domenica 27 febbraio 2011

Se l'Italia va giù, il suo impero va su


Leggendo i giornali di questi giorni, si capisce perché Silvio Berlusconi continua a ripetere che la crisi è finita e che in Italia, grazie a lui, quasi non c'è stata per niente. A prima vista sembra la solita balla, casomai un po' più fragorosa delle altre. Nel 2010 infatti la disoccupazione nelle grandi industrie e nei servizi, secondo i dati comunicati negli ultimi giorni dall'Istat, non è affatto migliorata rispetto all'anno prcedente. Al contrario: le cose sono andate peggio.
L'occupazione, in un anno, è diminuita dell'1,6% sommando disoccupati e cassintegrati, ma anche se non si tiene conto della cassa integrazione nelle aziende con più di 500 dipendenti l'aumento della disoccupazione raggiunge l'1% in più rispetto al 2009. Nei servizi la musica è la stessa. Dal dicembre 2009 a quello del 2010, la disoccupazione è cresciuta dell'1,3%. Nel complesso, scopriamo che quelli del 2010 sono i dati più negativi dal 2006, dunque da ancora prima che iniziasse la crisi
Ma allora perché mai Berlusconi insiste nel dire che la crisi non c'è mai stata e se c'è stata è già finita? Semplice: perché nelle sue aziende è proprio così. Ma quale crisi! Tutt'al contrario. Lui personalmente in quello stesso 2010 ha incassato 118 milioni di euro di dividendi, Marina 12 milioni, Piersilvio 5, gli altri tre figli una decina.
Non sono proprio spiccioli ma nemmeno il grosso della fortuna del caimano. Il tesoro di famiglia, messo insieme negli anni in cui Berlusconi ufficialmente si dedicava solo alla politica, è molto più grande. Le società del capostipite hanno in cassa 544 milioni di euro, quella della primogenita 98, il primo maschio ha ben 213. milioni Sono stati anni fortunati anche per i figli di Veronica: 359 milioni di euro fra tutti e tre.
Si capisce che Berlusconi di crisi non voglia neppure sentirne parlare. Per lui e per la sua famiglia questi ultimi anni sono stati la gallina dalle uova d'oro e per Berlusconi l'importante è sempre e solo quello che succede a lui. Del resto del paese, delle centinaia di migliaia di disoccupati e di cassintegrati quasi non se ne accorge nemmeno.
Sedici anni fa, quando è entrato in politica, Berlusconi si trovava con l'acqua alla gola, sull'orlo del fallimento e con la paura di finire presto sotto processo. Ha fondato il suo partito per dare una mano non al paese ma a se stesso, e sinora bisogna dire ce l'ha fatta. Non solo ha salvato le sua aziende ma ha ricominciato ad arricchirsi come nessun altro e si è inventato tutte le leggi che gli hanno permesso di non essere mai condannato, non perché innocente ma perché prescritto.
Purtroppo questa brillante operazione qualcuno doveva pur pagarla, e basta andare a guardare le tabelle della crisi e della disoccupazione per capire a chi negli anni dei governi Berlusconi è andata male. Ai cittadini e ai lavoratori, alle aziende, all'economia del paese. A tutti gli italiani, ma non a quelli che di cognome fanno Berlusconi. (www.antoniodipietro.it)

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