domenica 3 luglio 2011

Conflitto di interessi : dalla teoria alla messa in pratica





Da quando Berlusconi è in politica, in Italia si parla continuamente di conflitto di interessi, ma come se fosse una formuletta che non significa niente di concreto. Non è così. Il conflitto di interessi non è filosofia: è una cosa molto materiale e lo abbiamo visto bene negli ultimi giorni, quando Berlusconi ha usato il potere che gli dà stare al governo per bloccare la firma del contratto fra Michele Santoro e La7 e impedire così che una televisione concorrente della sua Mediaset diventasse troppo forte.
Come hanno raccontato lo stesso Santoro e “Il Fatto quotidiano”, fino alla presentazione della bozza della manovra economica l’accordo tra il conduttore e la rete di proprietà Telecom era cosa fatta. Per fortuna il proprietario di Mediaset, Silvio Berlusconi, può sempre contare sull’aiuto del presidente del consiglio, Berlusconi Silvio. Nella manovra ha infilato una norma che poteva costare a Telecom moltissimo. I proprietari de La7 si sono messi paura e hanno mandato a gambe per aria l’accordo con Santoro. Manco a dirlo, appena saltata l’intesa fra La7 e il conduttore la norma strangola Telecom è scomparsa dalla manovra.
Questo è il conflitto di interessi e non credo che i cittadini italiani, che ne sono la vittima principale, lo sopporteranno ancora a lungo. Alla festa della Fiom di Bologna il programma dello stesso Santoro “Tutti in piedi, entra il lavoro”, diffuso grazie a una piattaforma multimediale, è stato seguito da 2 milioni di persone e su Internet ci sono stati 10 milioni di accessi, come era già successo un anno fa per “Rai per una notte”. E’ segno che se le cose non cambieranno saranno gli stessi cittadini a organizzarsi da soli, grazie alla Rete, per liberarsi dal duopolio Rai/Mediaset.
Anche per questo io mi auguro che i vertici della Rai abbiano ora un soprassalto di ragionevolezza oltre che di dignità e riaprano il dialogo con Santoro e con tutti gli altri conduttori che sono la ricchezza dell’azienda pubblica. Lo devono fare non solo per il bene dei cittadini e della libertà d’informazione, ma anche nello stesso interesse dell’azienda.
La politica dovrà però decidersi a fare la propria parte. Per questo noi dell’IdV insistiamo e insisteremo senza tregua perché nella prossima legislatura, se il centrosinistra sarà al governo, si vari una riorganizzazione del servizio pubblico che tenga finalmente i partiti lontani dalla Rai e contestualmente una legge rigorosa sul conflitto di interessi. (www.antoniodipietro.it)

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