lunedì 28 febbraio 2011

Primarie, il trionfo di Fassino a Torino



L’applauso arriva alle dieci di sera quando Piero Fassino, commosso come poche altre volte lo si era visto, esce dalla sua stanza nel Comitato elettorale e sì, adesso lo può dire, ha vinto le primarie. I dari che arrivano, seppur parziali, non lasciano dubbi. Stravince secondo gli exit pool che lo danno tra il 48 e il 51% contro il 24/28% di Davide Gariglio, mentre i dati reali di 15 seggi su 75 lo danno oltre il 50%.

Gariglio ho ha appena chiamato riconoscendogli la vittoria. Ha perso la partita «della vita», come l'aveva definita, il consigliere regionale che fino a qualche giorno fa pensava davvero di poter insidiare l'ex ministro. Ma qui nel suo quartier generale, in via Pietro Micca, poco distante dalla sede di Gariglio, già a metà pomeriggio davanti ai dati dell'affluenza l'umore era alle stelle. Perché l'unica previsione davvero esatta era quella che aveva fissato una vittoria di Fassino tanto maggiore quanto più alto sarebbe stato il numero dei votanti.

In queste settimane di campagna elettorale ha macinato chilometri, girato decine e decine di mercati, di bocciofile, «accidenti quante ce ne sono», incontrato migliaia di persone perché da politico navigato quale è sapeva bene che nulla era scontato. E così si è «riconnesso» con la sua città , quella dove aveva iniziato la sua carriera politica e dove negli ultimi anni era sempre tornato come alto funzionario, segretario Ds, ministro ma il suo sogno era quello di starci da primo cittadino. Qui ha messo in gioco tutto, perché se Gariglio ha definito questa delle primarie la battaglia della sua vita, per Fassino era la battaglia delle battaglie. «Ero certo che sarebbe andata così perché durante la campagna elettorale ho avvertito un grande calore», racconta.
Cesare Damiano si gira verso Mimmo Lucà «finalmente un'occasione per festeggiare», ci sono Giorgio Merlo, Magda Negri, il bindiano Mauro Marino. Fassino ringrazia tutti, «un risultato straordinario, un così alto numero di votanti si era registrato soltanto per le primarie di Prodi». Da Roma lo chiama il segretario Pd, Pier Luigi Bersani. «A Torino è stata una straordinaria giornata di partecipazione politica. Ne vengono un segnale per tutto il Paese e un grande incoraggiamento per noi. Voglio ringraziare – dice – il Pd di Torino to tutti i cittadino che hanno partecipato alle primarie e i candidati che hanno dato luogo a un confronto vero e appassionato». Su Torino si giocava una partita che andava ben oltre i confini cittadini, il Pd non si sarebbe potuto permettere di restare vittima ancora una volta di un suo strumento. «Attorno a Piero Fassino – dice adesso Bersani - che ha ottenuto un risultato di straordinaria ampiezza, si raccoglieranno ora tutte le forze del Pd e del centrosinistra in vista della sfida elettorale, che vinceremo».

Aver vinto le primarie a Torino è giàsentirsi un po' sindaco, qui la destra fatica ad affermarsi e non è un caso se ha aspettato di conoscere il candidato del centrosinistra per decidere il proprio: alla luce dei fatti potrebbe toccare a Michele Coppola, assessore regionale alla cultura o Agostino Ghiglia, vicecoordinatore Pdl Piemonte, destinati a combattere una battaglia persa. «Vai Piero», urlano i suoi supporter e Piero sorride timidamente mentre si avvia verso la sede del Pd, perchè stasera a Torino si festeggia.

L'alta affluenza ha affondato in un colpo tutti i complicati dibattiti su come i poteri forti avrebbero condizionato o blindato il voto. Tutto spazzato via da quei quasi 53mila torinesi che ieri si sono messi in fila e hanno scelto il loro candidato. «La fase della mia successione inizia nel migliore dei modi», commenta Sergio Chiamparino, mentre Davide Gariglio assicura che da oggi collaborerà con il vincitore perché questo è il primo round, il secondo a maggio. (Maria Zegarelli - L'UNITA' -)

S'invoca da tanto nel centro sinistra l'avanzata di volti nuovi, di idee innovatrici, di spinta giovanile, a Torino rispolverano Fassino !

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