Oggi, per la prima volta dall’inizio del processo Mills, Berlusconi ha fatto la grazia di presentarsi in aula. Quello che per ogni comune cittadino è un dovere per lui sembra quasi un favore che si degna di fare.
Già questo sarebbe uno scandalo, ma purtroppo c’è di peggio. Arrivato in aula, invece di comportarsi come l’imputato di un reato grave come la corruzione di un testimone, si è messo a inveire e a lanciare accuse e calunnie contro i magistrati che lo devono giudicare.
In un Paese serio non sarebbe tollerato un comportamento simile da parte di un uomo che è forte non del diritto ma del potere che gli deriva dall’essere presidente del consiglio, capo e padrone del partito di maggioranza relativa, proprietario delle sue tv private, egemone in quelle pubbliche.
In un Paese civile, gli imputati non accusano chi li giudica di essere criminali e componenti di un’associazione a delinquere. Non li minacciano parlando di una commissioni parlamentare, cioè di una specie di tribunale speciale. E se lo fanno ne pagano le conseguenze. E’ come se i nazisti a Norimberga, si fossero sostituiti ai loro giudici, in un silenzio generale che finisce per essere una muta e involontaria complicità.
Quando le cose arrivano a questo punto, secondo me, sarebbe opportuno e necessario che il capo dello Stato, oltre a dire cose sacrosante come ha fatto anche oggi e a rimproverare chi si comporta come Berlusconi, passasse dalle parole ai fatti e assumesse qualche decisione concreta per ripristinare lo Stato di diritto. Altrimenti finirà per forza per farlo il popolo italiano che giustamente è ogni giorno più esasperato e sta covando la rivolta. (www.antoniodipietro.it)
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