sabato 28 gennaio 2012

Quando Silvio cadde in rete





Correva l’anno 2012 quando Silvio Berlusconi, sempre all’avanguardia, scoprì l’esistenza di Internet. Se siete di cattivo umore, se volete prendervi una pausa dalle maledizioni contro Monti, se proprio non avete neanche un cagnolino da portare ai giardinetti o un bambino da cullare, fatevi due risate ascoltando Berlusconi che annuncia con paziente tono pedagogico e paternalistico la sua (sic) “discesa in rete” con il “portale” del Pdl, concetto, questo del “portale” , che è più meno passato di moda con l’accoppiatore acustico e la tv con le orecchie di coniglio. D’ora in poi anche chi ha, spiega da profondo conoscitore del mezzo Silvio, un “cellulare” (per esempio un Nokia del 1996 o un Motorola di quelli con l’antennina estraibile, che sono “cellulari” , andrebbero bene?) potrà seguirlo. Meraviglia delle meraviglie, il pesce sarà disponibile anche su una cosa chiamata, “Ai-Pot” (ascoltare per credere), sconosciuta alla Apple, ma popolarissima nella Bergamasca. Raramente ho sentito qualcuno appalesare (è uno dei suoi verbi più amati) una più totale e presuntuosa ignoranza della materia che predica e una più forte devozione a tutti i luoghi comuni più logori su Internet, compresa la “agorà” (vedi gli studi classici, figliolo). Suggerisco all’ex presidente del Consiglio qualche ricerca su “Gogòl”, come disse lui stesso dimostrando ancora una volta la esilarante padronanza del mezzo, per aggiornarsi e uscire dal quell’anno 1994 nel quale sembra, come la tragica marmotta del film, essere sempre costretto a rientrare. (Vittorio Zucconi http://zucconi.blogautore.repubblica.it/)

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