martedì 17 marzo 2009

Un passo indietro

CITTA' DEL VATICANO - Mettere in piazza l'aborto di una bambina di nove anni e sventolare scomuniche in un caso così "delicato" come quello della bimba brasiliana violentata dal patrigno e incinta di due gemelli, è stato non solo un atto "privo di misericordia", ma anche un danno alla "credibilità dell'insegnamento della Chiesa". Il presidente della Pontificia accademia per la Vita, mons.Rino Fisichella, la massima autorità vaticana in materia di bioetica, non poteva scegliere parole più efficaci per condannare l'iniziativa del vescovo di Olinda e Recife, José Cardozo Sobrinho, il quale, appreso della dolorosa vicenda, aveva annunciato ai giornali, con una prassi inconsueta anche per lo stesso diritto canonico, la scomunica dei medici e dei familiari della bambina che avevano favorito l'aborto.
"Prima di pensare alla scomunica - afferma Fisichella - era necessario e urgente salvaguardare la sua vita innocente e riportarla a un livello di umanità di cui noi uomini di Chiesa dovremmo essere esperti annunciatori e maestri. Così non è stato e, purtroppo, ne risente la credibilità del nostro insegnamento che appare agli occhi di tanti come insensibile, incomprensibile e privo di misericordia". E il suo aborto, seppure chiaramente condannato dalla morale cattolica "non basta per dare un giudizio che pesa come una mannaia". Un caso scottante, quello della bambina brasiliana, sul quale il Vaticano, reduce dalla crociata per Eluana Englaro, avrebbe preferito meno clamore. La bambina, portando avanti la gravidanza - osserva il presidente della Pontificia accademia - avrebbe rischiato la sua stessa vita. "Decisione ardua - ammette il prelato - per il medico e per la stessa legge morale", come tante altre "che si ripetono quotidianamente nelle sale di rianimazione". "La morale cattolica ha principi da cui non può prescindere - precisa subito Fisichella - anche se lo volesse". La scomunica per chi pratica l'aborto è automatica, secondo il diritto canonico, ma "non c'era bisogno" "di tanta urgenza e pubblicità". E in ogni caso la "misericordia", "pur mantenendo fermo il principio", deve saper "guardare oltre la sfera giuridica per raggiungere ciò che il diritto stesso prevede come scopo della sua esistenza: il bene e la salvezza di quanti credono".


Tra le righe delle affermazioni di mons. Fisichella si nota un leggero passo indietro della Chiesa su questa triste storia dato che un certo imbarazzo, dovuto alla scomunica dei medici da parte del vescovo di brasiliano, era dilagato nel mondo religioso.

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