Berlusconi ha affermato: "Chi vota Casini vota la sinistra". E Casini, riferendosi al Presidente del Consiglio, ha sostenuto: "E' un po' disperato...tratta gli alleati come un padrone del Settecento trattava gli schiavi".
I due virgolettati sembrerebbero appartenere a due acerrimi avversari politici, ma, in realtà, sono di due grandi amici: uno è della maggioranza, l’altro è un infiltrato della maggioranza nell’opposizione.
I due, al momento, sono i protagonisti della compravendita politica di cui parlano i giornali.
Il governo è in piena campagna acquisti. Quale sia la merce di scambio nessuno lo saprà mai. Possiamo immaginare, senza che ce lo dicano loro, che graverà sulle spalle dei cittadini e avrà l’aspetto di un assessorato, di un ministero, di un appalto per la gestione dell’acqua o per una colata di cemento, settore in cui Casini ha ottime entrature in famiglia.
L’Udc sancirà l'alleanza con il Pdl. Mi chiedo se a siglare l’accordo, dopo il “ménage à trois” a casa Vespa, non tocchi poi a Dell’Utri e Cuffaro.
La manovra di bassa lega del Presidente del Consiglio è chiara e mostra come il suo governo sia in debito di ossigeno e di consensi: obiettivo del mercato delle vacche tra i due partiti è quello di recuperare le quote di un’eventuale scissione interna che possa scongiurare il rischio di andare a casa o di tornare alle urne perdendo le elezioni. Insomma, a Casini stavolta tocca il ruolo della stampella e, pur di recitarlo , i centristi sono pronti a seppellire anche l'ultimo fiato di coscienza, assetati come sono di poltrone e d’affari.
Casini ha affermato:"Sì ad un governo di larghe intese. Occorre realizzare riforme importanti per il bene del Paese". Sarebbe interessante capire a cosa faccia riferimento il leader dell'Udc, visto che le riforme di cui parla la maggioranza, ad oggi, sono poche, in larga parte inutili, ed inique: dalle intercettazioni al legittimo impedimento, dai tagli alla scuola, alla cultura e alla ricerca fino allo scudo fiscale.
Insomma vogliono risolvere gli assordanti scricchiolii di tenuta di questo governo con un’alleanza di natura subordinata e affaristica tra un “padrone e uno schiavo”, come ha affermato lo stesso Casini. Possiamo immaginare che con questi presupposti l'accordo durerà da Natale a Santo Stefano. (www.antoniodipietro.it)
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