lunedì 17 agosto 2009


PONTE DI LEGNO- L'inno italiano? «Non lo conosce nessuno». Il Presidente della Repubblica? «Meglio Napolitano di Ciampi». E il Barbarossa? «Oggi abita a Roma». Umberto Bossi, alla festa della Lega a Ponte di Legno, spiega anche l'importanza delle gabbie salariali: «Noi siamo nell'epoca del federalismo e chi non vuole i salari territorializzati è uno che non vuole l'applicazione del federalismo». E ricorda che «la Lega non è nata solo per vincere le elezioni ma per liberare la nostra gente dal centralismo romano. Non andrò in pensione fino a quando non avremo liberato la nostra gente da Roma ladrona».
INNO NAZIONALE- E a proposito di tradizioni, il ministro delle Riforme ha spiegato che «quando cantiamo il nostro inno, il Va pensiero, tutti lo cantano perchè tutti conoscono le parole, non come quello italiano che nessuno conosce». Secondo Bossi, il fatto che più gente conosca le parole del Va pensiero significa un maggiore attaccamento alla Lega «perché la gente ne ha piene le scatole».
IL CAPO DELLO STATO- Dopo gli elogi a Bersani, adesso tocca al Capo dello Stato. «Preferisco Napolitano a Ciampi. Napolitano è sempre stato ragionevole, non si è mai opposto al governo». Un elogio inaspettato quello di Bossi, mentre ricorda che con il Presidente della Repubblica è stato possibile dialogare. «È una cosa importante perchè è lui che firma le leggi. Per fortuna che il governo non l'ha mai avuto contro. Il presidente della Repubblica deve essere il più possibile neutro».
IL DIALETTO-E intanto il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli spiega che la bozza di legge sul dialetto è pronta e verrà approvata presto. Il testo della legge è stato consegnato sabato a Bossi ed è un argomento caro al leader della Lega. « L’anno scorso a Ferragosto ho portato la bozza del federalismo fiscale che in meno di un anno è diventata legge. Oggi Bossi ha in mano la bozza di legge sui dialetti e vi garantisco che non durerà tanto di più per diventare legge». Il testo all’esame di Bossi prevede l’obbligatorietà dell’insegnamento a partire dalle scuole primarie.
«NESSUN RICATTO»- « Nel governo non c’è nessun ricatto, nessuna golden share della Lega. Abbiamo solo il peccato di avere avuto un grande maestro che ci ha insegnato e ci ha fatto capire che cosa vuol dire lavorare e fare andare la testa. Mentre loro sono in vacanza ai tropici noi stiamo a casa a lavorare e a preparare le leggi». Lo ha spiegato il ministro Calderoli secondo cui «se c’è il rispetto di tutte le parti, questo governo durerà 4 anni e realizzerà le riforme». E ha aggiunto: «Non è un peccato avere idee e ideali quando c’è chi come unica proposta, ha fatto quella di dare la cittadinanza agli immigrati dopo 5 anni. Questi sono fuori di melone». (CORRIERE DELLA SERA)

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