Il 26 novembre 2010, secondo quanto si è appreso dalla stampa nazionale, l’Agcom avrebbe approvato i regolamenti relativi ai servizi audiovisivi diffusi via Internet apportando una drastica semplificazione rispetto al testo delle precedenti delibere.
Dopo aver tentato di imporre una normativa capestro, sentita la rivoluzione che si stava verificando in rete, l’Agcom ha limitato i danni. Ciononostante siamo fortemente preoccupati perché il decreto rimane e perché ci sono alcuni temi a proposito dei quali vogliamo sapere dal Governo come intende procedere e come intende rassicurare il mondo della rete.
In particolare noi riteniamo che debba essere esclusa l’equiparazione tra canali televisivi e rete e debba essere garantito il diritto costituzionale, ripeto costituzionale, per l’accesso libero alla rete senza obblighi, senza orpelli e senza limiti. Vogliamo essere rassicurati in questo senso.
Noi prendiamo atto dello sforzo di limitare i danni. Ma danni sono. Quindi l’accortezza che noi chiediamo è che si eviti in ogni modo di bloccare la rete, perché cercare di bloccare la rete è come cercare di bloccare un goccia d’acqua nell’oceano. E’ impossibile fermare o regolamentare la rete. Intendo dire, ed è la domanda a cui il Governo non ha risposto: se io metto un video su youtube, per poterlo trasmettere debbo sottostare a questa disciplina o no? E youtube, poiché permette a me di trasmettere, può esercitare un controllo su quel che io faccio su quella rete o no? Sono quesiti che devono essere risolti.
Più in generale, noi riteniamo che non possa essere estesa a Internet la normativa sugli impianti radiotelevisivi, perché siamo in un campo completamente diverso. Riteniamo anche che sia da risolvere tutto ciò che attiene all’obbligo di comunicare all’autorità i dati del traffico. Non capiamo il perché, così come riteniamo ingiustificato l’oscuramento dei siti senza passare attraverso l’autorità giudiziaria, solo per via di autorità amministrativa. Così come riteniamo ingiustificato il blocco, senza passare per l’autorità giudiziaria, delle porte IP utilizzate per lo scambio dei files coperti da copyright.
Cosa vogliamo dire con questo e cosa vogliamo che sia assunto? Un impegno concreto. Oggi come oggi la rete è una realtà che esiste e che è alla base della democrazia. Permette a ciascuno di noi di parlare con chiunque e a chiunque di ascoltare ciò che vuole e non solo ciò che gli viene imposto dalla voce del padrone.
E allora lasciamo questa rete il più libera possibile. Perché più libera è la rete più c’è la democrazia. (www.antoniodipietro.it)
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