccia l'accende il ministro per la Giustizia Alfano, che punta l'indice contro una certa magistratura. Quella che alla toga e all'aula di tribunale preferisce micorofoni e studi televisivi. Durante una conferenza stampa al Senato, insieme col ministro dell'Interno Maroni e ai leader del Pdl per illustrare i risultati del governo Berlusconi nella lotta alla criminalità organizzata, Alfano sollecita i magistrati a stare lontani dalla ribalta dei mass media: «Lavorando di più in procura e senza le luci delle telecamere si arresta qualche latitante in più, con qualche convegno in meno e qualche latitante in più si fa il bene del Paese». Una proposta cui si sente di rispondere il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore: «Per quanto mi riguarda contano i risultati che sta producendo la procura, soprattutto negli ultimi tempi. In tv non ci vado proprio, sono rimasto ancora alla radio».

Il ministro continua: "Procure vuote? Colpa dell'Anm". Se le procure sono sguarnite e rischiano la paralisi, in parte è anche colpa dell'Anm che non ha dato alcuna pubblicità alle incentivazioni offerte dal governo per convincere i magistrati a chiedere l'assegnazione alle cosiddette "sedi disagiate". "Il governo è stato lasciato solo", dice Alfano. "Anm non l'ha aiutato". "Abbiamo stanziato 5 milioni - aveva già detto Alfano qualche giorno fa - per gli incentivi ai magistrati che scelgono queste sedi. Serve uno slancio etico, un atto d'amore nei confronti del Paese. Ci sono dei mosti meravigliosi come Sciacca, che ha un ufficio con un bellissimo scorcio sul mare - ha scherzato il Guardasigilli - molte sedi in Calabria e qualcuna anche al nord. Il Governo sarà vicino ai magistrati che faranno questa scelta".

Anm: "Infondate le accuse". Ma Anm non ci sta: "Avevamo avvertito già l'estate scorsa che vietare ai magistrati di prima nomina l'assegnazione alle sedi disagiate avrebbe creato grossi problemi. Le parole del ministro sulla mancata collaborazione di Anm - dicono Luca Palamara e Giuseppe Cascini, presidente e segretario dell'associazione - non corrispondono la vero". Anche se il ministro ribadisce che non tornerà sui sui passi ("il divieto ai neo magistrati ha cancellato il nonnismo giudiziario", è il parere del Guardasigilli), per risolvere la crisi, Anm suggerisce che il divieto imposto alle giovane toghe deve essere sospeso "almeno temporaneamente". (LIBERO)


Se mi permettete la battuta, ritengo che il ministro abbia ragione, i magistrati devono lavorare di più ! Ma quando lo fanno poi non etichettiamoli "comunisti" se nelle loro carte spunta il nome di mister B. !

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