giovedì 10 febbraio 2011

Un intelletto sprecato per difendere il capo



Alla frutta forse, in mutande è certificato. Il parterre dei difensori senza se e senza ma delle serate dopolavoristiche ad Arcore e dintorni mostra la corda. Daniela Santanché, esausta al giro di boa della trentesima intervista, sul Giornale arruola tra le «donne di Silvio» le 4200 dipendenti di Mediaset e Mondadori (se ha comprato l’appartamento a tutte ci ricrediamo: Berlusconi ha realizzato davvero il “piano casa”). Intanto i cdr del Biscione (evidentemente tra loro non ci sono donne o sono delle ingrate) auspicano che la vicenda giudiziaria di Emilio Fede si chiarisca «nelle sedi opportune evitando di usare il Tg4 come strumento di difesa personale e garantendo la credibilità e la completezza dell'informazione sulla stessa inchiesta». Per di più il progetto Radicali Liberi, ovvero seminare il panico nel campo avverso ventilando Pannella Guardasigilli al posto di Alfano, arranca un pochino per il buon senso della Bonino e la rivolta della base. Tocca allora a Giuliano Ferrara, giornalista creativo e polemista irriverente, inventarsi la contromanifestazione. Sabato tutti al teatro Dal Verme, di mussoliniana memoria, per la crociata contro i «puritani». Scenografia: tre fili di mutande colorate. 150 slip di diverso taglio, foggia e tinteggiatura. Una kermesse scanzonata e moderna contro il «golpe morale» di quei noiosoni che vanno a letto presto o, se fanno tardi, è per leggere tomi ponderosi. Finisce così la fase (è durata una settimana) di Ferrara versione colomba, consigliere redivivo, fustigatore di improvvidi richiami alla piazza contro i giudici (colpa, dicevano dal PdL, dell’aggressivo tandem Santanché-Brambilla). Addio al rilancio dell’economia, al circolo virtuoso investimenti-consumi, agli sgravi fiscali. La lotta alla patrimoniale? Molto più interessante menare le mani contro i «novelli giacobini«. Quella «minoranza ricca, compatta, sicura di sé che vuole ripulire l’Italia in nome di criteri fondamentalisti e totalitari». E non disdegna di arruolare persino tredicenni. Che a quell’età, come sa bene Fede, potrebbero invece cominciare con interessanti e remunerativi concorsi di bellezza. La gavetta, insomma: mica si arriva a Palazzo Grazioli dal nulla. Ferrara alle crociate non è nuovo. Ha trasformato Il Foglio in Soglio all’epoca del referendum sulla legge 40. Ma quando è sceso in piazza Farnese contro la 194 lo hanno seguito in pochi. (Federica Fantozzi - L'UNITA' -)

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