mercoledì 21 ottobre 2009

NAPOLI - Politici, dirigenti della Pubblica amministrazione, professionisti ed imprenditori campani: sono 63 gli indagati eccellenti nell'inchiesta su appalti e assunzioni sospette in Campania presso l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpac). Coinvolti i coniugi Mastella. Nell'operazione sono 25 le misure cautelari.
Carabinieri e Guardia di Finanza hanno accertato l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di truffe, falsi, abusi di ufficio, turbative d'asta e concussioni commessi nell'ambito della gestione di appalti pubblici, concorsi finalizzati all'assunzione di personale ed affidamento di incarichi professionali nella Pubblica Amministrazione.
Nei confronti di Sandra Lonardo, moglie di Mastella e presidente del consiglio regionale campano, è stato disposto il divieto di dimora non solo in Campania ma anche nelle province limitrofe di Latina, Frosinone, Isernia, Campobasso, Foggia e Potenza. Analogo provvedimento riguarda altri otto indagati.
L'inchiesta condotta dalla Dda di Napoli scaturisce dall'unificazione di due indagini riguardanti presunti episodi di corruzione e concussione di esponenti 'Udeur della Campania, tra i quali lo stesso leader Clemente Mastella, all'epoca ministro della Giustizia. Sono coinvolti anche il consuocero di Mastella, Carlo Camilleri, segretario generale dell'Autorità di Bacino sinistra Sele, l'ex direttore dell'Arpac Luciano Capobianco e il consigliere regionale dell'Udeur Campania, Nicola Ferraro.
"Sono quasi svenuta. Mi è crollato il mondo addosso. Con mio marito sarei a capo di una cupola affaristica. Senza spiegarci cosa avremmo fatto", scrive, come prima reazione, Sandra Lonardo, in una lettera aperta ai cittadini della regione. E su facebook fa sapere che "lotterà come un leone". Intanto il marito Clemente Mastella, nei cui confronti la magistratura ha emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari, è rientrato a Roma da Strasburgo. (ANSA)

A seguire la lettera “commovente” che lady Mastella ha indirizzato ai cittadini campani.

«Carissimi abitanti di Benevento e provincia e della Campania tutta, questa mattina alle ore 7, mentre pensavo a che cosa potevo fare per contribuire a far approvare, nella concordia, la legge regionale sul ”Piano casa”, un provvedimento atteso da tantissimi cittadini campani, è arrivata una citofonata…”siamo i carabinieri, aprite!”…Sono tornata con la mente a quel 16 gennaio. Cosa vorranno ancora da me? Mi sono fatta forza, ma non ce l’ho fatta. Sono quasi svenuta.. Mi è crollato il mondo addosso . .. Mi chiedono di dimorare fuori dalla Campania. Ancora non riesco a crederci. Non sono nemmeno riuscita a capire di cosa mi accusano. Mi hanno consegnato pagine e pagine… Stavolta con mio marito sarei a capo di una cupola affaristica… Senza spiegarci quali affari avremmo fatto.. Carissimi e carissime, cosa dirvi? …Non trovo neanche più le parole. Il mio cuore si è frantumato; nella mia mente solo frammenti di ricordi….tra questi il grande affetto che ricevo giornalmente da tantissimi di voi. Prima di lasciare la mia cara Benevento e Ceppaloni e la Campania, sento il bisogno di dirvi che sono una persona perbene, vi ho sempre onorato, mai in nessun momento ho fatto un atto che possa aver offeso un solo cittadino della mia adorata Campania. Ho cercato sempre e con tutte le mie forze di difendere la mia piccola città, la provincia e l’ultimo abitante dell’ultimo paesino delle nostre aree interne.Non posso che affidarmi a chi mi conosce, a chi sa davvero chi sono. So che si sta abbattendo su di me, sulla mia famiglia, un altro ciclone mediatico. So che sarà difficile difendersi e far prevalere la verità. Ai Consiglieri Regionali tutti un saluto affettuoso. Chiedo scusa se oggi non mi viene permesso di fare il mio lavoro. Loro sanno che ho fatto sempre il mio dovere con abnegazione, rispetto e senso forte delle istituzioni, senza risparmiarmi mai.Credetemi! Io sono una persona perbene. Combatterò come una leonessa ancora una volta, sicura di avere ancora il vostro affetto, ma soprattutto la vostra stima. Questo e solo questo mi darà la forza di non soccombere a tanta ingiustizia, a tanta ingiustificata cattiveria.In coscienza, davanti a Dio e a voi tutti ho speso la mia vita per la mia comunità.Amo tutti voi, e sono certa che anche voi ricambiate questi profondi sentimenti».



Fermo restando che il nostro è ancora uno stato di diritto e che aspettiamo gli sviluppi della vicenda, sorprende che nell’accorata lettera non vi è nessun accenno a probabili dimissioni dalla carica ricoperta come probabilmente etica richiederebbe.

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