giovedì 14 maggio 2009

Ragioni di opportunità


In America gli ex manager della finanza stanno seguendo un corso per diventare prof. Meglio in cattedra che sdraiati in salotto a guardare la tv. In Italia invece agli impiegati di una fabbrica è stato chiesto di scendere in catena di montaggio: mancano operai, e piuttosto che assumere gente nuova, meglio ridistribuire il personale. Accade a Oderzo, nel Trevigiano, alla Plastal spa, azienda leader nella produzione di componenti per il settore automobilistico. Gli ordini stanno aumentando, ma gli operai sono calati perché a dicembre la situazione sembrava proprio brutta, e sono stati licenziati. I colletti bianchi invece stanno facendo a turno la cassa integrazione. L'azienda chiede, non obbliga: la nuova occupazione in catena di montaggio è su base volontaria. Ma già in tanti -dice il Gazzettino- hanno accettato: “Alcuni impiegati, anche di alto livello (ci risulta che fra loro vi sia anche un quadro) hanno risposto di sì”, dicono dalla rappresentanza sindacale dell’azienda. A fine mese chi ha accettato percepirà uno stipendio in base all' inquadramento da impiegato– non dunque da operaio – che anziché essere decurtato per via della cassa integrazione, potrebbe essere addirittura maggiorato se il turno di lavoro è notturno. (LIBERO)


D’istinto mi viene di invocare il reintegro degli operai licenziati, ma ad una analisi più obbiettiva ritengo che anche questo tipo di iniziativa sia valida.

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