giovedì 22 luglio 2010


Il disegno di legge sulle intercettazioni licenziato dalla Commissione Giustizia è una schifezza all’ennesima potenza. Sono state introdotte norme capestro per la funzionalità delle indagini e la libertà d’informazione: si tratta solo di ritocchi di facciata.
Il centrodestra ha fretta di chiudere la pratica bavaglio. Proprio oggi abbiamo saputo che vogliono approvare il provvedimento entro luglio, così da sistemare il tutto nella prima settimana di agosto. L'Italia dei Valori denuncia la volontà criminogena di questa maggioranza e di questo governo. Il motivo per cui vogliono approvare in fretta e a tutti i costi il provvedimento sulle intercettazioni è ormai chiaro a tutti: i soliti noti ne hanno bisogno, in virtù di quello che le procure di mezza Italia stanno scoprendo in queste settimane. Vogliono bloccare le indagini e mettere il bavaglio all'informazione perché temono che i cittadini vengano informati su quanto la casta e la P3 stanno commettendo. Proprio oggi la maggioranza, in Commissione Giustizia alla Camera, ha mantenuto l’obbligo di rettifica entro 48 ore anche per la Rete: una censura della libera informazione sul web e sui blog. Inoltre è gravissima l’abrogazione della cosiddetta ‘legge Falcone’: ennesimo favore alla criminalità.
L'Italia dei Valori proseguirà la sua opposizione senza sconti, senza se e senza ma, denunciando all'opinione pubblica la vera ragione per cui il ddl bavaglio è stato pensato: assicurare l'impunità a coloro che hanno commesso dei reati e non vogliono rispondere alla giustizia.
Il sistema italiano, attualmente, prevede che grazie alle intercettazioni si possano scoprire i delinquenti e attraverso la pubblicazione degli atti si possa far conoscere all'opinione pubblica come stanno realmente le cose. È una libertà che va salvaguardata, perché incisa nella nostra Carta Costituzionale. Il ddl intercettazioni, quindi, è un provvedimento che riduce gli spazi di libertà, di informazione e di investigazione. Il governo intanto è soffocato dai deliri di onnipotenza del suo Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Anche oggi continua a parlare di disinformazione, ma non dice che questo sistema è quello che fa capo a lui stesso, grazie al suo conflitto di interessi. Se veramente Berlusconi volesse un'informazione libera, plurale e da Paese normale dovrebbe rinunciare alla sua posizione dominante, che crea un palese conflitto d’interessi e pesa come un macigno sulla nostra democrazia. Questa anomalia viene aggravata dal fatto che il Presidente del Consiglio detiene ancora l’interim allo Sviluppo Economico, dicastero che ha la delega per le telecomunicazioni. Berlusconi deve decidere, una volta per tutte, se vuole controllare l'informazione o vuole fare l'uomo di governo, perché ancora oggi è il ministro delegato al controllo dell'informazione, cioè di se stesso. (www.antoniodipietro.it)

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