lunedì 19 luglio 2010

Tutti continuano a parlare dell’importanza della libertà di stampa, ma di questi tempi con questo Presidente del Consiglio, che ha asservito a sé l’intera informazione in Italia, diventa difficile richiamare questo principio. Berlusconi, e ciò è chiaro a tutti, fa un uso distorto delle funzioni assegnategli dalla Carta Costituzionale e utilizza il suo ruolo per trarne profitto personale.
Il conflitto d’interessi che pende sul Presidente del Consiglio rischia di diventare la tomba della nostra democrazia. La responsabilità di tutte le forze politiche, esclusa l’Italia dei Valori, che non hanno voluto risolverlo, nemmeno durante la scorsa legislatura, è grandissima.
E’ una questione che va di pari passo con quella della legge elettorale attuale. Disposizioni che hanno ridotto le nostre Camere a serve del padrone e del Cesare di turno. Infatti, grazie a quella legge, la maggior parte dei parlamentari ha annullato la propria coscienza e dimenticato il senso di responsabilità che dovrebbero avere di fronte ai cittadini.
Il dittatorello di Arcore ordina e i suoi fedeli obbediscono. Così il TG 1 propina solo ciò che riportano le veline di Palazzo Chigi, sbianchetta la voce dell’Italia dei Valori e parla di un Paese che non esiste.
In Parlamento la situazione è analoga: Berlusconi chiama e i suoi fedeli eseguono: presentando norme per garantire l’impunità al dittatorello e per eliminare gli ultimi residui di libertà. Così ci ritroviamo il disegno di legge intercettazioni con lo scopo di mettere il bavaglio ai giornalisti, di bloccare il lavoro dei magistrati e di zittire uno degli ultimi baluardi del sistema informazione, ossia la rete.
Non so se in Parlamento riusciremo a rivoltare come un calzino questo provvedimento liberticida, ci proveremo con tutte le forze, ma ho i miei forti dubbi, conoscendo i numeri della maggioranza e soprattutto i cuor di leoni che stanno nel Pdl.
Sono disposizioni criminogene e in quanto tali vanno ritirate. Questa legge elettorale calza a pennello a questo dittatore perché rende succubi i suoi parlamentari e rende forte lo statista. Si, ho detto proprio “statista” perché oggi i suoi lacché gli hanno assegnato il premio di miglior statista, e forse hanno ragione in fondo è uno statista però del male perché è riuscito in poco tempo a mettere tutti gli italiani nel suo sacco, prendendoli in giro e privandoli di risorse economiche e di libertà. Il cambiamento della legge elettorale e la risoluzione del conflitto d’interessi sono i due temi su cui costruire la coalizione che dovrà proporsi come alternativa a questo Governo.
Si parte da qui e non con un Governo delle larghe intese perché i numeri di questa maggioranza sono schiaccianti e sono sicuro siano pochissimi i parlamentari del Pdl disposti a disobbedire a chi li ha messi in Parlamento.
A questo punto prima si va a votare è meglio è, se no questo statista ‘de noantri’ rischia di trovare l’ennesima scappatoia. (www.antoniodipietro.it)

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