giovedì 1 luglio 2010

In mattinata il blitz in parlamento per approvare la legge bavaglio prima delle vacanze estive, in serata l’affondo sul lodo Alfano per estendere lo scudo al premier anche per i processi a suo carico cominciati prima dell’insediamento. La macchina da guerra del Pdl si è messa in moto compatta, barra a dritta. Vede la meta dell’impunità del grande capo ormai vicina e vuole portarla a casa sfidando a muso duro tutto e tutti. Le due mosse suonano chiaramente la chiamata alle armi per la maggioranza. Berlusconi confida nella solidità dei suoi. Unica incognita rimane il presidente della Camera. Che ora dovrà decidere se allinearsi o agire coerentemente con le critiche che in questi mesi ha mosso a Silvio Berlusconi. Rischiando anche di far cadere il Governo.

Del resto il messaggio del Pdl ha un solo destinatario: Gianfranco Fini. Il 29 il ddl intercettazioni arriva in aula, difficilmente passerà senza il voto di fiducia. Fini e i suoi avranno il coraggio di votare contro il provvedimento che tanto continua a criticare? E così il lodo Alfano: per approvare la legge costituzionale, senza essere costretti ad andare a referendum, servono i due terzi dei voti. Che farà Fini? Ancora non è dato sapere. Ma quanti vedevano nella terza carica dello Stato un iceberg che poteva impensierire la corazzata di Arcore, almeno rallentandola, sono costretti a ricredersi. E anche quel Giorgio Napolitano che appariva guardiano del confine della democrazia è stato smarcato. Con beffa. La commissione giustizia del Senato, presieduta da Filippo Berselli, fa sapere che è in arrivo l’estensione dello scudo anche al presidente del consiglio, e il Pdl manda un messaggio al capo dello Stato: “Abbiamo chiesto di indicare le modifiche, ma lui non vuole segnalarcele. Andiamo avanti con il testo com’è e poi si vedrà”. Poi in tarda serata arriva anche una mezza smentita dalla maggioranza: “Non è affatto scontato che il provvedimento venga cambiato”, se non arriveranno precise indicazioni dal Quirinale. Il tentativo di alleggerire i toni accompagna la volontà di nominare al Csm Gaetano Pecorella, presidente della Commissione parlamentare sulle eco-mafie, già candidato dal Popolo delle libertà nel 2008 come giudice della Corte costituzionale. (DAVIDE VECCHI - www.ilfattoquotidiano.it)


Ma cos' altro dobbiamo sopportare più da questa banda di lestofanti ?

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