martedì 13 ottobre 2009

«La personalizzazione della politica consente di dire a Berlusconi 'io sono stato eletto dal popolò, il che non è vero. In Italia infatti i governi si fondano sulla fiducia parlamentare e non sull'elezione del popolo. E anche se il suo nome stava scritto sul simbolo di Fi, ora Pdl, ha pur sempre raccolto il 36,37% dei voti, non la maggioranza degli italiani». Lo ha detto Massimo D'Alema, stasera a Massa, in un incontro per promuovere la mozione Bersani. «E tuttavia - ha aggiunto D'Alema - questa sensazione populistica del capo scelto dal popolo e non come presidente di un Consiglio che ha la fiducia del Parlamento, alimenta una contrapposizione devastante tra il principio maggioritario, rafforzato dai sondaggi, e il principio della legalità sulla base dell'idea, rozza, che chi ha il consenso può violare le leggi». D'Alema ha contestato la dichiarazione del premier che si definisce «eletto dal popolo» anche alla luce delle ultime elezioni europee. «Un terzo degli italiani non ha votato - ha ricordato D'Alema - questo segnala un enorme problema di sfiducia nella democrazia, nelle istituzioni. Tra quelli che hanno votato, 2 italiani su 3, il 45% ha votato per il governo e gli altri per i diversi partiti di opposizione. Quindi, quando Berlusconi dice 'gli italiani stanno con mè si riferisce a poco meno di un terzo del paese. Gli altri non stanno con lui o stanno contro di lui o sono in una posizione di sfiducia verso l'insieme delle forze politiche e delle istituzioni». E visto che, secondo D'Alema, «la somma delle sfiducie non produce alternativa di governo», è necessario creare un partito che sia alternativo alla destra. (L' UNITA')

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