giovedì 23 luglio 2009

Io sto con Tonino (parte 2)

Il Presidente della Repubblica non mi ha ancora risposto. Spero che lo faccia, anche se non mi illudo. In compenso il partitone unico Pdl-Pd-Udc, che potrei definire la nuova maggioranza assoluta di governo, lo ha fatto.
Per Maurizio Lupi, uno dei tanti portavoce di Silvio Berlusconi, “Ormai siamo al delirio di onnipotenza” riferendosi al sottoscritto, espressione che mi fa sorridere pensando al partito di Trimalcione.
L'Udc, Unione di Cuffaro, coglie la palla al balzo per invitare il Pd, per bocca del suo vice Pier Ferdinando Casini, ad “abbandonare Di Pietro”e a “liberarsi del grillismo”, ignorando completamente che il Pd non si regge sul voto di scambio siciliano, ma su un’ampia base di elettori che condividono le battaglie di chi si oppone a questa classe politica di Ayatollah.
Per finire, non poteva mancare dal coro la voce del Pd, cosiddetto “l’alleato”, che per bocca di Antonello Soro e Anna Finocchiaro, tuonano: "Di Pietro non mostra ritegno nel destabilizzare le istituzioni al fine di lucrare vantaggi politici”.
Mi chiedo allora: sono per caso gli stessi vantaggi politici delle manifestazioni di piazza Navona?
Gli stessi vantaggi di piazza Farnese?
Gli stessi vantaggi della raccolta firme per il referendum contro il Lodo Alfano?
Gli stessi vantaggi del NO al bavaglio alle intercettazioni?Gli stessi vantaggi che ci hanno fatto votare contro l’indulto?
Gli stessi vantaggi che muovono le nostre interrogazioni parlamentari sul conflitto di interessi di Silvio Berlusconi?
Gli stessi vantaggi che non ci fanno candidare condannati al Parlamento?
Gli stessi vantaggi che ci hanno fatto rifiutare la spartizione delle poltrone della Rai?
Gli stessi vantaggi che ci hanno fatto firmare ai due VDay di Beppe Grillo per un Parlamento Pulito e l’abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria?
Ma questa, cari Ayatollah del Pd, si chiama opposizione, ed è l’unica che il popolo italiano ha visto negli ultimi dieci anni.
Mi chiedo ogni giorno quale sia l’obiettivo dei partiti politici in Parlamento oggi: governare per conto dei cittadini o isolare chi li rappresenta? E ancora: cosa sarebbero Montecitorio e Palazzo Madama senza l'Italia dei Valori? La risposta è semplice: un coro monocorda di Silvio Berlusconi a garanzia di un’armoniosa democrazia dittatoriale.


Lettera inviata al Presidente Napolitano


Gent.mo Presidente,
lo scorso 15 luglio Lei ha firmato e promulgato una legge in materia di sicurezza che la maggioranza parlamentare, sotto la mannaia del voto di fiducia imposto dal Governo Berlusconi, aveva da poco approvato.
In sede di promulgazione, però, Lei così aveva qualificato quel testo di legge (e cito testualmente quanto da Lei messo nero su bianco in una contestuale lettera indirizzata proprio a Berlusconi):
- “…dal carattere così generale e omnicomprensivo della nozione di sicurezza posta a base della legge, discendono la disomogeneità e estemporaneità di numerose sue previsioni che privano il provvedimento di quelle caratteristiche di sistematicità e organicità che avrebbero invece dovuto caratterizzarlo…”;
- “…è indispensabile porre termine a simili prassi, specie quando si legiferi su temi che, come accade per diverse norme di questo provvedimento, riguardano diritti costituzionalmente garantiti e coinvolgono aspetti qualificanti della convivenza civile e della coesione sociale…”;
- “…è in giuoco la qualità e la sostenibilità del nostro modo di legiferare…”;
- “il nostro ordinamento giuridico risulta seriamente incrinato da norme oscuramente formulate, contraddittorie, di dubbia interpretazione o non rispondenti ai criteri di stabilità e certezza della legislazione…”;
- “…aggiungo di aver ravvisato nella legge anche altre previsioni che mi sono apparse, sempre a titolo esemplificativo, di rilevante criticità e sulle quali auspico una rinnovata riflessione, che consenta di approfondire la coerenza con i principi dell’ordinamento e di superare futuri o già evidenziati equivoci interpretativi e problemi applicativi…”.
Fatte queste premesse Lei, sig. Presidente Napolitano, così conclude la sua lettera ufficiale:
“…Il Presidente della Repubblica non può restare indifferente dinanzi a dubbi di irragionevolezza e di insostenibilità che un provvedimento di rilevante complessità ed evidente delicatezza solleva per taluni aspetti, specie sul piano giuridico…”.
A questo punto, qualsiasi persona normale si sarebbe aspettata che Lei, sig. Presidente, fosse conseguente con le premesse e le considerazioni da Lei stesso espresse e applicasse l’art. 74 della Costituzione che testualmente recita (e Lei lo sa bene!): “…il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione…”.
Insomma, a norma di legge costituzionale, poteva – e, secondo noi, doveva – non controfirmare né promulgare la legge ma rinviarla al Parlamento con le stesse identiche motivazioni con cui ha scritto la “letterina di rimprovero” al Capo del Governo Berlusconi (lettera, a nostro avviso, del tutto irritale giacchè la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica il potere di inviare “messaggi” alle Camere, art. 74 Cost., ma non al Governo).
Lei ha ritenuto di comportarsi diversamente ed a noi cittadini (e rappresentanti di cittadini, in quanto parlamentari eletti) non è restato altro che prenderne atto ed esprimere le nostre riserve e valutazioni.
Lei, però, è andato oltre e si è messo a polemizzare con me, che l’avevo invitata a non firmare né a promulgare la legge, affermando (anche qui cito testualmente):“…chi invoca polemicamente e di continuo poteri e perfino doveri che non ho, mostra di aver compreso poco della Costituzione…” (ovviamente scatenando una scontata litania di improperi nei miei confronti).
Ciò premesso, mi sia permesso – pur con il rispetto che qualsiasi cittadino deve avere nei confronti del Presidente della Repubblica – di ribadire la palese contraddittorietà tra le sue valutazioni sulla legge in questione (da Lei stessa definita piena di “…disomogeneità e estemporaneità di numerose sue previsioni…incoerenza con i principi dell’ordinamento…equivoci interpretativi…problemi applicativi…norme oscuramente formulate, contraddittorie, di dubbia interpretazione, non rispondenti a criterio di stabilità e certezza della legislazione…) e la “decisione” adottata (sottoscrizione e promulgazione della legge).
Siccome però Lei conosce bene la Costituzione, Le chiedo:
- è vero o no che vi è contraddizione evidente (perfino letterale) fra la “motivazione” ed il “dispositivo” del suo provvedimento (dice che la legge è sbagliata ma la controfirma lo stesso)?
- è vero o no che, in questi casi, Lei ha il potere (e perfino il dovere, per usare le sue stesse parole) di non promulgare immediatamente la legge ma rinviarla alle Camere, con un messaggio motivato (art. 74 Cost.)?
- è vero o no che invece Lei non ha il dovere di inviare “messaggi” al Capo del Governo (e nemmeno letterine a mò di rimprovero come “piume d’oca”)?
- è vero o no che anche la legge sulle intercettazioni (e annesso bavaglio all’informazione) già approvata da un ramo del Parlamento è un’altra legge incostituzionale e contraria ai principi generali dell’ordinamento? E, se è vero, perché Lei ha chiamato il Ministro della Giustizia per esprimergli le Sue perplessità e non le ha esternate con un formale “messaggio” alle Camere (art. 87 Cost.) per far sapere anche a noi parlamentari eletti dal popolo le sue valutazioni?
- è vero o no che anche sul Lodo Alfano (quella legge ad personam che Berlusconi si è fatta fare per non farsi processare) Lei ha usato il “guanto di velluto” firmando e promulgando una legge che ora ogni Tribunale d’Italia sta contestando come incostituzionale?
– è vero o no che - nelle more delle decisioni della Corte costituzionale sul predetto Lodo Alfano - lo stesso Presidente del Consiglio ed il Ministro della Giustizia hanno partecipato ad una “privatissima” cena proprio con due giudici della Corte Costituzionale? E, se è vero, vuole spiegarci Sig. Presidente della Repubblica, come intende assicurare ai cittadini (ed a noi parlamentari che li rappresentiamo) che la Corte Costituzionale non sia stata compromessa da interventi e condizionamenti esterni?
La prego, sig. Presidente Napolitano, mi risponda nel merito, invece di offendermi anche Lei gratuitamente.
Con ossequio.
Antonio Di Pietro(Presidente Italia dei Valori) (www.antoniodipietro.it)


Caro on. Di Pietro, ha ragione il mensile Mucchio quando afferma che una volta finita questa dittatura dovremmo ricordarci di fare qualche prigioniero. Purtroppo non li potremo mettere dietro le sbarre ma non voglio perdermi lo spettacolo che attueranno i vari Bondi, Bonaiuti, Capezzone, Cicchitto, Bocchino, Alfano, Carfagna, Gasparri, Giordano, Fede e tutti gli altri peones per riciclarsi ed evitare di andare a lavorare per la prima volta in vita loro. Allora si che si dovrà fare largo uso di scimitarre.
Il PD invece è come la croce rossa, è facile sparargli addosso, sono allo sbando, hanno perso l’identità sempre che l’abbiano mai avuta, ed è ridotto ad un carrozzone di figuranti della politica italiana, e duole dirlo il padrone del circo è sempre lui : quello che da Unto del Signore ora ammette di non essere un santo.

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