mercoledì 25 gennaio 2012

La storia "rivoluzionaria" del capo dei forconi





Impiegato comunale sotto processo per falso e truffa, è imputato anche per una bancarotta fraudolenta. Ecco chi è Martino Morsello, il re dei Forconi. L'idea gli è venuta tre anni fa, dice. Per risolvere la crisi degli agricoltori trapanesi era necessario che i contadini si dotassero di una propria moneta. Magari chiamandola come lui: un “m...orsello”. Oggi, che è uno dei leader del movimento dei Forconi, la storia della Sicilia che deve battere moneta la riprende, è un pezzo forte del suo repertorio. Martino Morsello, classe 1954, da Marsala: agricoltore che agricoltore non è, fa l'antipolitica dopo aver militato in tutti i partiti, accusa le banche di averlo fatto fallire, ma è imputato per bancarotta fraudolenta. Si dichiara imprenditore, vittima dell'usura, ma fa un mestiere opposto e tra i più agognati in Sicilia: l'impiegato comunale. Quella dei “forconi” è solo l'ultima invenzione. Prima c'era Scilipoti, l'Mpa di Lombardo, e prima ancora il socialismo rampante degli anni ‘80 che ha visto Morsello a Marsala più volte assessore e consigliere comunale. Adesso è in sciopero della fame, l'ultimo lo fece nel 2008: era candidato alle elezioni regionali con Raffaele Lombardo, e faceva una rovina perché gli coprivano i manifesti. Morsello, in passato ha gestito un'azienda di allevamento di pesci messa su grazie a copiosi contributi comunitari. Nel 1999 un virus colpisce i pesci e blocca la produzione. «Ci siamo indebitati con le banche a dismisura — racconta lui in ogni intervista — e poi il tribunale di Marsala ci ha fatto fallire». L'azienda, con sede a Petrosino, viene dichiarata fallita il 6 giugno del 2003. Dichiarato il fallimento, Morsello mette in campo — secondo gli investigatori — tutta una serie di stratagemmi giuridici per complicare la vita ai giudici. Da qui l'imputazione di bancarotta fraudolenta. Ma, al di là della bancarotta, in tribunale Morsello rischia di tornarci spesso. Perché è stato rinviato a giudizio anche per un'altra vicenda: il suo lavoro di impiegato al Comune di Petrosino. Morsello è imputato di truffa continuata e falso. Anche qui non si tratta di una vicenda originale: assenteismo. Nel 2008 avrebbe finto di essere in ufficio, quando in realtà era altrove. Ai giudici che alla prossima udienza, il 10 aprile, lo ascolteranno magari potrà raccontare che era in giro. Ad appuntire i forconi, per preparare la rivoluzione. (Giacomo Di Girolamo - REPUBBLICA -)

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