sabato 1 agosto 2009

Veltroni e il conflitto d'interessi


ROMA - Tredici articoli e il tentativo di rimediare a quello che viene definito un «vulnus» della legislazione italiana: è la proposta di legge per regolare il conflitto di interessi che Walter Veltroni ha presentato insieme a Roberto Zaccaria, del Pd, e a deputati di tutti i partiti d'opposizione: Massimo Donadi e Leoluca Orlando dell'Italia dei Valori, Bruno Tabacci dell'Udc e Beppe Giulietti, portavoce dell'Associazione Articolo 21, eletto nell'Idv e ora passato al gruppo Misto. SEPARAZIONE - «Come avevo annunciato - afferma Veltroni - ho lavorato con Roberto Zaccaria ad un testo di legge che affronti in modo definitivo il tema, cruciale in una democrazia, della separazione tra interessi pubblici e privati. In questi anni la colpevole assenza di questa norma ha finito con il privare il nostro Paese di una regola tipica di tutte le democrazie liberali. Il valore politico di questa iniziativa - conclude l'ex segretario del Pd - è per me in primo luogo nel fatto che essa è sostenuta e sottoscritta unitariamente da autorevoli parlamentari di tutta l'opposizione». LE REGOLE - Nella relazione al testo si definisce inefficace la legge Frattini del 2004 e si citano il testo di Dario Franceschini della passata legislatura e quello di Gianclaudio Bressa, presentato nell'aprile scorso. La proposta di legge in particolare, stabilisce la «incompatibilità assoluta» tra precisi incarichi di governo (da presidente del Consiglio a sottosegretario a commissario del governo) e, ad esempio, «la proprietà di un patrimonio di valore superiore a 30 milioni di euro la cui natura, anche riguardo alla concentrazione nel medesimo settore di mercato, configura l'ipotesi di conflitto di interessi», «la proprietà, il collegamento o il controllo diretto o indiretto di un'impresa che svolga la propria attività sulla base di qualunque titolo abilitativo rilasciato dallo Stato». In questo caso, la soluzione indicata dalla proposta di legge è «l'invito ad optare (da parte dell'Autorità Antitrust, ndr), con decadenza dalla carica in caso di mancata opzione». Fuori dai casi di incompatibilità assoluta, invece, si indica la strada dell'obbligo di astensione, sottoponendo il caso all'Autorità. La proposta di Veltroni indica poi la strada per la «repressione di situazioni di conflitto di interessi»: diffida, sanzioni amministrative pecuniarie per violazione degli obblighi di dichiarazione o di astensione o per inottemperanza alla diffida, che arrivano fino a un livello «non inferiore al doppio e non superiore al quadruplo del vantaggio patrimoniale effettivamente conseguito dall'impresa» proprietà del soggetto. Il testo prevede infine anche la «parità di accesso ai mezzi di comunicazione durante le campagne elettorali», da parte dei candidati a cariche elettive. (CORRIERE DELLA SERA)

Invece di godersi una bella giornata a mare, Veltroni convoca un po’ di politici dell’opposizione e illustra il risultato della sua fatica che dovrebbe eliminare per sempre il maledettissimo conflitto d’interessi. Questo "arduo" lavoro ebbe inizio poco dopo le sue dimissioni da segretario del PD, testimoniato da svariati articoli di quotidiani anche con bei titoloni. Ora la domanda sorge spontanea, la domanda che farebbe qualunque uomo della strada come il sottoscritto : “Ma quando eri al governo, e questo non molto tempo fa, insieme al professor Prodi, cosa hai fatto ? Questo del conflitto d’interessi era il primo punto all’ordine del giorno dopo cinque minuti dall’insediamento !”. Posta la domanda faccio anche una ipotesi di risposta : evidentemente nei mesi precedenti l’elezioni nessuno si era preso la briga di buttare giù due righe e di porle nel programma di governo. Ora che le percentuali del centro sinistra lo annientano e lo rendono ancora un carrozzone di varie “etnie” di pensiero pronte a scannarsi per la poltrona di leader, Veltroni tomo tomo cacchio cacchio, come direbbe Totò, si veste di autorità e spiega il frutto di cotanto studio. Possibile che nessuno, prendendo ancora spunto da Totò, lo abbia spinto in là dicendogli “Ma mi faccia il piacere!”.

Nessun commento: