mercoledì 18 maggio 2011
L'isola dei bocciati famosi
A teatro può richiamare tanti fan. Alle urne no. Ornella Vanoni resta un'interprete di prima classe nella canzone italiana. Spendere il suo volto e il suo nome per Letizia Moratti alle amministrative di Milano invece è risultata una fatica sprecata. Candidata nella lista “Milano al centro” a sostegno del sindaco uscente, la cantante ha raccolto appena 36 preferenze. Nel gergo teatrale, lo chiamerebbero un “forno” micidiale. Dispiace quasi, un concerto resta la sua dimensione migliore. Ancor più a fronte del buon risultato ottenuto da Luca Mangoni degli Elii: con i suoi comizi surreali, il musicista ha incassato la robusta cifra di 1068 voti tutti per lui piazzandosi secondo nella lista civica della cognata di donna Letizia, Milly Moratti, in appoggio a Pisapia. Anche se l'1,33% della lista stessa difficilmente aprirà le porte di Palazzo Marini al musicista che - per il piacere dei tanti fan - continuerà a sostenere gli irresistibili Elio e le Storie Tese.
Milano amara anche per Marco Pannella. Nel modesto 1,71% della sua lista, il nome storico dei Radicali ha raggranellato appena 58 preferenze, niente tenuto conto della sua fama. La gloria risulta invece effimera per Roberto Lassini del Pdl: colui che ha equiparato i pm milanesi alle Br nei suoi manifesti con 872 non ha nemmeno scavallato quota mille.
A riprova che la gloria mediatica non necessariamente paga, lo scrittore “fasciocomunista” di Latina Antonio Pennacchi, vincitore del premio Strega nel 2010 con il romanzo "Canale Mussolini", autore del libro "Mio fratello è figlio unico" diventato un film, rivelatosi un showman stile nazional popolare, con la sua lista ha raccattato appena lo 0,96% dei voti. E il capolista di Fli, politico esperto e parlamentare Fabio Granata è rimasto al palo con 50 preferenze. Notorietà effimera anche per Cincia Cracchi a Bologna: è la donna che con le sue denunce di sexygate ha portato alle dimissioni del sindaco Delbono. L'hanno scelta in 30. Proprio pochi.
Perfino alcuni politici celebri piangono. A Napoli, mentre l'Udeur se l'è cavata con un 3%, la Lista Civica Mastella per Napoli ha raggranellato una miseria, 905 voti, pari allo 0,22%. Uno schiaffo. Ciononostante l'ex ministro della Giustizia che dette la spallata al secondo governo Prodi perché indagato (e proprio da De Magistris nell'inchiesta “Why Not”) ora assapora la vendetta: afferma di non aver deciso chi sosterrà al ballottaggio, chiarendo subito di considerare “un disastro” la possibilità di vedere il candidato di centro sinistra e suo “inquisitore” al governo della città. Destino decisamente cinico e baro per Claudio Martelli, ex delfino di Craxi, già ministro della Giustizia come il Mastella, ha provato a rientrare nella politica con uno smacco: a Siena solo 83 persone lo hanno voluto nel consiglio comunale sotto la Torre del Mangia. La gloria, nel suo caso, sembra sfumata da un pezzo. (L'UNITA')
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