"Se non ora quando" fa il pienone in 200 città nonostante il silenzio dei media vicini al Cavaliere
Anche ieri Tg1 e Tg5 hanno derubricato l'evento. Il premier: pretesto per sostenere teoremi dei pm.
Anche ieri Tg1 e Tg5 hanno derubricato l'evento. Il premier: pretesto per sostenere teoremi dei pm.
In piazza l'Italia ha rivendicato la sua dignità. Cinquantamila persone a Napoli, molte di più a Milano, Roma e Torino, ventimila a Palermo, altrettante a Bari. Migliaia a Trieste, Pesaro, Bergamo, Treviso e in molte le città della Sardegna. Capoluoghi di regione e piccoli centri di provincia. Le donne si uniscono, senza colori politici. Le adesioni, comunque, non si limitano solo al sesso femminile. "Ciò che conta" scandiscono le organizzatrici, "è evitare di ridurci a un coro che chiede solo le dimissioni di Berlusconi". Ma il fenomeno va oltre confine, con ritrovi organizzati a New York, Parigi, Bercellona, Berlino, Francoforte, Tokyo. E anche dagli archeologi italiani in Kuwait. A Bruxelles le manifestanti raccontano: "Siamo stanche di subire tutti i giorni battute per colpa di Berlusconi". Presidio tricolore anche a New York: "Il nostro Paese ha fatto troppi passi indietro. Vorremmo tornare in Italia, ma non in queste condizioni", dicono i manifestanti di Times Square. Il premier, però, non vuole vedere la portata dell'evento e risponde alla piazza barricandosi nel suo impero mediatico: intervenendo telefonicamente a Mattino 5 parla di "una manifestazione orchestrata dalla sinistra". Una cosa è certa: questa volta il suo potere mediatico non è riuscito ad arginare un fenomeno che si è diffuso in modo capillare grazie alla Rete. (www.ilfattoquotidiano.it)
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