lunedì 21 febbraio 2011

Libia in fiamme

Libia, raid aereo contro i manifestanti
Mistero su Gheddafi: "E' già fuggito"
L'Unione europea condanna la repressione delle proteste e invita il regime di Tripoli al dialogo
Ma il governo italiano tace: solo domani ci sarà un vertice. E Frattini si preoccupa dei migranti

I Paesi dell'area Ue e gli Stati Uniti condannano fermamente l'uso della violenza. Il Governo di Roma dopo l'infelice battuta di Berlusconi sabato (“Non voglio disturbare Gheddafi”), non ha ancora preso una posizione ufficiale. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si è limitato a esprimere preoccupazione per la crisi in Nordafrica e ha aggiunto: "L'Europa non esporti la democrazia". L’Italia “sottoscriverà qualsiasi tipo di dichiarazione che promuova la stabilità, la sicurezza e la prosperità nel Mediterraneo”, ha detto confermando che i timori sono legati, come già espresso da Roberto Maroni, alle “ripercussioni sulle situazioni migratorie nel sud del Mediterraneo”. E dopo che Seif al-Islam, il figlio di Gheddafi, ha tenuto un discorso alla nazione annunciando, di fatto, la repressione, anche le aziende che operano in Libia battono in ritirata. Eni ha richiamato alcuni dipendenti e i loro familiari. Da ore si rincorrono, tra annunci e smentite, le voci di fuga del rais. La protesta si è estesa fino al Marocco. E lo scontro diplomatico si acuisce. Il Colonnello ha minacciato la Ue di non rispettare più gli accordi che prevedono il controllo delle coste per evitare flussi migratori verso il vecchio continente. (www.ilfattoquotidiano.it)

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